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COME?
1) Salviamo il file excel con un nome
2) Apro SPSS
3) Cliccare su “nuovo dataset”
4) Ci uscirà un foglio simile a quello di excel con
numeri per ogni riga e “var” (variabile) per ogni
colonna
5) Ora importiamo: ci sono due modi per farlo:
Clicco su file, importa dati, excel
Clicco su file, apri, dati, cambio tipologia di file, clicco excel e seleziono il
nome del file da aprire
Prima di importare riguardo se SPSS ha letto correttamente i dati da excel e
se non fosse fleggata, fleggo “leggi i nomi delle variabili dalla prima riga di
dati” Clicco ok
Visualizzo i dati su SPSS in maniera molto simile a come li visualizzavo sul foglio excel
6) Salvo con nome il file dati di SPSS
Quando apriamo SPSS dobbiamo
considerare tre file:
1) Editor dei dati (.sav)
2) File di output (.spb)
3) File di sintassi (.sps)
Sono file indipendenti e vanno anche salvati uno per uno. È possibile dare nomi
differenti.
EDITOR DEI DATI
Barra dei comandi principali:
mi apre tutte le analisi fatte in precedenza
Due fogli che costituiscono l’editor dei dati
Vista variabile: foglio che raccoglie tutte le info principali relative alle
variabili del dataset.
prima colonna: nome della variabile
seconda colonna: tipo rappresenta una caratteristica delle variabili
e specifica la tipologia dei dati. Posso cambiarli basta cliccare sui tre
puntini e mi uscirà una pagina in cui sono riportati tutte le opzioni
possibili di tipologia della variabile
terza colonna: larghezza ci aiuta a stabilire l’ampiezza massima
dei valori della variabile così come appaiono nella cella nella vista dati
quarta colonna: decimali permette di impostare il numero di
decimali dopo la virgola che si possono visualizzare
quinta colonna: etichetta consente di riportare una descrizione
della variabile, in alcuni casi si sceglie di scrivere il testo completo
dell’item/domanda rivolta al partecipante, altre volte può essere un
appunto per il ricercatore. Non è obbligatorio
sesta colonna: valori se clicchiamo appare una finestra che ci
consente di dare un nome ai singoli valori di quella variabile. Es. nel
caso del sesso avremmo 1 maschi e 2 femmine e ce lo scriviamo
settima colonna: valori mancanti serve a indicare i
numeri che devono essere considerati dal programma
come valori mancanti dati mancanti a cui le persone
non hanno risposto e vedremo una cella vuota, ma per
visualizzarlo meglio possiamo inserire nella cella vuota “999” a chi
non ha risposto e “99” a chi risponde non lo so. A questo punto
spieghiamo al programma che questo numero indica i dati mancanti
ottava colonna: stabilisce l’ampiezza delle celle nella vista dati
nona colonna: stabilisce l’allineamento dei dati
decima colonna: misura indica la scala di misurazione della
variabile. Talvolta è possibile modificare scegliendo tra nominale,
ordinale o scala (misurazione a intervalli sia misurazione a rapporti)
FILE DI OUTPUT
È organizzato in due parti.
La parte sinistra mostra la sintesi cronologica di tutte le operazioni
effettuate con SPSS. Ci sono una serie di voci e sottovoci. Se clicco una voce, nella
parte destra del foglio si selezionerà la parte di testo/tabelle corrispondenti al
comando selezionato. È l’insieme di tutte le operazione che abbiamo chiesto ad
SPSS di svolgere.
esegui statistiche descrittive
La stringa di testo del log sarà utile per costruire il file di sintassi.
Frequenze titolo
Note clicco due volte e visualizzo una finestra riassuntiva che contiene una serie di
info
Statistiche tabella
Variabile bfq4 tabella di quella variabile con tutte le statistiche descrittive
Se clicco due volte sulla singola cella (parte destra)
Mi uscirà il numero esteso che posso anche modificare
Ci riporterà anche info di warning quando spss riscontra che un certo calcolo è stato
svolto in maniera erronea.
IL FILE DI SINTASSI
Serve per replicare i comandi di spss in maniera automatica e veloce
File nuovo sintassi
Si possono fare dei calcoli statistici molto particolari che non sono presenti nel
comando “analizza”.
Esso è diviso in due parti:
- spazio a destra: si scrivono i comandi
- spazio a sinistra: compare elenco di tutti i comandi in ordine cronologico.
Primo modo:
Facciamo un’operazione, ad esempio un calcolo delle frequenze.
1. Prendiamo in considerazione il log e quindi la sua stringa di testo
2. faccio doppio clic e copio tale stringa
3. Poi vado sul piano di sintassi e lo incollo sulla parte destra.
Quello che otterrò sarà il testo che mi serve per calcolare le frequenze.
chiedo di fare le frequenze delle
variabili 1 e 2
Altro modo: clicco incolla.
Poi vado ad aprire il
foglio di sintassi e
troverò un
comando
foglio di output
Qui le parole assumono un colore differente che dipende dal tipo di testo che inserisco
Rosso: nome delle variabili
Blu: il comando/il calcolo
Alla fine della stringa c’è un punto: esso serve al programma per capire che il calcolo
che gli stiamo chiedendo di fare arriva fino al punto.
