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REATTORI
Processi in batch, discontinui
In laboratorio viene usato un reattore in batch: i reagenti vengono inseriti insieme al solvente (se
serve), il reattore viene portato a temperatura, la reazione avviene e i prodotti vengono infine tolti.
→ il reattore può essere aperto o chiuso, agitato/mescolato, sotto pressione (chiamati autoclavi), con
scambio di calore o adiabatico
vantaggi:
- si lavora con piccole quantità, quindi il pericolo è minore
- è più facile lo sviluppo e lo studio del processo
- la reazione è più facile da arrestare
- sullo stesso impianto si può lavorare su prodotti diversi in base alla richiesta di mercato →
flessibilità in termini di quantità e prodotto
- vengono gestite meglio le fasi viscose
svantaggi:
- a causa delle condizioni variabili di processo, è più difficile da controllare
- c’è più manodopera e dispendio energetico
- tempi di reazione lunghi
- le condizioni non sono esattamente riproducibili, quindi anche la qualità
Il reattore discontinuo (in batch) viene utilizzato quando si lavora su piccola scala, poiché costa meno,
o su larga scala se lavorare in continuo non è possibile (lavorazioni pericolose).
Processi in continuo
reattore a pistone (PFR): c’è uno spostamento continuo dei reagenti nel reattore che vengono
trasformati man mano in prodotti → non c’è nessun mescolamento/agitazione, quindi la composizione
chimica e la temperatura cambiano
reattore agitato in continuo (CSTR): i reagenti vengono aggiunti con continuità, quindi i prodotti tolti
con continuità → c’è mescolamento perfetto: all’interno del reattore abbiamo sempre la stessa
composizione chimica e la stessa temperatura
Il reattore in continuo viene utilizzato se si lavora su larga scala o in fase gas.
Nel reattore agitato in continuo (il terzo), il
reagente A viene fatto entrare in una certa
concentrazione e viene immediatamente
diluito alla concentrazione della miscela →
salto repentino
Nel reattore a pistone (il secondo), invece,
c’è una diminuzione continua della
concentrazione del reagente. Questa legge
cinetica è simile a quella del reattore in batch
(in quest’ultimo l’ascissa è il tempo) 33
Nel reattore in batch, la
pendenza dei costi variabili è
maggiore: bisogna usare più
energia perché le condizioni di
reazione (T e p) non sono
stabili. La retta dei costi fissi è
però più bassa perché gli
impianti costano di meno.
Il punto di pareggio viene
raggiunto prima nel reattore in
batch, quindi le spese vengono coperte prima negli impianti discontinui. In condizioni di piena
produzione, è più vantaggioso avere un impianto in continuo poiché i profitti saranno maggiori.
esempi di reattori in catalisi omogenea: reattori a colonna:
- a spruzzo (basso a sinistra): il liquido
viene spruzzato nel gas
- a gorgogliamento (basso a destra):
bolle di gas all’interno del liquido
esempi di reattori in catalisi eterogenea: - catalizzatori a letto fisso: non subisce attrito
- catalizzatori a letto mobile (slurry): il catalizzatore è
sospeso all’interno del reattore sopra una fase
liquida, si muove e subisce attrito
Gestione del calore in un impianto chimico (reattori in batch e fase liquida (fase omogenea)):
1. reattore adiabatico dove il calore
viene scambiato mediante un sistema
esterno; poco costoso perché ci sono
pochi accessori
2. reattore incamiciato dove il calore
viene distribuito sulla superficie esterna
del reattore: nelle pareti scorre il fluido
(caldo o freddo) che consente di scaldare
34
o raffreddare; l’efficienza non è elevata perché il calore ci mette tempo a raggiungere il centro
della reazione
3. reattore incamiciato con serpentina interna, quindi con tubi che attraversano il reattore;
migliora l’efficienza dello scambio termico
4. situazione più efficiente: si lavora all’ebollizione, il passaggio di fase del liquido porta con sé
uno scambio di calore elevato! Il calore viene sottratto da un condensatore esterno
Gestione del calore in un impianto chimico (fase eterogenea):
I reattori sono gli stessi della fase omogenea, ma si
aggiunge anche un reattore a fascio tubiero, un
sistema ancora più efficiente, dove nei tubi è
contenuto un fluido che scambia calore. I tubi sono
aggiunti al reattore incamiciato.
Nel reattore di Fischer-Tropsch, il raffreddamento (sottrazione
di calore) è impiegato da un serpentino interno al reattore: il
fluido contenuto è acqua che diventa vapore durante il
processo processo.
Se la reazione è molto
esotermica/endotermica, vengono usati più
reattori adiabatici posti in serie, uniti da
processi di raffreddamento o riscaldamento,
in modo da aumentare la velocità della
reazione (inizialmente è veloce, poi verso la
fine la velocità rallenta!)
Uno degli esempi di utilizzo di reattori in
serie è la produzione di stirene
(fortemente endotermica): sono presenti 2
reattori adiabatici in serie, dove si utilizza
etilbenzene mescolato ad un eccesso di
vapore acqueo in grado di trasmettere
molto calore 35
Produzione di ammoniaca
Utilizzo di reattore a quench,
dove il raffreddamento non è
operato da una serpentina, ma
da un gas che può essere
costituito dai reagenti. Per
evitare che la reazione torni
indietro a causa dell’elevata T,
vengono aggiunti reagenti
freddi tra un letto catalitico e il
successivo che riescono ad
abbassarla!
