1. I FLUIDI E IL LORO MOVIMENTO
Un fluido è un corpo materiale che subisce variazioni - anche a seguito di forze di
minima entità - a causa della mobilità delle particelle che lo compongono. Le sue
deformazioni sono permanenti. Si distinguono in liquidi, che oppongono grande
resistenza alle variazioni di volume e sono poco comprimibili, e gas, che variano
facilmente il loro volume e sono molto comprimibili.
Nella meccanica dei fluidi, questi sono considerati dei sistemi rigorosamente continui
anche se sono per loro natura discontinui perché costituiti da molecole situate a grande
distanza tra loro. Ammettendo ciò, è possibile parlare di meccanica dei sistemi
continui di Eulero.
Esistono due tipi di forze che agiscono nei sistemi continui: le forze di massa e le forze
di superficie. Le forze di massa sono le forze esterne che si esercitano a distanza su
tutte le particelle del sistema in modo proporzionale alla loro massa. Le forze di
superficie sono quelle che agiscono sulla superficie di contorno del sistema continuo.
Di norma in meccanica dei fluidi si ha a che fare solo con sforzi normali di
compressione, che tendono ad avvicinare particelle vicine e che per questo motivo
vengono considerati positivi (al contrario della meccanica dei solidi in cui gli sforzi
normali di compressione sono negativi).
Il teorema del tetraedro di Cauchy afferma che lo sforzo agente in un punto su un
elemento di generica giacitura è una funzione lineare e omogenea degli sforzi agenti,
nel punto stesso, su tre qualsiasi giaciture mutuamente ortogonali. Il modulo dello
sforzo è chiamato pressione p e il suo valore è una funzione soltanto dei punti del
campo.
Si definisce peso specifico il prodotto tra la densità ρ e l’accelerazione di gravità g. La
densità e il peso specifico di un fluido sono funzioni sia della pressione p che della
temperatura θ, e infatti chiamiamo equazione caratteristica o equazione di stato del
fluido la seguente relazione:
I fluidi newtoniani sono quelli in cui la viscosità è costante per date condizioni di
temperatura, ed è cioè indipendente dagli sforzi tangenziali e normali. La viscosità è
una proprietà fisica del fluido che ne caratterizza il comportamento nei confronti delle
resistenze che si oppongono al moto, e spesso assume la forma più generale della
Legge di Newton:
I fluidi non newtoniani sono invece tutti quei fluidi in cui sforzi tangenziali e velocità di
deformazione angolare mostrano diverso comportamento, e quindi non sono più
rappresentati da una retta passante per l’origine. In generale, però, questi rispettano la
seguente equazione reologica:
e si distinguono in 3 classi:
- Fluidi a comportamento indipendente dal tempo,
suddivisi a loro volta in: fluidi alla Bingham, fluidi
pseudoplastici e fluidi dilatanti
- Fluidi a comportamento dipendente dal tempo,
suddivisi a loro volta in: fluidi tixotropici e fluidi reopectici
- Fluidi elastoviscosi
Esistono due tipi di regimi di movimento:
1. Il regime laminare può essere inteso come un moto in cui tutte le particelle che
passano per uno stesso punto percorrono la medesima traiettoria senza
mescolarsi con la traiettoria sottostante: il moto è dunque ordinato e avviene per
filetti paralleli senza scambi di massa e senza componenti della velocità
normali ai filetti. È un moto stabile alle perturbazioni.
2. Il regime turbolento nasce a seguito di irregolari fluttuazioni della velocità delle
singole particelle, che provoca un continuo scambio di massa da zona a zona
del campo di moto e in cui si sovrappongono un movimento di trasporto e un
movimento di agitazione.
2. STATICA DEI FLUIDI
Nei fluidi in quiete (equilibrio assoluto o relativo) le particelle non subiscono alcuno
spostamento relativo, e quindi gli sforzi interni non ammettono componenti
tangenziali e sono diretti normalmente all’elemento. In particolare vale che:
e di conseguenza
Quindi lo sforzo in un generico punto di un fluido in quiete ha un modulo indipendente
dall’orientamento passante per il punto stesso, che indicheremo come pressione p.
L’equazione indefinita della statica dei fluidi parte dal presupposto che su un
elemento infinitesimo di volume di un fluido agiscono sia le forze di massa (pari a ρF) e
sia le forze superficiali (pari a gradU, con U=potenziale). Dunque mettendo insieme le
due forze risultanti, per l’equilibrio del volume, si ottiene che:
da cui si deduce che:
- Le superfici equipotenziali (U=cost, gradU=0) sono anche superfici di uguale
pressione, ovvero superfici isobariche, e viceversa
- Le superfici equipotenziali sono anche superfici di uguale densità, ovvero
superfici isocore
L’equazione globale della statica dei fluidi si ottiene integrando l’equazione indefinita
in un volume finito W del fluido:
in cui il primo termine rappresenta il risultante delle forze di massa agenti sul fluido
occupato dal volume W, mentre il secondo termine indica il risultante di tutti gli
sforzi elementari agenti sui singoli elementi della superficie di contorno A.
