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ANIONI CARBONATO CO E BICARBONATO HCO

Azione farmacologica e tossicologica

L’anidrasi carbonica 3-

Presenti in quantità molto elevata. porta da HCO a H CO , che si decompone

2 3

, dell’organismo

in H O e CO eliminata con la respirazione. Vi è un controllo incrociato tra pH e

2 2 L’anidrasi

la quantità di CO . carbonica permette di mantenere il corretto pH in tutti i distretti

2

dell’organismo. La coppia redox bicarbonato e carbonato rappresenta un importantissimo tampone

dall’emoglobina

fisiologico. La CO viene trasportata dai carbonati e bicarbonati, ma anche nella

2

forma di carbossiemoglobina. Può essere utilizzata a basse concentrazioni come stimolante

respiratorio. In Farmacopea sono presenti numerosi composti, utilizzati per le loro proprietà

antiacide. Ciò che si può fare per mettere in evidenza questi anioni è porli in ambiente acido, questi

porteranno alla formazione di acido carbonico che si dissocerà in CO2 e H O.

2

è evidenziata da un’effervescenza di acido, o dall’impiego del

La CO in seguito all’aggiunta

2 all’interno del quale è aggiunta

gorgogliatore: una soluzione di idrossido di bario, la CO entra nel

2

gorgogliatore, riforma il carbonato e poi un sale bianco insolubile (carbonato di bario). Per

distinguere carbonato da bicarbonato, si può sciogliere la sostanza in acqua ed osservare le due

(in quanto presentano un’idrolisi basica

diverse idrolisi differente, formano acido carbonico e OH- 7

- -

con un diverso rapporto, il carbonato 2 OH e il bicarbonato 1 OH ), e aggiungendo una goccia di

fenolftaleina, si osserva una colorazione rosa pallido nel carbonato e rosa intenso nel bicarbonato.

3-

ANIONE NITRATO NO

Azione farmacologica e tossicologica

nell’organismo in bassissime concentrazioni, può essere molto tossico. Esiste un ciclo

È presente

biologico dell’azoto in cui lo ione nitrato è il punto dipartenza (o di arrivo) per reazioni che portano

ad azoto ammoniacale e di nuovo ad azoto organico. È essenziale per tutte le strutture biologiche e

tutte le forme di vita, basti pensare che costituisce le proteine nella struttura amminoacidica. È

e l’emoglobina in tale caso

2 3+

tossico perché è un ossidante, ossida il Fe a Fe , non è in grado di

rilasciare l’ossigeno (poiché forma una struttura più compatta) a livello tissutale. Inoltre, il nitrato

può competere con lo iodio per la captazione nella tiroide, sottraendo la possibilità di produrre i

rispettivi ormoni. Il nitrato può essere assunto attraverso le carni (dove sono presenti come

conservanti). Sono degli ottimi conservanti, in quanto possiedono un buon potere antibatterico.

Possono portare alla formazione di nitrosammine che sono elementi cancerogeni.

Il nitrato di sodio (=NaNO ) e il nitrato di potassio (=KNO ) sono utilizzati quindi come

3 3

conservanti in base al loro potere ossidante, e sono anche presenti in Farmacopea.

Tra i composti organici più famosi c’è la ha un’attività

nitroglicerina, esplosiva: biologica salva-

vita, è un anti-anginoso (il gruppo nitro ha la capacità di dilatare i vasi sanguigni secondo effetto

diretto e quindi provocare il passaggio di una grande quantità di sangue), usata quindi come

coronaro-dilatatore. È somministrata direttamente sotto la lingua, per la presenza di una pelle

molto sottile, infatti, essa entra velocemente in circolo (poiché sono presenti dei vasi sanguigni

l’acido nitrico

molto grossi). Anche può salificare una base organica, allo stesso modo del

cloroidrato, e forma il nitrato. Per riconoscere il nitrato, si aggiunge una soluzione satura di solfato

ferroso, per aggiunta di H SO nelle pareti della provetta, si forma un anello bruno di nitrosilsolfato

2 4

ferroso. 42-

ANIONE SOLFATO SO

Azione farmacologica e tossicologica

Non è presente nell’organismo, ci sono in Farmacopea dei composti che lo contengono.

l’acido che reagisce violentemente con l’acqua, tende

Es. solforico, che è molto denso, oleoso, e ad

assorbirla in una reazione molto esotermica. I solfati di magnesio e sodio sono forti purganti. Per

l’anione

riconoscere si può eseguire una reazione con il bario in cui si forma un precipitato di bario.

Il solfato ha proprietà irritanti per tutte le mucose con cui viene a contatto. 8

43-

ANIONE FOSFATO PO

Azione farmacologica e tossicologica

È presente in quantità elevate, soprattutto quando si è nella transizione di crescita, può essere

necessario reintegrarlo. I tamponi fosfato monobasico e fosfato dibasico sono tra i più importanti

dell’organismo e sono usati nel trattamento di ipofosfatemie e ipercalcemie. Il fosfato di calcio è

utilizzato come integratore di fosfato. Questi integratori possono essere utilizzati come blandi

purganti, in quanto nell’intestino richiamano acqua.

La prima reazione di riconoscimento prevede la precipitazione del fosfato di argento (precipitato

giallo), solubile in ammoniaca diluita e in acido nitrico diluito.

La seconda reazione prevede l’addizione del reattivo molibdico (molibdato in acido nitrico) a

soluzioni di fosfati; il molibdato di ammonio reagisce con il fosfato e scaldando, precipita il

fosfomolibdato di ammonio (giallo) (il fosfato cristallizza con 12 moli di anidride molibdica=

precipitato giallino). Per bilanciare la seguente reazione bisogna sempre ricordarsi che sono 12 moli

di Molibdato. 9

ANALISI DEI MEDICINALI II #8

– – –

Prof. Silvia Gobbi 06/11/'19 Autore: Valentina Rho Revisore: Clarissa Tarozzi.

