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ESERCIZIO
Ha senso parlare del coefficiente del momento al quarto di corda. Ne posso parlare sempre,
che poi abbia un significato fisico particolare è quando sul quarto di corda cade CA. Il grafico
che mi aspetto è il seguente
Ritornando al discorso, perché mi serve un terzo metodo per valutare D?
′ ′ ′
Ricordiamo che .
= +
′
Normalmente se sono ad angoli alti principalmente prevale , se invece bassi l’altro.
Con solo le prese di pressione non misuro l’attrito quindi non va bene, il numero di prese è poi limitato
in coda e nel naso (in coda per quanto si è già detto, nel naso perché non so dove sia il punto di
ristagno)
Non sappiamo però dove è il punto di ristagno e se sbagliamo andiamo a sottostimare la resistenza,
sulla coda non posso mettere punti di pressione e la bilancia compie errori ad AOA bassi. Questo
problema non ce l’ho per L’, perché L’ dipende solo da L’pressione e non da L’di attrito, visto che le tau
sotto vanno in direzione opposta.
Riassumiamo quindi in definitiva ancora una volta i problemi che avrei in galleria del vento:
AERODINAMICA DI UN FLUIDO NON VISCOSO
Per arrivare alla teoria cercata devo fare un ripasso
La conservazione dell’energia noi non la facciamo
Partiamo dalla conservazione della massa. Noi abbiamo un volume di controllo, per la
conservazione, il flusso netto di massa attraverso il volume di controllo è la variazione di massa
rispetto al volume: se esce meno di quanto entra cresce il volume di controllo, se entra più di quanto
esce diminuisce la massa del volume di controllo. Ossia, la somma della variazione nell’unità di
tempo della massa nel volume di controllo e
della portata di massa attraverso la superficie di
controllo è pari a zero
La massa è uno scalare, è ds che ne da il vettore. Non esiste una “direzione” della massa.
,
Il flusso di massa è uno scalare poiché è un prodotto scalare tra V (Velocità, non volume, che sarebbe
dV) e ds.
Sfrutto il th della divergenza.
Introduco il NABLA. Posso togliere l’integrale se il flusso è omogeneo e la densità è costante. Arrivo
all’equazione differenziale, dove individuo due termini
Il primo è la derivata locale, quindi la variazione della densità nel tempo
Il secondo la derivata sostanziale, ossia la variazione dovuta al movimento del fluido
Se il sistema è stazionario il secondo termine è zero, dove se la densità è costante ci si riconduce a
̅ proprio del caso incomprimibile, in 2D sarebbe
∇ ∗ = 0 + = 0
Significa che su un volumetto, se allungo in direzione x allora restringo rispetto a y, si conserva il
volume (a densità costante)
Andiamo ora con la conservazione del flusso di quantità di moto
La variazione del flusso della quantità di moto è uguale alla somma delle forze agenti
La variazione del flusso è sia interna (locale), è la massa che *V (velocità) mi da la quantità di
∗
moto, don d/dt trovo la variazione nel tempo. Poi analizzo il flusso al contorno (approccio euleriano,
tengo fermo il volume di spazio e faccio scorrere il fluido sempre diverso)
Il – nelle forze di pressione è dovuto al fatto che p e hanno verso opposto
̂
Dove posso distinguere:
Quindi ad ora ho 4 equazioni, una per la conservazione del flusso di massa e 3 (x-y-z) per la
conservazione della quantità di moto.
Quindi adimensionalizzo, prendo la velocità e la adimensionalizzo rispetto alla velocità di riferimento,
poi prendo il tempo e lo adimensionalizzo rispetto ad un periodo caratteristico ecc. Si identificano
diversi numeri importanti. Si ottiene quindi, dove il termine tra parentesi quadrata è detto
numero di Strouhal. F corriponde alla frequenza del distacco dei
vortici, per un corpo tozzo (cilindro) è 0.21.
Il corpo tozzo infatti dietro genera due vortici, che
non sono mai uguali, per cui un vortice si stacca
ma sfasato dall’altro. F indica il periodo in cui l’uno
si stacca ma l’altro ancora no
Prendiamo ad esempio il palo di una bandiera. St è 0.21, Lrif è 0.1m (il diametro del palo) e Vref 5 m/s
(velocità del vento). F corrisponde a 10,5 Hz. Cosa vuol dire? Che se fosse la frequenza propria del
palo, questo entra in risonanza e si rompe!! Ti dice anche perché la bandiera sventola, perché i vortici
non sono contemporanei!
È anche il motivo per cui le corde della chitarra suonano.
Se f è basso allora il primo termine dell’equazione è trascurabile. Se le cose nel tempo variano
lentamente il gradiente nel tempo è trascurabile
Oltre il numero di Strouhal possiamo identificare il numero di Eulero (sempre tra [])
Ricorda il Cp a meno di ½ (è sempre una variazione di pressione su
dentità*Vel^2)
Definiamo anche il numero di Froude
In realtà sarebbe la radice dell’inverso come si capisce meglio dall’equazione. È il
rapporto tra l’energia cinetica che ho nell’andare avanti e l’energia dovuta alla forza
peso. È utile nella nautica. Se vado veloce su un lago avrò poco moto ondoso e V
elevata, quindi Fr cresce! FR grandi per moto ondoso e viceversa, Fr bassi indicano
un fluido molto energetico con alte velocità
È importante capire quando i vari termini sono importanti e quando sono trascurabili
Infine c’è il Re, o meglio ancora l’inverso.
