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Struttura della teoria dell'evoluzione
Innanzitutto, dobbiamo chiederci se parliamo di una o più teorie: oggi come oggi si parla di teoria singolare poiché le varie proposte di teorie specifiche che ci sono state negli anni sono sostanzialmente degli aspetti particolari di quella darwiniana (neolamarckiana, mutazionista, ortogenetica).
La teoria dell'evoluzione è una teoria crescita su sé stessa, pezzo per pezzo, che parte da: un nucleo centrale corrispondente ai contenuti della teoria originale darwiniana, poi ha un guscio della sintesi moderna ed una corona esterna per l'ampliamento della teoria, la nuova sintesi estesa, che comprende diversi aspetti non ancora tutti accettati completamente.
Al CENTRO DELLA TEORIA ci sono VARIAZIONE, EREDITARIETÀ e SELEZIONE NATURALE, che sostanzialmente sono il nucleo della teoria darwiniana: il punto di forza delle idee darwiniane è che vanno a spiegare la teoria, ma non precisando
Strettamente come avviene nella realtà, Darwin ha presupposto la parentela di tutte le specie e l'ereditarietà tra le generazioni delle proprie caratteristiche, senza andare a descrivere come questa ereditarietà potesse avvenire e ciò ha permesso che la teoria rimanesse valida quando è stato scoperto con Mendel, la genetica e il DNA. Ciò ha permesso che il concetto base della teoria sia rimasto valido anche oggi.
La teoria darwiniana dice che le specie cambiano nel tempo e le dimensioni del cambiamento possono essere:
- anagenesi: una specie si modifica a tal punto da diventare una nuova
- cladogenesi: si moltiplicano le specie, si ha la separazione di alcuni individui dalla base che speciano, mantenendo comunque la specie di partenza
Il motore del cambiamento è la selezione naturale: a causa della variabilità individuale degli organismi di una specie, si ha una selezione di alcuni individui per determinate caratteristiche.
Rispetto all'ambiente in cui vivono e ad altri organismi con cui interagiscono, la selezione naturale sostanzialmente significa che individui con caratteristiche diverse contribuiscono in misura diversa alla generazione successiva.
Nel momento in cui passiamo da un'idea fissista ad una naturalistica, non dobbiamo banalizzare il prodotto finale: dobbiamo considerare tutte le forze in gioco e le modifiche che hanno potuto portare a quella determinata forma e adattamento.
Esempi di adattamento: il bivalve Lampsilis reeveiana ha un margine del mantello che somiglia ad un pesce ed è un bivalve unionide che vive in acqua dolce. Dato che si nutrono per filtrazione, devono spendere molta energia per eliminare l'acqua che entra per osmosi. In più, dato che hanno sviluppo indiretto, la larva glochidium planctonica deve trovare un sistema per non farsi trasportare dalla corrente. Le valve della larva hanno degli uncini dentati che gli permettono di ancorarsi.
alle branchie di pesci: non sono parassiti, ma si legano per beneficiare dell'ossigeno e dell'ancoraggio. Il pesce viene ingannato dalla forma del mantello del bivalve adulto e, quando si avvicina, il bivalve rilascia le larve che si attaccheranno alle branchie. Il pesce rimarrà nella zona perché dotato di nuoto attivo e non pelagico come la larva, e si avrà il mantenimento della popolazione di bivalvi nella stessa area. Piante carnivore (Pinguicola moranensis, Dionaea muscipula): dato che vivono generalmente in ambienti acidi in cui mancano sostanze azotate, queste sostanze vengono ricavate dalla cattura di animali, tramite secrezioni appiccicose e digestive. Diversi gruppi di piante hanno evoluto una strategia comune in modo indipendente. Il fatto che siano presenti degli adattamenti anche nelle piante, oltre che negli animali che sono immobili, rappresenta un punto a favore della teoria darwiniana rispetto a quella lamarckiana: anche se nonc'è l'intenzionalità nell'azione nell'obiettivo (giraffa) comunque gli organismi mostrano strategie per affrontare l'ambiente. L'ADATTAMENTO si riferisce ad un carattere o ad una struttura di un organismo, come tratto adattativo (esempi sopra); ma può essere inteso anche come un processo adattativo, come cambiamento evolutivo che va nella direzione di un adattamento. Riferendosi ai caratteri/tratti adattativi, esistono due accezioni diverse:
- accezione astorica: nessun riferimento alla storia evolutiva. Un adattamento è una caratteristica di un organismo che gli conferisce una certa idoneità a sopravvivere e riprodursi nel suo ambiente: è comodo avere un collo lungo per mangiare le fronde degli alberi nella savana. Non prendiamo in considerazione la storia evolutiva del carattere, ma si valuta semplicemente se al tratto che pensiamo sia adattativo è effettivamente collegato una maggiore fitness.
Raccordo che si trovano in architettura quando da una base quadrata si passa ad uno spazio a sezione circolare più piccola, come una cupola. Nella basilica di San Marco 4 pennacchi sorreggono una cupola e ognuno porta l'immagine di un evangelista: si potrebbe pensare che i pennacchi siano necessari al supporto della cupola e dato che c'è viene usata per i dipinti. Nel Candido di Voltaire, in ottica panglossiana, vediamo i nasi che sono adatti perfettamente per supportare gli occhiali, così come le gambe sono perfette per i pantaloni e infatti li troviamo e li usiamo questo articolo non prova a nulla, ma fa una critica ad osservare le cose scientificamente, a non ricorrere alle just-so stories, ma piuttosto cercare dati ed argomentazioni che spiegano come si è arrivati ai tratti odierni. Non tutti i caratteri sono adattamenti.
CONSEGUENZE A LEGGI CHIMICO-FISICHE. Il sangue dei mammiferi è rosso poiché è composto da globuli rossi.
isola, perché è il risultato di adattamenti casuali che si sono verificati nel corso del tempo. Alcune isole possono avere un ambiente con più predatori, quindi le testuggini sviluppano un carapace più spesso e resistente per proteggersi. Altre isole possono avere una maggiore disponibilità di cibo, quindi le testuggini sviluppano un carapace più leggero per facilitare il movimento. Questi adattamenti casuali vengono poi trasmessi alle generazioni successive attraverso la selezione naturale. In conclusione, gli adattamenti negli organismi sono il risultato di processi evolutivi che si sono verificati nel corso di milioni di anni. Sono il risultato di mutazioni casuali che conferiscono un vantaggio sopravvivenza agli organismi in determinati ambienti. Gli organismi si adattano al loro ambiente per sopravvivere e riprodursi con successo.isola manon perché sono adattamenti a caratteristiche diverse delle isole; sono derivati solamente da derivagenetica: è la stessa specie presente in isole diverse e quelle che c'erano e avevano un carapace così sono rimaste tali.
Esistono cinque specie di rinoceronti: alcune specie hanno un corno altre due, ma non perché dianocaratteristiche diverse.
• EVOLUTI PERCHÉ CORRELATI AD UN'ALTRA CARATTERISTICA ADATTATIVA. Lo strabismo dideterminati gatti è legato al gene che controlla la forma del chiasma ottimo, ma è lo stesso gene checontrolla la pigmentazione della melanina e permette che abbiamo le estremità del corpo scure(orecchie, muso, zampe) il recupero di radiazione termica in parti del corpo che disperdono moltoè utile e adattativo; ma dato che lo stesso gene è legato anche al chiasma ottico porta pure lostrabismo assieme al colore. Attenzione però vincoli di sviluppo in un gruppo
Essere vincoli in un altro momento, così come vincoli odierni potrebbero non esserlo.