G
Otteniamo l’L-malato, il è - 0,9 kcal/mole.
8. Rigenerazione dell’ossalacetato
Siamo molto vicini per riciclare l’ossalacetato.
La malato deidrogenasi (MDH) catalizza la reazione reversibile del
gruppo ossidrilico a gruppo chetonico. Questa deidrogenasi piridinica
(utilizza NAD+) esiste in due forme: una citosolica e una mitocondriale.
Quindi possiamo realizzare questa reazione sia nel citosol che nel
mitocondrio. G
Ho quindi ottenuto nuovamente l’ossalacetato, il è + 7,1 kcal/mole.
L’ossalacetato è il prodotto dell’ultima reazione e il reagente della prima a dimostrazione che è una via ciclica.
Le ossidazioni vengono divise in tanti passaggi e abbiamo diversi intermedi, dividere una reazione in tante reazioni ci
consente di recuperare energia e di avere diversi intermedi, che hanno funzione biologica fondamentale per la vita
della cellula.
L’ossalacetato è il catalizzatore e accettore delle unità acetiliche. 48
Francesca Iellamo – farmacia E26 – 2024/2025
Se facciamo il conto che la succinato deidrogenasi direttamente essendo a contatto
con la catena respiratoria porta il FADH2 a FAD e alla produzione di 2 ATP. I NADH
finiscono subito sul complesso I della catena respiratoria, tornano a NAD+ e
producono 3 ATP.
Quindi, in totale ottengo 12 molecole di ATP (9 dal NADH, 2 dal FADH2 e 1
direttamente dal TCA) per ogni acetil-CoA che viene ossidato a CO .
2
Prendo l’acetato e in presenza di ossigeno lo ossido e vedo quanta energia può
sprigionare. La resa energetica è circa il 41,91%, il resto dell’energia è stata
rilasciata sottoforma di calore.
Come viene regolato il TCA? La velocità dipende dalla catena respiratoria e fosforilazione ossidativa, se tutti i NADH e
FADH2 non si riossidano il ciclo si interrompe, quindi la velocità dipende dalla disponibilità di ADP, fosfato inorganico
e ossigeno. Abbiamo bisogno dell’acetil-CoA e di intermedi.
Il TCA adatta la sua velocità alle necessità energetica della cellula che viene misurata come rapporti tra molecole
energetiche e le loro controparti meno energetiche:
Se il rapporto è elevato il TCA si ferma, se è basso il TCA procede.
• cellule a riposo: richiedono ed utilizzano poca energia. Hanno rapporti elevati, il TCA è rallentato.
• cellule in attività: richiedono ed usano tanta energia. Hanno rapporti bassi, il TCA è potenziato.
La regolazione avviene soprattutto sulle reazioni reversibili quindi la sintasi e le due deidrogenasi. Sono enzimi inibiti
dalle molecole (meccanismi allosterici o inibizione da prodotto). Le molecole che indicano fabbisogno energetico
come il NAD+ e l’ADP saranno attivatori degli stessi enzimi.
A queste molecole, soprattutto nelle cellule muscolari, si sovrappone lo ione calcio come
modulatore metabolico. Il calcio attiva sempre il catabolismo nel muscolo ed è mediatore
delle contrazione, quindi, è attivatore di tutti gli enzimi del TCA (soprattutto le due DH) e
anche della fase terminale del piruvato in acetil-CoA.
L’ossidazione dell’acetato forma intermedi a quattro, cinque, sei atomi di carbonio perché ci consente di ottenere
energia ma anche intermedi, indispensabili per la cellula. Il TCA ha funzione catabolica (ottenere energia) e funzione
anabolica (ottenere precursori). Più precisamente è definito un ciclo anfibolico.
La funzione catabolica porta all’ossidazione dell’acetil-CoA
e poi altri scheletri carboniosi, soprattutto degli aa che
possono entrare a diversi livelli.
La funziona anabolica è assolta da diversi intermedi.
Il citrato è una delle molecole più importanti dal punto di
vista anabolico, infatti si può trovare anche nel citosol dove
serve per sintetizzati i lipidi e steroli (acidi grassi e
colesterolo).
L’alfa-chetoglutarato può servire a sintetizzare
glutammato, glutammina, prolina, arginina e basi azotate,
sia purine che pirimidine, e può essere precursore di
neurotrasmettitori (GABA). La gluttamina è l’aa donatore di
N in tantissimi composti azotati.
Dalla succinil-CoA si ottengono anelli porfirinici, anche
l’eme.
Dall’ossalacetato si possono sintetizzare pirimidine ma soprattutto si può ottenere il glucosio (gluconeogenesi).
Negli organismi aerobici il ciclo di Krebs è la principale fonte di energia: la funzione catabolica non può essere
interrotta, la concentrazione degli intermedi è costante, ed è sempre possibile recuperare intermedi dell’ossalacetato
per compiere il TCA se è necessario compiere molti cicli. Poi, gli intermedi che sono stati prelevati devono essere
sostituiti.
Le reazioni di rifornimento o anaplerotiche rifornisco il TCA o di intermedi o direttamente di ossalacetato. E sono: 49
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La reazione 1 aggiunge CO2 a un piruvato, è la via principale in fegato e rene per la
produzione di ossalacetato.
Per la reazione 2 l’enzima malico può essere sia mitocondriale che citosolico.
La reazione 3 è attiva nel muscolo durante l’esercizio fisico.
La piruvato carbossilasi è un enzima mitocondriale (classe VI, richiede ATP). Il piruvato è il prodotto della glicolisi che
viene utilizzato per fare l’ossalacetato. Questo enzima utilizza un coenzima di natura vitaminica, la biotina (classe B).