Generalmente per noi Re> 10^6 quindi trascurabile
Applichiamo ora la conservazione della quantità di moto per calcolare la resistenza aerodinamica in
galleria del vento
Prendo la galleria e ci metto un profilo alare, sparando il flusso genera una risultante aerodinamica di
componenti L’ e D’. Sul fluido non c’è il profilo, ma una forza R’ che frena il fluido per il principio di
azione e reazione.
Io prendo il flusso all’ingresso della galleria, che è uniforme, poi prendo un volume di controllo. Questo
volume di controllo deve essere compreso a due linee di corrente. Le ho scelte e le chiamo ai, bh. Le
ho scelte tali da NON avere variazione di flusso di massa attraverso queste linee.
Devo applicare l’equazione della conservazione del flusso della quantità di moto, ecco perché non
può esserci un solido nel mio sistema, quindi sostituisco l’oggetto con la sua reazione (forzatura
matematica).
Andando a fare la variazione della quantità di moto, questa sarà uguale alla somma delle forze agenti.
La variazione della Q di moto è vettoriale (andrebbe fatta lungo x e y) ma siccome ragiono con le linee
di corrente mi posso muovere lungo le linee
Vale l’incomprimibilità, la forza agente è -R’, ossia -D’ e le forze di pressione all’uscita sempre in
direzione x [(p_inf-p_ih)*bh]
Devo scegliere bh in modo che sia più grande di ai, la massa che attraversa bh deve essere la stessa
di ai per la conservazione della massa, ma poiché lungo bh le velocità sono inferiori allora la sezione
è più grande. È ovvio che in uscita avrò una velocità minore di quella in ingresso.
Devo essere sicuro di aver scelto bene bh
Se lo strato limite dietro al profilo fosse di 10mm con un pitot statico da 3mm non va bene, si usa
quindi un Rake Wake
Lezione 31/03 Il sistema abcdefghi deve essere
stabile nel tempo (è un sistema
stazionario), altrimenti non posso
fare la conservazione dell’energia. I
lembi cd-fg devono rimanere
costanti nel tempo, ovvero la scia
non deve aumentare, ma deve
essere piccola e costante nel tempo. Nello stallo ciò non sarebbe possibile.
La prima cosa da fare è infatti togliere il profilo dal volume che studio e sostituirlo con la sua risultante.
Io ragiono su un fluido, e su di esso risolvo le relazioni della fluidodinamica. Se a causa dell’oggetto il
contorno non è stabile nel tempo, non posso applicare le equazioni.
L’oggetto solido va quindi sostituito con la forza che esso esercita sul fluido (quindi R’, ossia la
risultante di -D’ e -L’). La zona di fluido dove prima avevo l’oggetto solido rimane quindi tagliata, ma
non è un continuo chiuso, ma due leggeri lembi
Questi lembi devono rimanere costanti nel tempo! Il fluido è stazionario, non cambia nel tempo.
Quindi la forma di questi due lembi di chiusura non cambia nel tempo. Allo stallo questa teoria non
vale, non essendo il sistema stazionario. I due lembi cambierebbero forma a causa della separazione.
Se cambiano nel tempo cambia il VC nel tempo e quindi non posso applicare le equazioni. Questa
teoria si può quindi fare fino a che la scia è piccola, stabile e la stessa nel tempo. Questo è un limite
della metodologia applicata. (all’esame tiene che noi capiamo i limiti di applicabilità delle cose, tipo
questa)
Le forze di massa dell’equazione sono forze gravitazionali, ma anche magnetica (importante per i
flussi, li rende turbolenti), elettrice ecc… In galleria il corpo
ricordiamo deve avere il
5% dell’occupazione
(superficie frontale),
altrimenti la scia si
blocca sulle pareti e
falsa i risultati. Metto un
pitot statico all’ingresso
e alle due prese che si
creano misuro la
pressione totale e
quella statica. Si ha che
2
− = = ∆,
2
∆
da cui si ricava che , che tendenzialmente corrisponde a Vin, ma siccome nella galleria
= ∗
√2
la velocità è uniforme (il pitot è fuori dal VC) allora corrisponde a V in ogni punto.
Stessa cosa faccio all’uscita, ossia metto il pitot e faccio le mie misurazioni di variazione di pressione
e Vout.
Posso definire quindi un profilo di velocità (quello rosso) in uscita dalla galleria. Voglio applicare
l’equazione della conservazione della quantità di moto (QMoto out – Qmoto in = somma forze agenti
sul fluido). Sul fluido agisce -R’, ma non solo.
Se prendessi tutta la sezione dovrei misurare come forze agenti -D’, la variazione di pressione e le forze
viscose sulle pareti, che non so misurare! Devo quindi prendere un dominio dove non ho le pareti, così
le rimuovo (sarebbe quello fatto a matita, ecco perché è ridotto) E dove finisce lo strato limite di
parete? Quando dal profilo di velocità rosso trovo , lì posiziono b.
∞