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SISTEMI BASATI SULLE REGOLE.
Al di là dell’ individuazione, molto più complessa risulta la seconda componente della
RAPPRESENTAZIONE della conoscenza individuata, che sia in grado di rendere quella conoscenza
comprensibile dall’ elaboratore: occorre tradurre la conoscenza individuata da un linguaggio umano ad un
linguaggio comprensibile da una MACCHINA ALGORITMICA. Si tratta di un’ attività molto complessa,
che richiede almeno 3 LIVELLI DI FORMALIZZAZIONE:
LIVELLO ANALITICO;
LIVELLO SINTETICO-COMBINATORIO;
LIVELLO SINTETICO-DEDUTTIVO.
Con il primo livello (livello analitico) si cerca di ridurre il linguaggio giuridico in PROPOSIZIONI
ELEMENTARI, che devono necessariamente avere un significato univoco (non ci può essere confusione sul
significato) e che siano suscettibili di esser di volta in volta VERE o FALSE.
Una volta suddivise queste frasi, dobbiamo iniziare a ricomporle, a ricombinarle, e lo facciamo con gli
OPERATORI LOGICI (anche essi di significato univoco: AND, OR e NOT). La norma, ad esempio, è scritta
in linguaggio umano, la si prende e la si divide in PROPOSIZIONI ELEMENTARI SUSCETTIBILI DI
ESSERE VERE O FALSE e queste si coniugano fra di loro attraverso gli OPERATORI LOGICI.
A questo punto entra in gioco l’ ultimo livello di formalizzazione: vengono costruite delle INFERENZE tra
le proposizioni o i gruppi di proposizioni e vengono costruite sul modello della
CONDIZIONALIZZAZIONE (se A, allora B). Un’ INFERENZA è costituita da alcune premesse cui fa
seguito una conclusione, nel gergo della scienza cognitiva questa inferenza viene chiamata REGOLA DI
PRODUZIONE. Non sono altro che ENUNCIATI IPOTETICI, che presentano una struttura di tipo
condizionale: se si verificano determinate premesse, allora conseguirà una determinata conclusione.
Facciamo un esempio: il DOMINIO individuato consiste nel fatto che un soggetto si possa sposare o meno,
in questa REGOLA DI PRODUZIONE non viene contemplato tutto lo scibile in materia di diritto del
matrimonio poiché interessa solo dimostrare come il “sistema cognitivo” possa funzionare grazie, appunto, a
questa regola di produzione (uno ed ultimo livello di formalizzazione). La domanda è: MARIO SI PUO’
SPOSARE? Innanzitutto bisogna verificare se Mario è maggiorenne, se il sistema verifica che Mario è
maggiorenne si potrà sposare, se invece Mario è minorenne occorre verificare se egli abbia l’ autorizzazione
del tribunale. Nel caso in cui abbia questa autorizzazione la conclusione sarà la medesima e si potrà sposare;
se invece Mario è minorenne e non ha l’ autorizzazione del tribunale, allora, la conclusione sarà che Mario
non si potrà sposare. Dunque, se volessimo combinare queste proposizioni potremmo considerare la
proposizione elementare “Mario è maggiorenne”, un’ altra proposizione elementare “Mario ha l’
autorizzazione del tribunale”, consideriamo anche un’ altra proposizione elementare (non contemplata
originariamente nell’ esempio proposto) “Mario non è coniugato” ed, infine, la proposizione semplice
“Mario può contrarre matrimonio” (PRIMO LIVELLO ANALITICO). Adesso proviamo ad unire queste
proposizioni semplici con gli OPERATORI LOGICI: “Mario è maggiorenne OR ha l’ autorizzazione del
tribunale AND non è coniugato” (SECONDO LIVELLO SINTETICO-COMBINATORIO) e completiamo
con il TERZO LIVELLO SINTETICO-DEDUTTIVO (“se A, allora B”), finendo di costruire la REGOLA DI
PRODUZIONE: “se Mario è maggiorenne OR ha l’ autorizzazione del tribunale AND non è coniugato
(PREMESSE), allora può contrarre matrimonio (CONSEGUENZA)”. Con questo esempio di REGOLA DI
PRODUZIONE abbiamo riassunto tutti e tre i LIVELLI DI FORMALIZZAZIONE. Queste regole di
produzione sono il livello di riduzione necessario per rappresentare una conoscenza giuridica in FORMA
ALGORITMICA: una regola di produzione di questo tipo può essere tradotta in forma algoritmica e quindi
in una forma di linguaggio comprensibile da una macchina artificiale.
Una costruzione di queste tipo però presenta dei limiti. Il principale di questi limiti è rappresentato dal fatto
che non tutto il diritto può essere ridotto alla condizionalizzazione “se A, allora B”: tutte le NORME DI
CONDOTTA O PRESCRITTIVE possono essere tradotte in questo modo, secondo condizionalizzazione; ma
altri tipi di norme come quelle di STRUTTURA, non possono essere ridotte ad una condizionalizzazione di
questo tipo (pensiamo, ad esempio, ad una norma che istituisce un ente come l’ università) con la
conseguenza che non possono essere tradotte in un linguaggio comprensibile da un “sistema cognitivo” e
quindi trattate da un sistema di questo tipo (i sistemi esperti non possono comprendere tutto il diritto). Si
tratta di un limite che si riferisce alla TRADUZIONE DEL LINGUAGGIO GIURIDICO IN UN
LINGUAGGIO COMPRENSIBILE ALLA MACCHINA. Un altro limite che si riferisce al funzionamento
logico dell’ elaboratore consiste nel fatto che la correttezza logica del ragionamento presuppone sempre la
certezza della sua conclusione, ma che succede se le premesse sono sbagliate o sono false? Il “sistema
cognitivo” non è in grado di valutare la veridicità o falsità delle premesse, questo sistema funziona soltanto
se le premesse sono vere; non si possono affidare all’ elaboratore la soluzione di premesse ambigue o false,
poiché se saranno false le premesse lo sarà anche la conclusione.
