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PRINCIPIO DEL PNEUMATICO
Con il principio del pneumatico si realizzano oggetti mediante involucri, resistenti a trazione e dotati di
tenuta, da assoggettare alla pressione di aria insufflata che garantisce la dovuta rigidità all’oggetto
stesso. Strutture che senza soluzione di continuità si attaccano a terra e utilizzano l’aria come
materiale per mantenere la forma dell’elemento costruttivo.
Bisogna fare una distinzione tra soluzioni che
prevedono un’area all’interno agibile (piscine) e
soluzioni che prevedono una camera d’aria ma lo
spazio sottostante non è pressurizzato. Nel primo
caso lo spazio pressurizzato, prevede che l’aria non
debba uscire dal sistema. Il sistema pneumatico
generalmente viene controventato da cavi che hanno
la funzione di stabilizzatori del sistema. Sono
removibili, per questo gli attacchi a terra non sono
fissi.
Una cupola è tanto stabile una volta terminata quanto instabile in fase
costruttiva. L' architetto Dante Bini progetta una casa negli anni '70
sperimentando con grande successo la tecnica "binishell", con la quale è
possibile costruire cupole in calcestruzzo in pochissimo tempo e in maniera
ottimale per mezzo del seguente processo costruttivo:
• gettata di una soletta circolare
• sovrapposizione di teloni aerostatici sulla soletta di base
• gettata di cemento uniformemente sui teloni
• copertura con ulteriore telone
• gonfiamento dei teloni aerostatici
• asciugatura e rifinitura
l’armatura della soletta è caratterizzata da un sistema “a molla”. Una volta che viene insufflata l’aria le
armature si tendono. In questo modo si sono realizzate molteplici strutture a igloo.
Ancoraggio della struttura:
• Se la struttura non è removibile posso creare un cordolo di
calcestruzzo per evitare perdite di area che rimane
“estradossato” su tutto il perimetro della struttura.
• Se la struttura è removibile invece l’ancoraggio viene fatto
tramite piatti e piatti a L, altrimenti (se deve essere
completamente removibile) utilizzo una sorta di “tasca” di
acqua nel terreno con tiranti e puntelli.
L’ancoraggio deve essere continuo per garantire il blocco dell’aria. Altri
elementi fondamentali sono i compressori (pe mantenere la pressione
costante), porta con controporta (crea un compenso per la fuoriuscita dell’aria). I collegamenti delle
strisce del telone vengono fatti con materiale isolante attraverso termosaldatura.
PRINCIPIO DEL FUNGO
Il fungo è caratterizzato da due elementi: il ritto e il
cappello. Viene anche definito il principio dell’albero in
quanto il comportamento è dovuto da una struttura
verticale e un “cappello” con funzione di pensilina.
Avremo diversi tipi di vincolo a seconda se è isolato o se
sono più elementi collegati tra loro.
Nel caso del fungo isolato il vincolo di incastro è sia al
piede che tra i due elementi.
Nel caso in cui si hanno più funghi disposti in serie (copertura a funghi); il vincolo tra ritto e cappello è
un vincolo di incastro, mentre il vincolo tra il ritto e il terreno e il vincolo di collegamento tra i due
funghi è a cerniera.
Se non chiudiamo la parte alta del fungo, questi funzionano come imbuti e costituiscono un problema
in quanto non smaltiscono le acque. Bisognerà posizionare un discendente al centro della struttura
verticale.
Solaio a fungo
Pilastro con al di sopra armature perpendicolari di
collegamento con i pilastri vicini e armature diagonali.
Le zone con minori armature costituiscono le cerniere.
Altro procedimento è quello di distribuire le armature
con un passo molto più piccolo in corrispondenza del
pilastro e un passo più grande in corrispondenza della
fine della mensola andando a costituire una cerniera.
Il sistema applicato nel lanificio Gatti fu brevettato dagli Ingg. Nervi, Bartoli e A. Arcangeli (Brev. It.N.
455678 – 23.7.1949). Costituisce uno sviluppo del solaio sperimentato a Bologna nella Manifattura
Tabacchi. Le nervature seguono l’andamento dei momenti principali, che indicano le direzioni ideali
delle armature. Il solaio è del tipo a fungo. Simili forme non possono essere ottenute con casseri in
legno; perciò, Nervi usa i casseri spostabili in ferro-
cemento che consentono una grande libertà formale nel
disegno delle nervature.
PRINCIPI COSTRUTTIVI semplici (per realizzare un principio costruttivo, la composizione crea un
principio costruttivo complesso che realizza un vano agibile. La realizzazione di involucri scatolari
invece è data da PRINCIPI COSTRUTTIVI GEOMETRICO-COSTRUTTIVI. Di questi dividiamo gli involucri
scatolari (procedimento a setti e a gabbia) e involucri globali (strutture avvolgenti) che riguardano
sistemi voltati o a capanna i cui procedimenti per la realizzazione sono:
• Procedimento a conci
• Procedimento a guscio (volte)
• Procedimento a cesto (con elementi a triangolo)
• Procedimento a tenda (cavo)
• Procedimento a pallone (pneumatico)
• Procedimento a capanna
Procedimento a conci può essere con conci aggettanti o contrastanti; nel primo caso è costituita da
una serie di anelli che si dispongono l’uno al di sopra dell’altro a formare un tronco di cono, il carico
del concio superiore deve cadere dentro la superficie di appoggio del concio sottostante. Un altro
sistema, a differenza di quello ad anelli, è un sistema a spirale. In questo caso si parte con elementi
triangolari e a mano a mano girano la struttura e chiudono il tutto con un unico pezzo. Questo tipo di
struttura è tipico delle igloo dove i conci sono di neve pressata.
