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Se l'economia è l'arte di combinare le risorse disponibili per soddisfare le proprie

esigenze in modo in cui gli individui, gli uomini e le donne si organizzano per cercarli di

soddisfare le proprie esigenze, la storia economica studia allora come nel corso del

tempo sono cambiate le modalità con cui si risponde a queste esigenze.

Quindi la storia economica studia le caratteristiche, i processi, le modalità evolutive

dei sistemi economici di cui gli uomini e le donne si sono dotati nel corso del tempo. Il

sistema economico è uno dei concetti fondamentali per capire il processo di sviluppo, i

processi evolutivi, dei processi economici nel lungo periodo. Il concetto del sistema

economico è il concetto prevalente che bisogna assumere per approcciarsi allo studio

della materia. Questo tipo di analisi, ovvero lo studio dei processi, delle modalità

evolutive dei sistemi economici: il sistema economico del capitalismo industriale, il

sistema economico del socialismo realizzato nell'est europeo, il sistema economico

della Cina comunista. Questo tipo di studio, di analisi dell'evoluzione dei sistemi

economici nel corso dello spazio e nel tempo, può essere svolta attraverso due

principali modelli interpretativi:

Un modello di lungo periodo e un modello di breve periodo.

Il modello di lungo periodo presuppone un'analisi strutturale dei processi.

Il modello di breve periodo presuppone invece un'analisi congiunturale.

Cos'hanno in comune questi due modelli? Hanno in comune l'analisi delle fluttuazioni.

Ex: Io posso dire che l'Italia è cresciuta negli ultimi dieci anni dell'1% mediamente

all’anno e posso dire che l’Italia negli ultimi 40 Anni è passata da essere un paese

agricolo, in 60 anni, arrivando essere uno dei più importanti e il secondo paese

industrializzato dell'Europa occidentale. Sto facendo una semplice fotografia di

carattere quantitativo dei dati in ambedue i casi. Quello che differenza le due analisi

non è semplicemente il dato temporale, 10 anni nel primo caso, o 60 anni nel secondo

caso, ma anche l'approccio con cui vado a studiare i due fenomeni. Se io dico il PIL

italiano è cresciuto in maniera negativa nell'ultimo anno, sto facendo un'analisi di tipo

congiunturale, analizzo nelle condizioni date, a invarianza di quelli che sono i fattori

della produzione. Come cambia nel corso del tempo il prodotto interno della produttiva

di un paese.

Per fare invece un'analisi di lungo periodo io devo necessariamente fare un'analisi di

tipo strutturale e non congiunturale, ovvero devo andare a studiare come nel corso dei

decenni si è evoluto l'apporto di ciascun fattore della produzione alla crescita

complessiva, come si è cambiato l'apporto del capitale, del fattore capitale alla

crescita italiana negli ultimi 40 anni? Come è cambiato l'apporto del fattore lavoro, il

contributo del fattore lavoro allo sviluppo economico italiano negli ultimi 60 anni? Se io

vado a differenziare quindi l'evoluzione del sistema economico a partire dalle

modificazioni interne del proprio modello di funzionamento, allora sto facendo

un'analisi di tipo strutturale e qualunque analisi di lungo periodo è un'analisi che

accompagna la lettura dei dati statistici e dei dati economici con quella che è

l'interpretazione dei movimenti che sottostanno alla fluttuazione di quei dati

quantitativi.

Tant'è vero che le interpretazioni storiche, intese come storiche-economiche, per

essere efficaci, devono sempre essere rapportate a lungo periodo, laddove appunto il

sistema economico conosce una modificazione nell'organizzazione della produzione e

nei rapporti tra i fattori della produzione.

Per capirci, se negli anni del miracolo economico italiano, negli anni del boom

economico, negli anni sessanta, il rapporto tra capitale e lavoro era determinato, ad

esempio, da quello che è la struttura tipica del fordismo, dell'economia fordista,

dell'economia chinesiana, che può essere quello del rapporto tra lavoro dipendente a

tempo indeterminato, oggi invece abbiamo una struttura del lavoro molto differente, la

cosiddetta flessibilità del lavoro, perché sono cambiati i rapporti tra il fattore capitale e

il fattore lavoro. Allora, se io vado ad analizzare come nell'arco di questi 60 anni si è

cambiato il rapporto tra il fattore capitale e il fattore lavoro, ad esempio attraverso

quelli che sono i rapporti di produzione, oppure, ad esempio, tra quella che è la

distribuzione del reddito tra il capitale e il lavoro, allora sto facendo un'analisi

strutturale di lungo periodo che mi permette di comprendere che il senso storico degli

avvenimenti.

