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Metodo storico dell'archivistica

Il metodo storico è un approccio sbandierato dall'archivistica come il proprio metodo, che non si basa su regole automatiche da applicare, ma su un metodo ideale da tenere presente quando si fa questo mestiere. L'aggettivo "storico" fa sì che la disciplina possa appartenere all'alveo delle discipline storiche, nel comparto di cultura e sapere che definiamo storico, non filosofico ad esempio.

Filippo Valenti, quasi recensendo il manuale di Brennecke, afferma che l'attenzione dell'archivistica non deve tener conto solo del principio cencettiani (archivio come specchio dell'istituzione), ma sul fatto che l'archivio è un modo deformato di specchiarsi, qualcosa di più, che a un certo punto quasi si stacca dall'istituzione per assumere propria fisionomia. Quindi questo specchiarsi è quasi un richiamo generale, ma non effettivo. Gli archivi finiscono per avere la configurazione che hanno a causa del loro sviluppo storico.

corso della storia (da qui il metodo storico). Disciplina si ispira al principio di provenienza → archivista cerca di capire qual è configurazione originaria di un archivio e, come tale, cerca di rispettarla. Archivio finisce per essere un modo in cui si manifesta l’istituzione nella storia → deposta le carte (conseguenza di istituzioni → avevamo fatto esempio del controllo di uno stato sul territorio). Valenti, insieme a Pavone, afferma che non c’è proprio identificazione tra istituzione e documenti, ma c’è uno scarto (come l’istituzione ha organizzato questa memoria). Il mito del ritorno all’ordinamento originario viene messo in discussione da Valenti. L’istituzione finisce non per specchiarsi, ma per dare una forma alla propria memoria, la organizza. Lettura di alcuni passi, che possiamo confrontare. Nell’ordinare un archivio si deve cercare anzitutto di ricostituire per quanto è possibile l’ordinamento.originario; solo allora si può giudicare se e quanto sia opportuno scostarsi da esso. Anche loro si pongono il problema dello scollamento tra ordinamento originario e la situazione in cui lo ritrovo. Questa regola non riposa sopra di una servile preferenza per l'antico ordinamento dell'archivio, e non esige la ricostituzione dell'antico assetto, perché si ritenga che non ve ne possa essere unomigliore; essa, al contrario, considera il caso che si abbia fondato motivo di scostarsi da tale ordinamento antico. Non è solo il trovare l'ordinamento originario per togliersi il pensiero. Significa dunque, secondo la massima espressa nel precedente paragrafo, che di regola l'antico ordinamento è costituito in conformità dei bisogni dell'antica organizzazione dell'autorità estrettamente collegato con essi. L'ordinamento originario rispecchia effettivamente le volontà dell'istituzione. Archivista che

reimmette un soffio di vitalità in un archivio morto, per ridonargli vita → idealecrociano.

COSA DICE CASANOVA?

Naturalmente quello schema generale non ha altro fine, se non quello d’indicare il modo, secondo il quale deve essere articolato un archivio per corrispondere esattamente all’istituzione, dalla quale proviene. Per poco che vi si rifletta si vede infatti che corrisponde precisamente al modo col quale un corpo, un individuo sorge, si svolge e cessa; che assume quasi la forma di un organismo perfetto con articolazioni e membra, quale era in verità mentre redigevansi gli atti, sino a noi pervenuti. Esso ci rappresenta, ci raffigura come ancora in azione la storia di quell’organismo e quindi merita a ragione il titolo di metodo storico per eccellenza, col quale in Italia l'appelliamo, e, secondo il quale, soltanto, riconosciamo si possa procedere al riordinamento degli archivi degli enti cessati.

È lo studio storico del fenomeno archivistico

(nello sviluppo dell'istituzione) che mi permette di individuare l'ordinamento originario; e fin qui ok. Cosa ci ha messo Cencetti di fondamentale? Il vincolo archivistico, che qui manca. L'archivista fa risorgere questo vincolo nel suo ordinamento. E BRENNECKE? Dobbiamo partire dai concetti fondamentali olandesi di sviluppo e di organismo. Al concetto di sviluppo gli olandesi associavano l'immagine (biologica) di un dispiegamento graduale, non influenzato da forze esterne, che derivava dal primo germe secondo una dinamica strutturale predeterminata e giungevano così da questa all'immagine di un organismo che rappresentava, in ognuno dei suoi gradi di sviluppo, la formulazione perfetta delle sue leggi interne. Archivio come evoluzione spontanea organica di un'istituzione/soggetto produttore che, come un fiore, albero, pianta che dal suo seme germoglia, viene fuori in modo spontaneo e, potremmo dire, inevitabile. Il concetto di uno sviluppo veramente storico.con tutte le sue imperfezioni e la sua dipendenza da eventuali influenze esterne o anche il concetto della possibile imperfezione o addirittura della possibilità di ammalarsi dell'organismo cresciuto, sembra essere del tutto estraneo alla loro ottimistica visione della vita. Questo organismo che sboccia e viene fuori inevitabilmente secondo una forma predeterminata dalla sua specie, finisce per essere (per quanto si richiami concetto di storia etc.) avulso dalla storia → sembra che cresca senza porsi il problema che, in realtà, uno sviluppo veramente storico, può avere imperfezioni rispetto a un modello ideale, può essere influenzato da vicende esterne, può ammalarsi (cessare la sua forma e assumerne un'altra) → si introduce un concetto che fa sì che, nel momento in cui applico un metodo storico, devo pormi il problema che l'archivio non deriva dal seme e si sviluppa in un certo modo sulla base di istituzioni, ma che proprio

