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L L L
ΔV%’=(R P+X Q’)/V ^2*100=[(R P+X Q)/V ^2-(X |Q |)/V ^2]*100= ΔV%-(X |Q |)/V ^2*100. Con
L L L L L L L C L L C L
quest’ultima equazione, mettendola a sistema con la prima possiamo determinare la potenza che
devono assorbire i condensatori per avere una certa caduta di tensione e un dato angolo di
rifasamento.
Motore asincrono trifase
Il motore asincrono trifase è una macchina elettrica rotante, tale macchina è costituita da uno statore,
cioè una carcassa in materiale ferro magnetico fissa nello spazio nella quale sono collocati tre
avvolgimenti uguali i cui assi geometrici sono radiali e sfasati l’uno rispetto all’altro di 120°, questi sono
poi alimentati da un sistema di correnti trifase anch’esse sfasate di 120°. L’altra parte componente
questo motore è il rotore, parte rotante del motore sempre costituita da una struttura ferromagnetica,
che ospita degli avvolgimenti chiusi in cc. Tali avvolgimenti possono assumere la forma di una gabbia e
sono infatti denominati a gabbia di scoiattolo altrimenti possono avvolgersi intorno al rotore cilindrico
e sono chiamati rotori avvolti. La scelta di uno dei due influisce sul processo di avviamento del motore
stesso. Lo statore è costituito non da un singolo blocco di materiale ferromagnetico, ma da un pacco di
lamierini molto sottili isolati singolarmente con l’applicazione di un foglio di carta o di un’apposita
vernice ad olio. Tale pacco lamellare è poi supportato da una carcassa fissata ad un basamento. I
circuiti preposti alla creazione del campo magnetico rotante sono alloggiati all’interno di canali detti
cave, queste sono praticate all’interno della superficie dello statore e sono parallele al suo asse. Per
quanto riguarda il rotore è di forma cilindrica ed è costituito da pacchi di lamierini metallici, lavorati in
modo da realizzare sulla superficie delle cave longitudinali // a quelle dello statore o con andamento
leggermente obliquo. Solitamente si fa in modo che le cave del rotore siano in numero maggiore
rispetto a quelle dello statore. Inoltre la scelta della forma delle cave è molto importante perché da
essa dipende la coppia meccanica e il suo andamento in funzione della velocità di rotazione. La
corrente circolante in ogni avvolgimento statorico determina un campo magnetico rotante che
interagendo con la corrente indotta da esso stesso nelle spire del rotore genera una coppia motrice, la
quale pone in rotazione il rotore con wrot=cost. per disegnare un circuito equivalente considero due
casi: rotore bloccato e rotore libero.
Nel primo caso il campo magnetico rotante Bs avrà una velocità angolare w pari a w/p dove w=2πf è la
s
pulsazione del segnale elettrico negli avvolgimenti statorici e p il numero di coppie polari. Negli
avvolgimenti del rotore si creerà una corrente di pulsazione w =p*w . essendo quest’ultimi percorsi da
r s
corrente genereranno un campo magnetico rotante B che avrà velocità angolare w =w /p=w . quindi
R R r s
Bs e B ruotano alla stessa velocità e sono tra loro fermi. Questo fa si che vi sia una coppia costante nel
R
tempo. Tale situazione è assimilabile ad un trasformatore trifase con secondario in cc. Inseriamo
quindi due resistenze R e R per le perdite dovute all’effetto Joule, due induttanze Xds , Xdr che
js jr
tengono conto dell’energia dissipata degli avvolgimenti e un impedenza Z =Ro + Xo che tiene conto
0
dell’energia spesa per magnetizzare il nucleo e di quella perca a causa del ciclo d’isteresi e delle
correnti parassite.
Se ci troviamo in condizione di rotore libero avremo allora w =cost e sempre w =w/p. la pulsazione
Rot s
nell’avvolgimento rotorico sarà invece w = p(w - w ), mentre la velocità di rotazione di B sarà
r s Rot R
w =w - w . Introduciamo ora il parametro s (scorrimento) definito come la frazione di giro persa dal
R s Rot
rotore per ogni giro di Bs: s=(w -w )/w
s rot s
Scriviamo allora che w =(1-s)w = (1-s)w/p e anche w =p(w -w ) = p(w -(1-s)w )=psw =sw. Ne segue
rot s r S Rot S S S
che w =sw. Vediamo ora che valori assume s nelle due condizioni limite: a rotore bloccato, cioè nella
r
fase di avviamento, quando w =0 allora s=1 e w =w; quando invece ci troviamo in sincronismo si ha
rot r
w =w e quindi s=0 e w =0. Perciò in generale avremo che 0<s≤1. Riprendendo w =sw vediamo che
rot s r r
possiamo esprimere alcune grandezze in funzione di s: E =-jw φ =E s e X =w L =sX e sE =
rs r r r drs r dr dr r
(R +jsX )I = (R /s+jX )I , prendendo questa come impedenza possiamo ridisegnare il circuito
Jr dr rs Jr dr rs
equivalente del rotore che sarebbe poi il secondario. Dividiamo la resistenza R /s in una parte costante
jr
ed una variabile R /s=R +(1-s)/s*R . La nuova resistenza variabile (1-s)/s*R prenderà il nome di Re. In
jr jr jr jr
avviamento s=1 Re=0 quindi vi saranno elevati correnti nel circuito potenzialmente dannose. In
sincronia s=0 Re=infinito condizione a vuoto I2=0.
