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DISEGNO DELLA RICERCA
Per una “buona” ricerca empiria occorre anzitutto pianificare e organizzare a livello simbolico l’insieme di attività che
bisognerà intraprendere a livello pratico per raggiungere il fine intenzionale che costituisce il fine della ricerca.
Possiamo rappresentare il processo di ricerca nel seguente modo:
1. Disegno della ricerca: mettere a fuoco gli interrogativi che guidano la ricerca e le linee guida per condurla.
2. Costruzione della base empirica: definire cosa sarà considerato evidenza empiria e renderlo ispezionabile.
3. Organizzazione dei dati: trasformare le informazioni in dati e classificarle.
4. Analisi dei dati: insieme di procedure attraverso cui analizzare i dati per stabilire asserti e nessi fra questi.
5. Esposizione dei risultati: comunicare i risultati con trasparenza e riferimenti teorici.
Una delle principali differenze tra approccio qualitativo e approccio quantitativo riguarda il disegno della ricerca, cioè
tutte quelle scelte di carattere operativo con le quali si decide dove, come e quando si raccolgono i dati e che
sovrintendono alle decisioni sugli strumenti della rilevazione, sulla sua localizzazione, su quali e quanti soggetti
intervistare, su quali e quante organizzazioni studiare, etc.
Approccio quantitativo: il disegno della ricerca è costruito a tavolino prima dell’inizio della rilevazione ed è rigidamente
strutturato e chiuso (questionario).
Approccio qualitativo: il disegno della ricerca è aperto, destrutturato, idoneo a captare l’imprevisto, modellato nel corso
della rilevazione. RAPPRESENTATIVITA’?
Ricerca quantitativa: problema della generalizzabilità dei risultati e dell’uso di un campione statisticamente
rappresentativo.
Ricerca qualitativa: non è interessata alla generalizzabilità dei risultati e alla rappresentatività statistica. Il ricercatore
sceglie i casi da approfondire non per la loro tipicità o diffusione nella popolazione, ma per l’interesse che gli sembrano
esprimere (interesse che può modificarsi nel corso della ricerca stessa).
STRUMENTO DI RILEVAZIONE
Ricerca quantitativa: lo strumento di rilevazione è uniforme per tutti i soggetti (es: questionario) o comunque
uniformante (es: scheda di codifica per uniformare delle domande aperte o delle informazioni assunte da fonti diverse).
L’obiettivo finale della raccolta delle informazioni è la matrice di dati, dove per tutti i casi sono codificate le stesse
informazioni.
Ricerca qualitativa: non mira alla standardizzazione e ha un obiettivo conoscitivo diverso dalla ricerca quantitativa. Il
ricercatore assume informazioni diverse a seconda dei casi, con diverso livello di approfondimento a seconda della
convenienza. NATURA DI DATI
Ricerca quantitativa: dati oggettivi e standardizzati; rigorosi, precisi e univoci. I dati non dovrebbero essere esposti alla
soggettività interpretativa del ricercatore (anche cambiando ricercatore non deve cambiare il risultato della rilevazione).
I dati raccolti sui diversi soggetti devono poter essere fra loro confrontabili (in genere, per poter far ciò, sono espressi in
forma numerica).
Ricerca qualitativa: non si pone il problema dell’oggettività e della standardizzazione dei dati, ma si preoccupa invece
della loro ricchezza e profondità. ANALISI DEI DATI
In una ricerca sociale l’analisi dei dati è la fase in cui è più visibile la diversità tra l’approccio quantitativo e quello
qualitativo.
Ricerca quantitativa: strumentazione statistica e matematica (tabelle, grafici, ecc.), software (es: SPSS)
Ricerca qualitativa: manuale o con software per organizzare il materiale empirico raccolto (es: QDAS – Qualitative Data
Analysis Software; NVIVO).
*Il qualitativo predilige la profondità, mentre il quantitativo predilige l’ampiezza.
PRESENTAZIONE DEI DATI
Dalle diversità di impostazione, di rilevazione e di analisi dei dati, deriva anche una profonda diversità nel tipo di risultati
raccolti.
Ricerca quantitativa: tabella, per individuare dei tratti generalizzabili.
Ricerca qualitativa: narrazione (es: un brano di intervista) per riportare la visione della realtà dei soggetti studiati.
Problema delle generalizzazioni: tabella e narrazione sono forme di presentazione elementare e frammentata dei dati.
L’obiettivo di una ricerca non è solo quello di descrivere la realtà nelle sue articolazioni, ma di fornire delle
sistematizzazioni e delle sintesi di ordine superiore (siano esse spiegazioni o interpretazioni).
PORTATA DEI RISULTATI
Date le sue esigenze di approfondimento e di immedesimazione nell’oggetto studiato, la ricerca qualitativa non può
operare su un numero rilevante di casi→ una ricerca condotta su poche unità potrà andare più in profondità, ma a
scapito della generalizzabilità dei risultati.
Frequentemente si presenta il cosiddetto «studio di caso», una ricerca condotta su una sola specifica situazione (un
quartiere, una fabbrica, un evento, etc.). Profondità e ampiezza sono inversamente correlate. La generalizzabilità dei
risultati è collegata al numero di casi. Più la ricerca sarà ampia e investirà un numero maggiore di soggetti, più il suo
campione sarà rappresentativo della variegata situazione reale e quindi più legittimamente i risultati saranno estensibili
all’intera popolazione.