perché è nella storia, può avere imperfezioni, causate dalla storia. In realtà noi non possiamo trasportare alla registratura storicamente formatasi quelle immagini che gli olandesi hanno derivato dagli organismi naturali. Qui registratura indica la prima fase di formazione dell'archivio. Non possiamo spostare in ambito archivistico un'immagine che deriva dalle scienze naturali. Certo, ogni registratura ha un suo sviluppo, ma questo, all'atto della sua formazione, non è ancora univocamente determinato; Non è che questo germe, per forza, deve avere quel tipo di sviluppo. E non è, inoltre, l'ufficio che gestisce gli affari a determinare da solo questo sviluppo, che è invece influenzato anche da molteplici influssi, dovuti a modifiche amministrative o a nuove tendenze politiche. L'occasionale ultimo stadio dello sviluppo, che gli olandesi vogliono ripristinare, non è per nulla detto che rappresenti realmente

l'espressione viva delle funzioni degli uffici. […] Secondogli olandesi, sarebbe la vita a creare le registrature; ma, se le esaminiamo più da vicino, ci accorgiamo che le ha invece create un registratore, che portava magari la parrucca. […] Mentregli olandesi concepiscono l'idea di organismo sul piano puramente biologico, noi partiamo dall'idea filosofica di organismo. Mentre quelli considerano la registratura (non solo secondo il contenuto, ma anche secondo la forma) come qualcosa di cresciuto in virtù di processo naturale, che realizza quindi la perfezione dell'organismo naturale in ogni grado del suo sviluppo, noi sappiamo invece che la formazione di ogni registratura è opera imperfetta di uomini.

Da immagine di organicità ad archivio come prodotto di formazione storica. Così l'attività dell'archivista, che per gli olandesi non era più che quella di un semplice restauratore, diventa una

funzione creativa; si tratta di saper captare dal fondo, con artisticacapacità di immedesimazione, le segrete leggi del suo divenire e del suo crescere e di saperle esprimere poi in estrinsecazioni morfologiche. Da forma istituzionale a dimensione effettiva dell'archivio come organismo che risente costantemente delle necessità derivate dall'essere un prodotto di un'attività concreta di un'istituzione. Per fare archivistica (anni Quaranta, Cinquanta e parte di Sessanta significava fare storia di istituzioni → qui ci aveva portato Cencetti: archivio non rispecchia istituto, è proprio l'istituto!). Qui è prodotto imperfetto dell'istituzione, per Brennecke. Per Brennecke, come opera il metodo storico nei confronti dell'archivio? Questo principio di provenienza, questa dipendenza genetica tra istituzione e archivio risente dell'operazione degli uomini → forti elementi volontaristici, più di quantoCencetti supponeva. Scelte, selezioni, i diversi tipi di organizzazioni (elementi volontaristici) risentono del passare del tempo. L'archivista opererà così sulla base di un principio di provenienza, ma questo principio finisce per essere mediato dall'operatore, il quale interviene perché la storia gli impone di intervenire: PRINCIPIO DI PROVENIENZA LIBERAMENTE APPLICATO. Legittimando l'intervento dell'archivista o del produttore dell'archivio nell'adattarlo alle esigenze delle istituzioni. Istituzione che modella la propria memoria storica secondo l'immagine che vuol trasmettere o secondo le sue necessità documentarie. Disciplina si era isterilita secondo linee inutili a capire qual era ruolo di archivista: da un lato, appiattimento verso storia di istituzioni (Cencetti → esito abbastanza paradossale → ha un suo statuto disciplinare, che la fa esistere indipendentemente da sedimento archivistico → non sipuò dire a un giurista di identificarsi solo sulla storia della documentazione; istituzione deriva dalle sue funzioni (dimensione giuridico-istituzionale). La parte documentaria può essere considerata esclusivamente accessoria). Brennecke ci fa riflettere su quale archivistica possiamo proporre in conseguenza di questa riflessione → il netto salto di qualità che potremmo trovare in un inventario degli anni Settanta, Ottanta, Novanta… è quello di partire da una considerazione storica-istituzionale, per poi privilegiare archivio come prodotto storico. Mentre in altre epoche archivista finiva per sottolineare dimensione giuridico-istituzionale, marginalizzando l'analisi delle tipologie archivistiche e documentarie contenute negli archivi, da una certa epoca in poi il discorso si è ribaltato. Oggi l'archivistica si domanda quali tipologie di archivi abbiamo; cerchiamo di avere una "morfologia" (come diceva Brennecke); iniziamo are di affinità tra di loro?
Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
8 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/08 Archivistica, bibliografia e biblioteconomia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher lucabeagle di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Archivistica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Siena o del prof Moscadelli Stefano.