vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
E
m Struttin
e
EK
Lo spostamento u(t) cioè lo spostamento relativo, viene misurato dall’accelerometro. Lo spostamento relativo lo
abbiamo legato alla forzante con questa relazione:
alti Di 1
la at
alla
moto base
Ampiena
Abbiamo poi “r” che è il rapporto in frequenza tra la pulsazione naturale e la pulsazione della forzante.
Da
DI 6
1st
alti Dseas
Dobbiamo ora graficare queste due quantità. Abbiamo quindi:
smarcamento
Senta
D di e r E
Di r E
Possiamo graficare anche la fase, quindi l’angolo tra il moto impresso alla base e quello dell’oscillatore. Non ne
abbiamo visto l’espressione ma ne formuliamo solo il grafico.
4 363
f r E
Si possono individuare tre zone:
Una zona intorno alla risonanza, chiamata zona di risonanza. Poi abbiamo la zona sismografica in cui ci sono r
grandi e una zona con r piccoli chiamata zona quasi statica.
Nella zona di risonanza si ha una r quasi apri a 1, una phi pari a 90, quindi i coefficienti di amplificazione
dinamica assumono parametri molto grandi. Si dice infatti che l’unico parametro che governa il moto è il
coefficiente di smorzamento. E lui a mettere un tetto allo spostamento e a governarlo. Con il nostro strumento
dobbiamo tenerci lontani dalla risonanza.
sismografica,
Nella zona è una zona in cui r è molto maggiore di 1, la fase invece risulta essere vicino a 180
gradi, tende a questo valore, i due moti della massa e della forza sono in controfase. Succede che la pulsazione
del moto alla base è molto maggiore di quella dell’oscillatore. Per avere una r molto grande, si deve avere una
pulsazione molto grande e quindi una massa piccola oppure la molla deve avere una rigidezza bassa. Strumenti
sismografi.
fatti in questo modo vengono detti I sismografi hanno questa caratteristica di essere molto grandi,
devono avere una grande massa e una molla di bassa rigidezza. Non possono essere utilizzati sempre, hanno il
loro campo di impiego. Se il nostro obiettivo è misurare le vibrazioni di una struttura e inseriamo una massa
molto grande, stiamo misurando le vibrazioni del sistema struttura più strumento. Questi strumenti vengono
usati per strutture molto grandi.
Nella zona sismografica, si ha che il coefficiente D tende a zero, mentre il coefficiente Ds tende a 1.
D 00
Da 01 U
U Ya
g Da
Quindi per r molto grandi, si ha uno spostamento relativo uguale a quello della base e uno spostamento assoluto
pari a zero. Quindi i sismografi misurano lo spostamento della base. Relazione fondamentale di questi strumenti:
ti get
u
A meno del segno gli spostamenti sono uguali. quasi statica.
Poi abbiamo la zona vicino allo zero, cioè zona In questa zona abbiamo che r è molto più piccola
di 1 e la fase è circa pari a zero.
rect 00
In questa fase, in questa zona, abbiamo che la frequenza propria dell’oscillatore è molto grande.
K isiende
D w
e m piccole
Uno strumento di questo tipo ha una grande rigidezza ma una massa molto bassa. In questo caso, la dinamica
,
del sistema il moto è regolato dalla rigidezza. Questi strumenti sono invece molto piccoli, con masse molto
piccole, possono essere usati anche per strutture molto piccole. Questi strumenti prendono il nome di
accelerometri.
In questo caso abbiamo una D circa pari ad 1 e Ds circa pari a 0.
FDcaslrt.pl
ultl X I o
siti
Xer Las
4101 il
moto
Rappresenta alle
basi
a
manico
volte
delle scarse
Se
ricordiamo 12
resisti
Xp
101
Quindi ÈÈ
gustati di
in u
Sostituino Entita
i
Quindi, a meno di una costante, noto u, riusciamo a determinare indirettamente l’accelerazione della struttura.
Per questo si parla di accelerometri e accelerogrammi. Quindi, misurando la u(t), riesco a misurare
indirettamente la xg due punti, cioè l’accelerazione alla base della struttura.
te ti
arti o
Diviene
Gli accelerometri possono essere mono assiali o triassiali. Nel primo caso si misura la accelerazione nella sola
direzione dell’asse. In figura, in grigio, la direzione dell’asse è quella verticale. Ha una filettatura che serve per
collegarlo all’impianto elettrico.
In nero invece c’è quello triassiale, fornisce 3 accelerogrammi nelle tre direzioni. I tre cilindri contengono le tre
masse.
La massa dello strumento non deve superare un decimo della massa della struttura. Gli accelerometri possono
essere anche molto piccoli, infatti sopra vediamo uno che ha una ,asse di 0,65 grammi.
In pico coulomb su metro a secondo quadro, c’è la sensibilità dell’accelerometro. Più l’accelerometro è piccolo
più la loro sensibilità si abbassa. Nel cellulare abbiamo un accelerometro molto piccolo.
Quando va bene una sensibilità bassa? Spricordiamo che è l’attitudine dello strumento a percepire piccole
variazioni del misurando.
I sismografi che sono strumenti molto grandi hanno una sensibilità molto elevata.
L’ipotesi alla base della misurazione, sia nel caso di accelerogrammi che sismografi, e che lo strumenti sia
perfettamente adeso alla struttura. Il montaggio dello strumento è un qualcosa di molto delicato.
