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L'UOMO CON LA MACCHINA DA PRESA (1929) Vertov

Film documentario muto in bianco e nero. Un film dell'avanguardia dell'Unione Sovietica. Documentazione di SOLArealtà.

ANALISI:

Un film che va contro le convenzioni del cinema muto: non ha didascalie, montaggio antinarrativo, doppie inquadrature che facevano intendere una terza, salti di scena, riprese oblique, primi piani. Durante il film mostra la realtà che sta dietro alla produzione, mostra delle immagini e allo stesso tempo come sono state realizzate; mostra una macchina da presa e delle riprese di quest'ultima. Non voleva che il pubblico fosse solo spettatore oggettivo, ma che capisse cosa stesse succedendo. Il contenuto del film è una riflessione sul cinema, infatti inizia e finisce con gli spettatori in una sala cinematografica.

TRAMA:

Rappresenta la giornata di un cineoperatore che riprende scene di vita quotidiana nella Mosca di quegli anni. Il film si apre con una sala cinematografica che man mano si

Riempie di persone. Iniziato il film nella sala Vertov mostra subito tutto il dispositivo classico della visione cinematografica; infatti, la prima inquadratura mostra l'uomo con la macchina da presa sopra un'auto. Di seguito vengono mostrate delle inquadrature di una città ancora dormiente. La città si sveglia e vediamo le abitudini delle persone, il lavoro, il risveglio, i treni, ecc... A un certo punto vengono mostrate le persone che hanno finito di lavorare e vanno a divertirsi. Il film termina con la stessa sala cinematografica, ma con persone diverse, perché secondo Vertov gli spettatori sono cambiati in seguito al film.

NANUK L'ESQUIMESE (1922) Flaherty

Film documentario muto in bianco e nero dalla durata di 79 minuti circa.

ANALISI: non c'è una storia o un copione programmati, rappresenta la realtà così com'è, senza alterarla; utilizza un montaggio invisibile. In questo film c'è il tema di conflitto

tra uomo e natura. Flaherty solo in alcuni casi ha fatto uso di una vera e propria messa in scena, quando l'igloo era troppo piccola e l'operatore con la macchina non ci passava ne hanno costruita un'altra uguale all'originale ma più grossa. Il film è alternato da immagini e didascalie che spiegano che succede. TRAMA: rappresenta la vita quotidiana di Nanuk e la sua famiglia, un'esistenza dura segnata dall'amminaccia della fame e della morte. Nanuk e i suoi compagni sono sempre in viaggio e per mangiare e sopravvivere devono cacciare. LA CORAZZATA POTEMKIN (1925) Ejzenstejn Film muto in bianco e nero, rapporto 1,25:1, genere storico e drammatico. Periodo avanguardie anni '20 cinema sovietico, primo film del periodo non a soggetto. Rappresentazione di un episodio della storia nazionale con lo scopo di prendere in esame l'intera situazione del paese in quel periodo storico. ANALISI: possiamo dire che il film è diviso in due parti: la prima dove

Troviamo una drammaturgia convenzionale, con ipersonaggi definiti; e la seconda, dove, dopo l'ammutinamento, i personaggi scompaiono, diventano una massa di persone tra cui non c'è un singolo che ci viene presentato nella sua dimensione psicologica. Il montaggio non riguarda solo lo scontro tra due inquadrature, ma c'è anche uno scontro interno. Il regista mostra più visioni della medesima vicenda sviluppando così una molteplicità di visioni. Il montaggio è in chiave ritmico-dinamica; montaggio delle attrazioni: eventi mostrati velocemente e in maniera frammentata. Monta immagini di non più di 3 secondi. Inquadrature sempre pronte a cogliere elementi chiave del corso narrativo, luci che conferiscono uno straordinario effetto visivo. L'opera è composta da 5 atti che si susseguono senza perdere il filo del discorso, accompagnate dalla musica che riesce a cogliere il fulcro emotivo, alternando note di drammaticità ad

altre dal ritmo tambureggiante, creando un susseguirsi di emozioni. Molte parti vennero affidate ad attori non professionisti, per rappresentare al meglio la storia. In questo film il regista prosegue la sua poetica del cine-pugno, rappresenta la realtà tramite immagini forti e improvvise, capaci di travolgere lo spettatore con uno shock e di trasmettere emozioni.

TRAMA:

Ambientato nel giugno del 1905, i protagonisti sono i membri dell'equipaggio della corazzata russa Potemkin. La storia è in parte vera e in parte inventata: è una rielaborazione a fini narrativi dei fatti storici realmente accaduti che portarono all'inizio della Rivoluzione russa. L'opera è divisa in 5 atti: "Uomini e vermi"; "Dramma sul ponte"; "Il morto chiama"; "La scalinata di Odessa"; "Una contro tutte": La Russia zarista è scossa da una serie di rivolte e sommosse che incrinano il suo governo totalitario.

oppressivo che da secoli riduce il popolo alla fame. Sulle acque del Mar Nero, nei pressi del porto di Odessa, l'incrociatore Potemkin vive giorni di grande tensione in quanto buona parte della truppa è ormai insofferente alle penose condizioni a cui è costretta da cinici ufficiali senza pietà. Maltrattamenti vari e cibo vario non sono più tollerabili ed il vento della rivoluzione giunge anche tra i marinai sobillati dal compagno Grigorij Vakulincuk (Aleksandr Antonov) che li esorta a reagire. Quando i ribelli vengono individuati il comandante ordina la loro fucilazione; ecco la scintilla che scatena la rivolta e l'ammutinamento di tutta la truppa, la quale getta in mare gli ufficiali di bordo. Durante gli scontri però sarà proprio il leader della rivolta a perdere la vita colpito a bruciapelo. Conquistata la nave, il cadavere di Grigorij Vakulincuk viene portato sul molo del porto e qui esposto come martire della rivoluzione anti-zarista.

