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Y M I X

ossia risorse (a sinistra) e impieghi (a destra), il che è l’equivalente di

=C + +G+

Y I X−M 19

dove Y è il PIL della regione, C è il consumo, I gli investimenti, G la spesa

pubblica e X – M la bilancia commerciale (esportazioni nette), come già

sappiamo

conto del reddito interno lordo disponibile: il concetto generale in

 questo conto è che la Y è sempre il PIL, ma non quello visto dal lato

dell’offerta bensì il reddito, e da questa Y si tolgono le imposte T e si

aggiungono i trasferimenti pubblici per ottenere il reddito interno lordo

disponibile (ci troviamo sempre in un rapporto di dare e avere). Avremo

quindi che:

−T + +

Y R=C S

dove Y è il reddito (equivalente del PIL), T le imposte o gettito fiscale, R

sono i trasferimenti pubblici, C i consumi e S i risparmi delle famiglie (il

reddito interno lordo disponibile è Y – T + R). Naturalmente, quando si

parla di reddito, siccome questa regione è aperta, abbiamo che il reddito

interno disponibile lordo include i redditi netti dall’estero e i trasferimenti

netti dall’estero; come viene utilizzato questo reddito? Ovviamente sarà

utilizzato in consumo (C) e risparmio (S), e, inoltre:

il consumo include i consumi esteri

o il risparmio include i risparmi esteri

o

conto della formazione del capitale: nel mercato dei beni c’è sempre

 l’equivalenza tra offerta e domanda, che può essere riscritta come:

S=I

se la domanda è uguale all’offerta, allora, al tempo stesso, le decisioni di

risparmio delle famiglie sono compatibili con quelle di investimento delle

imprese; anche qui in economia aperta, avremo che:

il risparmio include il risparmio estero

o gli investimenti includono gli investimenti esteri

o

La BRP: elementi macroeconomici

Il punto ora è provare a dare un’interpretazione macroeconomica ai vari saldi

della BRP; il segno dei saldi delle partite correnti e del movimento dei capitali,

difatti, “fotografano” le condizioni macroeconomiche della regione, e ci dicono

se nella regione esistono condizioni favorevoli o sfavorevoli alla crescita

regionale; in tal senso possiamo avere 4 possibilità, che hanno a che vedere

con le partite correnti (primi due) e le partite finanziarie (ultimi due):

surplus delle partite correnti dovuto a un surplus commerciale : questo

 surplus determinato in tal caso da elevate esportazioni è un segnale

positivo della nostra economia per la crescita, siamo infatti nel caso di

una piccola economia che ha bisogno di esportare per agganciarsi alla

domanda globale; avremo quindi che:

nel breve periodo la regione è competitiva nei mercati esteri e fa

o leva sulla domanda globale per crescere di PIL e occupazione

nel lungo periodo, tuttavia, bisogna chiedersi se tale situazione può

o persistere nel tempo, per cui bisogna ragionare su quale sia la leva

competitiva di questa regione, oltre soprattutto a considerare il tipo

di merci che vengono esportate, se si tratta di merci volatili o meno

(si pensi sempre al turismo e a eventi imprevisti come il COVID); la

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regione, quindi, sarà sempre competitiva? Quali sono le

determinanti della competitività della regione? E la condizione di

elevata competitività persisterà?

surplus delle partite correnti dovuto a cospicui trasferimenti pubblici : in

 questo caso nella BRP osserviamo che c’è un avanzo dovuto ad un

surplus dei trasferimenti unilaterali attivi e in particolare dei trasferimenti

pubblici alla regione (la regione è debole quindi avrà sempre entrate),

che è una cosa completamente diversa rispetto ad un avanzo dovuto a

esportazioni nette, per cui in questo caso ci dobbiamo domandare SE è

un segnale positivo; questi trasferimenti pubblici possono essere

pensioni (in tal caso questo è indicativo del fatto che la regione è anziana

e non ha grosse prospettive di crescita), sussidi di disoccupazione (si

tratta di un economia con poca produzione aggregata), o politiche di

coesione territoriale (ambito molto vasto delle politiche, idonee a

contrastare le disuguaglianze: tutte queste politiche di coesione usano

risorse in conto capitale, ossia risorse che non sostengono i redditi di

breve periodo ma devono favorire la crescita delle regioni più deboli, ciò

vuol dire o sostegno alle imprese o investimenti pubblici). Se utilizziamo

bene queste risorse che ci arrivano in entrata allora la regione cresce sia

nel breve che nel lungo periodo, tuttavia nella misura in cui abbiamo

queste risorse che ci arrivano (politica della domanda) bisogna stare

attenti, in quanto il sostegno ai redditi può non bastare: se la domanda

aggiuntiva fa a sostegno di produzioni di altre regioni, non si cresce, per

cui va sostenuta anche l’offerta. Quindi avremo che:

nel breve periodo la struttura produttiva locale dovrà essere pronta

o ad assorbire questo stimolo proveniente dall’esterno, altrimenti ne

beneficeranno le altre regioni (cosiddetto “spillover territoriale”)

nel lungo periodo, anche se la domanda è assorbita dalle

o produzioni locali, la dipendenza dai trasferimenti pubblici è

problematica perché non appena si arrestano, la crescita si ferma

afflusso netto di capitali dovuto a cospicui “IDE” in entrata

 afflusso netto di capitali dovuto a cospicui “IIP” in entrata

Su questi ultimi due non c’è bisogno di approfondire ulteriormente.

