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Effetti della giunzione neuromuscolare e del sistema adrenergico

La giunzione neuromuscolare può causare una paralisi della muscolatura scheletrica, con i muscoli addominali, del tronco, paraspinoso e diaframma che sono i più resistenti e recuperano prima rispetto ai muscoli più piccoli come quelli del viso, delle mani e dei piedi.

Il sistema adrenergico riguarda i farmaci che hanno un effetto simile a quello del sistema nervoso simpatico. In questo caso si distinguono gli agonisti adrenergici diretti, che stimolano direttamente i recettori, e gli agonisti adrenergici indiretti, che stimolano le terminazioni nervose a produrre più noradrenalina o inibiscono la captazione della noradrenalina nella fessura sinaptica, mantenendola più a lungo.

L'adrenalina, stimolando i recettori della muscolatura liscia dei vasi, provoca vasocostrizione. Stimolando i recettori del cuore, provoca tachicardia e broncodilatazione. Con dosi elevate di adrenalina si può verificare vasocostrizione a livello della muscolatura scheletrica e un aumento della pressione arteriosa.

Della pressione arteriosa sistolica e diastolica, invece, con basse dosi di adrenalina, si ha un rilascio dei vasi a livello della muscolatura scheletrica, con aumento della pressione sistolica e riduzione della pressione diastolica.

Il Parkinson deve il suo nome al Dott. James Parkinson, che, nel 1817, descrisse questa malattia come una paralisi agitante, che sembra un ossimoro, poiché un paziente con paralisi non si può muovere. Quindi, nella presentazione, risulta una malattia caratterizzata dalla lentezza e dalla rigidità nei movimenti, dal tremore a riposo. Così, la somma della rigidità e della lentezza nei movimenti fu associata alla paralisi o impossibilità di movimento, mentre l'aggiunta del tremore fu associata all'agitazione. Dal punto di vista patogenetico, il morbo di Parkinson è una malattia neurodegenerativa, cronica e progressiva, caratterizzata da una riduzione costante della quantità dei livelli di dopamina cerebrale.

che è responsabile dell'insorgenza della lentezza e della rigidità nei movimenti, mentre il tremore dipende dall'aumento dei livelli di acetilcolina cerebrale, dovuto a una ridotta quantità di dopamina rilasciata dai recettori dopaminergici e dalla substantia nigra, nello striato. Quindi non è sufficiente per la stimolazione degli interneuroni gabaergici, con conseguente rilascio di gaba a livello dello striato, che non iperpolarizzerà i neuroni colinergici, riducendo la frequenza di scarica e determinando così l'aumento della quantità di acetilcolina. Il tutto ha inizio con un amminoacido, che a livello epatico viene trasformato da un enzima in tirosina, che entra in circolo, arriva al cervello attraverso la barriera ematoencefalica, penetra nei neuroni dopaminergici attraverso un trasportatore per amminoacidi aromatici, viene trasformata da un enzima in dopa e successivamente da un altro enzima in dopamina, che vieneimmagazzinata in vescicole sinaptiche, che, all'arrivo dello stimolo depolarizzante, con ingresso di sodio e calcio, si fondono con la membrana del neurone e rilasciano, nella fessura sinaptica, la dopamina, che interagisce con i propri recettori, in particolar modo, nel caso del Parkinson, con il recettore D2, per poi andare in contro a fenomeni di ricaptazione, nel neurone presinaptico, ad opera del trasportatore per dopamina e del trasportatore per noradrenalina, viene metabolizzata, trasformata in dopac e, successivamente, da un enzima, in acido omovanilico, che è il prodotto finale della degradazione della dopanina, che viene, poi, eliminata dal neurone. Sono presenti 3 enzimi, di farmaci efficaci, terapeutici nel Parkinson e sono dopadecarbossilasi, che trasforma la dopa in dopamina, monoamminossidasi di tipo B, che trasforma la dopamina ricaptata in dopac, catecolossimetitransferasi, che trasforma il dopac in acido omovanilico; la dopadecarbossilasi e la catecolometiltransferasi.

Sono presenti nei tessuti extracerebrali e nel cervello, mentre la monoamminossidasi è presente solo nel cervello.

Le cause del morbo di Parkinson sono sconosciute nel 50-60% dei casi; genetiche nel 10-30% dei casi, in cui ci sono 4 geni coinvolti, di cui 3 sono trasmessi per via autosomica dominante, in pazienti rispettivamente tra i 21 e i 50 anni, oltre i 60 anni e sotto i 21 anni, mentre 1 è trasmesso per via autosomica recessiva, in pazienti sotto i 21 anni; ambientali, che sono dovute a pesticidi e traumi.

Oltre alla sintomatologia motoria che presenta lentezza e rigidità nei movimenti tremore ed è legata alla degenerazione del tratto microstriatale, ci sono altri sintomi come la micrografia, che si risolve chiedendo al paziente di scrivere ad occhi chiusi; l'amimia, che è l'incapacità di esprimere lo stato d'animo attraverso il viso; alterazione dell'olfatto e del ritmo sonno-veglia sono dovuti alla neurodegenerazione.

progressiva che, prima di interessare il tratto mícrostriatale, interessa altre aree cerebrali. I sintomi tardivi invece, motori, sono disfonia modo in cul il paziente cammina, congndatura apiccolifrequentipassicon ilbaricentrospostatoinavanti,enonmotori,cheportanoallamorte e sono disfagia, in cui il paziente non ingoia in modo corretto; alterazioni autonomiche, chedeterminano svuotamentovescicale,ritenzione urinaria, con conseguentiinfezioni a carico delle vieurinarie, sepsi che è la complicazione di uninfezione ed è la più frequente causa di morte nelpaziente parkinsoniano.

