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Estratto del documento

CAP

CAP IF

Quando il segno della PNF è positivo, il grdiente

idrostatico è maggiore di quello osmotico e il

maggiore di quello osmotico e il liquido si dirige

all’esterno del capillare (filtrazione); quando il

segno della PNF è negativo, il gradiente osmoti-

co è maggiore di quello idrostatico e il liquido si

dirige verso l’interno del capillare (assorb.).

La pressione idrostatica capillare è l’unica responsabile della variazione della PNF,

in quanto le altre tre forze di Starling sono costanti lungo il decorso del capillare.

La pressione netta di filtrazione, in ultima analisi, è più alta all’estremità arterio-

lare (dove si verifica filtrazione) e più bassa a quella venulare (dove si verifica as-

sorbimento). Pertanto, all’inizio di un letto capillare vi è fuoriuscita di liquido, ma

in prossimità della porzione terminale il liquido viene in larga misura riassorbito,

non completamente. Per questa ragione, si può affermare che l’assorbimento av-

viene in misura minore rispetto alla filtrazione.

Anche il sistema linfatico ha una funzione di assorbimento: ha il compito di riasso-

rbire sostanze necessarie all'organismo che non sono state riassorbite diretta-

mente dai capillari e sono rimaste nello spazio interstiziale. Possiamo definire il si-

stema linfatico come un sistema "aperto" che preleva sostanze dall'ambiente int-

erstiziale.

Il sistema linfatico è un sistema di drenaggio ad un solo verso che trasporta i flu-

idi dallo spazio interstiziale dei tessuti al torrente circolatorio, pertanto favori-

sce il recupero di alcune sostanze, trasportando proteine, liquidi e lipidi dall'inter-

stizio al sistema circolatorio sanguigno.

A intervalli lungo il percorso, i vasi linfatici transitano nei linfonodi, gli elementi re-

sponsabili della funzione immunitaria del sistema linfatico. I linfonodi sono noduli

di tessuto a forma di fagiolo delimitati da una capsula fibrosa esterna e un insie-

me interno di cellule immunologicamente attive, che comprendono linfociti e mac-

rofagi.

Il sistema cardiovascolare si fonda sull'attività della pompa cardiaca, caratteriz-

Sommario del sistema zata da un'alternenza di attività: infatti, il cuore manda in sangue il circolo duran-

cardiocircolatorio te la sistole e si pone in una condizione di riposo durente la diastole. Pertanto, si

(Appunti online) tratta di un sistema che lavora quindi a intermittenza, in quanto quella della pom-

pa cardiaca è un'attività pulsatile.

Il volume di sangue pompato da un ventricolo in un minuto viene chiamato gittata

Gittata cardiaca cardiaca ed è normalmente espresso in litri al minuto.

Si definisce, invece, frequenza cardiaca il numero di contrazioni della pompa cardi-

aca in un minuto.

La gittata cardiaca è determinata dalla frequenza cardiaca e dal volume di sangue

pompato da ciascun ventricolo ad ogni battito, conosciuto come volume di eiezio-

ne ventricolare (o gittata sistolica). Quest'ultima indica la differenza tra il volume

telediastolico (massimo riempimento del cuore) e il volume telesistolico (quota di

sangue rimasta nel cuore al termine della sistole).

La gittata cardiaca è espressa mediante la seguente equazione:

Gittata cardiaca = frequenza cardiaca x volume di eiezione ventricolare

La quota di sangue che viene distribuita dal ventricolo sinistro ai tessuti e quella

distribuita dal ventricolo destro ai polmoni si dice flusso ematico totale. La stes-

sa quantità di sangue deve fare ritorno al cuore come ritorno venoso. La gittata

cardiaca e il ritorno venoso devono essere in equilibrio tra di loro.

Dei meccanismi di regolazione consentono di regolare costantemente la gittata

cardiaca per soddisfare le esigenze dei tessuti. Naturalmente, modificazioni dei

fattori che influenzano la frequenza cardiaca e la gittata sistolica incidono sulla

gittata cardiaca. In particolare, eventuali variazioni della gittata cardiaca dipen-

dono da:

Attività endocrina: la gittata ardiaca è influenzata da ormoni presenti nel cir-

• colo sanguigno. Ricordiamo, ad esempio, le catecolamine (tra cui l'adrenalina);

Il sistema nervoso autonomo è l'elemento principale che regola vari aspetti

• della funzione cardiaca (tra cui la frequenza e la forza di contrazione del mus-

colo cardiaco).

Innervazione del cuore Il controllo nervoso del cuore e attuato del sistema nervoso autonomo. Le fibre

da parte del sistema del sistema nervoso autonomo proiettano su quasi tutte le regioni del cuore, in-

nervoso autonomo clusi il sitema di conduzione e il tessuto miocardico, e regolano sia la frequenza ca-

rdiaca che il volume di eiezione ventricolare. Queste fibre appartengono sia al sis-

tema simpatico (che si porta al cuore attraverso i nervi spinali, che si riuniscono

nel nervo cardiaco simpatico) che al sistema parasimpatico (che si porta al cuore

attraverso il nervo vago).

Le fibre del sistema parasimpatico sono disposte principalmente in corrisponde-

nza del muscolo cardiaco e la loro distribuzione nei ventricoli è relativamente sca-

rsa (pertanto, il miocardio ventricolare è regolato principlamente dalle fibre del

sistema simpatico).

Le fibre del sistema simpatico si distribuiscono sia a livello del muscolo cardiaco

che dei vasi del sistema cardiocircolatorio.

La distribuzione delle fibre del sistema simpatico interessa sia i nodi seno-atriali e

atrio-ventricolari che la muscolatura ventricolare, mentre le fibre del sistema

parasimpatico interessano principalmente i nodi seno-atriali e atrio-ventricolari.