Procedimento a guscio; caratterizzato da elementi sottili e resistenza
con forma. Se imprimo una forma curvilinea ad un elemento senza
capacità di resistenza, questo acquisisce una resistenza.
Procedimento a cesto: soluzione ad archi principali (solo archi che si
collegano nella parte centrale e nella parte perimetrale), sistema dei
meridiani e paralleli (archi ed anelli che creano un sistema di
irrigidimento in quanto gli anelli contrastano l’inflessione degli archi).
Altri sistemi a cesto sono quelli basati sul principio del triangolo
(sistema di asti e nodi) utilizzati principalmente per le cupole geodetiche di grandi dimensioni. Il
raccordo a terra deve essere fatto in modo tale da intercettare il basamento tramite il vincolo di
cerniera.
Procedimento a pallone
Procedimento a tenda; basato sul principio del cavo e la sua stabilizzazione piana o spaziale.
PRINCIPI PER L’INVOLUCRO SCATOLARE
Procedimento a setti: elementi bidimensionali collegati per creare maglie chiuse o non collegati per
costruire maglie aperte.
Procedimenti a gabbia: elementi intelaiati in calcestruzzo, legno o acciaio.
PRINCIPI PER IL COMFORT AMBIENTALE
Protezione agenti atmosferici
• Principio del deflusso diretto
• Principio della raccolta e smaltimento
Principi relativi la benessere igrotermico e acustico
• Principio del corpo unico
• Principio del corpo multiplo
Principio del deflusso diretto
Principio del deflusso diretto prevede il tetto al di sopra delle coperture e caratterizza anche a livello di
immagine l’urbanistica dei luoghi.
Le coperture a tetto sono realizzate da materiali diversi (in pietra, in lamiera metallica, in vetro) e
possono diventare l’alloggiamento per i sistemi fotovoltaici.
Manti:
Manti discontinui o per sovrapposizione: tra tegola superiore e inferiore si crea un deflusso di acqua
quando piove. Il ricoprimento è un ricoprimento di sicurezza che deve impedire all’acqua di risalire
all’interno del giunto di sovrapposizione. La pendenza del tetto influisce sul vento (se il tetto è
fortemente inclinato, il vento sarà quasi perpendicolare rispetto al tetto e incide sulla struttura
sottostante alle tegole) (se il vento è debolmente pendente, il vento tenderà ad alzare le tegole). La
scelta dipende dal luogo dove ci troviamo.
• Coperture con lastre di pietra (tetto pesante perché costituito da molti elementi di
sovrapposizione)
• Tegole piatte in laterizio
• Tegole sagomate (configurazione coppo-embrice e coppo-coppo; la differenza che nella
soluzione coppo-coppo si avranno più pezzi da montare sul tetto e di conseguenza un carico
maggiore; per questo motivo nascono le tegole combinate che hanno una forma tale da
montare un giunto in meno)
Manti continui
• Manti aggraffati: funzionano tramite aggraffatura che comportano elementi in lamiera piane o
a rotoli. La saldatura sul tetto non viene molto praticata perché accentua le variazioni
termiche. Vengono invece utilizzati guaine bituminose. Viene disposto sempre sopra ad un
tavolato.
Elemento di gronda: costituito da una cicogna alloggiata all’interno della stratificazione del tetto,
vengono poi posti gli elementi di chiusura per evitare che la gonda “spanci” sotto la pressione
idraulica. Importante è l’inserimento di griglie para uccelli e roditori.
I sistemi di conversa e compluvi sono sistemi che hanno lo scopo di convogliare le acque nei punti
singolari di un tetto. Generalmente sono caratterizzati da lamiere metalliche.
Vedi bene principio smaltimento diretto
CONTINUA
PRINCIPIO DELLA RACCOLTA O SMALTIMENTO
Consiste nel realizzare dei terrazzi praticabili o non e creare un foro (bocchettone collegato ad un
discendente) che raccoglie l’acqua del terrazzo (che generalmente convoglia in una cisterna e
successivamente riutilizzata per scopi idrici).
Coperture piane
Sopra alla parte resistente, destinata a resistere ai carichi di esercizio della copertura e al peso
proprio, occorre considerare alcuni strati di finitura all’estradosso ciascuno con una specifica
funzione.
• Massetto delle pendenze: ha la funzione di consentire il corretto smaltimento delle acque
meteoriche grazie alla sua pendenza;
• Strato di impermeabilizzazione: ha la funzione di garantire la tenuta all’acqua e rendere
possibile la formazione in copertura di un catino stagno;
• Strato di separazione: ha la funzione di rendere compatibili i movimenti relativi tra i diversi
strati;
• Strato di isolamento termico: ha la funzione di coibentare l’edificio;
• Strato di barriera al vapore: ha la duplice funzione di impedire la condensazione del vapore
all’interno degli strati della copertura e di proteggere lo strato termo-isolante;
• Strato di protezione: ha la funzione di proteggere l’impermeabilizzazione dai raggi solari;
• Elementi complementari: hanno il compito di garantire il corretto smaltimento delle acque
(bocchettone, discendente).
Massetto delle pendenze: gestione viene fatta cercando di lo