In poche ore tutta la popolazione di Odessa tributa il suo omaggio alla salma del marinaio e solidarizza con gli ammutinati della Potemkin. Ma la reazione delle truppe dello zar non si farà attendere e sorpresa la folla inerme sulla grande scalinata che guarda verso il mare compirà una strage di civili. Intanto la squadra ammiraglia zarista circonda l'incrociatore ribelle ma non se la sentirà di infierire sui compagni pronti a morire, gli consentirono di passare indisturbati attraverso la flotta. PROFESSIONE: REPORTER (1975)
Film drammatico a colori e sonoro, dalla durata di 121 minuti. Questo film prosegue quell'analisi della malattia dei sentimenti che rappresenta lo scopo più profondo della filmografia di Antonioni. ANALISI: film complesso che inizialmente non ti fa capire, ma con l'andare avanti della storia escono particolari. Quasi privo di musica e con pochi dialoghi. Fa una decostruzione dei tradizionali stilemi narrativi: dilatazione esospensione del tempo, incompiutezza dell'intreccio, simbiosi tra ambienti e personaggi, rifiuto di una separazione netta tra interni ed esterni, insistenza sui tempi morti. Il finale del film viene raccontato tramite un piano sequenza di 7 minuti, in cui non vengono effettivamente mostrati i fatti, ma fatti capire indirettamente tramite rumori, gesti invisibili e ombre. TRAMA: David Locke (Jack Nicholson), un giornalista di successo, lanciato nella professione ma ormai stanco e annoiato dalla vita, scopre un giorno l'opportunità di ricominciare tutto da capo: rinvenuto il cadavere di un uomo che gli somiglia, in scena una finta morte e assume l'identità del defunto. Sfortunatamente l'uomo era un trafficante d'armi che riforniva il movimento di ribellione a un piccolo dittatore africano, e per David inizia una serie di guai. Incontra una giovane ragazza (Maria Schneider) che lo aiuta a scappare dal passato. Il film si conclude in un piccolo albergo spagnolo con la...morte di Locke, a causa degli emissari dell'antiguerriglia che erano sulle sue tracce. In questo luogo il suo andare alla deriva giunge alla fine. In fine, di fronte al cadavere steso sul letto, la moglie afferma di non averlo mai conosciuto, mentre la ragazza senza nome sta al gioco e conferma che si tratta di Robertson.

LADRI DI BICICLETTE (1948) De Sica

Film sono in bianco e nero, durata 1h 33m. Genere drammatico. Neorealismo cinematografico italiano. Mostra come l'Italia ha affrontato il secondo dopoguerra. Film preso d'ispirazione dal romanzo "Ladri di biciclette" 1946 di Bartolini, rimane ben poco del romanzo, decidono di cambiare e inserire degli elementi o personaggi.

ANALISI:

La sceneggiatura è stata fatta da De Sica e Zavattini: partendo da una storia quotidiana sono riusciti ad affrontare tematiche ben più importanti della società italiana dell'epoca. Ogni particolare ha un significato, come la presenza del figlio, non ha una qualche

importanza per la continuzione della storia, ma serve per dare un maggior impatto umano e cambiare il significato della ricerca del padre. La maggior parte di attori non sono professionisti, per dare un senso di autenticità. Il film è stato girato all'esterno in alcune zone di Roma. Favorisce i tempi morti, la macchina da presa segue i personaggi. Privilegia i campi lunghi e totali.

TRAMA:

Siamo nell'immediato secondo dopoguerra. Il disoccupato Antonio Ricci (Lamberto Maggiorani) riesce a ottenere il posto di attacchino, lavoro in cui è necessario l'uso della bicicletta. Per recuperare il mezzo che aveva precedentemente impegnato al Monte di Pietà, la moglie di Antonio decide di cambiarla con la biancheria che avevano in casa. Antonio inizia così a lavorare, ma proprio durante il primo giorno, mentre è intento a incollare un manifesto cinematografico, la bicicletta gli viene rubata. La disperazione assale il protagonista che non riceve alcun

aiutato a lanciare il neorealismo italiano. La trama segue la storia di Gino (Massimo Girotti), un operaio che si innamora di Giovanna (Clara Calamai), la moglie di un locandiere. I due intraprendono una relazione clandestina e decidono di uccidere il marito di Giovanna per poter essere liberi di vivere il loro amore. Tuttavia, il piano non va come previsto e i due amanti si trovano intrappolati in una spirale di colpa e violenza. Il film è caratterizzato da una forte critica sociale e da una rappresentazione realistica della vita quotidiana degli italiani dell'epoca.
Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
59 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/06 Cinema, fotografia e televisione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher DesIiee di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia del cinema e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Alonge Giaime.