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La sepoltura come contesto
Una sepoltura è un contesto per definizione. Tutto ciò che si trova in un contesto di deposizione è entrato in quella sepoltura più o meno nello stesso momento; si è chiusa una specie di capsula di tempo. Quello è un contesto palese. Non sempre vero. Capita che sepolture vengano riaperte, aggiunti altri inumati... generalmente, però, è un contesto. Deposizione e ritrovamento tendenzialmente tendono a identificarsi/equivalersi. Non è quasi mai così, in quanto alcune cose cambiano. Sono stati deposti come esseri morti con carne, pelle, tendini... la loro posizione fisica è cambiata nel tempo. Man mano che parti più deperibili del corpo si sono dissolte e decomposte, lo stesso scheletro si è formato. Capita che la mandibola si stacchi dalla mascella e vada verso il basso.
I quattro muri stanno nel contesto della fondazione del tempio. La fondazione del tempio sta nel contesto di fondazione dell'Acropoli.
A sua volta inserito nel contesto dei templi... dentro un contesto degli scavi a Populonia... dentro al contesto della Toscana costiera... Contesto fisico come cannocchiale, con diversi livelli di approfondimento.
Un contesto sono le unità stratigrafiche: tutti i materiali trovati nello stesso strato di terra.
DEFINIZIONE DI CONTESTO:
Insieme delle relazioni spaziali, cronologiche e funzionali (almeno queste tre relazioni) che ogni reperto e traccia archeologica intrattengono con altri reperti e le altre tracce con cui sono associati, al momento del loro rinvenimento, nella stratificazione archeologica.
Se uniamo relazioni fisiche e cronologiche... è meglio (stavano insieme anche prima). Se ci aggiungiamo anche le funzionali... ancora meglio.
ES: a Gortina... durante uno scavo... apofisi ossea di un corno di capra. Se ne trovi tanti... nello stesso strato... la prima cosa a cui si pensa è una relazione cronologica. Ma, siccome sono
tuttecorna di capra, e non è che da qualunque parte saltano fuori corna di capra, vuol dire che le cornahanno funzione in quel luogo. Abbiamo dunque una relazione cronologica e fisica.
Poi si trovano tracce di battitura… che – tra l'altro – si associano a coltelli di lama. Viene in mente che fossero manici.
Hanno messo insieme. Sono stati trovati in un cortile di una casa. È possibile che là ci fosse unapiccola produzione artigianale di coltelli.
Poi sono stati trovati, nello stesso strato, monete di VII secolo. Probabile che ci fosse unaproduzione artigianale in quella casa nel VII secolo.
Quella singola apofisi ossea sta – in realtà – divenendo un pezzo di storia interessante. Perché così tante apofisi ossee? Probabilmente scarti di lavorazione.
Si fanno bollire, la parte esterna si stacca dall'osso (è l'osso lo scarto). Queste corna dovevanoessere infilate in cose che noi non abbiamo
(probabilmente in quanto materiale organico). Lettura contestuale che ci ha permesso di trasformare una singola traccia (di per sé non molto significativa) in qualcosa di più significativo: coltelli di corna di capra.
Siccome abbiamo trovato molti, significa che quelli ne producevano molti. Non è, dunque, una produzione domestica in cui il singolo si è messo a produrre coltelli per sé stesso.
Forse città di artigiani che vivevano vicino a uno dei principali monumenti della città.
Se trovo la sigillata africana in Africa settentrionale (vicino a dove è stata prodotta) ... devo esaminare se mi sta raccontando un pezzo di storia della tradizione.
Se poi la trovo a Roma... non è un grande problema. A Roma c'è arrivata (tutto arrivava a Roma nel Mediterraneo antico... Mediterraneo antico studiato per essere un focus a Roma).
Se la trovo a Castellino... come si spiega? È chiaro che non c'era
un commercio. È una traccia, non posso negare che ci sia. So che la ceramica da mensa viaggia insieme ad anfore su navi da carico…magari quella ceramica è arrivata là perché c'era il meccanismo dell'annona militare (rifornimenti alimentari dell'esercito). Poi si trovano nei territori longobardi. Usi e costumi completamente diversi. Come mai? Forse perché è uno status symbol. Siccome arriva da lontano, come merce assume un significato preciso. Oggetti stanno in un loro contesto, al momento del loro rinvenimento. Quando noi scaviamo, tagliamo questi legami. Con una scopettina o cazzuola, abbiamo almeno il tempo di vedere questi legami, prima di distruggerli. Con la ruspa, si va giù a occhi chiusi. Vitale, per questo, è la documentazione. Quando si ragiona in termini di contesto, si inizia a ragionare per capire come conservare il contesto. Un oggetto si conserva facile (lo prendi, lo metti in una cassetta, seNecessario lo tratti in qualche maniera… perdiamo, però, il potenziale informativo dell’oggetto. Bisogna documentare bene i legami che portano all’oggetto, non il singolo oggetto).
Nulla in archeologia esiste, se non viene raccontato. La storia esiste, nel momento in cui la raccontoe qualcuno la sente. È più facile fare narrazione di contesti che di oggetti. Ecco perché preserviamola documentazione di contesti. Sono quelli che assicurano la narrazione, non gli oggetti singoli.