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Calcolo tensoriale

Classificazione delle grandezze fisiche

Le grandezze fisiche definite in ogni punto di uno spazio a n dimensioni (ad esempio n=3) si possono classificare come:

  • Scalari (tensori di ordine 0) che sono determinati da n0=30=1 componenti scalari (Esempi: campi di temperatura, densità…) A, T. In questo caso abbiamo solo un valore numerico accompagnato dall’unità di misura (ad esempio 3 metri, da distinguere rispetto alla dimensione fisica, ovvero lunghezza). L’unità di misura rappresenta la grandezza di riferimento con cui misuriamo la nostra grandezza fisica.
  • Vettori (tensori di ordine 1) che sono determinati da n1=31=3 componenti scalari (Esempi: campi di forza, velocità…) A, E. Sono rappresentati da modulo (scalare) e da una direzione (intesa come direzione orientata, quindi direzione+verso).
  • Tensori (tensori di ordine 2) che sono determinati da n2=32=9 componenti scalari (Esempi: tensore degli sforzi, tensore di deformazione…) A, T. Sono associati a grandezze fisiche che dipendono da due direzioni.

Rappresentazione di vettori e tensori

Dato un sistema ortogonale rettilineo di versori x, y, z possiamo esprimere un vettore come:

ω = αx + βy + γz = ωiei = α1x + α2y + α3z = αiei

αi = x, α2 = y, α3 = z

Mentre per un tensore del secondo ordine (abbiamo 2 indici):

A = Aijeiej

| A11 A12 A13 |
| A21 A22 A23 |
| A31 A32 A33 |

Un tensore del II ordine è rappresentabile come una matrice quadrata, un tensore del III ordine è rappresentabile come una matrice cubica/tridimensionale (3 indici), un tensore del IV ordine è rappresentabile come una matrice quadrimensionale (4 indici).

Prodotti vettoriali

Prodotto scalare o interno

(aibi) = (a1, a2, a3) · (b1, b2, b3) = (a1b1 + a2b2 + a3b3)

δij =

  • 1 se i = j
  • 0 se i ≠ j

Prodotto vettoriale

(aibj) = ck = εijkajbk

εijk =

  • +1 se (i,j,k) è una permutazione pari (1,2,3), (2,3,1), (3,1,2)
  • -1 se (i,j,k) è una permutazione dispari (2,1,3), (3,2,1), (1,3,2)
  • 0 se due indici sono uguali

Prodotto tensoriale o diadico

(a ⊗ b) = A

(a = ai êi)

(b = bj êj)

(A = aibj êi êj)

Aij = aibj =

  • aib1
  • aib2
  • aib3

Prodotto misto

((a × b) · c) = d

Proprietà ciclica: a · (b × c) = b · (c × a) = c · (a × b) = 0

Doppio prodotto vettoriale

(a × (b × c)) = d

(a × (b × c)) = (a · c) b - (a · b) c = d

((a × b) × c) = (a · c) b - (b · c) a = d

Calcolo differenziale per vettori e tensori

Avremo grandezze che dipendono da (x,y,z) o, equivalentemente, (x1, x2, x3):

Ovvero grandezze funzioni del punto in cui vengono misurate:

Problema stazionario: sistema indipendente dal tempo

Problema instazionario: sistema che varia nel tempo

Quindi eventualmente può aggiungersi 't' come ulteriore variabile.

Operatore nabla ∇

Per capire come effettuare le operazioni di differenziazione di funzioni vettoriali e scalari dobbiamo introdurre l'operatore nabla: ∇.

È un operatore differenziale vettoriale: le sue componenti effettuano delle derivate sull'oggetto sul quale è applicato l'operatore.

Nel caso di un sistema di riferimento cartesiano (le variabili delle funzioni sono le coordinate del punto: x1, x2, x3). Le componenti dell'operatore nabla sono le derivate parziali rispetto a x1, x2, x3.

Consideriamo l'operatore ∇ applicato ad una funzione scalare:

Applicando l'operatore nabla ad una funzione scalare si ottiene il gradiente della funzione.

Considerando invece ∇ applicato ad una funzione vettoriale (si ricordi che: consideriamo scalari, vettori e tensori come funzioni del punto, altrimenti non potremmo derivare) possiamo fare le operazioni:

  • Prodotto scalare ∇ · v che restituirà uno scalare, detto 'divergenza del vettore'
  • Prodotto vettoriale ∇ ^ v che restituirà un vettore detto 'rotore del vettore'
  • Prodotto tensoriale / diade ∇ v che restituirà un tensore, detto 'gradiente del vettore'

Quello che ora indichiamo con v rappresenta solo un vettore generico, in seguito lo utilizzeremo per indicare il vettore velocità, in modo da poter definire il gradiente di velocità.

La divergenza è collegata alla comprimibilità (variazione di densità) del mezzo.

Considerando ∇ applicato ad una funzione tensoriale (come τ) possiamo fare le operazioni:

  • Prodotto scalare ∇ · τ che restituirà un vettore, detto 'divergenza del tensore'
  • Prodotto vettoriale ∇ ^ τ che restituirà un tensore detto 'rotore del tensore'

Relazioni e proprietà aggiuntive

Dimostriamo adesso un'altra relazione, partendo da:

1/2 A ∇ υ = υ · Ae con A = ∇ ∇; Av = υ ∇ υ e 1/2 (∇ υ) ∇ υ = υ · 1/2 (∇ υ - ∇)

(∇ υ) ∇ υ = (∇ υ) υ · υ; ∇ (υ2/2) υ = ∇ (υ · υ) υ = υ · (∇ υ) - ∇ (υ2/2);

∇ · (υ ∇) = (∇ υ)e · e + (∇e) · υ;

∇ (e · s) = (∇e) · s + (∇s) · e

Tutte queste relazioni valgono per qualsiasi riferimento ma è comunque importante notare che hanno espressioni particolari, quando le andiamo ad esplicitare, a seconda del sistema di riferimento.

Altre proprietà utili in relazione al gradiente di una funzione scalare f

  • Formula del gradiente: la derivata direzionale di f nella direzione di versore s è ∇f è un vettore e, in quanto tale, è caratterizzato da una certa direzione: il vettore gradiente (di una funzione scalare) è ortogonale alle isolinee (curve che si ottengono ponendo f=cost., tracciando i punti per i quali si ottiene quel valore per f) della funzione
  • ∇f è diretto nella direzione delle f crescenti
  • Il modulo di ∇f ci dà il valore (del modulo) della derivata direzionale massima
  • Il versore per cui si ottiene la derivata direzionale massima è parallelo a ∇f
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I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher CH3__x di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Aerodinamica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi della Campania "Luigi Vanvitelli" o del prof Viviani Antonio.
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