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I fattori di trascrizione possono essere:
● Generici: riconoscono il promotore basale e gli elementi d’inizio, quindi la TATA box. Si legano in
sequenza e sono chiamati TFII (trascription factor e II sta per polimerasi 2) e dopo essersi legati alla
polimerasi creano il complesso di inizio trascrizione. I fattori si legano in sequenza:
1. TFDII: è formato da TBP ovvero tata box binding protein e da 11 proteine chiamate TAFs.
2. TFIIB e TFIIA: si legano a TFDII.
3. TFIIF: che recluta la polimerasi II.
4. TFIIH e TFIIJ: che hanno un attività chinasica e comportano la fosforilazione del CTD della
subunità L→ segna l’inizio della trascrizione.
● Specifici: sono più di 2000 e hanno 2 domini.
1. Sito di riconoscimento: si lega al DNA in una specifica sequenza nucleotidica.
2. Sito di attivazione: si lega al complesso di inizio trascrizione.
Elementi di risposta→ i fattori di trascrizione specifici hanno un elemento di risposta che in generale indica una
specifica sequenza nucleotidica a cui si lega un determinato attivatore. Questi fattori agiscono facendo
aumentare l'efficienza con cui l’apparato basale si lega al promotore perciò aumentano la frequenza della
trascrizione. Due elementi di risposta importanti sono:
● GRE: elemento di risposta ai glucocorticoidi, essa è una sequenza riconosciuta dai recettori dei
glucocorticoidi.
● SRE: elemento di risposta al siero, è una sequenza riconosciuta dai fattori di trascrizione che attivano i
geni coinvolti nella proliferazione cellulare.
Enhancer→ sono importanti per la regolazione della trascrizione genica e sono sequenze nucleotidiche brevi e
conosciute. Possono trovarsi in varie zone del gene e diventano funzionali quando si legano a loro i fattori di
trascrizione specifici, che vengono anche chiamati attivatori in quanto possono incrementare l’efficacia di
trascrizione di 100 volte. 36
Coattivatori→media fra i fattori di trascrizione specifici e il complesso di trascrizione. Il coattivatore non si lega
direttamente al DNA ma costituisce un mezzo di connessione fra l’apparato basale e i fattori di trascrizione
specifici. La connessione consiste in legami non covalenti tra le subunità proteiche. I coattivatori possono
essere considerati a loro volta fattori di trascrizione.
Geni non regolati trascrizionalmente: vengono detti geni housekeeping e sono geni che vengono sempre
espressi e non sono soggetti a regolazione. Sono trascritti in tutte le cellule e in ogni memento della loro vita e
codificano le proteine necessarie per le attività basali.
Geni regolati trascrizionalmente: possono essere:
● Geni inducibili: la loro espressione è regolata in modo da attivarsi esclusivamente a seguito di specifici
stimoli. Un esempio è il gene heat-shock: quando la cellula è esposta ad alte temperature molte
proteine hanno difficoltà ad assumere la corretta conformazione; la presenza di proteine con la
conformazione non corretta induce la risposta consistente nell l'induzione della trascrizione di geni
heat-shock. Questi geni codificano proteine dette chaperonine che aiutano le proteine ad assumere la
corretta struttura terziaria, inoltre proteggono la proteina da interazioni inappropriate e asistono il
processo di ripiegamento. Questi geni hanno una o più sequenze dette elemento di risposta allo shock
da calore che può essere localizzato in un enhancer o nel promotore. A questi geni si lega uno
specifico attivatore detto HSF ovvero heat shock factor che è indotto dallo shock termico e dalla
trascrizione del gene, quando HSF si lega la trascrizione del gene heat-shock viene attivata.
● Geni tessuto-specifici: guidano le cellule nella specializzazione verso i diversi tipi cellulari quindi sono
espressi solo in alcuni tessuti.
Regolazione dell’espressione genica
Può avvenire attraverso due processi:
● Modificazione chimica degli istoni: gli istoni sono proteine ricche di aminoacido lisina.
Acetilazione: gli istoni subiscono un processo di acetilazione, ovvero viene aggiunto un gruppo
➔ acetile attraverso l’enzima acetil-transferasi a livello delle lisine. L’acetile è donato
dall’acetil-CoA. L’acetilazione degli istoni annulla la carica positiva e questo riduce l’interazione
fra istoni e DNA, quindi questo favorisce l'eccesso dei fattori di trascrizione. Può essere
acetilata anche la cromatina che si apre e diventa trascrizionalmente attiva. Le modifiche
avvengono soprattutto all’estremità N-terminale degli istoni. Quindi l’acetilazione è associata
all’attivazione genica, è importante dire che avviene su alcune lisine delle code N-terminai di H3
e H4. 37
● Metilazione delle isole CpG: la metilazione è un altro tipo di modifica degli istoni ed è associata sia
all'attivazione che alla repressione genica. Quando viene metilato H3 si ha un'associazione con i geni
attivi, mentre quando viene metilato H4 si ha un'associazione con i geni silenti; mentre la metilazione
dell’arginina implica solo l’attivazione della trascrizione. Le isole CpG sono regioni genomiche che
contengono un'elevata densità di siti CpG (sono dei siti dove una C è vicino ad una G). Si tratta di una
modifica a livello del DNA infatti esso viene metilato attraverso l’enzima DNA metil-transferasi che
aggiunge un metile alla citosina in posizione 5. In particolare quando vengono metilate le isole CpG si
ha una conseguenza sul gene che diventa trascrizionalmente respresso. Il processo di metilazione è
molto delicato perchè un errore potrebbe causare la nascita di un tumore per questo sono anche
importanti gli inibitori dell’enzima DNA metil-transferasi. Essi vengono anche usati per il trattamento di
leucemie e promuovono l'attivazione di geni oncosoppressori e stimolano le cellule immunitarie in modo
che vadano a secernere citochine che esercitano effetti citotossici.