Questo enzima sintetizza ossalacetato in base a quanto acetil-CoA entra nel ciclo, se entra più acetil-CoA devo
sintetizzarne di più. L’acetil-CoA diventa un attivatore allosterico della reazione (feedback positivo).
Le carbossilasi sono fatte da due siti catalitici, uno comune a tutte, che attiva la CO e la rende energeticamente
2
attiva, c’è poi un secondo sito specifico che serve per aggiungere la CO al substrato.
2
La CO2 quando la utilizzo per le carbossilazioni agisce sempre nelle forma idratata, è una reazione reversibile. Agisce
nella forma di bicarbonato ed è attivata dall’ATP. Tra bicarbonato e ATP può esserci una reazione di fosforilazione.
Si forma un intermedio con un legame anidridico altamente energetico, il carbossil-P. Adesso la CO2 energizzata deve
avvicinarsi al substrato. Il carbossil-P dal sito viene trasferito sulla biocitina, poi il braccio mobile della biotina si
sposta sul sito catalitico con la CO2, quest’ultima si sposta sul substrato liberando la biotina per una nuova reazione.
→ →
L’enzima malico anch’esso aggiunge CO , ne esistono due forme:
2
mitocondriale (biotina dipendente), che portando al malato aggiunge anche
protoni; e citoplasmatica, che stacca CO2 dal malato e produce piruvato.
Posso sfruttare i punti di accesso del ciclo di Krebs in cui posso inserire intermedi a 4 o più atomi di C (non meno!!!),
ad esempio prendo Asp lo trasformo in ossalacetato e ho riempito il ciclo di Krebs. L’acetil-CoA non contribuisce ad
arricchire il TCA.
Queste forme di rifornimento, soprattutto lo scheletro carbonioso di aa, servono quando l’ossalacetato del TCA non
ha funzione di produrre energia ma di trasformare l’intermedio in glucosio. È un metabolismo di emergenza, non ci
interessa l’energia perché ci serve fare glucosio.
I glucidi
Il glucosio è il carboidrato principale che noi sappiamo metabolizzare, sia per gli aerobi che per anaerobi.
I glucidi sono le biomolecole più abbondanti e più semplici formate da 3 elementi: C, H, O.
La struttura dei glucidi può essere monomerica (monosaccaridi), dimerica (disaccaridi), formata fino a 10 unità
(oligosaccaridi), > di 10 (polisaccaridi o glicani). Sono abbondanti nel regno vegetale, non essenziale per l’uomo.
La funzione è prevalentemente ma non esclusivamente energetica. Hanno anche una funzione strutturale
importante, in quanto sono componenti delle pareti cellulari sia vegetali (cellulosa) sia batteriche, della membrana
plasmatica di animali, e nell’uomo son componenti di glicoproteine, proteoglicani (lunga catena saccaridica) e
glicolipidi.
I monosaccaridi sono zuccheri semplici, solubili in acqua, con un rapporto tra gli atomi di C e di O pari a 1:1. Sono
derivati aldeidici o chetonici di alcoli poliossidrilici (quasi tutti gli atomi di C hanno un gruppo -OH) a catena lineare,
caratteristica della struttura è la presenza di un gruppo carbonilico –C=O. 50
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Sono classificati in base al gruppo funzionale presente se il carbonile è primario ho un aldeide = aldosi, se carbonile è
secondario ho un chetone = chetosi. Oppure li classifico in base al numero di atomi di C (triosi, tetrosi…).
Lo zucchero più semplice è la gliceraldeide, è un aldoso, e il C2 è un centro di
asimmetria e può essere presente in 2 forme enantiomeriche, L (gruppo
funzionale sopra) e D (gruppi OH verso dx). Il chetoso più semplice è il
diidrossiacetone, il quale non ha centri chirali.
→I glucidi naturali appartengono tutti alla serie D.
Aldosi e chetosi possono essere interconvertiti spontaneamente tramite una reazione di tautomeria cheto-enolica. Si
formano due zuccheri diversi, sono isomeri perché hanno la stessa formula bruta ma proprietà diverse. Sono meglio
chiamati tautomeri.
Per tautomero intendo uno zucchero con gli stessi centri di simmetria ma che cambia tra aldoso e chetoso, ossia
differisce nella localizzazione degli atomi di H e dei doppi legami, un epimero è un isomero ma cambia solo un centro
di simmetria.
I principali zuccheri che ci interessano sono: D-ribosio (OH tutti dalla stessa parte), D-glucosio (solo OH in 3 è a sx),
D-mannosio (epimeri del C2 del glucosio), D-galattosio (epimero al C4 del glucosio), D-fruttosio (unico chetone,
tautomero del glucosio).
Se ho almeno 5 C e sono in soluzione acquosa può esserci una reazione
intramolecolare semiacetalica, condensazione tra alcol e aldeide, in cui un C
carbonilico forma un legame covalente con un atomo di O di un gruppo ossidrilico
posto lungo la catena. Anche il chetone può farlo e forma un semichetale.
Per il D-glucosio è possibile un solo tipo di ripiegamento per
motivi di ingombro sterico e di repulsione elettronica: O
dell’OH in C5 promuove un attacco nucleofilo su C
carbonilico C1, formando un semiacetale interno con
struttura simile al pirano. Il C1 è un C sempre aldeidico che
ha fatto un legame semiacetalico.
La ciclizzazione trasforma il C1 in asimmetrico, con
formazione di due isomeri (anomeri) denominati alfa e
beta. Il C1 è un carbonio anomerico o riducente . È
presente circa il 90% di alfa-D, e il 10% di beta-D.
Tra alfa e beta il potere redox è differente, è il C anomerico
libero che è soggetto a riduzioni.
Il C4 in bioc
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