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FUSTI MODIFICATI
Esistono diversi tipi di fusti modificati che vivono sotto terra, detti ipogei:
1. Rizoma (es. calla, felce) → Ha organi perennanti che rimangono silenti per tutto l’inverno e in
primavera buttano fuori i germogli. Il rizoma ha un fascio conduttore particolare, detto
perixilematico in quanto il legno circonda il libro.
2. Tubero (es. patata) → È costituito da circa il 99% da amido, quindi ha funzione di riserva. La
buccia della patata è uno strato molto sottile di sughero, che funge da isolamento termico e
impedisce la perdita di acqua, e si può mangiare.
3. Bulbo (es. cipolla) → È un germoglio verticale sotterraneo costituito principalmente dalle basi
allargate delle foglie modificate che trattengono l’acqua, dal girello e dalla parte aerea, che è
formata da foglie che formano anche il fiore.
Esistono diversi fusti modificati che vivono sopra la terra, detti epigei:
1. Stoloni (es. fragole) → Sono steli orizzontali che crescono lungo la superficie e consentono alla
pianta di riprodursi asessualmente, perché le piantine si formano ai nodi lungo ogni stolone.
Sono formati da parenchima clorofilliano e quindi appaiono verdi.
2. Cladodi (es. fico d’India, pungitopo) → Nelle piante che presentano cladodi, ovvero fusti a forma di
pala (rami piatti), le foglie sono a forma di spine per limitare la perdita di acqua e sono incapaci
di fare la fotosintesi. Il fusto di queste piante è verde ed è adibito alla fotosintesi. Nel pungitopo, le
“foglie” sono rami piatti, i cladodi, da cui nascono i fiori, mentre le foglie hanno forma di spina e si
trovano sul fondo del cladodo.
Lo sciroppo di ipecacuana è usato, sotto prescrizione medica, in caso di avvelenamento per le sue
proprietà ematiche (provoca vomito).
La Sanguinaria canadensis è usata per la produzione di colluttori perché ha effetto antibatterico a livello
locale.
La Curcuma longa ha attività antiossidante a livello circolatorio.
LA FOGLIA
Il termine foglia indica strutture omologhe che sono espressione di un solo organo estremamente
polimorfo. Comunemente per “foglia” si intendono i nomofilli, cioè un insieme di morfologie di foglie
sintetizzanti, ma esiste anche una grande varietà di foglie modificate, foglie particolari che hanno perso la
struttura tipica delle foglie fotosintetiche e che svolgono funzioni diverse da quella fotosintetica.
Foglie modificate:
● Catafilli / squame → Foglie che compongono i bulbi sotterranei (es. cipolle = bulbi). Sono ricche
di acqua e servono a conservare più acqua possibile. Il fusto della cipolla è la parte in basso, che è
coperta dalle foglie.
● Viticci / cirri → Utilizzate dalle piante per arrampicarsi o attaccarsi ai sostegni. Sono verdi quindi
fanno poca fotosintesi ma essendo piccoli non hanno superficie a sufficienza.
● Spine → Foglie che limitano la traspirazione (come nei cactus).
● Brattee → Termine generico che indica foglie annesse a fiori o infiorescenze e si applica alle
foglie che non hanno un nome e una funzione specifici.
● Foglie colorate → Hanno funzione vessillare (es. stella di Natale).
● Antofilli → Foglie che nel fiore hanno funzione di richiamo degli insetti impollinatori. Formano la
corolla (petali), che protegge gli organi riproduttori, e il calice (sepali, solitamente verdi), che
protegge la corolla.
● Sporofilli → Foglie fertili che sono divise in stami e carpelli (gineceo) e adempiono alla funzione
riproduttiva.
● Cotiledoni → Foglie embrionali che costituiscono il seme. Inizialmente proteggono l’embrione e,
dopo che il germoglio esce dal terreno, si trasformano in due foglie cotiledonarie che sono verdi per
fare la fotosintesi necessaria a far crescere le prime foglie fotosintetiche (a questo punto seccano e
si staccano). Nelle gimnosperme i cotiledoni sono numerosi (vedi foto slide 3).
Le foglie sono appendici laterali del fusto ad accrescimento definito, cioè non crescono oltre una certa
misura. Sono formate da tessuti adulti primari, prevalentemente parenchimatici clorofilliani, che
subiscono un rinnovo periodico. La forma è appiattita per garantire una maggior superficie
fotosintetica. Le foglie svolgono diverse funzioni: fotosintesi, traspirazione (grazie alla presenza di stomi) o
altre funzioni specifiche nelle foglie modificate (protezione, riserva, sostegno, vessillare, riproduttivo,
trappola).
La foglia è costituita da una base, che la unisce al fusto tramite il picciolo (non
sempre presente), dal picciolo, allungato e cilindrico, e dalla lamina / lembo,
la parte verde e funzionale. Le foglie che non possiedono il picciolo sono dette
foglie sessili, cioè che mancano di una parte.
Le foglie possono essere semplici / intere, cioè senza lobi o incisioni o con incisioni della lamina che non
raggiungono la metà della distanza tra la nervatura centrale e il contorno della foglia, o composte / non
intere, cioè con incisioni maggiori della distanza compresa tra la nervatura
centrale e il contorno. Le foglie composte possono essere imparipennate (numero
dispari di foglie) o panpennate (numero pari di foglie).
In questo caso abbiamo una foglia composta. Per distinguere una foglia composta da
una pianta con tante foglie si osserva il picciolo. Una foglia composta presenta le
foglioline, attaccate al rachide tramite il piccioletto.