Sopra è riportata una classifica delle possibilità di legare l’accelerometro alla struttura. L’adesione più rigida è
quella nella 1, cioè con un perno filettato. Mentre la 6, la peggiore, prevede di appoggiare l’accelerometro con la
mano sulla struttura. Nella 2 è stato usato un adesivo, in 3 invece dei magneti.
Nel diagramma sotto viene riportato come cambia la misurazione in funzione del modo di attaccare lo strumento
alla struttura. Inoltre la frequenza propria dello strumento deve essere molto più alta di quella della struttura da
misurare. Man mano che si abbassa la qualità dell’incollaggio, abbiamo una frequenza propria dello strumento
che si abbassa. Qual è il problema? Se si abbassa la frequenza propria dello strumento, potrebbe capitare che
esso matchi con la frequenza propria del sistema e lo strumento va in risonanza.
Sull’asse delle y viene riportata invece la sensibilità dell’accelerometro.
Possiamo avere accelerometri di vario tipo.
Abbiamo già visto quelli estensimetrici, con estenstiemtri. Gli induttivi usano gli lvdt e gli FBG.
Si ha la nostra massa sismica immersa in un fluido che fa da smorzatore. La massa è sospesa tramite una
lamina all’involucro esterno. Sulla lamina ci sono degli estensimetri. La lamina funge anche da molla. Quando la
struttura vibra, vibra anche lo strumento, la lamina si deforma, gli estensimetri leggono la deformazione che è
proporzionale all’accelerazione. La massa lavora a mensola, c’è solo la lamina che la collega all!involucro.
Essi hanno una banda passante molto limitata, arrivano fino a 200 Hz. Possono però misurare anche
accelerazioni quasi statiche, infatti il range parte da zero. Hanno una sensibilità elevata, perché più è piccola la
banda passante più è elevata la sensibilità.
Gli induttivi usano un lvdt. Esso è interposto tra la massa e la base, esso misura la u(t).
Anche questi hanno una banda passante piccola, cioè lil range di frequenze che possono misurare piccole.
Sensibilità elevata e riescono a misurare anche le frequenze nella zona quasi statica.
Anche in questi casi devo avere un’idea dei valori che mi aspetto prima di scegliere l’accelerometro, così come
abbiamo detto con gli strumenti di misura degli spostamenti e deformazioni.
Quelli piezoelettrici sono quelli più diffusi, c’è una massa sismica che è premuta contro questa pastiglia di
materiale piezoelettico riportata in blu. Quando la struttura vibra, la molla preme la massa contro questo
materiale in blu. La compressione che esercita varia al variare della vibrazione. Cosa succede a questo
materiale?
Esso si carica elettricamente. I materiali di questo tipo esistono sia in natura che artificiali, fatti il laboratorio. Se
questi vengono deformati, si caricano elettricamente sulle superfici esterne. Se rimuovo la causa della
deformazione, la carica elettrica scompare, è un fenomeno reversibile. È un po’ spiegato nella legge riportata
sopra.
La carica è proporzionale alla forza applicata.
Sopra una raffigurazione più accurata dello stesso accelerometro. I fili elettrici leggono le cariche elettriche che
si generano in superficie del materiale piezoeletrico.
Si lavora in coulomb perché quello che vado a leggere è una carica elettrica. Si vedono 3 cose fondamentali: più
l’accelerometro è piccolo più la sensibilità Isi abbassa. Più esso è piccolo più la banda passante è grande,
poiché la frequenza propria dell’oscillatore è più grande. Definizione di banda passante: range di frequenze in
cui la sensibilità è costante.
Con questi accelerometri arriviamo ai kH ma non riescono a valutare le cose nella regione quasi statica, infatti
vediamo che partono da 1 o 2 Hz. Le nostre strutture hanno frequenze molto basse, quindi il cut off è da tenerne
presente.
Può resistere a sollecitazioni di shock molto elevate: dato che esso ha una massa che vibra sul materiale, devo
stare attento a non sbatterlo perché altrimenti il materiale piezometrico si rompe. Quindi un punto interrogativo
su quella frase.
Gli accelerometri capacitivi invece funzionano in questo modo. Abbiamo la maestra sismica, ci sono dei buoni
conduttori, in particolare ci sono due elementi condensatori legati all’involucro. La massa, vibrando, si avvicina e
si allontana ai condensatori facendo variare la capacità di questo circuito elettrico. Per questo si chiamano
capacitivi, misurano la capacità all’interno del condensatore.
Questi hanno il vantaggio di essere molto economici.
I mems sono fanti in questo modo. I punti in blu sono punti fissi, alla massa è collegata una lamina di conduttore
che si trova tra due condensatori. Quando la massa si muove, il materiale conduttore si muove tra i due
condensatori. Funzionano allo stesso modo di prima praticamente.
I mems costano poco, sono molto piccoli. Hanno una bassa sensibilità.
In questo ultimo caso abbiamo le fibre ottiche usate per misurare accelerazioni. In mezzo vediamo la fibra ottica,
dove la fotoincisione, il sensore, e la parte rossa. A sinistra abbiamo il sistema a riposo.
Quando si ha invece una accelerazione, il sensore della fibra ottica si allunga e quindi, tramite la deformazione
del sensore FBG riesco a determinare l’accelerazione della struttura.
Qual è il vantaggio? Nella fibra ottica non passa corrente, quindi è immune da campi