AGNDS La diagnosi avviene valutando la rigidità, chiedendo al paziente di ettere il polso, cercando, poi,passivamente, di estenderlo, etterlo e se la esso-estensione aviene in maniera lineare, uida, ilpaziente non presenta rigidità, se, invece, il movimento avviene a scatti, il paziente presenta rigidità.o La cassi cazione clinica di Hoene Yahr indica lo stadio e la

gravità della malattia, in cui, nello stadio 0 il paziente non presenta parkinson; nello stadio 1 il paziente presenta un parkinson monolaterale; nello stadio 2 il paziente presenta un parkinson bilaterale, con alterazione funzionale, ma è ancora in grado di svolgere le attività della vita quotidiana; nello stadio 3 il paziente presenta un parkinson bilaterale, con un grado di disabilità lieve-moderato; nello stadio 4 il paziente presenta un parkinson bilaterale, con un grado di disabilità importante, che richiede l'intervento di un caregiver, che lo aiuta nello svolgimento delle attività della vita quotidiana; nello stadio 5 il paziente è sulla sedia a rotelle o a letto.

Si somministrano antagonisti colinergici in grado di attraversare la barriera ematoencefalica, che sono triesifenidile e del biperidene i cui dosaggi dipendono dal grado di malattia e dalla risposta del paziente e le cui caratteristiche sono buon assorbimento, in

seguito alla somministrazione orale, inizio dell'azione farmacologica a circa 2 ore, nel caso del triesifenidile, e a circa 0,30-2 ore, nel caso del biperidene, emivita lunga, metabolizzazione attraverso il fegato ed eliminazione attraverso le urine, amantadina, che è un farmaco scoperto casualmente essere efficace nella terapia dei pazienti con il parkinson, poiché è stato sviluppato e messo in commercio come farmaco antinfluenzale, che, però, ha un effetto benefico sulla sintomatologia del parkinson, riducendo il rilascio e la ricaptazione della dopamina, nello spazio sinaptico, le cui caratteristiche sono buon assorbimento, in seguito alla somministrazione orale, inizio dell'azione farmacologica a circa 2-4 ore, dovuta ad un legame equilibrato alle proteine plasmatiche, emivita lunga, eliminazione attraverso il rene per il 90%, acetilata attraverso il fegato ed eliminata attraverso il rene per il 10%; inibitori della monoaminossidasi di tipo B, che riducono la.trasformazione in dopac della dopamina captata dalla fessura sinaptica, che rimane nel neurone presinaptico, viene immagazzinata dalle vescicole sinaptiche indotte a rilasciarla ad ogni stimolo depolarizzante e le cui caratteristiche sono rapido assorbimento, in seguito alla somministrazione orale, inizio dell'azione farmacologica a circa 0,30-1 ora, metabolizzazione attraverso il fegato; agonisti dopaminergici le cui caratteristiche sono buon assorbimento, in seguito alla somministrazione per via sottocutanea, inizio dell'azione farmacologica a circa 1-3 ore, dovuta a un legame relativamente basso alle proteine plasmatiche, emivita medio-lunga, metabolizzazione attraverso il fegato ed eliminazione attraverso il rene, levodopa, che è il farmaco principale ed è caratterizzato da un rapido assorbimento, in seguito alla somministrazione orale, inizio dell'azione farmacologica a circa 1-2 ore, che, però, non arriva al cervello, poiché,viene trasformata in dopamina, dalla dopadecarbossilasi del fegato, non riuscendo ad attraversare la barriera ematoencefalica del fegato, quindi, è un farmaco associato ad inibitori delladopadecarbossilasio ad inibitori delladopadecarbossilasi+ inibitori dellacatecolossimetiltransterasi, che prolungano l'azione del levodopa, riducendo il metabolismo ed aumentandone la biodisponibilità, che, in seguito alla somministrazione orale, è circa 0,30-2 ore, metabolizzazione attraverso il fegato ed eliminazione attraverso il rene. La definizione di "dolore" maggiormente considerata è "esperienza sensoriale ed emozionale spiacevole, che si associa ad un danno su uno o più tessuti corporei" ed essendo una sensazione soggettiva, non può avere un valore standard. Le vie del dolore sono il tratto spinobrachiale, che termina, con afferenze, su aree cerebrali coinvolte nell'affettività, come il talamo e l'amigdala, ed il tratto spinotalamico.che arriva al talamo e, successivamente, alla corteccia. I farmaci si classificano come analgesici oppioidi, le cui vie di somministrazione sono orale, con assorbimento ed inizio dell'azione farmacologica ritardato; sublinguale, con inizio dell'azione farmacologica rapido; transdermica, con inizio dell'azione farmacologica rapido ed azione farmacologica duratura; intramuscolare; endovenosa, per dolore acuto o cronico; alterano la percezione e la risposta a stimoli dolorosi, chiudono i canali voltaggio-dipendenti per il calcio, riducendo il rilascio dei neurotrasmettitori, aprono i canali voltaggio-dipendenti per il potassio, iperpolarizzando o inibendo i neuroni postsinaptici; la somministrazione ripetuta determina abitudine, cioè, una riduzione progressiva di efficacia ed una dipendenza fisica e psichica, cioè, una crisi di astinenza, nel momento in cui viene interrotta la somministrazione; e FANS-Farmaci Antinfiammatori Non Steroidei, che contrastano l'infiammazione.riducendo il dolore, grazie alla riduzione della sintesi del rilascio della prostaglandine, che è irreversibile.
Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
6 pagine
SSD Scienze biologiche BIO/14 Farmacologia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Baby2229 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Farmacologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Cattolica del Sacro Cuore - Roma Unicatt o del prof Mancuso Cesare.