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Il volume respiratorio e i suoi componenti

Il volume corrente corrisponde a 500 ml e rappresenta la quantità di aria che viene inspirata ed espirata durante una normale respirazione. Alla fine di una normale espirazione, il volume polmonare è di 2200 ml. Durante un atto respiratorio, portiamo il volume a 2700 ml, ma non riempiamo completamente i polmoni. Il volume ulteriore sale a 5700 ml durante un'inspirazione massimale e questi 3000 ml aggiuntivi corrispondono al volume di riserva inspiratoria.

Normalmente espiriamo 0,5 l di aria, ma possiamo espirare altri 1000 ml, ovvero il volume di riserva espiratoria, e scendere a 1200 ml, che rappresenta il volume residuo.

Dopo l'espirazione, l'ultima parte di aria rimane nel sistema di conduzione. Quando iniziamo una nuova espirazione, mandiamo giù questa aria nelle vie di conduzione e poi proseguiamo e introduciamo aria fresca. Il sistema non ha un rendimento del 100%, quindi mandiamo giù anche l'aria già inspirata in precedenza. L'aria presente nella zona di conduzione è chiamata spazio morto anatomico e corrisponde a 150 ml. Quindi, inspiriamo 500 ml di aria, di cui 150 ml sono già presenti nel sistema di conduzione.

quindi abbiamo un mix di pressioni parziali e la percentuale di O₂ è minore rispetto a quella dell'aria. L'aria alveolare si carica di CO₂.
P (mmHg) P (mmHg) P (mmHg)
N₂ 600 563 573
O₂ 160 150 100
CO₂ 0,3 0,3 40
H₂O 0 47 47
Totale 760 760 760
Iperpnea: un aumento della ventilazione per rispondere all'aumento di richiesta metabolica del corpo. Dispnea: respirazione difficoltosa. Apnea: cessazione temporanea della respirazione. Tachipnea: respirazione rapida e superficiale. Iperventilazione: condizione nella quale la ventilazione supera le richieste metaboliche, provoca una diminuzione di CO₂ e non aumento di O₂, la CO₂ dà stimolo ad ispirare. Ipoventilazione: condizione nella quale la ventilazione è insufficiente rispetto alle richieste metaboliche. Ipossia: carenza di ossigeno nel corpo. Ipossiemia: carenza di ossigeno nel sangue. Ipercapnia: eccesso di anidride carbonica.nel sangue. Ipocapnia: carenza di anidride carbonica nel sangue. Solubilità dei gas in fase acquosa Il sistema di ricambio dell'aria non ha grande efficienza, l'ossigeno per passare nel sangue deve sciogliersi nella fase acquosa. Se mettiamo in un recipiente una quantità di acqua senza ossigeno e sopra applichiamo una pressione di 100 mmHg di ossigeno e aspettiamo, l'ossigeno sopra il pelo del liquido entra nel liquido e si scioglie nell'acqua fino a quando si realizza equilibrio, abbiamo 0,15 mmoli/L, l'ossigeno è in concentrazione modesta rispetto alla concentrazione di ossigeno nell'aria sovrastante → l'ossigeno si scioglie poco nell'acqua. Faccio lo stesso esperimento per CO2 e ho una concentrazione di 3 mmoli/l → molto più solubile. Pressioni parziali I gas si muovono sottoposti a un gradiente pressorio → da maggiore pressione a minore pressione. L'aria atmosferica ha 760 mmHg, l'ossigeno

Il sangue arterioso ha una pressione parziale di 160 mmHg e una CO di 0,3 mmHg. Quando arriviamo negli alveoli la situazione è diversa, l'aria si mescola con l'aria nello spazio morto, l'efficienza di ventilazione è bassa, perché 150 ml di aria viziata rimangono in coda nel sistema di conduzione, quando inizia l'inspirazione inspiriamo aria fresca. Negli alveoli abbiamo 100 mmHg per l'ossigeno e 40 mmHg di CO. Il sangue venoso è povero di O2 (40 mmHg) e ricco di CO2 (46 mmHg), il gradiente spinge O2 a passare da alveoli a sangue e la CO2 da sangue ad alveolo. Lo scambio è al 100% e abbiamo O2 a 100 mmHg e CO2 a 40 mmHg. Il sangue fa tutto il suo percorso, torna al cuore sinistro ed è pompato nella grande circolazione. Nei tessuti periferici avviene il metabolismo, si brucia glucosio e viene trasformato in acqua e CO2 (acidità aumentata leggermente). Nei tessuti ho una pressione parziale di O2 minore di 40 mmHg e di CO2 minore di 46.

mmHg (a seconda dell'intensità di metabolismo), il sangue torna agli alveoli con queste pressioni parziali.

Quantità di gas

In una respirazione tranquilla il volume corrente è circa 0,5 l, normalmente facciamo 12 atti di respiro al minuto quindi pompiamo 6l al minuto, ai quali dobbiamo sottrarre lo spazio morto respiratorio: 150ml x 12, quindi respiriamo in termini di aria fresca 4,2 l al minuto. Di questi 4,2l 882 ml di O2, ma solo 250 ml passano nel sangue. Emettiamo circa 200 ml al minuto di CO2, che dipende dal tipo di alimentazione che abbiamo, la combustione di molecole che contengono carbonio e idrogeno porta a una quantità variabile di CO2 e acqua.

