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MECCANISMI DI ALTERAZIONE GENERALE
Quando si lavora sulla diagnosi bisogna avere delle conoscenze di base dei normali meccanismi di
alterazione dei sistemi o dei materiali.
I cicli di gelo-disgelo dipende dal materiale, anche se non fa parte di un sistema, per questo viene definito
meccanismo di alterazione elementare.
Questa è una base utile, a livello di eventuale perizia si può riprendere quota parte dei testi e per riportarli,
citando la fonte.
La disgregazione del materiale ha sempre un fronte di avanzamento, se dietro l’intonaco si trova un altro
materiale poroso la disgregazione avviene più velocemente (prima si disgrega la malta, poi il mattone, per
effetto di spinta del ghiaccio, che ha un volume maggiore dell’acqua). Il ghiaccio non spinge solo a livello dei
pori ma anche nei punti di discontinuità.
Dilavamento
bisogna capire se l’anomalia di colore bianco deriva dalla malta o da quello che sta dietro. In fase di perizia
non posso dire a priori che si tratta di un dilavamento, devo prima dire che si tratta di un deposito
biancastro.
Il dilavamento può essere aggravato dalla presenza nell’acqua di CO2 o di altri inquinanti (fenomeno delle
piogge acide: reazione chimica tra idrossido di calcio e anidride carbonica)
Attacco di Sali
I Sali sono presenti nei calcestruzzi, nelle malte, nei terreni. L’acqua salendo per capillarità nelle murature
delle cascine lombarde porta con sé i Sali rilasciando una colorazione biancastra, questo dimostra che i Sali
non hanno solo provenienza edilizia.
A seconda dei tipi di Sali (solfato di magnesio, solfato di sodio) ci sono degli aumenti di volume molto
importanti, fino al 300%. Se all’interno di una muratura ho un elemento che si espande questo oggetto
spinge come fa il ghiaccio, per cui se trova di fronte un materiale consistente che può supportare l’aumento
di volume non succede niente. Questo tipo di sale può essere trasportato dall’acqua (per capillarità o
pioggia), che viene assorbita dalla facciata ed esce per capillarità. Se ha trovato dei Sali, li solubilizza e li
porta verso l’esterno: l’efflorescenza biancastra infatti si forma spesso in superficie. Questo aumento di
volume se avviene in facciata si chiama efflorescenza e dà solo un danno estetico, se invece avviene
all’interno si parla di cripto efflorescenze o sub efflorescenze facendo staccare l’intonaco dal supporto o la
malta cementizia, dipende da quello che trova. Con indagini di laboratorio si capisce da dove hanno avuto
origine i Sali (dal terreno), che tipo di Sali sono. Se i Sali hanno avuto origine dal terreno, devo separare
l’edificio dal terreno, se invece si formano per la presenza di alcuni materiali devo verificare che il sistema
di formazione sia disattivato. Per togliere l’agente devo fare in modo che l’acqua non penetri in facciata ma
è pericoloso perché la pitturazione impermeabile potrebbe generare problemi di condensa impedendo alla
parete di rilasciare i vapori verso l’esterno; potrei intervenire con un sistema a cappotto, che tende a
proteggere la muratura dall’acqua. Non necessariamente devo andare ad eliminare i Sali dalla muratura
perché se non c’è l’acqua a trasportarli e ad aumentare il volume non danno problemi.
I Sali presenti hanno delle caratteristiche fisiche specifiche (sapore, colore).
Corrosione
il problema può essere critico perché può provocare dei danni alle persone o alla struttura. Di solito il
problema è sulla resistenza a trazione delle basse di armatura.
Bisogna capire se dietro ad un distacco o dietro ad una lesione è presente una barra d’armatura.
Bisogna inoltre definire il livello di profondità della carbonatazione. Il copriferro non era conosciuto negli
anni 60-70, quando la posa delle barre d’armatura veniva fatta a fondo cassero.
Possono essere presenti anche staffe di supporto per un rivestimento in pietra (lesene edifici anni fine 800).
Le barre usate non erano zincate, per cui si trovano lesene, cornicioni con problemi di corrosione degli
agganci metallici con problemi di distacco delle singole porzioni.
Nel caso di facciata ventilata, per sua natura produttiva, è difficile che un vincolo sia differente dagli altri,
per cui tutti i vincoli, anche se non si vede, hanno lo stesso problema. Il sistema costruttivo aiuta a definire
se il problema è localizzato o di sistema.
Di fronte a problemi di ossidazione dell’acciaio i problemi sono importanti perché l’acciaio viene inserito
per supportare un carico.
Radiazioni luminose
Le radiazioni luminose fanno invecchiare i materiali, come gli elementi lignei. Le variazioni di colore
possono essere l’ingiallimento, anche sul PVC o sui parquet interni.
Variazioni termiche
Deformazioni di lastra di rivestimento per variazioni di temperatura, possono essere legate al materiale o
alla modalità di vincolo della lastra rispetto al supporto. Se il materiale è troppo vincolato si può generale
un imbozzamento, caricando in maniera importante i fissaggi meccanici, che potrebbero saltare per la
generazione di un momento non supportato dallo stesso. Se il fissaggio meccanico è debole, si rompe senza
provocare la deformazione della lastra. In tal caso è importante conoscere la dilatazione termica del
materiale, da prescrivere in funzione delle condizioni climatiche del contesto.
