R R R).
A = (x , y ) e B = (x , y ) definiamo la distanza tra due punti come:
a a b b p 2 2
− −
d(A, B) = (x x ) + (y y )
b a b a
Possiamo anche definire un punto medio, equidistante da A e B, calcolando la media delle coordi-
nate dei due punti:
x + x y + y
a b a b
M (A, B) = ,
2 2
Si definisce asse della retta l’insieme dei punti equidistanti da A e B, ovvero la retta che interseca
il segmento AB nel suo punto medio.
1.2 Le rette nel piano
Una retta è un insieme di punti allineati che soddisfano un’equazione algebrica in x e y. Abbiamo
visto che nel piano ogni punto ha due coordinate (x, y). Una retta, scritta in forma implicita è
definita come l’insieme dei punti (x, y) che soddisfano l’equazione lineare
ax + by + c = 0
dove a, b, c sono coefficienti reali (a e b non devono essere nulli contemporaneamente). Due equazioni
di questo tipo individuano la stessa retta se e solo se la seconda corrisponde alla prima moltiplicata
per uno scalare reale non nullo λ: ′ ′ ′ ′ ′ ′
⇔
ax + by + c = a x + b y + c (a , b , c ) = λ(a, b, c)
La retta può essere scritta anche in forma esplicita come:
y = mx + q
dove m è detto coefficiente angolare e indica l’inclinazione della retta (e corrisponde alla tangente
dell’angolo che la retta forma con l’asse delle ascisse positive) mentre q è detto ”intercetta” e indica
il punto d’intersezione tra la retta e l’asse delle y.
Un altro modo per scrivere una retta r è la forma parametrica. Una volta individuato un
generico punto P = (x , y ) appartenente a r e la sua direzione, individuata da un certo vettore
0 0
v = (a, b), possiamo scrivere l’equazione della retta in forma scomposta sui due assi:
(
x = x + ta
0
r = y = y + tb
0
∈
con t La retta è quindi descritta come l’insieme di punti ottenuti al variare di t nell’insieme
R.
dei numeri reali. Vedremo che questa forma risulta particolarmente comoda quando studiamo
R
le rette nello spazio. 1
1.3 Posizioni delle rette nel piano
Rette parallele: considerando i tre modi elencati sopra per scrivere le rette, diciamo che sono
parallele se:
In forma implicita: ∥ ⇔ · ·
a x + b y + c = 0 a x + b y + c = 0 a b = a b
1 1 1 2 2 2 1 2 2 1
In forma esplicita: ∥ ⇔
y = m x + q y = m x + q m = m
1 1 1 2 2 2 1 2
In forma parametrica: (
( ′
x = x + ta
x = x + ta 0
0 ′ ′
′ ⇔ ∈
∥ (a , b ) = λ(a, b) λ
r =
r = R
′
y = y + tb
y = y + tb 0
0
Nella forma parametrica le due rette sono parallele se lo sono i loro vettori direzionali v = (a, b) e
′ ′ ′
v = (a , b ), cioè se questi sono linearmente dipendenti.
Rette perpendicolari: scriviamo le condizioni di perpendicolarità di due rette servendoci delle
tre forme di scrittura:
In forma implicita: ⊥ ⇔ · ·
a x + b y + c = 0 a x + b y + c = 0 a a + b b = 0
1 1 1 2 2 2 1 2 1 2
In forma esplicita: ⊥ ⇔ · −1
y = m x + q y = m x + q m m =
1 1 1 2 2 2 1 2
In forma parametrica:
( ( ′
x = x + ta x = x + ta
0 0
′ ′ ′
⊥ ⇔ · ·
r = r = a a + b b = 0
′
y = y + tb y = y + tb
0 0
Nella forma parametrica vediamo che due rette sono perpendicolari quando lo sono i loro vettori
′ ′ ′
direzionali v = (a, b) e v = (a , b ), ovvero quando il loro prodotto scalare è uguale a zero.
1.4 Come passare da una forma all’altra
Il passaggio dalla forma esplicita alla forma implicita (e viceversa) è relativamente semplice, poiché
basta spostare tutti gli elementi a sinistra dell’uguale:
→ −mx − ↔ −m −q
y = mx + q + y q = 0 ax + by + c = 0 dove a = e c =
Il passaggio da forma implicita a parametrica invece è più complesso. Consideriamo la generica
retta in forma implicita e la sua scrittura in forma parametrica
x x α
0
ax + by + c = 0 = + t
y y β
0
Non conosciamo il vettore direttore v = (α, β), ma conosciamo il vettore normale u della retta
n
dato dai coefficienti a e b delle incognite, che è per definizione ortogonale al vettore direttore v
della retta stessa. Avremo quindi: (
−b
−b α =
α
a α → · → → →
u = v = u v = 0 aα + bβ = 0 =
n n
b β β a β = a
2
1.5 Calcoli con le rette
Dato un certo punto P = (x , y ) e un coefficiente angolare m possiamo calcolare l’equazione della
0 0
retta: → −mx −mx → −mx ↔ −y
y = mx+q q = y = y y = mx+y y = m(x−x )
0 0 0 0 0 0
Conoscendo soltanto due punti P = (x , y ) e Q = (x , y ) possiamo calcolare il coefficiente della
0 0 1 1
retta passante per entrambi i punti come rapporto tra la variazione delle y e quella delle x e usare
le formule sopra per scrivere l’equazione della retta cercata:
−
y y
1 0 → − − ↔ − −
m = y y = m(x x ) y y = m(x x )
1 1 0 0
−
x x
1 0
Infine possiamo definire la distanza tra un punto A = (x , y ) e la retta r. Se questa è scritta in
a a
forma esplicita dobbiamo innanzitutto portarla in forma implicita:
→ −mx −
y = mx + q + y q = 0
E poi applicare la formula scritta di seguito per trovare la distanza:
| − −
|ax mx + y q|
+ by + c| a a
a a
√ =
d(A, r) = p
2 2 2 2
a + b (−m) + 1
2 Lo spazio
2.1 Equazioni della retta nello spazio
Nello spazio tridimensionale, in un dato sistema di riferimento, possiamo scrivere la retta in diversi
modi. Consideriamo un punto P = (x , y , z ) e un vettore v = (a, b, c) non nullo. Possiamo
0 0 0 0
scrivere l’equazione della retta in forma parametrica vettoriale come
∈
p = p + tv t R
0
dove p è il vettore posizione di un qualsiasi punto sulla retta, mentre p è il vettore posizione
0
del punto P . Scomponendo questa equazione sui tre assi otteniamo le equazioni parametriche
0
scalari della retta:
x = x + ta
0
∈
t
y = y + tb R
0
z = z + tc
0
Al variare del parametro t in il punto (x, y, z) si muove lungo una linea che descrive la retta.
