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La formula dell'equilibrio finanziario
L'obiettivo non è il profitto/lucro, ma la mission è la soddisfazione dei bisogni della collettività. La remunerazione quindi non c'è e la formula diventa:
RICAVI + PROFITTI = COSTI + ONERI
Se C + ON > RIC + PROV dobbiamo ristabilire l'equilibrio quindi aggiungiamo i trasferimenti e la condizione di equilibrio in caso di pubblico puro è quindi:
RICAVI + PROVENTI + TRASFERIMENTI = COSTI + ONERI
Va tenuto sotto controllo il termine a destra perché è lì che viene accusata di sprechi la pubblica amministrazione.
Ha un'adeguata potenza finanziaria: c'è adeguata potenza finanziaria quando si ha la capacità di coprire pienamente, continuamente e convenientemente il fabbisogno finanziario. Il fabbisogno finanziario si realizza quando entrate < uscite.
Le uscite sono operazioni di esercizio e vanno considerate al momento della liquidazione ovvero quando sorge il debito. Possono derivare da: costi,
remunerazione del capitale, concessione di crediti di finanziamento.
Le entrate sono operazioni di esercizio che vanno considerate al momento della riscossione, cioè quando si ha la disponibilità dei soldi. Possono derivare da: ricavi, riscossione dei crediti finanziari.
E = U : pareggio finanziario
E > U : avanzo finanziario
E < U : deficit/fabbisogno finanziario
Come si può coprire il fabbisogno: conferimento capitale, indebitamento.
Con riferimento al pubblico puro:
In passato lo studio del fabbisogno finanziario è stato molto trascurato, gli enti pubblici hanno fatto una politica in deficit e svincolata da considerazioni sulle entrate. Sono stati poi imposti una serie di vincoli che non permettono di fare politiche di spesa sconsiderate ed è stata fatta una riconsiderazione del fabbisogno finanziario e dello studio delle fonti di copertura.
2. Economicità superaziendale: si riferisce (ad un gruppo di imprese oppure) ad un territorio, e si parla di
economicità collettiva o macroeconomicità. Il giudizio di economicità considera l'azienda in un contesto territoriale; analizzo i benefici creati su tutto il territorio. Di solito il giudizio è espresso da manager pubblici o da politici dell'ente territoriale in cui risiede l'azienda. Il giudizio sarà espresso in termini di ricavi e costi ma anche di benefici; calcolo una funzione di utilità (per il territorio) e deve tener conto di tutti i vantaggi e gli svantaggi.
I benefici che spingono a creare o continuare l'attività nonostante non ci sia economicità aziendale ma ci sia economicità collettiva possono essere: occupazione, pace sociale, effetti sull'indotto, qualità dei servizi offerti, ecc.
Efficienza
Qualifica l'economicità: permette di comprendere le reali cause che sono alla base dell'economicità. C'è un legame diretto, se l'efficienza migliora
indubbiamente migliora anche l'economicità. Gli indicatori di efficienza sono:- Rendimenti fisico-tecnici (produttività fisico-tecnica): se migliorano, allora anche l'efficienza migliora e di conseguenza anche l'economicità. Possono riguardare i fattori produttivi (lavoro, capitale, energia, ecc.) o i processi produttivi, ovvero una combinazione di fattori produttivi.
RFT: Quantità della produzione / Quantità dell'input
Dobbiamo tenere in considerazione il tempo At, il fattore produttivo (il lavoro è misurato ad esempio in base al numero dei dipendenti) e la produzione in un determinato arco temporale.
Per dare un giudizio compiuto è necessario vedere l'azienda a sistema, devo quindi analizzare almeno tre aspetti:
- Analizzare le variazioni intervenute negli altri fattori della produzione
- Cosa
Modalità di imputazione agli oggetti di costo:
o Costi diretti/speciali: direttamente imputabili all'oggetto di costo attraverso la misurazione della quantità di fattore produttivo impiegato in quell'oggetto di costo. La quantità è obiettivamente misurabile.
Costi indiretti/comuni: imputabili all'oggetto di costo solo indirettamente mediante stime o previsioni; la quantità di fattore produttivo impiegato non è obiettivamente misurabile con riferimento ad un oggetto di costo oppure economicamente non conviene misurarla.
