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STRUMENTI ECONOMICI

La realizzazione delle politiche ambientali attraverso gli strumenti economici si basa sull'emanazione di imposte ambientali, incentivi green e sgravi fiscali con l'obiettivo di scoraggiare l'utilizzo di tutte quelle tecnologie che impiegano materie prime e combustibili fossili.

Gli strumenti economici si distinguono nettamente dagli strumenti di comando e controllo per l'inesistenza di coattività: in altre parole il versamento delle imposte sulle emissioni è obbligatorio, mentre il comportamento è sollecitato piuttosto che perseguito. Gli strumenti economici più rilevanti sono:

  • Tasse ambientali (su ogni unità di inquinamento emesso: qualora non fossero applicate a livello globale si minerebbe la capacità concorrenziale di alcune aree geografiche)
  • Incentivi (l'impresa riceve una sovvenzione per ridurre le emissioni al di sotto di certe soglie)
  • Sgravi fiscali (si tratta di particolari forme di esenzioni)
fiscale per premiare le imprese e le famiglie che installano tecnologie antinquinamento). Nell'ambito delle tasse ambientali possiamo citare alcuni fattori positivi: - sono efficaci per l'internalizzazione dei costi esterni direttamente nel prezzo dei prodotti, secondo la logica del "chi inquina paga" - costituiscono un incentivo a modificare il proprio comportamento - contribuiscono a far aumentare il gettito fiscale dello Stato Chiaramente si tratta di strumenti che hanno anche degli aspetti negativi: - rischio di tassare le imprese in base alla misurabilità delle emissioni piuttosto che in base alla nocività - tendenza a peggiorare situazioni precarie o di crisi economica - efficacia delle tasse ambientali non è immediata - impossibilità di applicare la tassazione a livello locale a causa dell'inevitabile degrado della competitività fra le imprese Alcuni esempi di tasse ambientali possono essere la Carbon Tax, un'imposta che

Grava sul consumo di combustibili fossili in proporzione alle emissioni di CO2, la tassa sui rifiuti urbani, che intende incentivare le logiche di riciclaggio, l'imposta di soggiorno e i pedaggi urbani.

STRUMENTI VOLONTARI

La realizzazione delle politiche ambientali attraverso gli strumenti volontari si basa sull'adesione volontaria delle imprese e delle istituzioni locali a regolamenti e normative votate alla tutela dell'ecosistema ambientale.

Gli strumenti volontari possono essere innanzitutto distinti in:

  • Public Driven (emerge prevalentemente un carattere di conduzione e partecipazione pubblico. Esempi sono l'Agenda 21, il Patto dei Sindaci e il Green Public Procurement)
  • Market Oriented (emerge un carattere di conduzione pubblico o al limite pubblico/privato con partecipazione privata. Un esempio sono le politiche Integrate di Prodotto).

Con Agenda 21 ci si riferisce ad uno dei 5 documenti sottoscritti nel 1992 alla Conferenza delle Nazioni Unite di Rio (o Summit).

della Terra) e contenente una serie di azioni e principi cardine da perseguire per una politica di sviluppo sostenibile nel 21° secolo, da cui il nome. L'agenda 21 è costituita da 40 capitoli ed è suddivisa nelle 4 seguenti sezioni: - Dimensione economica e sociale (sanità, povertà, ambiente, demografia e produzione) - Gestione e conservazione delle risorse (foreste, deserti, montagne, acqua, rifiuti, sostanze chimiche) - Potenziamento del ruolo dei gruppi (anziani, giovani, donne, minoranze, ong, agricoltori, scienziati) - Mezzi di esecuzione (strumenti scientifici e tecnologici, formazione e informazione, strumenti giuridici e finanziari, cooperazione fra le nazioni) Con Patto dei Sindaci ci si riferisce ad un'iniziativa della Commissione Europea intrapresa nel 2008 con l'obiettivo di riunire tutte quelle città che intendono combattere attivamente i cambiamenti climatici, in particolare attraverso l'efficientamento energetico.

L'uso di fonti rinnovabili. L'obiettivo perseguito dal Patto dei Sindaci, che oggi conta più di 10000 aderenti provenienti da 53 Paesi, è la riduzione del 40% delle emissioni di CO2 entro il 2030.

AGENDA 21

Con Agenda 21 ci si riferisce ad uno dei 5 documenti sottoscritti nel 1992 alla Conferenza delle Nazioni Unite di Rio (o Summit della Terra) e contenente una serie di azioni e principi cardine da perseguire per una politica di sviluppo sostenibile nel 21° secolo, da cui il nome. L'agenda 21 è costituita da 40 capitoli ed è suddivisa nelle 4 seguenti sezioni:

  • Dimensione economica e sociale (sanità, povertà, ambiente, demografia e produzione)
  • Gestione e conservazione delle risorse (foreste, deserti, montagne, acqua, rifiuti, sostanze chimiche)
  • Potenziamento del ruolo dei gruppi (anziani, giovani, donne, minoranze, ong, agricoltori, scienziati)
  • Mezzi di esecuzione (strumenti scientifici e tecnologici, formazione e informazione)
strumenti giuridici e finanziari, cooperazione fra le nazioni. All'interno dell'Agenda 21 sono espressi diversi concetti fondamentali, tra i quali emergono ad esempio il principio della sussidiarietà, quello della condivisione delle responsabilità e quello dell'integrazione, la corresponsabilizzazione, il miglioramento, la governance, la trasversalità e il partenariato. L'attuazione dei principi contenuti nell'agenda 21 è stata programmata con interventi a livello internazionale, nazionale, regionale e locale: in realtà in alcuni Stati le iniziative più rilevanti sono state realizzate proprio localmente, in base a quanto espresso nel capitolo 28 dell'agenda (le iniziative delle autorità locali in supporto all'agenda 21). Chiaramente l'adesione volontaria delle PA all'Agenda 21 è stata sottoposta a alcuni requisiti, quali ad esempio la definizione delle modalità di coinvolgimento.

degli attori locali, la condivisione dei fattori critici, i criteri di definizione degli obiettivi.

