7' di lettura 7' di lettura
medicinaI corsi di laurea in Medicina e delle Professioni Sanitarie sono sempre stati nell’immaginario collettivo “blindati” dal numero chiuso. Ancora di più le borse per le specializzazioni mediche, che hanno rappresentato fino ad ora un vero e proprio “imbuto”, pronto a tagliar fuori decine di migliaia di laureati a un passo dalla professione.

Ma con la pandemia le cose sono cambiate. Innanzitutto, la laurea in Medicina è diventata abilitante e tanti neolaureati hanno potuto dare il loro contributo in prima linea contro il Covid già dalla primavera del 2020. In secondo luogo, sono aumentati in maniera esponenziale i posti disponibili per accedere alle lauree della sanità e alle specializzazioni. Una tendenza che potrebbe confermarsi anche nel prossimo anno accademico, così come segnala l’analisi sull’accesso ai corsi dell’area sanitaria fatta da Angelantonio Mastrillo, segretario della Conferenza dei Corsi di Laurea delle Professioni Sanitarie, riassunta da Skuola.net.

Infatti, pur parlando di disposizioni provvisorie corrispondenti alla capacità formativa dichiarata dalle università, per il 2021/2022 dovremmo assistere a un ulteriore significativo aumento di disponibilità: al momento si tratta di 30.180 posti complessivi per le Professioni Sanitarie, contro i 26.602 dello scorso anno. Più nello specifico, per Medicina sono stati messi a bando 14.020 posti rispetto ai 13.072 del 2020 (circa mille in più, a cui vanno aggiunti i 1.253 per Odontoiatria, in crescita di poche decine di unità). Ma la vera sorpresa è stata forse vedere in pochi anni triplicare i numeri per le specializzazioni mediche: nel 2018 i posti erano 6.200, oggi sono 17.400.

Professioni Sanitarie, alta la richiesta di infermieri

Come detto, si tratta di numeri provvisori. È possibile che i posti vengano ridotti a partire dai reali bisogni formativi comunicati dalle regioni. Lo scorso anno, ad esempio, rispetto al potenziale di 28.688 posti per i corsi di laurea delle Professioni Sanitarie, ne furono decretati 26.602: circa 2 mila in meno. Alla fine, secondo le prime stime, il numero finale di posti per il 2021/2022 potrebbe attestarsi intorno ai 29mila, senza però toccare i 17.133 posti per infermieri già decretati (di molto inferiori ai fabbisogni di circa 23.500 stimati congiuntamente dalle Regioni e dall’Ordine degli infermieri Fnopi).
Stessa cosa per altre sei ‘professioni’ (assistente sanitario, educatore professionale, podologo, tecnico audiometrista, audioprotesista e terapista occupazionale), per le quali i posti dovrebbero essere confermati perché in linea con i fabbisogni stimati.
Altre professioni sanitarie, però, potrebbero vedersi tagliare i posti, in quanto la reale esigenza è inferiore all’attuale offerta formativa. Come sottolinea lo stesso segretario della Conferenza dei Corsi di Laurea delle Professioni Sanitarie, per i corsi di laurea in fisioterapia l’attuale potenziale di 2.600 posti potrebbe essere allineato ai fabbisogni reali, equivalenti a circa 2.100 posti, definiti da Regioni e categorie.

Medicina, quasi mille posti in più

Buone notizie anche per gli aspiranti medici. Per quanto riguarda le ‘matricole’ rese disponibili per l’anno accademico 2021/2022, i test d’ingresso assegneranno quasi mille posti in più per Medicina rispetto a dodici mesi fa (precisamente +948). Si passa, infatti, dai 13.072 del 2020 - quando già c’era stato un incremento di circa 1.500 posti - ai 14.020 del 2021 (+7,3%), con le Regioni che però hanno anche aumentato il fabbisogno richiesto del +22% (da 11.740 dello scorso anno a 14.332).
Circa 400 posti in più, inoltre, si contano grazie all’attivazione di nuovi corsi di laurea, soprattutto al Sud: ne sono un esempio l’ Università LUM di Casamassima (Bari), l’Università del Salento di Lecce, l’Università della Basilicata e l’Università della Calabria.
Notevole, comunque, l’incremento dei posti messi a bando presso la ‘Sapienza’ di Roma (1.068 posti), l’Università ‘Federico II’ di Napoli (a quota 623) e l’Università di Bologna (614). Le università che, seppur con numeri assoluti più contenuti, vedono invece l’aumento più consistente in relazione al 2020 sono l’Università di Foggia (+81%); la S.Raffaele di Milano (+58%); Pavia (+21%); l’UniCamillus di Roma (+44%); Parma (+25%).

Specializzazioni mediche, triplicati in pochi anni i posti disponibili

Arriviamo poi a quello che forse è il cambiamento più rilevante. Come ricordato, nel 2018 i posti disponibili per accedere alle borse di specializzazione alle professioni mediche furono circa un terzo di quanti ne sono stati individuati ora. Nel 2019 raggiunsero quota 8mila, mentre per il 2020 - primo anno della pandemia - c’è stato un considerevole aumento e le borse sono state portate a 13.400. Un grosso balzo che sembra però ben poca cosa rispetto ai +4000 posti di quest’anno, possibili anche grazie ai fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, che per quanto riguarda la sanità investe circa 740 milioni per la formazione.

Un passo in avanti che, almeno in parte, potrà risolvere quell'”ostacolo formativo” che ogni anno blocca la carriera di migliaia di giovani medici. Ma potrebbe non essere così automatico. “Lo scorso anno ci furono 24 mila concorrenti per 14 mila posti nelle specializzarsi. - ricorda Angelo Mastrillo - Dunque, ci dovrebbero essere circa 10 mila medici in attesa, che non entrarono lo scorso anno. Se li aggiungiamo agli ipotetici altri 10 mila laureati del 2020, diventano 20 mila a concorrere per gli attuali 17.400 mila posti promessi dal Governo; ma i candidati potrebbero essere ancora di più i candidati visto che ci sono anche tutti quelli che si sono immatricolati nel 2014-2015 dopo aver vinto il ricorso contro l'esclusione per il numero chiuso a Medicina”.