Simbolicamente, l’equazione globale dell’equilibrio statico può essere scritta come:
La legge di Stevin qui di fianco, o equazione fondamentale della statica
dei fluidi pesanti e incomprimibili, sta ad indicare che a tutti i punti di un
fluido pesante incomprimibile in quiete compete la stessa quota
piezometrica. L’ipotesi è che il fluido sia incomprimibile, isotermo e
soggetto unicamente all’azione del campo gravitazionale.
Se A e B sono due punti qualsiasi giacenti su za e zb, il legame tra le pressioni diventa:
3. CINEMATICA DEI FLUIDI
Il campo di moto di un fluido può essere descritto da tre famiglie di linee:
- Le traiettorie, ovvero le linee dei punti successivamente
occupati dalle singole particelle fluide in moto. Queste linee
rappresentano una triplice infinità e le loro equazioni si
ricavano dalle componenti dello spostamento subito da una
particella in un generico istante.
- Le linee di corrente, o di flusso, ovvero la curva
tangente, in ciascuno dei suoi punti, al vettore
velocità in quel punto. Individuano le velocità nei
differenti punti del campo di moto. Per ogni punto del
campo del moto passa una sola linea di corrente.
- Le linee di emissione, o di fumo, ovvero il luogo dei punti occupati al generico
istante da tutte le particelle che successivamente passano per uno stesso punto.
Esistono diversi moti:
- Il moto permanente è caratterizzato da grandezze cinematiche indipendenti dal
tempo, in cui le tre componenti della velocità sono funzioni di x, y e z soltanto. Un
moto non permanente si dice vario.
- Il moto uniforme si ha quando la velocità è indipendente dal tempo e anche
invariabile da punto a punto del campo di moto. Nei moti uniformi le
caratteristiche del moto si mantengono identiche nei successivi punti di ogni
traiettoria.
- Il moto turbolento è caratterizzato dalla sovrapposizione di un moto di
agitazione al moto base di trasporto, e determina un movimento irregolare delle
particelle fluide che non contribuisce al loro spostamento
- Il moto piano è un movimento in cui il vettore velocità è ovunque
parallelo ad un piano P, e i vettori velocità dei punti situati su una
stessa perpendicolare al piano P sono uguali tra loro. Il campo delle
velocità è così definito:
L’equazione di continuità è un legame tra i caratteri cinematici del processo di moto e
la densità del fluido, e deriva dal principio di conservazione della massa.
L’equazione indefinita di continuità si dimostra a partire da un parallelepipedo
infinitesimo di lati dx, dy e dz, e con componenti della velocità u, v e w, e sfrutta il
principio di conservazione tra la massa entrante nell’intera superficie di contorno del
volume considerato e la massa uscente. Si ottiene dunque che:
o anche
Se il fluido in moto è incomprimibile e la sua densità è costante nel tempo e nello
spazio, l’equazione indefinita della continuità assume questa forma:
L’equazione globale di continuità si dimostra integrando la massa attraverso l’intera
superficie di contorno A nell’intervallo di tempo dt:
che è compensata da
Si ottiene quindi l’equazione globale di
continuità:
Applicando l’equazione di continuità alle correnti, ovvero ai moti in cui tutte le
traiettorie hanno la stessa direzione, e ipotizzando un fluido incomprimibile (p=cost), si
ha:
E se il moto è anche permanente si riduce alla condizione in cui la portata è costante
lungo tutta la corrente, oltre che nel tempo, ovvero che:
4. EQUAZIONI FONDAMENTALI DELLA DINAMICA DEI FLUIDI
La prima equazione indefinita del movimento si ottiene partendo dalla prima
equazione cardinale della dinamica applicata ad un fluido in movimento, in cui vale che:
dR=Adm, con dR=risultante delle forze agenti sulla massa
Questa risultante è costituita da due termini:
- la forza di massa che dipende dal campo in cui si trova il fluido, pari a
- la risultante degli sforzi trasmessi alla massa attraverso la superficie
La risultante degli sforzi agenti sulla superficie di contorno è pari a:
Quindi esplicitando la R dalla prima equazione si ottiene la prima
equazione indefinita del movimento:
A questa è associata la seconda equazione indefinita del
movimento, che è invece associata alla seconda equazione
cardinale della dinamica, l’equazione dei momenti:
Nel caso di un fluido perfetto, in cui le componenti tangenziali
degli sforzi sono nulle e le componenti normali degli sforzi sono uguali tra
loro, vale la seguente equazione indefinita di moto, chiamata anche
equazione di Eulero:
Dunque per un generico processo di movimento, si hanno:
- equazione di stato, che lega densità, stato di sforzo e temperatura
- equazione di continuità, che riflette il principio di conservazione della massa
- equazione indefinita del moto, che esprime le condizioni di equilibrio dinamico
L’equazione globale dell’equilibrio dinamico prende invece in considerazione tutte le
condizioni globali di movimento di un volume finito di fluido. Prendendo quindi un
volume finito W, per ogni elemento
infinitesimo dW vale la prima equazione
indefinita di movimento, che diventa
dunque:
Ma per il teorema di Green, la relazione tra integrali
di volume e integrali di superficie porta a scrivere che
il secondo termine è in realtà uguale a:
Che per il teorema del tetraedro di Cauchy corrisponde
a sua volta a:
L’equazione può quindi essere riscritt
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