Scambiatore di calore: sistema in cui due
fluidi vengono a contatto attraverso la
parete, con passaggio di calore dal fluido
più caldo a quello più freddo. Come
costruzione è simile a un reattore a fascio
tubiero.
I due fluidi partono da punti diversi del
reattore e viaggiano controcorrente: uno
passa attraverso i tubi, l’altro fuori dai tubi
percorrendo il percorso opposto.
Q = flusso di calore che viene scambiato nello scambiatore
A = superficie di contatto tra i fluidi, superficie dei tubi
q = densità di flusso termico
U = coefficiente di scambio termico che dipende dai materiali di
costruzione, dai fluidi a contatto ecc.
ΔTm = differenza di temperatura media, non facile da calcolare, infatti
viene utilizzata una media di T logaritmica ( )
I fluidi nello scambiatore possono anche viaggiare in equicorrente, ma è un processo sfavorito
poiché si è visto che la differenza di T media per il percorso controcorrente è sempre maggiore che in
equicorrente, quindi la quantità di calore che si può scambiare è maggiore
nel percorso controcorrente il fluido freddo può uscire ad una T maggiore di quanto esce il
➢ fluido caldo, cosa non possibile nel percorso equicorrente
- Scambiatore monopasso (1-1) = i fluidi attraversano lo scambiatore una volta sola
- Scambiatore 1-2 = il fluido che passa nei tubi attraversa lo scambiatore due volte, mentre
l’altro fluido una volta sola
SVILUPPO E CONTROLLO DI PROCESSO
Processo = serie di passaggi (sequenza di eventi) chiamate operazioni unitarie, ossia operazioni con
le proprie regole e caratteristiche, che possono essere trasferite da un processo all’altro (es. lo stesso
scambiatore di calore può essere usato per processi diversi; la distillazione può essere utilizzata in 36
situazioni differenti) → durante queste operazioni unitarie, la materia viene trasformata fisicamente,
chimicamente o biologicamente
Sviluppo di processo (scale-up) = attività che porta una reazione chimica scoperta in laboratorio
fino ad un impianto di produzione su larga scala
→ in industria farmaceutica, lo sviluppo di processo si chiama sviluppo chimico = attività chimica
necessaria a portare una molecola “candidata” dalla fase di scoperta al mercato
Criteri nello sviluppo di processo:
- sicurezza (processo e reagenti utilizzati)
- robustezza = riproducibilità, il processo deve dare sempre gli stessi risultati!
- costi
Parametri chiave nello scale-up del processo:
- trasporto di calore: è importante il rapporto tra superficie e volume, poiché aumentando le
dimensioni del recipiente, quindi aumentando la scala di produzione, il volume cresce più
rapidamente della superficie
- trasporto di materia: le velocità di aggiunta dei reagenti sono importanti, poiché se bisogna
aggiungere molto reagente ad un altro reagente, la reazione inizia già ad avvenire quando ne
viene aggiunto poco
- mescolamento: importante per avere concentrazioni uguali in tutto il volume di soluzione,
ancora più importante avere un’agitazione efficiente in miscele eterogenee
Con sostanze solide (es. processi di essiccamento, cristallizzazione) è difficile prevedere cosa
succederà aumentando la scala di produzione!, quindi bisogna prendere molti accorgimenti per
scalare gradualmente questi processi
Controllo di processo = una volta arrivati alla scala industriale, bisogna limitare le oscillazioni dei
parametri di processo. Si possono controllare e limitare in un processo:
- temperatura
- pressione
- concentrazione dei reagenti
- livello di liquidi
- flusso di liquidi/gas (controllati e modificati con valvole)
In un processo possono esserci dei disturbi (es.
qualcosa che modifica la temperatura) che
devono essere rilevati da uno
strumento/sensore. Questi errori poi devono
passare attraverso un dispositivo di controllo
(controller, es. computer) che li valuta. Se i valori
sono diversi da quelli desiderati, viene mandato
un segnale ad una valvola che modifica la
quantità di riscaldamento inviato al processo.
Tipi di controller
1. Controller on-off (es. termosifoni e frigoriferi): semplice, economico, le oscillazioni sono però
troppo elevate per cui non viene utilizzato negli impianti 37
2. Controller PID (composto da 3 parti: proporzionale, integrativo, derivativo)
più complicato ma più utilizzato
Viene definito prima di tutto che cos’è l’errore: , ossia la differenza tra il set point (R)
e il valore misurato (B). Queste variabili sono dipendenti dal tempo.
Controllo proporzionale (P): reagisce all’errore in modo proporzionale, ossia se l’errore è grande,
allora il segnale inviato alla valvola sarà maggiore
l’output (segnale) del controller è proporzionale all’errore ε secondo una costante
Kc adimensionale che dev’essere settata
Se Kc = 0, non c’è nessun controllo o azione da parte del controller
(es. la T cambia fino a r