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CONSUMO
Tutti siamo consumatori, regoliamo la domanda di mercato. La scelta è individuale.
Il consumatore ideale è:
- razionale: miglior giudice del proprio benessere
- informato: ho le informazioni per scegliere quello che voglio
- responsabile: acquista a un determinato prezzo e ne valuto il costo
Ciascuno di noi tenta di seguire questi tre criteri quando effettua un acquisto → la domanda dei beni si autoregola sulle preferenze individuali (utilità che ne ricava il singolo) in un contesto di perfetta informazione e limiti di spesa. Combinando ciò che voglio con le mie risorse vado ad operare un processo di ottimizzazione della domanda → acquisto ciò che voglio a un prezzo che ritengo adeguato.
Utilità
L'utilità è quanto sono soddisfatto di ciò che ho comprato. È una misura di soddisfazione → intensità con cui determinati beni e servizi (cestini) sono preferiti da ciascuno di noi. Può essere indicizzata.
È concetto scientifico. Nella teoria della domanda ciascuno di noi opera in modo da massimizzare la soddisfazione. Immaginiamo che ho voglia di un gelato e ne mangio anche un altro → il mio grado di soddisfazione del gelato secondo è minore rispetto a quello del primo, se ne comprassi quattro l'ultimo darebbe pochissima soddisfazione. La relazione tra domanda e utilità è negativa in ragione del numero di unità consumate → più consumo un bene più diminuisce la soddisfazione. Legge dell'utilità marginale Marginale in economia significa unità aggiuntiva o riduttiva del bene che stiamo consumando. Tanto più consumiamo di un bene tanto meno utilità marginale otterremo → all'aumentare del consumo diminuisce l'utilità marginale aggiuntiva. L'utilità totale che deriva dal consumo di un bene è la somma delle utilità marginali. Se non traggo beneficio daciò che consumo non acquisto più. L'utilità marginale è uguale alla differenza di utilità diviso la differenza di unità. Per poter ottenere la massima utilità, dato un reddito fisso (contesto di risorse), l'utilità marginale dell'ultimo servizio/bene, deve essere uguale all'utilità marginale di ogni altro bene. Se ricavassimo per euro speso utilità diverse non ho ottimizzato.
Curva della domanda
Assumendo che il bene 1 costi il doppio rispetto al bene 2 e 3, fino a quando è utile acquistare il bene 1? Fintanto che l'utilità marginale 1 è due volte quella che ottengo acquistando 2 e 3 è okay.
Assumendo che l'utilità marginale per euro è costante cosa succede se il prezzo del bene 1 aumenta? Compro meno bene 1.
Il consumatore quando cambiano i prezzi interviene sulla quantità del bene. All'aumentare del prezzo del bene acquisto di meno.
Le offerte 3x2 fanno acquistare più bene del necessario, ma sono nei limiti dell'accettabile dal consumatore in modo tale che l'utilità marginale rimanga invariata. Un aumento del prezzo riduce il desiderio di consumo di un determinato bene e servizio → la curva della domanda ha una pendenza negativa. Se vado sopra la curva non c'è abbastanza quantità di bene, se vado sotto la curva acquisto più di quanto necessario. Il punto (Q, P) rappresenta la quantità di bene che desidero al prezzo che riconosco. Se diminuisco il prezzo sono stimolato ad acquistare più quantità di bene. Beni normali e inferiori Dobbiamo distinguere la tipologia di bene: - normali: la quantità aumenta tanto più aumenta il reddito → aumenta la disponibilità a remunerare il costo del bene - inferiori: tanto più è elevato il mio reddito tanto meno ne acquisto Tanto più aumenta il reddito tanto èpiù facile cambiare macchina e guardo male i mezzi.I fattori che possono modificare la domanda sono:
- reddito consumatore: acquistiamo beni normali e non inferiori
- moda, gusti e abitudini
- contesto in cui viviamo
- assicurazioni: ATS fornisce soldi per cibi senza glutine
- beni e servizi correlati → sostituti o complementari
Beni e servizi sostituti e complementari
Beni e servizi sostituti: quando la riduzione del bene correlato riduce la domanda del bene correlato. Posso acquistare bene A o B che sono sostituti uno dell'altro. In termini di utilità marginale ottimizzo → l'utilità marginale per euro speso aumenta.
Il bene A aumenta il prezzo e quindi diminuisce la quantità richiesta. Se il prodotto B è sostituto del bene A e il suo prezzo di B è leggermente superiore di base ad A, ma nel momento in cui A aumenta, il prezzo di B diventa vantaggioso.
Beni complementari: quando un bene A diminuisce il prezzo, c'è un
Aumento del prodotto correlato perché aumenta la domanda per il bene primario. Se il prezzo di A diminuisce, aumenta anche la domanda per B che è un bene complementare → il bene B non ha senso di esistere senza A. Per esempio cellulare e cover → se aumenta acquisto del cellulare aumenta anche l'acquisto delle cover. Se diminuisce il costo A aumenta il suo acquisto → corrispondente aumento dell'acquisto del bene correlato. Se aumento il costo di A ho diminuzione dell'acquisto e quindi diminuisce l'acquisto di B.