ANALISI DI SOSTANZE ORGANICHE

La prima cosa da fare dopo il saggio della combustione, dove si sarà visto se la sostanza è organica

o organo-metallica, è il saggio di Lassaigne, un metodo di analisi che permette di capire quali sono

gli elementi che compongono la sostanza in esame. Ad esempio, si vuole conoscere se la sostanza

contiene Zolfo, Azoto oppure Alogeni (è sottinteso che la sostanza contenga carbonio, idrogeno ed

eventualmente ossigeno).

Il composto, sottoposto sia a degradazione ad alte temperature, sia a reaazioni con determinate

sostanza, subisce la rottura di tutti i legami covalenti all'interno della molecola; in questo modo se

sono presenti azoto, zolfo, o alogeni, si formano dei composti inorganici, sui quali si vanno poi a

fare le reazioni specifiche di riconoscimento.

Il saggio di Lassaigne utilizza il sodio metallico, che però è fin troppo reattivo (reagisce in modo

violento con l’acqua e con altri elementi, ossidandosi) quindi si usa qualcosa di meno reattivo,

ovvero una miscela di magnesio metallico e carbonato di potassio anidro per degradare la sostanza.

Si prende un tubicino e si mescola la sostanza in esame (solida) con questa miscela solida; si mette

tutto sulla fiamma del bunsen, le sostanze si carbonizzano e la molecola per azione del magnesio si

degrada (=rottura legami covalenti). Quando si è certi che la sostanza si sia tutta degradata, si butta

il tubicino con il suo contenuto in un becker riempito di acqua, il tubicino di vetro si rompe e

nell'acqua vanno in soluzione gli ioni inorganici che si sono formati dalla combustione (solo se la

mia sostanza organica presentava questi ioni). Si filtra e si ottiene una soluzione basica, sulla quale

si fanno reazioni specifiche che coinvolgono queste sostanze inorganiche per il riconoscimento.

Ricerca degli ioni:

Azoto

Se si vuole mettere in evidenza lo ione cianuro: aggiungere alla soluzione alcalina (ottenuta dal

saggio dei Lassaigne) dei cristalli di solfato ferroso, mescolare e scaldare a bagnomaria, poi

aggiungere acido solforico. Si forma un complesso (anione ferro-cianuro, esacomplesso-

esacoordinato); portando a bagnomaria la soluzione, il Ferro 2+ è ossidato a Fe3+ dall'ossigeno

dell’aria e l’ossigeno si riduce formando acqua. Bilanciando la soluzione si nota che si formano due

molecole di acqua [avendo nella reazione come reagente O che si riduce ad acqua, per bilanciare

2

la conta degli ossigeni bisogna mettere un due davanti all’acqua prima di iniziare a bilanciare le

cariche con gli H+] a questo punto liberi in soluzione ci sono sia il Ferro 2+ che il 3+. Il ferro 3+

che incontra il ferro-cianuro forma un sale azzurrino/blu, indice della presenza di azoto

(3°reazione).

La colorazione blu si vede solo quando si acidifica (= si aggiunge acido solforico), cioè quando

cambio il pH (all’inizio la soluzione è alcalina perché si è usato il carbonato di potassio), quindi

tutto ciò NON avviene in soluzione alcalina. Prima dell'aggiunta dell'acido si nota del precipitato

gelatinoso verdino dato dalla precipitazione del Fe2+ in idrossido di ferro quando è in soluzione

alcalina. Inoltre si può formare un precipitato del Fe3+ perchè anche lui in ambiente basico reagisce

per formare il rispettivo idrossido. Acidificando la soluzione si evita la formazione di entrambi gli

idrossidi e così possono avvenire la 1° e la 3° reazione, dando la colorazione bluastra ricercata.

Se c'è poco Fe risulta però difficile vedere il precipitato. Per evitare errori esiste una reazione di

conferma che va sempre eseguita in laboratorio, prevede il mescolamento della sostanza con la

calce sodata, si mette nel tubicino e si porta ad alte temperature ---->degradazione---> si forma

ammoniaca. Essa è un gas, evapora, e si rivela la sua presenza con una cartina al tornasole (posta

sopra la provetta sic olorerà di blu-verdone) bagnata di acqua distillata, che trattiene di più

l'ammoniaca.

Zolfo

La cosa più semplice da fare sarebbe è di aggiungere un catione che fa precipitare lo zolfo in

solfuro. Per questo motivo si può usare il reattivo usato per l’azoto (il solfato ferroso) perché anche

il Fe 2+ è in grado di formare un solfuro insolubile che precipita (precipitato marrone scuro/ nero).

Anche qui se c'è poco ferro non si riesce a vedere il precipitato, pertanto si usa la reazione di

conferma ---> nella provetta aggiungo alla soluzione alcalina, ottenuta da Lassaigne, dell’acido

acetico (per acidificare la soluzione) e un altro reattivo, il piombo acetato. Il Pb forma un solfuro

molto poco solubile (anche se c’è poco solfuro, il piombo lo riesce a far precipitare di sicuro) e si

vede la comparsa di una soluzione marroncina (dovuto alla presenza del piombo non precipitato)

con piccole particelle scure (indice della presenza di zolfo).

Sia per zolfo che per ferro nella prima reazione c'è il reattivo in comune, il solfato ferroso. La

reazione con solfato ferroso quindi va fatta una volta sola per trovare

Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
208 pagine
SSD Scienze chimiche CHIM/08 Chimica farmaceutica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Nicolettttt di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Analisi dei medicinali I e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Minarini Anna.