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Struttura ed evoluzione stellare
Tutte le stelle che si trovano sulla sequenza principale sono sostenute dalla fusione nucleare e in particolare bruciano idrogeno in elio con processi diversi (che poi vedremo). Tutte le stelle sulla sequenza principale sono ancora ricche di idrogeno e stanno al loro interno fondendo idrogeno in elio.
Questo diagramma mostra anche la presenza di una frazione piccola di stelle che popolano un'altra area, chiamata il ramo delle giganti (giant branch). Perché ramo delle giganti? Perché queste hanno un raggio decisamente più grande delle stelle che si trovano sulla sequenza principale. Come lo sappiamo? Sull'asse delle ascisse è segnato il colore, a sua volta legato alla temperatura: si nota che essa cresce verso sinistra. Questo è normale, abbiamo detto che le stelle presentano spettro di corpo nero nel quale maggiore è la temperatura maggiore è la frequenza in cui lo spettro va a piccare.
quindi è normale aspettarsi che le temperature siano più alte a sinistra rispetto alla temperatura delle stelle che si trovano a destra. Il motivo per cui vediamo una piccola frazione di stelle nel ramo delle giganti è perché quella identifica una fase in cui le stelle passano pochissimo tempo: quindi intercettare una stella in quella fase è più difficile rispetto alla sequenza principale, come vedremo più avanti nel momento in cui le stelle hanno finito di bruciare l'idrogeno nel loro nucleo lasceranno la sequenza principale e si muoveranno sul ramo delle giganti (dove passeranno una frazione decisamente più piccola della loro vita rispetto alla sequenza principale). In basso a sinistra si trovano tipicamente le nane bianche white dwarfs. Che si può fare per le giganti a parità di luminosità rispetto alle stelle sulla sequenza principale queste hanno temperatura decisamente più alta.di conseguenza il raggio deve diminuire. Esse sono l'unico oggetto compatto presente in questo diagramma; altri oggetti compatti come ibuchi neri non sono assolutamente presenti questo diagramma perché non è possibile misurare la loro emissione nell'ottico. Le stelle possono essere classificate in base a dove si trovano nel diagramma H-R e in base allo spettro di assorbimento. Lo spettro di emissione del corpo nero è uno spettro continuo tuttavia sullastella alcuni fotoni sono liberi di scappare; questi possono interagire con parte del gas sulla superficie più esterna della stella e quindi nello spettro è possibile vedere delle righe di assorbimento, uno spettro di corpo nero con dei piccoli buchi. Esiste una correlazione diretta tra la temperatura e spettro di assorbimento. Ad esempio il sole è classificato come la categoria G comprende tutte le stelle con una G2V: temperatura superficiale tra i 550 K circa ai 6000 K, mentre il numero
romano che può essere posto alla fine della classe sta ad indicare dove si trovano le stelle in questione, come in questo caso il numero V equivale alla sequenza principale. I numeri romani scendono andando verso l'alto a destra. Inoltre la massa cresce andando verso l'alto a sinistra in questo diagramma. Il diagramma in figura 132. STRUTTURA ED EVOLUZIONE STELLARE si ferma fino a 60 masse solari ma solitamente si può arrivare fino a circa 100. Masse troppo piccole portano all'impossibilità di avere una densità tale all'interno dei nuclei e temperature sufficientemente alte da generare processi di fusione nucleare. Come vedremo poi più avanti c'è anche un limite sulla massa massima in quanto all'aumentare della massa e del raggio si ha instabilità che fa si che la stella esploda. Vi è un range di masse nelle quali la stella può esistere, ovvero può bruciare idrogeno in elio e non è
troppo massiva da incontrare instabilità che portano all’esplosione.
La vita di una stella decresce andando verso l’alto a sinistra in questo grafico a causa di αL M9con α 1.ą2.1
Struttura delle stelle
Le stelle sulla sequenza principale sono mantenute da processi di fusione nucleare, sono ricche diidrogeno e lo convertono in elio.
Ad esempio: $ della massa è formato da idrogeno’ 71%’’’’&Sole: della massa è formato da elio27%’’’’ della massa è formato da carbonio, azoto, ossigeno, ferro...2%’%
In astrofisica tutti gli elementi più pesanti dell’elio vengono identificati come metalli.
Il processo di conversione dell’idrogeno in elio ha un’efficienza η 0, 7%»
Vi sono processi di produzione di energia molto più efficienti (possono arrivare anche a η 50%)»
Per derivare le equazioni di struttura stellare facciamo delle assunzioni:
Si tratta di equazioni che vanno integrate numericamente e non analiticamente, ma con le assunzioni in questione possiamo derivarle in maniera semplice.