Passiamo ora ad analizzare cosa accade alla potenza. La potenza in ingresso si trasferisce agli
avvolgimenti rotorici per accoppiamento elettromagnetico. Dopo aver perso Pjs e Po sulle resistenze e
sul traferro arriva al rotore e una parte si disperde su Rjr. La quota parte di P rimasta se il rotore non è
bloccato si trasforma in potenza meccanica. Pmecc=Putile+Pev dove Putile è quella consegnata
all’utilizzatore e Pev è quella dissipata per attriti e ventilazione. La potenza reattiva Q viene in parte
dissipata sulle reattanze Xdr e Xds e in parte viene utilizzata per magnetizzare il nucleo ferromagnetico.
rs2
La potenza dissipata su Re corrisponderà alla potenza meccanica erogata dal motore: Pm=3Re*I .
= + ∗
Risolvendo il circuito del rotore con kirchhoff ottengo che (fasori) quindi
I = , sfruttando l’uguaglianza Er=KEs se Rjs e Xds sono piccoli si ottiene che Er=KEf. Possiamo
( ) 2 2 2 +
allora scrivere ricordandoci che 3Ef =V : Pm=(KV (1-s)R )/ ( ) e
jr
2 +
Cm=Pm/w =(PKV R )/ ( ) da dove si vede che alla condizione di avviamento, cioè per s=1
Rot jr
più è elevata la tensione maggiore sarà la coppia di avviamento. Mentre nella situazione di sincronismo,
dove s=0 si ha C =0. Mentre la coppia max si ha quando il denominatore è minimo, cioè per s=R /X , da cui
m jr dr
2
risulta C =kpV /2wX . Considerato ora il grafico di C in funzione di s, detto caratteristica meccanica, si
max dr
vede che il motore ha due punti di funzionamento a regime che si ottengono dall’intersezione del grafico
relatico alla coppia motrice e quella resistente. Un punto è instabile, nel senso che una variazione del carico
in questo punto comporterebbe uno spegnimento del motore mentre l’altro punto è detto stabile in
quanto aumentando il carico si avrà una diminuzione della velocità di rotazione con un aumento della
coppia erogata, tale situazione tenderà poi a tornare verso il punto stabile dove vi è equilibrio.
Metodo dei nodi e delle maglie
Iniziamo con l’analizzare il metodo dei nodi. Questo metodo può essere applicato solo se il circuito
contiene solamente generatori di corrente; eventuali generatori di tensione, se si trovano in serie con
una resistenza, può essere trasformato in un generatore di tensione seguendo la legge: I =E /R.
S S
Prendiamo in esame un generico circuito con le caratteristiche descritte, che abbia n nodi. Le equazioni
ai nodi saranno in numero n-1, poiché posso sempre scegliere un potenziale di riferimento e porlo
uguale a zero (messa a terra). Le incognite del problema sono proprio i potenziali nodali. Applichiamo
ora la legge di Kircchoff per le correnti e si ha per l’i-esimo nodo: ∑I =0. Utilizziamo ora la prima legge di
i
Ohm: I =V /R =G V , dove G=1/R è detta conduttanza. Scriviamo ora: [I ]=[G ][V ], dove la prima matrice
i ri i i ri Si i i
è composta dalle correnti note erogate dai generatori, l’ultima dai potenziali, cioè dalle incognite e la
seconda è la matrice delle conduttanze, la quale gode delle seguenti proprietà: è simmetrica; gli
elementi della diagonale principale sono positivi, mentre quelli della secondaria sono negativi o uguali
a zero; i termini della diagonale principale sono la somma delle conduttanze legate all’i-esimo nodo
considerato, la presenza di un eventuale generatore di corrente sul nodo considerato non mi dà alcun
contributo sulla conduttanza poiché avendo R=infinito G=0, mentre quelli fuori dalla diagonale sono le
conduttanze in comune a più nodi cambiate di segno. Per quanto riguarda invece il metodo delle
maglie, questo si applica solo nel caso siano presenti solo generatori di tensione, perciò se ho
generatori di corrente in // ad un impedenza li trasformo in generatori di tensione Es=ZI . Risolviamo il
S
sistema utilizzando le leggi di kirchhoff per le tensioni. I nodi del sistema sono “n” mentre il numero di
lati “l” il numero di maglie “m” da utilizzare per la risoluzione sarà dunque pari a l-n+1. Per farlo
introduciamo una corrente di maglia,incognita del sistema, per ogni maglia presa con un verso a
piacere, orario o antiorario. Ora risolviamo il seguente sistema matriciale: [E ]=[Z ][I ],
Si i mi
Esi sono le tensioni generate da ogni generatore il cui segno sarà positivo o negativo