Efficacia
L'efficacia misura il grado di raggiungimento dell'obiettivo;
EFF = OUTPUT OTTENUTO (RISULTATO) / OUTPUT PROGRAMMATO (DESIDERATO)
Nel pubblico puro l'analisi dell'efficacia ha delle particolarità, bisogna analizzare prima però un iter funzionale diviso in varie fasi:
1. L'azienda pubblica è tesa
a soddisfare i bisogni della collettività
2. Per soddisfare i bisogni della collettività si fissano degli obiettivi (fase della decisione).
3. Per raggiungere gli obiettivi si avvia il processo di esecuzione (input ->trasformazione/erogazione -> output)
4. L'output viene trasferito alla collettività allo scopo di soddisfarne i bisogni (outcome)
L'efficacia può essere:
Efficacia interna: verifica la rispondenza degli obiettivi programmati con i risultati ottenuti (fase esecutiva); riguarda l'organo gestionale.
Efficacia decisionale: verifica la rispondenza dei bisogni della collettività con l'obiettivo fissato dall'organo di indirizzo politico; riguarda l'organo di indirizzo politico.
Efficacia esterna/sociale: verifica la rispondenza tra il risultato ottenuto (outcome) e l'effetto prodotto sulla collettività; riguarda l'organo di indirizzo politico.
Evoluzione legislativa del management
La nostra analisi parte dagli anni '90, quando la crisi spinge l'introduzione di elementi manageriali nel pubblico. Quale legislazione? Cosa prevede? È efficace?
Il passaggio che si voleva era quello di passare dalla burocrazia alla sostanza, si doveva infatti andare a risolvere una crisi economica.
1° periodo: formato da due decreti legislativi:
- 29/93: introduce i concetti di management pubblico programmazione, controllo, efficacia, efficienza ed economicità.
- 286/99: stabilisce i sistemi di controllo delle amministrazioni pubbliche.
2° periodo: periodo che si caratterizza per una legislazione tramite direttive della presidenza del consiglio dei ministri che si occupano di programmazione, controlli e valutazioni.
3° periodo: si occupa dei decreti legislativi:
- 150/09 - madia:
- Delibera civit
1° periodo:
D.lgs 29/93: Razionalizzazione dell'organizzazione delle amministrazioni pubbliche e revisione della disciplina in materia di
pubblico impiego. Non si occupa direttamente di management pubblico, ovvero non direttamente di programmazione, controllo, efficacia, efficienza ed economicità. Ma ha il vantaggio di introdurre questi concetti e vista la titolazione del decreto soprattutto l'efficienza del fattore produttivo lavoro.
Art. 1: finalità e ambito di applicazione: ci dice che il decreto si occupa dell'organizzazione degli uffici e dei rapporti di lavoro d'impiego delle amministrazioni pubbliche. Sembrerebbe fare una correlazione che si basa sull'assunto che se l'efficienza del fattore produttivo migliora si migliora l'efficienza della pubblica amministrazione.
Il decreto propone un confronto in ambito di comunità europea dicendo che l'efficienza deve crescere in relazione a quella dei servizi e degli uffici dei paesi della comunità europea.
Vantaggi del confronto: Permetto una competizione tra amministrazioni pubbliche, ciò stimola
l'efficienza. Per fare ciò, devono favorire la competizione internazionale delle imprese. Le componenti dell'efficienza sono i costi e i rendimenti. Per quanto riguarda i costi, è necessario razionalizzare il costo del lavoro pubblico, contenendo la spesa complessiva diretta e indiretta del personale. Questa spesa deve essere mantenuta entro i vincoli di finanza pubblica. Secondo l'articolo 64, le amministrazioni pubbliche devono trasmettere alla presidenza del consiglio dei ministri dipartimento della funzione pubblica, al ministero del tesoro e al ministero del bilancio e della programmazione economica tutti gli elementi necessari per la rilevazione dei costi e il loro controllo. Per quanto riguarda i rendimenti, si parla di produttività. Si tratta della realizzazione della migliore utilizzazione delle risorse umane attraverso la formazione dei dipendenti e il loro sviluppo. In sintesi, si parla di efficienza del lavoro. Secondo l'articolo 2, le amministrazioni pubbliche devono ispirare la loro organizzazione al criterio dell'efficienza.funzionalità nel perseguimento degli obiettivi di efficacia, efficienza ed economicità. Il decreto introduce le tre E. Per qualcuno il criterio di funzionalità sembrerebbe richiamare il principio della sostanza economica. Il decreto all'Art. 18 estende l'efficienza a tutta l'organizzazione e non solo al lavoro. I dirigenti generali devono adottare misure organizzative che siano idonee a consentire la rilevazione dell'analisi dei costi e la rilevazione dell'analisi dei rendimenti dell'attività amministrativa della gestione e delle decisioni organizzative. Il decreto parla poi di Programmazione - art. 3/4/14/16/17: dice che la programmazione si basa sul principio della distinzione/separazione, quindi: Il potere di indirizzo politico spetta agli organi politici di governo e viene esercitato definendo gli obiettivi,