L'oggetto quindi della nostra disciplina è sostanzialmente comprendere, quale sia

stato lo sviluppo economico del capitalismo industriale a partire dalla prima

rivoluzione industriale per arrivare fino ai giorni nostri.

Quello che noi andremo a studiare è sostanzialmente questo andamento, quello che

noi cercheremo di capire durante questo corso e quello che deve riconoscere e capire

uno studente di storia economica è come si sia determinato nel corso dei decenni

questa evoluzione di lungo periodo e perché ad esempio si è determinata una

differenziazione tra diverse aree geoeconomiche.

Proviamo quindi a comprendere quali sono le metodologie, le categorie interpretative

che utilizziamo per comprendere questo processo di lungo periodo.

Possiamo utilizzare per analizzare questa evoluzione dei sistemi economici diverse

categorie interpretative. Faccio alcuni esempi, tutti validi, uno con uno esclude l'altro,

ce ne possono essere anche tanti altri che si intersecarano con queste categorie

interpretative.

ad esempio, analisi di breve, mediale e lungo periodo, quello che ho appena spiegato,

una lettura di questi processi storici a partire dal concetto di economia mondo, un

concetto molto vicino a quello di globalizzazione, se vogliamo capirci, non è un

sinonimo ma è un concetto molto vicino.

all'esempio proposto da Braudel, riferito al Mediterraneo nell'epoca moderna, o da

Wallerstein, riferito allo sviluppo del capitalismo dall'età del mercantilismo, cioè dal

1600 a oggi, ovvero come questo sviluppo del capitalismo, prima capitalismo

mercantile, poi capitalismo industriale si sia adagiato su una stratificazione.

aree geoeconomiche mondiali che dialogano tra di loro. Al centro, quello che possiamo

considerare il primo di una serie di cerchi concentrici, troveremo un paese leader nello

sviluppo economico e quindi nel 1600 l'Olanda o la Spagna, nel 1700 e nel 1800 la

Gran Bretagna, nel 1900 sicuramente gli Stati Uniti. Al secondo cerchio, intorno al

primo nucleo dei paesi leader, troviamo i paesi della semi periferia del sistema che

dialogano con i paesi del centro del sistema e cercano di acquisirne tecnologie, know-

how, modelli esecutivi per riuscire ad arrivare anch'essi al centro del sistema,

l'esempio classico è l'Italia post-unificazione. Un paese che viveva nella semi periferia

del sistema nell'arco di 150 anni arriva negli anni 80 ad essere al centro del sistema

economico diventando la quinta potenza industriale del mondo superando la Gran

Bretagna.

Possiamo interpretare questi processi anche come dualismo tra tradizione e

modernità, i processi economici, le transizioni, i processi di sviluppo, richiedono

momenti di assestamento, nel quale ci sono momenti di accelerazione e momenti di

decelerazione, perché le modificazioni di un sistema economico vanno ad incidere su

quella che è la struttura delle società e quindi anche sulla incapacità o la non volontà

di una parte della società di accettare le modificazioni economicche. Il concetto di

Catching-up, cioè di aggancio, dall'esempio che ho fatto prima dell'Italia che aggancia

il centro del sistema economico, di cui torneremo a parlare quando parleremo di

Alexander Gerschenkron e in particolare dell'analisi dello sviluppo economico italiano

dall'unificazione fino alla Prima Guerra Mondiale.

Il concetto di differenziale della contemporaneità, intorno alla Pollard, per cui non tutti

i processi economici, le innovazioni, le fasi di sviluppo hanno lo stesso effetto per gli

stessi paesi.

L'esempio classico è quello dello sviluppo delle ferrovie alla metà dell'Ottocento. Le

ferrovie alla metà dell'Ottocento diventano elementi di traino, ad esempio, dello

sviluppo economico degli Stati Uniti, in Italia al contrario non hanno la stesso effetto

perché l'Italia è un paese che dispone di poche materie prime, deve importarle e

quindi la costruzione, una ferrovia, determina un costo maggiore e quindi un tasso di

sviluppo tendenzialmente inferiore.

Dettagli
A.A. 2024-2025
5 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/12 Storia economica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher antonio.bottone99 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia economica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Universita telematica "Pegaso" di Napoli o del prof Cringoli Gerardo.