La maturazione del mRNA
L’mRNA appena sintetizzato forma il trascritto primario e negli eucarioti va incontro a maturazione. Questo
processo serve per produrre un mRNA pronto per la traduzione.
Le fasi di questo processo sono:
1. Capping al 5’: si forma un cap fi 7-metil-guanina che forma un legame 5’-5’ e rende l’mRNA più
resistente e lo fa riconoscere come mRNA da tradurre.
2. Coda poli A al 3’: viene aggiunta una coda di A con lunghezza variabile a 3’. Viene aggiunta
grazie all’enzima poli A polimerasi che riconosce uno specifico segnale sull’mRNA. Taglia il
filamento e a valle di tale segnale attacca la coda di A. Protegge l’mRNA dall’attacco della
nucleasi.
3. Splicing: rimuove gli introni prima che entrino nel citoplasma. Avviene mediante l’intervento di
ribonucleoproteine che riconoscono i siti di taglio. I siti importanti per la rimozione dell’introne
sono: al 5’ dell’introne ovvero al sito donatore GU, al 3’ dell’introne quindi nel sito accettore AG
e al punto di ramificazione detto branch site dove si trova l’adenina.
Esoni: parte del DNA codificante.
Introni: parte non codificante (sono la maggioranza) 38
Splicing alternativo→ processo che consente di ottenere molecole di mRNA maturo differenti partendo dallo
stesso trascritto primario. Quindi ci sono 3 isoforme proteiche a partire dallo stesso gene e di solito l’isoforma
generata da slicing normale è quella più frequente. Un esempio di splicing alternativo è quello dell’mRNA della
tropomiosina (si trova nel muscolo scheletrico e si lega con l’actina, negli altri tessuti fa parte del citoscheletro)
che ha 5 isoforme. Alcune specifiche isoforme possono essere prevalenti in un determinato tessuto.
Traduzione da mRNA a proteine
I protagonisti sono l’mRNA, il ribosoma e il tRNA attivato quindi che porta l’amino-acil tRNA.
Il codice genetico
Il codice genetico converte linguaggio nucleotidico in amminoacidi. Il codice genetico è diviso in codoni, ovvero
triplette nucleotidiche. 1 codone= 1 amminoacido. L’mRNA porta un messaggio, il tRNA lo traduce e i ribosomi
costruiscono la proteina. Il codone di inizio traduzione è sempre AUG, mentre il codone di stop può essere
UAA, UAG e UGA.
Quindi il codice genetico è formato da codoni ed è degenerato, ovvero che ci sono 64 triplette e un
amminoacido può essere tradotto da 1 o più triplette. Inoltre il codice genetico è universale e continuo.
Quindi le proprietà del codice genetico sono:
● È formato da codoni: sono triplette nucleotidiche.
● È degenerato: i codoni sono sinonimi, tutti tranne la metionina e il triptofano.
● Ha dei segnali di inizio (AUG) e di stop.
● È universale.
● È continuo: nessun nucleotide viene saltato. 39
Ci sono due enzimi importanti che agiscono nel processo di traduzione:
● l’amminoacil-tRNA: enzima che catalizza e attacca il tRNA e richiede ATP. Trasporta l’amminoacido al
suo corrispondente anticodone, che è complementare al codone dell’mRNA, a seconda dell’anticodone
ogni tRNA viene caricato con uno specifico amminoacido. Richiede ATP, infatti agisce in una fase detta
fase ATP.dipendente della traduzione.
● amminoacil-tRNA sintasi: è l’enzima che catalizza l’attacco dell’amminoacido al tRNA, è un enzima che
richiede ATP e ne esistono due classi. Nella prima classe sono enzimi monomerici e trasferiscono
l’amminoacido sul 2’OH del ribosio terminale. Mentre la seconda classe trasferisce l’amminoacido sul
3’OH del ribosio terminale. Inoltre le cellule contengono un amminoacil.tRNA Sintasi per ogni
amminoacido da caricare sullo specifico tRNA.
La formazione del ribosoma completo si forma in seguito all’identificazione del codone di inizio che porta
all’attività GTPasica che favorisce la dissociazione dei vari fattori di traduzione e l’aggancio della subunità
maggiore del ribosoma. Quando il ribosoma è completo ci sono 3 siti:
● Sito P: peptidico.
● Sito A: amminoacilico.
● Sito E: di uscita
È proprio nel ribosoma che si forma il legame peptidico che avviene ad opera della peptidil-transferasi. Il
processo inizia con l’ingresso del tRNA nel sito A dove si ha la formazione del legame a cui seguirà lo
scorrimento in avanti dell’mRNA e l’uscita dal sito P del tRNA che ha lasciato l’amminoacido. La subunità
maggiore del ribosoma è il centro peptidil-transferasi. 40
Le fasi della traduzione
L’inizio, l’allungamento e la terminazione rientrano nella fase GTP-dipendente
1. Inizio: la subunità maggiore e minore del ribosoma si uniscono attorno al filamento di mRNA.
2. Allungamento: nel ribosoma entra il tRNA.
3. Fine: esce la catena polipeptidica.
La traduzione va da 5’ a 3’
Polisoma: una m