Il MOTORE DI INFERENZA è quel criterio logico che consente di dare un ordine alle REGOLE DI
PRODUZIONE e quindi consente di verificare la correttezza di queste regole, una correttezza che si può
muovere partendo dalle conclusioni ed andando indietro e quindi sarà una VERIFICA ALL’ INDIETRO O
GUIDATA DAL CONSEGUENTE; oppure ci potrà essere una verifica partendo dalle premesse ed arrivando
alla conclusione, che sarà una VERIFICA GUIDATA DALL’ ANTECEDENTE. Il meccanismo che stabilisce
il metodo di verifica e l’ ordine di verifica delle regole è detto MOTORE DI INFERENZA.
L’ INTERFACCIA serve semplicemente a permettere il dialogo fra utente e sistema.
SISTEMI GESTIONALI
Per “informatica gestionale” si intende quel settore di applicazioni che sono dirette ad automatizzare l’
organizzazione del lavoro in un ufficio in cui si svolgono attività giuridiche. I “sistemi gestionali” sono dei
sistemi che supportano nella gestione di un ufficio dove si svolgono attività giuridiche. A seconda del tipo di
ufficio ci sono diversi tipi di “sistemi gestionali” ed allora si parla di INFORMATICA GESTIONALE
GIUDIZIARIA quando si tratta di automatizzare gli uffici dei giudici; di INFORMATICA GESTIONALE
LEGALE quando ci si riferisce all’ automazione degli studi degli avvocati e dei notai; si parla di
INFORMATICA GESTIONALE AMMINISTRATIVA se sono gli uffici e le procedure della Pubblica
Amministrazione ad essere informatizzate. Prendiamo in considerazione l’ INFORMATICA GESTIONALE
LEGALE. Si tratta essenzialmente di sistemi software che nascono per aiutare l’avvocato ed il notaio a
gestire i rispettivi studi professionali. A partire dagli anni Ottanta (periodo in cui si diffondono i personal
computer) si iniziano ad elaborare ed utilizzare sistemi di questo tipo. Nello studio dell’ avvocato l’
intenzione è quella di seguire l’ intero iter delle pratiche legali. Questi “sistemi gestionali” contengono al loro
interno diversi moduli che si occupano di gestire attività differenti, tutte attività proprie dello studio legale. Il
primo modulo, che solitamente è sempre presente, è quello dell’ anagrafe dei clienti o di tutti i soggetti che
possono essere coinvolti nello sviluppo di una pratica. Un secondo modulo si occupa di raccogliere ed
ordinare le singole pratiche tramite lo strumento dei fascicoli. Un altro modulo è l’ agenda dell’ avvocato che
contiene appuntamenti ma anche lo scadenziario; un altro ancora si occupa di redigere quali siano le
competenze dell’ avvocato e le fatture e quindi il collegamento più generale alla tenuta della contabilità dello
studio; e poi, infine, il modulo che contiene il repertorio della clientela. Nella pratica, però, gli avvocati
hanno avuto sempre delle remore ad utilizzare software gestionali di questo genere, inizialmente perché le
interfacce non erano amichevoli e non erano semplicissimi da utilizzare; solo negli ultimi anni gli avvocati
hanno iniziato ad avere dimestichezza nell’ utilizzo dei software soprattutto con l’ introduzione del “processo
telematico”. Un’ altra categoria professionale che, invece, ha utilizzato fin dall’ inizio le potenzialità di questi
software è quella notarile; fin dall’ inizio i notai hanno dimostrato molta attenzione all’ informatica e spesso,
a differenza degli avvocati, si sono impegnati in prima persona per costruire dei software che potessero
essere utili alla categoria. Già negli anni Settanta il Consiglio Nazionale del Notariato si fece carico di
promuovere nella categoria l’utilizzo di sistemi gestionali. Anche i “sistemi gestionali” notarili sono costituiti
da più moduli, alcuni dei quali affini a quelli degli avvocati: il primo riguarda la gestione degli atti, serve a
preparare, a comporre ed a correggere l’ atto che di volta in volta il notaio deve stendere ed ha delle forme ad
substantiam molto più stringenti di quelle che caratterizzano gli atti dell’ avvocato durante le cause; un’ altro
modulo è costituito dalla gestione delle formalità come la registrazione degli atti, la domanda di voltura
catastale quando si tratta del trasferimento di un bene immobile, l’ iscrizione di ipoteche e così via; ancora,
un’ altro modulo riguarda la gestione del repertorio, che, ordinato secondo un criterio cronologico, raccoglie
tutti gli atti che escono da uno studio notarile; e poi ancora moduli che riguardano la gestione delle pratiche,
lo scadenziario, la tenuta della contabilità.
SISTEMI REDAZIONALI
“L’ informatica giuridica redazionale” ha come obiettivo la formulazione automatica di atti giuridici: il
“sistema redazionale” supporta la redazione di un atto giuridico e l’ evoluzione di questi sistemi va di pari
passo alla nascita ed all’ evoluzione degli “editor di testo” come può essere WORD, per esempio. I “sistemi
redazionali” non sono altro che degli “editor di testo” che vengono integrati con delle funzioni specifiche che
servono a redigere atti giuridici. Tutti gli atti giuridici presentano 2 COMPONENTI:
Una componente LINGUISTICA;
Una componente STRUTTURALE.