Il sistema nervoso simpatico stimola l'aumento della frequenza cardiaca, renden-

do più rapida la contrazione del muscolo cardiaco.

Le cellule pacemaker del nodo seno-atriale ricevono afferenze dai neuroni del sis-

tema nervoso autonomo.

L'aumentata attività dei neuroni simpatici diretti al nodo seno-atriale incremen-

ta la frequenza dei potenziali d'azione nelle cellule pacemaker.

I neuroni simpatici rilasciano noradrenalina, che si lega ai recettori ß -adrenergi-

1

ci posti sulle cellule del nodo SA e attiva il sistema dell'AMP ciclico come secondo

messaggero.

L'aumento intracellulare dell'AMP ciclico stimola l'apertura dei canali funny e dei ca-

nali per il calcio di tipo T. Ne risulta, così, un aumento della velocità della depolarizza-

zione spontanea e una diminuzione del livello della ripolarizzazione, per cui la soglia

per l'insorgenza del potenziale d'azione viene raggiunta più rapidamente. Così aum-

entano la frequenza dei potenziali d'azione, la frequenza del battito cardiaco, e la

gittata cardiaca: in questo caso, si dice che il sistema simpatico ha un effetto

cronotropo positivo.

Il sistema parasimpatico ha un effetto speculare a quello del sistema simpatico.

L'aumentata attività dei neuroni parasimpatici sulle cellule del nodo SA provoca la

diminuzione della frequenza dei potenziali d'azione nelle cellule pacemaker.

I neuroni parasimpatici rilasciano acetilcolina, che si lega ai recettori colinergici

muscarinici posti sulle cellule del nodo SA e provoca l'apertura dei canali per il pot-

assio, facendo contemporaneamente chiudere i canali funny e i canali per il calcio

di tipo T. Ne risulta un decremento della velocità della depolarizzazione spontanea

e un'iperpolarizzazione della membrana, con conseguente allontanamento del po-

tenziale di membrana dal livello soglia per l'insorgenza del potenziale d'azione. In

queste circostanze, perciò, la frequenza di insorgenza dei potenziali d'azione dimi-

nuisce, la frequenza cardiaca rallenta e la gittata cardiaca tende a diminuire: in

questo caso, si dice che il sistema parasimpatico ha un effetto cronotropo neg-

ativo.

Le due divisioni del sistema autonomo sono sempre attive, istante per istante. Ne

risulta che il cuore riceve simultaneamente segnali provenienti dal sistema para-

simpatico e da quello simpatico, che agiscono in direzione opposta. L'aumento o la

diminuzione della frequenza cardiaca dipende dall'attività relativa delle due divisio-

ni nervose. Così, l'attività varia secondo una logica push-pull ("tira e molla") per cui

l'aumento dell'attività simpatica è normalmente accompagnata da una riduzione

dell'attività parasimpatica, e viceversa. Poiché le due divisioni esercitano effetti

opposti, questa organizzazione push-pull assicura che modificazioni dell'attività

del simpatico e del parasimpatico si rinforzino a vicenda.

Dei centri superiori del sistema nervoso esercitano un controllo sul sistema ner-

voso autonomo. Il centro di controllo cardiovascolare bulbare si trova nel tron-

co encefalico (o bulbo). Qui giungono le informazioni provenienti dall'apparato ca-

rdiovascolare, tra cui quelle riguardanti le variazioni della pressione arteriosa.

Questo centro bulbare si trova in prossimità di altri centri di regolazione bulba-

re, come il centro respiratorio. Quest'ultimo è correlato all'attività del sistema

nervoso autonomo per l'attivazione di alcune risposte che coinvolgono l'appara-

to cardiocircolatorio.

A livello del centro di controllo cardiovascolare bulabre convergono un numero

elevatissimo di informazioni provenienti dalla corteccia, da strutture legate al si-

stema limbico (emozionale) e altre ancora. Da ciò capiamo che cambiamenti di ca-

rattere sia fisico che emozionale possono richiedere un aggiustamento della fre-

quenza del battito cardiaco.

Fattori che influenzano Sappiamo che la gittata sistolica è la differenza tra il riempimento massimo del

la gittata cardiaca cuore (volume telediastolico) e la quota di sangue che rimane nel cuore al termine

della sistole (volume telesistolico). Pertanto, la gittata sistolica dipende da questi

variazioni della gittata due fattori: il veume telediastolico e il volume telesistolico.

sistolica I principali fattori che influenzano la gittata sistolica sono:

1. La contrattilità ventricolare, che misura la capacità del ventricolo di generare

forza;

2. Il volume telediastolico;

3. Il postcarico, che è la pressione che i ventricoli devono vincere per pompare il

sangue fuori dal cuore.

Il volume telediastolico corrisponde alla quantità di sangue che, dopo essere sta-

to diffuso ai tessuti, torna nuovamente al cuore, nota come ritorno venoso.

Dunque, il ritorno venoso rappresenta la quota di sangue che, a partire dalla peri-

feria e attraversando il circolo venoso, torna a riempire entrambi i ventricoli del

muscolo cardiaco.

Fattori che influenzano I principali elementi che favoriscono meccanicamente il ritorno venoso sono i

la pressione venosa e il seguenti:

ritorno venoso 1. Pompa muscolare scheletrica. Le vene periferiche contengono delle

Dettagli
Publisher
A.A. 2023-2024
63 pagine
SSD Scienze biologiche BIO/09 Fisiologia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher unicorno1911 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Fisiologia umana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma Tor Vergata o del prof Bonanno Elena.