142. STRUTTURA ED EVOLUZIONE STELLARE
- Le stelle hanno tutte le quantità (densità, temperatura) che le descrivono simmetria sferica, dipendono solo dalla coordinata radiale e non dipendono dal tempo poiché consideriamo le stelle in una condizione di equilibrio.
- Le stelle non hanno velocità del fluido all'interno che sono soggette a nessuna rotazione, è zero (in realtà tutte le stelle ruotano con moti di rotazione particolarmente complessi).
- Le stelle non sono soggette a nessun campo magnetico, ne ignoriamo gli effetti.
Se il sole non avesse una pressione interna che gli impedisce di cadere sul suo centro a causa dell'attrazione gravitazionale, quanto tempo ci metterebbe a collassare su se stesso? GM dmdU “ ´ RdL' elemento si
trova sulla superficie del sole che sta collassando, di conseguenza esso come tutti gli elementi di superficie inizierà ad acquistare una certa energia cinetica. Il raggio del sole diminuirà sempre più. 1GM dmdr GM dm2 ´ ¯dm “ ´2 dt r R d0 12° ˙ż 1 1 ´” ı drτ 2GM“´ ´r RdRd d1 0° ˙ ż R r1 2 d dr“´ 2GM R r´dR d1 d0 ˙ ż1 r2 dr“´ r2GM 1 ´R Rd der drx dx” “R Rd d1 1 cˆ ˙ ż1 x2 aR R dx“ d d2GM 1 x´013 1 cˆ ˙ żR x2d dx“ 2GM 1 x´013° ˙R π2d“ 2GM 2 Definiamo invece la densità media Mρ ” 4/3πR3/2. STRUTTURA ED EVOLUZIONE STELLARE Di conseguenza: ˜ ¸3π 1τ τ“ 932 G ρ ρ Per quanto riguarda il sole minuti.τ 30„2.2 Equazioni di struttura stellare Descrizione dell’andamento della pressione in funzione del raggio. Assumo vi sia uncilindro di materia di altezza e di area posto sulla superficie di una stella.dr ASia la massa contenuta nel raggio La massa dell’elemento di materia equivale a e risenteM r. dmprqdell’attrazione gravitazionale: G M dmprq dP A´ “2rQuesta forza è sostenuta dalla forza dovuta al gradiente di pressione: vi è una certa pressione cheagisce sulla base interna del cilindro e una leggermente più bassa che agisce sull’altra base, la forzanetta è dovuta alla differenza di pressione sulle due basi dP A.Posso riscrivere dm ρprq A dr“ G M A drpr qρprq dP A´ “2rDi conseguenza: dP G M ρprqprq“´ 2dr rQuesta è la prima equazione di struttura stellare ed è nota con il nome di equazione di equilibrioidrostatico.Sono equazioni che vanno risolte numericamente e inoltre non sono risolvibili singolarmente, sonoaccoppiate tra di loro e andranno risolte in un sistema.L’altra equazione indica
l'andamento della massa in funzione del raggio. Sia la massa contenuta in una calotta sferica.
dM = 2dM ρprq 4πr dr“ dM = 2ρprq 4πr“dr
Questa è nota come equazione di conservazione della massa.
Teorema del Viriale
Tramite queste due equazioni possiamo ricavare questo teorema.
Partendo dall'equazione di equilibrio idrostatico, moltiplico entrambi i lati per e successivamente integro in da 0 alla superficie della stella.
r r rż żdP G M ρprq‹‹ prq3 34πr 4πr“´ 2dr r0
0162. STRUTTURA ED EVOLUZIONE STELLARE
Analizzo il primo membro: rż G M ρprq‹ prq34πr´ 2r0 rż G M ρprq‹ prq24πr“´ r0
Mż G M dM‹ prq E“´ “ grr0
Analizzo il secondo membro: rż dP‹ 34πr dr0 rżr ‹ı” ‹ 23 3 4πr PP ´ prqdr“ prq4πr 0 0rż ‹ 24πr P prqdr“ ´3 0
In 0 la pressione è massima ma è nullo,
mentre in il raggio è massimo ma la pressione è nulla.
Possiamo trovare relazioni più rilevanti. Vi è un legame tra l'energia interna di una stella e la sua energia gravitazionale. (Importante!!) Per fare ciò assumiamo che la stella sia formata da un gas ideale, perfetto. Per un gas ideale esiste una relazione fra la pressione e la densità di energia interna. Si può definire per i gas ideali con è l'indice adiabatico (una costante, rapporto tra P1 e γ - calore specifico a pressione costante su calore specifico a volume costante) e è la densità di energia interna. Perciò riscriviamo:
∫24πr1q eprq dr = 3pγ0
Assumiamo che sia costante ma poco probabile sia così, assumiamo in questo modo che la stella in questione si composta solo da un gas monoatomico.
∫21q 4πr eprq d