Il modello keynesiano “export-led”

Siamo sempre nell’ambito delle teorie dell’occupazione e del reddito nel breve

periodo, ossia una regione piccola in economia aperta, che ha capacità

produttiva inutilizzata ed un’economia che riesce a crescere solo con uno

stimolo alla domanda che attiva produzione, reddito e occupazione. In questo

scenario abbiamo detto come sono decisive le relazioni interregionali di cui

abbiamo parlato fino ad ora, quindi relazioni che la regione ha con il resto del

mondo.

Il modello “export-led”, sviluppato negli anni 50 da North (1955), Tiebout

(1956) e Andrews (1953, 1954), è un modello keynesiano di determinazione del

reddito di equilibrio di breve periodo applicato ad una “regione”, nel quale vale

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tutto quello che ci siamo detti rispetto ai meccanismi di mercato che legano

reddito, produzione e domanda aggregata; in questo ambito si guarda a questo

sistema locale come un sistema economico “omogeneo” rispetto agli altri

territori in termini di:

struttura produttiva e specializzazioni produttive locali : è una regione

 omogenea in termini di specializzazione, quindi una sola specializzazione

propensione a consumare e importare: legata al fatto che si è

 specializzata in un settore specifico

capacità di esportare legata a settori di specializzazione locale

Quali sono le ipotesi di tale modello? Abbiamo tre ipotesi principali:

1. ovviamente la prima è quella di economia aperta

2. non ci interessano gli investimenti, quindi si ipotizza che NON ci sono

investimenti, così come NON c’è il settore pubblico (niente spesa

pubblica e niente gettito fiscale); sembrano ipotesi molto lontane dalla

realtà, ma siccome ci troviamo in un sistema statico, ci interessa solo

l’oggi e non il domani, per cui non interessano investimenti e spesa

pubblica (tutto ciò può essere inteso come se oggi il bilancio pubblico è in

pareggio)

3. le esportazioni sono esogene, quindi non dipendono da nulla: anche

questa ipotesi è inverosimile, in quanto le esportazioni dipendono in

teoria dal reddito dei non residenti, ma per non complicare il modello si

prendono in considerazione le esportazioni come esogene

Quindi, le ipotesi principali sono I = 0 e G = T = 0; dobbiamo poi rispettare la

condizione di equilibrio offerta = domanda, dove però le componenti della

domanda si sono ridotte, a causa appunto delle ipotesi stringenti, quindi

avremo:

=C + −M

Y X

Dobbiamo considerare, quindi, che:

, proprio perché le esportazioni sono esogene, quindi date dal

 =

X X́

modello

I consumi sono una certa percentuale del reddito, così come le

 importazioni sono domanda di beni prodotti altrove, che sono anch’esse

una certa percentuale del reddito, quindi:

, dove c è la propensione marginale al consumo, ed è 0 < c < 1

 C=cY , dove m è la propensione marginale a importare, ed è 0 < m <

 M=mY

1

Con c e m possiamo ricavarci la propensione marginale alla spesa in beni di

consumo prodotti localmente, ossia (c – m), che è sempre minore di 1 in quanto

i consumi crescono sempre in maniera meno che proporzionale rispetto al

reddito. Possiamo quindi ricavarci l’equazione principale del modello export-led,

difatti, partendo da BC = X – M, date le ipotesi precedenti avremo che:

= −mY

BC X́ 22

Quest’equazione ci dice che, quando in questa economia aumenta il reddito Y,

tendono ad aumentare anche le importazioni M, ma X resta costante per cui la

bilancia commerciale peggiora. Ora, sostituendo in

= =mY

X X́ ,C=cY , M

=C + −M otteniamo ; risolvendo questa condizione per Y,

Y X =cY +

Y X́−mY

avremo che:

1

=

Y X

1−(c−m)

In questi modelli abbiamo sempre una definizione standard di produzione o

reddito di equilibrio formata da due parti, come in questo caso:

una parte esogena, in questo caso X

 un numero ossia il moltiplicatore della spesa autonoma

Anche in termini di variazione, quindi, avremo che la variazione di Y sarà più

che proporzionale alla variazione X proprio a causa del moltiplicatore > 1:

1 1

= >1

∆Y ∆ X , dove

1−(c−m) 1−( c−m)

Quindi, l’espansione dell’economia locale è guidata dalla domanda estera netta

(ossia X): quando aumenta X, Y aumenta più che proporzionalmente. Qual è

quindi il ragionamento che si fa quindi per arrivare alla condizione generale del

modello? O meglio, quali sono le fasi che caratterizzano questo modello e come

il moltiplicatore incide? La prima cosa che accade è l’aumento delle

esportazioni, il che può accadere per tanti motivi (ad esempio normativa che fa

passare al motore elettrico e siamo gli unici che produciamo motori elettrici); a

parità di importazioni, con l’aumento di X migliora la bilancia commerciale.

Dato che le esportazioni nette sono una componente della domanda aggregata,

questa aumenterà di conseguenza all’aumento della BC; a questo punto si

mette in moto il processo del moltip

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Scienze economiche e statistiche SECS-P/01 Economia politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher LorenzoP33 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia regionale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi della Basilicata o del prof Petraglia Carmelo.
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