Un colore più scuro ha necessariamente una maggiore temperatura superficiale.
Alcuni materiali, sottoposti a variazioni di temperatura o radiazione UV, possono modificare il proprio
comportamento fisico-chimico (le membrane bituminose hanno un comportamento fragile e si
microfessurano per l’esposizione agli UV, per questo vengono testate ad invecchiamento). I materiali
polimerici (più le bituminose, meno le sintetiche) non sopportano meno gli UV.
Quando la bituminosa è infragilita va sostituita o è necessario sovrapporre una nuova membrana.
La richiesta di prestazione è garantita per 10 anni, dopo questo periodo è necessario verificare l’indicazione
di prestazione della membrana posata e se era adatta al contesto climatico e d’uso.
Il polistirene, se sottoposto a radiazione UV, si disgrega in superficie, che è a base di grafite. La superficie
polverizza, quindi, per qualche mm e crea problemi in fase di realizzazione della rasatura poiché il supporto
in polistirene, polverizzato, non garantisce una buona adesione. Quando si realizza un cappotto è quindi
opportuno non lasciare troppo a lungo posato il polistirene senza rasatura.
Un altro accorgimento è relativo al fatto che non va lasciata la membrana bituminosa nel cellophane in
cantiere perché si deforma; la scheda del prodotto dovrebbe fornire indicazioni a riguardo.
MECCANISMI DI ALTERAZIONE DELL’INTONACO
L’intonaco è uno degli elementi più esposti e più deboli dell’involucro edilizio.
La fessurazione è il primo momento, che poi porta alla caduta
A. Cavillatura e fessurazioni per:
a. Variazioni dimensionali
b. Movimenti del supporto (alle spalle dell’intonaco o la struttura)
c. Reazione alcali aggregati (raro)
B. Polverizzazione/disgregazione per:
a. Cicli di gelo-disgelo
b. Dilavamento del legante dalla malta (azione dell’acqua)
c. Formazione di cripto-efflorescenze (che provocano spinte interne)
C. Patine biologiche (alterazione cromatica, per formazione di muffe, muschi, depositi di polvere)
Le variazioni dimensionali non sono legate solo a variazioni di temperatura (che possono essere anche
importanti a seconda del colore) ma anche a variazioni del contenuto di umidità (capita spesso sul gas
beton, se il materiale è poroso assorbe più umidità e si muove maggiormente, bisogna quindi verificare che
il movimento sia consentito da quello che si trova attorno).
Se poso uno strato di intonaco su un supporto senza farlo aderire, in presenza di variazione di temperatura
o di acqua si espande a seconda di quanta acqua riesce ad assorbire; avviene l’esatto apposta quando il
materiale viene fatto asciugare; tutto ciò si verifica quando l’intonaco viene posato.
Se invece l’intonaco risulta legato, spancia instabilizzandosi o si fessura se lo tiro. La variazione di umidità
avviene a prescindere dai cicli di gelo-disgelo, dipende dalle condizioni climatiche.
Ci sono dei parametri che influenzano la temperatura superficiale, ovvero la cosiddetta temperatura aria-
sole:
Irradiazione solare (G)
R: resistenza termica agli strati di supporto (più è importante più potrei avere delle criticità)
Grafico: temperature superficiali che possono essere raggiunte da diversi materiali a seconda del tipo di
assorbimento (colore e porosità). In ascissa sono riportate le emissività nell’infrarosso.
Una pittura di colore chiaro ha una differenza di 60°C rispetto ad una pittura di colore scuro e quindi
influenza molto il comportamento dell’intonaco retrostante.
Vetri trattati con metalli di colore scuro possono raggiungere temperature molto elevate. L’intonaco arriva
a 50°C, una copertura scura arriva fino a 80°C, tutto questo può dare problemi anche in termini di
alterazioni chimiche.
Grafico con temperatura degli intonaci in rosso rispetto alla temperatura dell’aria, in blu.
Con una temperatura dell’aria a 10°C la temperatura dell’aria era a 40°C, quindi anche di inverno la
temperatura dell’intonaco può essere elevata. La differenza di temperatura tra giorno e notte può essere 5
volte tanto (50°C) rispetto alla temperatura dell’aria.
Calcolo delle deformazioni
calcolo eseguito su 12 m di intonaco: 7 mm di variazioni dimensionali
Enea: temperature superficiali di copertura
più la resistenza termica aumenta più la temperatura superficiale aumenta (anche del 20%, fino a 80°C). Per
il contenimento dei consumi energetici le temperature superficiali diventeranno sempre più elevate, si può
ridurre il fenomeno con pitture con RSI (indice di riflessione) adeguato, per controllare meglio i flussi di
energia e per far lavorare più a lungo le membrane.
Anche durante la notte l’oggetto scambia con la volta celeste, per cui durante le notti arrivo a temperature
superficiali molto più basse rispetto a quelle dell’aria. 06/04/2023
Tutto ciò che si muove in un immobile deve essere controllato, poiché i movimenti sono associati a possibili
difetti. L’umidità è uno degli aspetti che deve essere controllato, aggiunge acqua al materiale.
Vermiculite e perlite sono intonaci definiti termoisolanti perché contengono aria. Quando si fa un
intervento di isolamento termico l’obiettivo è raggiungere i limiti di legge, la legge impone delle resistenze
termiche minime