Poi posso lanciare l’analisi attraverso la sintassi cliccando sulla freccia
verde dopo aver posizionato il cursore dopo il punto.
Otterrò le frequenze delle variabili nel file di output
I COMANDI AGGIUNGI CASI E AGGIUNGI VARIABILI
E possibile unire i dati contenuti in due file diversi in due modi diversi:
1) È possibile unire il dataset attivo (= su cui stiamo lavorando) con un altro
dataset che contenga le stesse variabili ma casi diversi
2) È possibile unire il dataset attivo con un altro dataset che contenga gli stessi
casi ma variabili diversi
La prima cosa da fare è aprire il dataset (vista dati) e cliccare su dati unisci file
aggiungi casi
Aggiungi casi unisce il dataset attivo a un altro dataset che contiene le stesse
variabili (colonne) ma casi diversi (righe). Es. stesso questionario a persone
diverse.
Clicco su “aggiungi casi” e si apre una finestra
seleziono l’opzione “un file esterno” sfoglia si
apre una finestra dove seleziono il file dati i cui casi
voglio aggiungere al dataset attivo apri continua si apre questa finestra:
A destra ho le variabili nel nuovo
dataset attivo: file finale ottenuto
tramite l’unione dei due dataset
A sinistra ho le variabili non
accoppiate: sono le variabili che sono
state inserite solo in uno dei due dataset:
in questo caso ci indica che si trova solo
nel dataset attivo. Ma posso comunque
aggiungerla, cliccando sulla variabile
sesso freccia e si sarà spostata nella finestra a destra.
Infine clicco ok.
La prima cosa da fare è aprire il dataset (vista dati) e cliccare su dati unisci file
aggiungi variabili
Aggiungi variabili unisce il dataset attivo a un altro dataset che contiene gli
stessi casi (righe) ma variabili diverse (colonne). Es. questionari fatti a
stesse persone ma con variabili diverse.
Clicco su “aggiungi variabili” e si apre una
finestra seleziono l’opzione “un file esterno”
sfoglia si apre una finestra dove seleziono il
file dati le cui variabili voglio aggiungere al
dataset attivo apri continua si apre
questa finestra:
È consigliabile cliccare la seconda opzione
dove c’è una variabile ordinante. In questo caso
SPSS suggerisce la variabile ID ma potrebbe
essere un’altra variabile. ID è una variabile che si
trova in entrambi i dataset.
Se la variabile chiave suggerita da SPSS è
sbagliata, allora possiamo cambiarla premendo il
tasto in alto “variabili”.
Se si sceglie la prima opzione è fondamentale
che i dati abbiano lo stesso identico ordine
In ultimo, alla fine del dataset dovremmo avere
le variabili aggiuntive
IL COMANDO CALCOLA
Serve per calcolare una nuova variabile a partire dalle variabili inserite nel dataset
Trasforma calcola variabile
variabile di destinazione:
dobbiamo inserire il nome della
variabile nuova che vogliamo
creare.
Sotto: elenco di tutte le variabili
che contengono il dataset
Espressione numerica:
operazioni matematiche che ci
servono
Gruppi di funzioni
Es. voglio sapere l’età delle persone che hanno partecipato alla mia ricerca.
Scrivo il nome della nuova variabile “eta”.
Espressione numerica: 2021 – anno di nascita (che si trova nell’elenco
delle variabili già presenti).
Clicco su ok
Es. media dei primi 4 item del questionario
1) Prima modalità per calcolare la media
Scrivo il nome della nuova variabile
Espressione numerica: (bfq1 + bfq2 + bfq3 + bfq4)/4
Clicco su ok
2) Seconda modalità per calcolare la media
Scrivo il nome della nuova variabile
Espressione numerica: MEAN(bfq1,bfq2,bfq3,bfq4)/4
Clicco su ok
Differenza tra le due: per la prima modalità se c’è un soggetto che non ha risposto
spss non lo considera; mentre per la seconda modalità, spss calcola la media anche se
i soggetti in alcuni item non hanno dato risposte (considera i dati mancanti).
IL COMANDO RICODIFICA
Serve quando dobbiamo modificare i valori di una variabile trasformandoli in valori
differenti.
Es. abbiamo una variabile misurata su una scala likert a sette passi possiamo voler
creare una variabile che ha due valori: alto e basso. Quindi ricodificare da 1 a 3 valori
bassi e da 4 a 7 valori alti. Oppure posso creare tre gruppi di età differente a partire da
una variabile età già inserita nel dataset che va dai 6 ai 18 anni: un gruppo di età di
soggetti che hanno da 6 e 10 anni (scuola elementare) e poi un gruppo dagli 11 ai 13
(scuola media) e poi un altro gruppo dai 14 ai 18 (liceo)
Trasfroma ricodifica nelle stesse variabili = consente di operare su una variabile
ricodificando i valori in un modo differente e in questo caso la nuova variabile che
andremo a creare si sovrascriverà a quella vecchia.
Voglio creare dei gruppi rispetto alle risposte
che i soggetti hanno dato al primo item.
Clicco su “valori vecchi e nuovi” La variabile bfq1 ha cinque modalità di
risposta (scala likert a 5 passi), io
voglio creare 2 valori: 1 valore basso
che raggruppa tutte le risposte 1-2-3; e