Le foglie si distinguono anche in base alla forma (aghiforme, lanceolata, flabellata, vitiforme…), al margine
(palmata, ondulata, seghettata…) e all’apice.
Le foglie caulinari (amplessicauli = abbracciano il fusto: non hanno il picciolo e sono direttamente
attaccate al fusto) sono quelle attaccate al fusto; le foglie basali (rosetta = se sono riunite insieme nella
parte basale) si trovano nella parte più bassa; le foglie bratteali sono tutte le foglie che si trovano in
prossimità dell’infiorescenza. Le foglie si inseriscono sul fusto in due modi:
a. Le foglie con picciolo sono perpendicolari al fusto e parallele
al terreno (portamento plagiotropo). Hanno una nervatura
centrale più grande, formata da legno, libro e un po’ di tessuto
di sostegno, da cui dipartono nervature laterali più piccole: sono
dette retinervie in quanto le nervature formano una specie di
rete. Sono tipiche delle angiosperme dicotiledoni.
b. Le foglie che non hanno il picciolo e si attaccano direttamente
al fusto sono parallele al fusto e perpendicolari al terreno
(portamento ortotropo), ma si ripiegano a causa della loro
lunghezza. Hanno una nervatura centrale più grande e altre
nervature più piccole parallele alle altre: sono dette
parallelinervie e sono tipiche delle angiosperme
monocotiledoni.
Il portamento, ovvero la posizione rispetto al terreno, delle foglie è una caratteristica importante dal punto
di vista anatomico per l’esposizione alla luce. Le foglie ortotrope sono colpite dall’esposizione luminosa
da entrambe le parti e quindi è maggiormente esposta, mentre le foglie plagiotrope sono molto esposte
alla luce solo da un lato, mentre l’altro lato è esposto solo alla poca luce riflessa (risulta anche più chiara).
Il plastocrone è il tempo che intercorre tra la formazione di due successive bozze fogliari.
La fillotassi è la scienza che studia la distribuzione fogliare sul fusto, che ha dimostrato che la
distribuzione non è casuale ma fatta in modo tale che le foglie abbiano tutte la stessa possibilità di essere
esposte alla luce. I primordi fogliari vengono prodotti secondo una precisa
sequenza temporale e distribuzione per evitare il reciproco
ombreggiamento.
Sulla base di questo studio la disposizione può essere alternata (una foglia
per nodo), opposta (due foglie per nodo), verticellata (molte foglie per nodo,
disposte intorno al centro).
La maggior parte della struttura della foglia è formata da tessuto parenchimatico clorofilliano, ma sono
presenti anche il tessuto conduttore, che forma le nervature, e il tessuto di rivestimento (epidermide).
Dal punto di vista anatomico esistono tre tipologie fogliari:
● Foglia dorso-ventrale / bifacciale → Si trova nelle angiosperme dicotiledoni.
● Foglia isolaterale / equifacciale → Si trova nelle angiosperme monocotiledoni.
● Foglia aciculare → Si trova nelle gimnosperme.
Ai fini dell’esame è utile specificare che la sezione è di una foglia in struttura primaria e che non andrà mai
in struttura secondaria.
La foglia dorso-ventrale presenta una faccia superiore (adassiale) di
colore verde scuro e una faccia inferiore (abassiale) di colore verde
chiaro, diverse dal punto di vista della colorazione perché nella faccia
superiore vi è un contenuto di cloroplasti molto elevato in quanto la
maggior parte della fotosintesi è svolta dalla faccia superiore. Per studiare
la foglia nel modo completo effettuo un taglio trasversale perpendicolare
alla nervatura principale ma un po’ più in alto rispetto al picciolo. La
pagina superiore è costituita da un’epidermide rivestita di uno strato di
cutina, sostanza lipofila che limita la perdita di acqua. Gli stomi sono
presenti solo nella pagina inferiore perché essa non è soggetta ad irraggiamento diretto. Il mesofillo,
ovvero la parte compresa tra le due epidermidi, è costituito da parenchima clorofilliano: quello rivolto
verso l’epidermide superiore è a palizzata, mentre quello rivolto verso l’epidermide inferiore è lacunoso.
La parte interna delle nervature è formata da legno, rivolto verso la pagina superiore perché porta la linfa
grezza che viene elaborata dalla fotosintesi svolta nella parte superiore, e libro, rivolto verso la pagina
inferiore. Sezione slide 28 → Foglia dorso-ventrale dell’oleandro. La sezione è stata
fatta vicino all’apice della foglia quindi le nervature laterali sembrano parallele
e la nervatura centrale non c’è più. Si riconoscono il parenchima a palizzata
e lacunare e la cuticola. L’epidermide superiore è pluristratificata perché la
foglia è in un ambiente molto esposto al sole. Gli stomi sono visibili
all’interno di rientranze dell’epidermide (cripte stomatiche, ricche di peli di
protezione) per ridurre ulteriormente la perdita di acqua.
Sezione slide 29 (mai data all’esame) → Foglia
dorso-trasversale del lauroceraso (spesso usato nelle
siepi). Si vedono due nervature parallele quindi la sezione è
stata fatta in una porzione laterale. La cuticola è
trasparente e poco visibile perché la foglia si trova in
ambienti non così caldi. Si osservano il parenchima a
palizzata e il parenchima lacunoso. Gli stomi sono puntini
scuri nell’epidermide inferiore.
Se