R,
Se le componenti del vettore sono tutte diverse da zero possiamo eliminare il parametro t e ottenere
le equazioni cartesiane della retta. Scrivendo
− − −
x x y y z z
0 0 0
= t = t = t
a b c
otteniamo − − −
x x y y z z
0 0 0
= =
a b c
Nello spazio possiamo scrivere l’equazione della retta passante per due punti P = (x , y , z ) e
0 0 0 0
P = (x , y , z ) individuando il vettore direzionale
1 1 1 1 − − −
v = (x x , y y , z z )
1 0 1 0 1 0
e utilizzandone le componenti nella formula vista sopra al posto di (a, b, c):
−
x = x + t(x x )
0 1 0
∈
− t
y = y + t(y y ) R
0 1 0
−
z = z + t(z z )
0 1 0
3
2.2 Posizioni delle rette nello spazio
Date due rette ′
x = x + ta x = x + ta
0 0
′ ′ ∈
r = r = t
y = y + tb y = y + tb R
0 0 ′
z = z + tc z = z + tc
0 0
′
∥ ̸
queste sono parallele (r r ) se esiste un numero λ = 0 tale che
′ ′ ′
(a , b , c ) = λ(a, b, c)
′
⊥
Sono perpendicolari (r r ), ma non necessariamente incidenti, se i loro vettori direzionali sono
ortogonali, ovvero se ′ ′ ′ ′ ′ ′
·
(a, b, c) (a , b , c ) = aa + bb + cc = 0
2.3 Equazione del piano
Nello spazio un piano π può essere individuato da un punto e un vettore ortogonale al piano stesso,
da tre punti dello spazio oppure da due rette incidenti. Vediamo il primo caso. Consideriamo un
punto P = (x , y , z ) e un vettore n = (a, b, c) non nullo; vogliamo determinare l’equazione del
0 0 0 0
piano passante per P e ortogonale a n. Sia P = (x, y, z) un generico punto appartenente al piano
0
e sia u il vettore che congiunge P e P . Abbiamo:
0
− − − → · − − −
u = (x x , y y , z z ) n = (a, b, c) n u = a(x x ) + b(y y ) + c(z z ) = 0
0 0 0 0 0 0
da cui otteniamo l’equazione del piano
ax + by + cz = d dove d = ax + by + cz
0 0 0
Alcune osservazioni:
- Se d = 0 il piano π passa per l’origine (0, 0, 0).
- Se uno dei coefficienti a, b, c è nullo, il piano è parallelo all’asse corrispondente. Ad esempio
se c = 0 il piano è parallelo all’asse z.
- Se due coefficienti sono nulli il piano è parallelo ad uno dei piani coordinati. Ad esempio se
a = b = 0 il piano π è parallelo al piano x, y.
Determiniamo ora l’equazione del piano passante per tre punti P = (x , y , z ), P = (x , y , z )
0 0 0 0 1 1 1 1
e P = (x , y , z ). Cerchiamo di ricostruire le condizioni viste sopra. Siano v e w i vettori che
2 2 2 2
congiungono P con P e P , rispettivamente, cosı̀ definiti:
0 1 2
− − − − − −
v = (x x , y y , z z ) w = (x x , y y , z z )
1 0 1 0 1 0 2 0 2 0 2 0
Questi due vettori sono paralleli al piano che stiamo cercando e perciò il loro prodotto vettoriale
sarà ortogonale ad esso. Poniamo ∧
n = v w
Scegliendo poi, per esempio, P , considerando il generico punto P = (x, y, z) visto prima e il vettore
0
u che li congiunge, scriviamo
· − − −
n u = a(x x ) + b(y y ) + c(z z ) = 0
0 0 0
Infine, per trovare l’equazione del piano passante per le rette di equazioni
′
x = x + ta x = x + ta
0 0
′ ′ ∈
r = t
r = y = y + tb y = y + tb R
0 0 ′
z = z + tc z = z + tc
0 0
′ ′ ′
incidenti in P con v = (a, b, c) e w = (a , b , c ), possiamo scrivere, analogamente a quanto fatto
0
nel caso precedente, l’equazione
· ∧ →
u (v w) = 0 ax + by + cz = d
4
2.4 Posizioni dei piani ′
Anche i piani, come le rette, possono essere paralleli o perpendicolari. Due piani π e π sono
̸
paralleli se lo sono i loro vettori ortogonali, ovvero se esiste λ = 0 tale che
′ ′ ′ ′ ′ ′ ′
→
ax + by + cz = d a x
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