Il rapporto tra CO2 espirata e O2 inspirato va a fornire una misura detta quoziente respiratorio. A riposo in condizioni fisiologiche avremo circa 200/250 e quindi un quoziente di circa 0,8. Il sangue refluo porta ai polmoni 750 ml al minuto di ossigeno ai quali si aggiungono i 250 ml che inspiriamo.

quindi il sangue ogni minuto se ne va via dai polmoni con 1000 ml al minuto. La CO torna ai polmoni in quantità maggiore dell'O, arrivano 2700 ml al minuto, di questi solo 200 ml vengono emessi con la respirazione, quindi 2500 ml se ne vanno con il sangue. In periferia il sangue arriva con 1000 ml al minuto di O, ne cede 250 ml e torna con 750 ml. La CO assume 200 ml e se ne va con 2700 ml. Possiamo migliorare la ventilazione aumentando la quantità di aria che scambiamo, aumentando la frequenza e la profondità degli atti respiratori. Dai 100 mmHg normali possiamo arrivare a 120 mmHg, ma 150 ml di aria stanno sempre nello spazio morto respiratorio. Con una respirazione diminuita si ha una caduta della pressione parziale di O. Una ipoventilazione vede la curva di CO aumentare la pendenza. Trasporto ossigeno: Abbiamo 100 mmHg di O che passano dall'alveolo (gas) nella fase liquida (sangue), l'ossigeno ha scarsa solubilità in acqua, nel plasma l'O.

è inferiore al 2%, la maggior parte (98%) è associato a emoglobina. La poca solubilità è indispensabile perchè prima di arrivare all’emoglobina deve superare la membrana che c’è tra parete alveolare e capillare, deve entrare nel plasma e sciogliersi per raggiungere i globuli rossi. A livello periferico avviene la stessa cosa, l'ossigeno passa ed esce. Sono reazioni di equilibrio. Quando l'equilibrio si sposta, viene riequilibrato. Ogni emoglobina associa 4 ossigeni (ossiemoglobina), l’emoglobina è satura quando la pressione di ossigeno è 100 mmHg (adattamenti biologici) → curva asintotica, anche se aumenta la pressione parziale l’emoglobina non ne trasporta più. L'emoglobina carica scende al 75 % in periferia. La curva può essere modulata, a seconda delle situazioni possiamo avere che la curva si sposta a sinistra o a destra. Quando la pressione parziale è 40 mmHg, la

La saturazione dell'emoglobina è 75%, se si sposta a sinistra la saturazione sale all'80% (affinità aumentata), se la curva si sposta a destra la saturazione scende intorno al 40% (minore affinità).

I fattori che possono far spostare la curva sono ad esempio la temperatura corporea, 37°C la curva è normale, una diminuzione della temperatura sposta la curva a sinistra, se la temperatura sale la curva va a destra. I tessuti più freddi sono quelli che hanno un metabolismo più basso, non è opportuno che l'emoglobina lasci tanto ossigeno, se sono a temperatura più alta il metabolismo è accentuato e serve più ossigeno.

La curva si modifica anche in funzione del pH, a pH fisiologico (7.4) ho la curva normale, se il pH sale si sposta a sinistra, se il pH scende va verso destra.

Il metabolismo produce CO che in parte si combina con acqua a formare acido carbonico che è debole e si dissocia liberando protoni.

una quantità aumentata di CO2 porta a una maggiore acidificazione dei tessuti, quindi abbiamo bisogno di più ossigeno → a pH diminuito ho una diminuita affinità. L'emoglobina fetale è diversa da quella dell'adulto, ha una curva spostata a sinistra → maggiore affinità, l'ossigeno è favorito dal passare dall'emoglobina materna a quella fetale (meno pericolo che il feto vada in anossia). Trasporto anidride carbonica Prima di arrivare agli eritrociti deve sciogliersi nel plasma, essendo più solubile il 7% è trasportato in fase acquosa. Il 20% attraversa membrana globuli rossi e si lega all'emoglobina, che in presenza di CO2 cede più facilmente ossigeno, si forma carboemoglobina. Si combina facilmente con acqua e si forma H2CO3 e si dissocia subito (anidrasi carbonica) in ione bicarbonato e H+, il protone viene tamponato dall'emoglobina, lo ione bicarbonato è in grandequantità di anidride carbonica viene trasportata meno anidride carbonica con una pressione di ossigeno di 0.

pressione di ossigeno di 100 mmHg.

Sistema sensoriale

Nel glomo carotideo abbiamo recettori che inviano info al SNC a livello del bulbo. Abbiamo recettori direttamente nel SNC che sentono anche la pressione parziale di CO2 in maniera indiretta perché la CO2 non passa nel SN, nei vasi il bicarbonato si dissocia in ione e protone, il protone acidifica il liquido cerebrospinale → viene misurata l’acidità da chemocettori nel tessuto nervoso.

Se manca aria aumentiamo il ritmo degli atti respiratori e la quantità di aria inspirata → la ventilazione aumenta.

La pressione di ossigeno arteriosa influenza la ventilazione in funzione della quantità di ossigeno nelle arterie, se ci trovassimo a pressione di ossigeno arteriosa più bassa via via che ci spostiamo a destra la curva sale → maggiore ventilazione indotta. Nel range fisiologico la curva è poco pendente, quindi variazioni di ossigeno all’interno degli alveoli producono modeste

variazioni nello stimolo a respirare →se ci
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A.A. 2021-2022
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SSD Scienze biologiche BIO/09 Fisiologia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher veronica.casarotto di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Fisiologia umana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Formenti Alessandro.