Con Green Public Procurement ci si riferisce ad un sistema d'acquisti che include tutti quei prodotti e servizi che hanno un effetto limitato sulla salute umana e sull'ambiente rispetto ad altri prodotti/servizi adoperati per le stesse finalità.

Con Integrated Product Policy (IPP) ci si riferisce a quella misura inserita dalla Commissione Europea all'interno del "Libro verde per la politica integrata dei prodotti" del 2001 con l'obiettivo di favorire prodotti e servizi green col minor impatto ambientale e creare un vero e proprio mercato verde.

PATTO DEI SINDACI

Con Patto dei Sindaci (Covenant of Mayors) ci si riferisce ad un'iniziativa della Commissione Europea intrapresa nel 2008 con l'obiettivo di riunire tutte quelle città che intendono combattere attivamente i cambiamenti climatici, in particolare attraverso l'efficientamento

energetico e l'uso di fonti rinnovabili. L'obiettivo perseguito dal Patto dei Sindaci, che oggi conta più di 10000 aderenti provenienti da 53 Paesi, è la riduzione del 40% delle emissioni di CO2 entro il 2030.

Il Patto dei Sindaci è stato definito, dalle istituzioni europee, come un eccezionale modello di governance multilivello, tantoché entro tempistiche prestabilite i firmatari si impegnano a:

  • Sviluppare strutture amministrative adeguate
  • Costituire un inventario di base delle emissioni
  • Inviare un piano d'azione per l'energia sostenibile entro 2 anni dall'adesione
  • Inviare un rapporto di monitoraggio e attuazione ogni 2 anni al PAESC
  • Potenziare la resilienza di adattamento ai cambiamenti climatici
  • Condividere i risultati e le tecniche con l'UE e le altre autorità locali
  • Pianificare le giornate locali per l'energia per sensibilizzare i cittadini
  • Aderire alla cerimonia annuale del Patto dei Sindaci e ai vari
incontri- Incoraggiare gli altri sindaci ad aderire al Patto e promuoverlo Chiaramente il fine ultimo del Patto dei Sindaci è il conseguimento di una sostenibilità a 360°, a partire dalla decarbonizzazione dei territori fino al contenimento dell'aumento di temperatura al di sotto dei +2°C.

GREEN PUBLIC PROCUREMENT (GPP)

Con Green Public Procurement ci si riferisce ad un sistema d'acquisti condotto dalla PA che include tutti quei prodotti e servizi che hanno un effetto limitato sulla salute umana e sull'ambiente rispetto ad altri prodotti e servizi adoperati per le stesse finalità. Più in dettaglio tale pratica consente di inserire tutta una serie di criteri di qualificazione ambientale nelle domande che le PA presentano per acquistare beni e servizi. L'importanza del GPP deriva dal fatto che in Italia gli acquisti effettuati dalla PA costituiscono il 17% del PIL, una porzione che può davvero fare la differenza a livello di

Orientamento del mercato, specialmente a livello di credibilità e coerenza (EU 18% e USA 14%)

Alcuni prodotti simbolo del GPP possono essere per esempio la carta riciclata, le auto e le biciclette elettriche e i pannelli solari.

L'attuazione del Green Public Procurement garantisce una propulsione fondamentale al green market, in particolare attraverso:

  • Inserimento dei criteri di preferenza ambientale relativamente alle procedure d'acquisto della PA
  • Sfruttamento dei sistemi di etichettatura ambientale (es. EMAS e ISO 14001) per testare le capacità tecniche dei fornitori

A livello normativo il Green Public Procurement è stato introdotto dall'Unione Europea all'interno del Libro Verde sulla politica integrata dei prodotti.

In Italia in particolare l'adozione del GPP si configura attraverso l'approvazione della delibera n.57 del 2 agosto 2002 da parte del CIPE, che stabilisce:

  • Almeno il 30% dei beni acquistati deve possedere requisiti
Formattazione del testo

ecologici- almeno il 40% dei beni durevoli deve avere un basso consumo energetico

Infine, attraverso il decreto n.203 dell'08/05/2003 il Ministero ha disposto che almeno il 30% dei beni acquistati ogni anno dalle PA siano costituiti da materiali riciclati.

INTEGRATED PRODUCT POLICY (IPP)

Con Integrated Product Policy (IPP) ci si riferisce a quella misura inserita dalla Commissione Europea all'interno del "Libro verde per la politica integrata dei prodotti" del 2001 con l'obiettivo di favorire prodotti e servizi green col minor impatto ambientale e creare un vero e proprio mercato verde.

Le fondamenta delle politiche integrate di prodotto sono state sviluppate in collaborazione con le imprese e si basano su 5 pilastri:

  • Considerazione del ciclo di vita dei prodotti
  • Collaborazione col mercato attraverso incentivi ai prodotti ecosostenibili
  • Coinvolgimento della domanda e dell'offerta
Dettagli
A.A. 2023-2024
60 pagine
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SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/01 Economia politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher federicazanchetta289 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia dell'ambiente e del territorio e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università telematica Guglielmo Marconi di Roma o del prof Joime Gian Piero.