Curva di Engel: Aumenta il reddito e ignoro beni inferiori → curva di Engel → come cambia la domanda in funzione del reddito. Nel momento in cui quadruplico il mio reddito posso passare da una macchina scrausa a due costose, se il reddito raddoppia ancora compro una Ferrari. Poi basta anche se aumenta il reddito → non compro macchine perché non mi danno più soddisfazione.
Beni di Giffen: La curva della domanda
non si applica ai beni di Giffen → è un bene inferiore che non ha sostituti e in uncontesto di basso reddito rappresenta la fonte principale di sostegno (alimentazione). Studio del consumodegli irlandesi in carestia → consumo delle patate.Acquisto 40$ di patate (6 kg) e 20 di carne a settimana, se aumenta il costo delle patate per esempio in carestiaaumenta il consumo delle patate a scapito della carne. Nel momento in cui le patate aumentano ancora il costonon posso più permettermele e quindi compro meno patate.
Curva di indifferenzaAbbiamo due beni → cibo e vestiti (beni necessari). L’utilità marginale sia per cibo sia per vestiti è maggiore di 0. E’ una curva diindifferenza in termini di utilità per il consumatore → indipendentemente dal cestino che osserviamo (es. A 6 cibo e 1 vestiti) l’utilitàmarginale non è differente (es. 3 cibo e 2 vestiti). Se esaminiamo il livello di utilità non
cambia perché x * y = 6. Non cambiando l'utilità, i cestini sono indifferenti l'uno dall'altro se garantiscono lo stesso livello di utilità al consumatore. Tanto più un bene o un servizio è scarso, tanto più è elevato il suo valore di sostituzione. Se voglio passare da A a B, aumento di 1 il vestiario e diminuisco di 3 il cibo, ottenendo un tasso di sostituzione marginale di -3. Se prendo l'ultimo punto, ho 1.5 unità di cibo e il tasso di sostituzione è 0.5, cedendo 0.5 unità di cibo per acquistare ancora vestiario. Tanto più mi sposto da un bene all'altro, tanto più aumenta il mio tasso di sostituzione marginale. Tanto più un bene è scarso, tanto più è elevato il suo tasso di utilità marginale. Il tasso marginale di sostituzione è il tasso a cui un consumatore.5,50$ e ne acquisto 900. L'elasticità del prezzo è calcolata come: Elasticità = (Variazione percentuale della quantità domandata) / (Variazione percentuale del prezzo) Variazione percentuale della quantità domandata = ((900 - 1000) / 1000) * 100 = -10% Variazione percentuale del prezzo = ((5,50 - 5) / 5) * 100 = 10% Elasticità = (-10% / 10%) = -1 L'elasticità del prezzo è quindi -1, il che indica che la domanda è elastica. Ciò significa che un aumento del 10% nel prezzo provoca una diminuzione del 10% nella quantità domandata.5,75$ e la quantità acquistata scende a 800 → 800-1000/5.75 - 5 *5/1000 = -1.33. L'indice è negativo perché la curva della domanda ha pendenza negativa. Si calcola facendo: E = Δ%Q / Δ%P = (ΔQ / ΔP) (P/Q)d Se E = 0, la quantità non è sensibile alle variazioni prezzo, anche se sale il prezzo acquisto lo stesso numero di unità. Vale per beni essenziali di cui non posso farne a meno. Se E è infinito, è perfettamente elastico. Ogni minima variazione del prezzo corrisponde a un uguale variazione della quantità acquistata → bene con tanti sostituti. Se E = -1, se aumento il prezzo (lo raddoppio), la quantità di bene acquistato si dimezza → unitariamente elastico. Se aumento il costo raddoppiandolo ma acquisto un terzo → -1.5 → elastico, ogni volta che modifico il prezzo ho una variazione della quantità acquistata. Se il prezzo triplica, la quantità diminuisce dipoco → E =-0.18 → è scarsamente elastico.
Per risolvere il problema del - calcolo i valori assoluti.
E < 1 → inelastico
E =1 → unitario
E > 1 → elastico
Se P va da 90 a 110 e Q va da 200 a 120? E =2.5 → è elastico
Se P va da 90 a 100 e Q va da 200 a 180? E =1 → unitario
Se P va da 90 a 100 e Q va da 200 a 195? E = 0.24 → inelastico
Alcuni esempi:
Pesce in scatola e pesce fresco hanno la stessa elasticità → hanno elasticità minore di 1 → inelastici, anche la scelta del formaggio è inelastica. Diminuisce l'elasticità per la scelta delle bevande alcoliche, sigarette e tabacco.
In termini di politica sanitaria: se aumento il prezzo delle sigarette riduco il loro consumo→ l’elasticità delle sigarette è 0.107 → non ha senso: aumento il carico fiscale, la sanità pubblica non c’entra. Se aggiungo un euro alle sigarette l'elasticità
è uguale. Il prezzo e il reddito del consumatore sono i due determinanti della domanda del tabacco → se il costo aumenta