È MEGLIO FARE RICERCA UTILIZZANDO LA PROSPETTIVA QUANTITATIVA O QUELLA QUANTITATIVA?
La scelta dell’approccio dipende principalmente da:
1. Oggetto dell’analisi
2. Obiettivo/i dell’analisi ANALISI DEL CONTENUTO
Insieme delle procedure (manuali o assistite da computer) di scomposizione analitica e di classificazione di testi e di altri
insieme simbolici, cui è possibile fare ricorso per studiare fatti di comunicazione (messaggi, testi, etc.). Tipologia di
contenuto: testuale/visuale Ha come obiettivo finale la produzione di inferenze valide e attendibili sul significato del
testo esaminato Problema della molteplicità e/o ambiguità dei significati attribuibili sia alle unità di analisi sia alle
categorie e alle regole di codifica (dipendenti dalle capacità interpretative del ricercatore)
Web content analysis INTERVISTA
È uno ‘strumento di scavo’ fortemente interazionale. Consente di accedere alle attitudini e ai valori individuali.
L’intervista qualitativa «se fatta bene è capace di raggiungere un livello di profondità e di complessità che non è
accessibile ad altri approcci» (Byrne, 2004). Fondamentale mettersi in relazione con l’intervistato e guadagnarsi la sua
fiducia (soprattutto quando si tratta di argomenti sensibili), cercando di capire le sue esperienze, opinioni, idee.
Non mostrare mai accordo o disaccordo con la risposta o far trasparire le proprie opinioni sul tema (Fontana & Frey,
2000). Esistono diverse tecniche: faccia a faccia, via email, via chat, in videoconferenza. È sempre meglio registrare il
colloquio tra l’intervistatore e l’intervistato e poi trascriverlo→ con la trascrizione giunge a compimento il processo di
costruzione del corpus testuale che verrà sottoposto ad analisi.
Le interviste, in base al loro grado di standardizzazione, si distinguono in:
• strutturate, nelle quali a tutti gli intervistati vengono fatte le stesse domande, seguendo lo stesso ordine e
formulandole sempre in modo identico;
• semi-strutturate, in cui l’intervistatore dispone di una traccia che contiene semplicemente gli argomenti che non
deve tralasciare durante il corso dell’intervista. L’intervistatore è libero di seguire l’ordine che preferisce e il modo di
formulare le domande;
• non-strutturate, nelle quali itinerario del colloquio e argomenti sono scelti dall’intervistatore a seconda del soggetto
che sta interpellando.
N.B.: quel che conta non sono le domande, ma le risposte. Non è necessario leggere all’intervistato tutte le domande
progettate, acquisire risposte pertinenti per i nostri fini.
FOCUS GROUP
Tecnica di raccolta del materiale empirico basata su un piccolo gruppo di persone, composto solitamente da 6-8
partecipanti. I partecipanti, supportati da uno o più moderatori, parlano tra loro affrontando una discussione focalizzata
su specifico argomento inerente all’oggetto della ricerca. Il principale vantaggio di questo metodo è legato alla
possibilità di coinvolgere più persone che hanno un’esperienza diretta rispetto al tema della ricerca, sondando così
differenti punti di vista. Il focus group consente un’interazione tra i partecipanti che può rivelarsi produttiva, fornendo
approfondimenti utili a favorire la comprensione delle tematiche prese in considerazione.
N.B.: Un focus group non deve essere inteso come la condensazione nello spazio e nel tempo di un numero di interviste
discorsive pari al numero dei partecipanti. Il focus group non è infatti un’intervista in gruppo, una forma di intervista
nella quale ciascun partecipante risponde alle domande dell’intervistatore alla presenza degli altri convitati. Spesso è
difficile riunire i partecipanti, anche perché molti provano imbarazzo a intervenire in un incontro di discussione dove si
potrebbero condividere informazioni personali con sconosciuti (soprattutto su temi eticamente problematici o sensibili).
QUESTIONARIO
È uno strumento composto da domande strutturate, prevalentemente chiuse e con risposte precodificate.
Modo di rilevare informazioni interrogando direttamente i soggetti coinvolti nei fenomeni sociali studiati.
Utile per esplorare motivazioni, atteggiamenti, credenze, sentimenti, percezioni, aspettative.
Comporta la formulazione di domande attraverso una procedura standardizzata (a tutti i soggetti vengono poste le
stesse domande nella stessa formulazione).
Scelta di un campione rappresentativo: deve essere in grado di riprodurre su scala ridotta le caratteristiche dell’intera
popolazione oggetto di studio.
Questionario: scelta di privilegiare la ricerca di uniformità rispetto all’inseguimento dell’individualità («limitazione al
minimo comun denominatore»).
Nella sua versione classica è stampato su carta e compilato dall’intervistatore o dall’intervistato stesso, che per
rispondere seleziona (ad es. barrandole con una X) le modalità di risposta presenti.
Questionari online: a) inviati tramite posta elettronica; b) compilati attraverso un’apposita pagina web.
→ Limiti della domanda aperta:
- lunghezza delle espressioni
- mancanza di omogeneità negli interventi degli intervistatori
- difficoltà in fase di interpretazione e codifica delle risposte
→ Limiti della domanda chiusa:
- lascia fuori tutte le alternative di risposta