
Se il test d’ingresso universitario ancora non è morto, poco ci manca. Ad arrivare a questa conclusione è l’Unione degli universitari che arriva tranquillamente ad affermare che: “Una serie di provvedimenti dei Tar di mezza Italia decretano la fine del numero chiuso nel nostro Paese”.
Ora, rimane solo da attendere il giudizio della Corte Costituzionale.
STUDENTI RIAMMESSI A MEDICINA - La pioggia di ricorsi che ogni anno si abbatte sui Tribunali Regionali, ha visto nuovamente la vittoria degli studenti. Diverse università ora dovranno ammettere ai loro corsi di Medicina decine di candidati che erano stati esclusi per non essere riusciti a passare i test d’ingresso. Non è la prima volta che gli aspiranti medici vincono le loro battaglie contro il numero chiuso. A spiegare bene il perché ci pensa l’Udu, promotore della lotta ai test di ammissione: “Il problema nasce dalle cosiddette sedi aggregate del concorso di Medicina, ovvero le macro - aree che raggruppano più atenei in un'unica graduatoria territoriale”.
IL PROBLEMA DELLE GRADUATORIE - In pratica, il problema delle sedi aggregate nasce dal fatto che se uno studente non rientra nella graduatoria di una certa università, potrebbe, invece essere rientrato in un’altra di una città ed università diversa. Proprio su questo punto il Tar del Lazio ha basato la sua sentenza lo scorso dicembre riammettendo tutti quei candidati esclusi nelle loro città, ma che con lo stesso punteggio sarebbero stati ammessi a La Sapienza di Roma. Insomma, se uno studente escluso riesce a dimostrare che nella sua stessa facoltà di un’università diversa dalla sua un altro ragazzo è stato ammesso con un punteggio più basso del suo, allora anche lui ha diritto ad essere immatricolato nella città dove ha sostenuto il test.
IL PARERE DELL’UDU - Michele Orezzi, coordinatore nazionale dell’Udu, spiega perché la graduatoria per sedi aggregate, secondo il sindacato studentesco, fa acqua da tutte le parti: “Il maldestro tentativo di Profumo di risposta ai nostri ricorsi e alla probabile incostituzionalità del numero chiuso è stata mettere le macro - aree con una graduatoria aggregata tra più atenei. Questa sentenza è la risposta nei fatti al provvedimento del ministro che abbiamo criticato fin da subito: la graduatoria dei quattro atenei per la facoltà di medicina è da considerarsi nulla”.
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Serena Rosticci