
I medici veterinari negli ultimi anni stanno aumentando sempre più, come in crescita è anche la domanda di queste figure professionali. Secondo i dati dell’osservatorio Coop 2020, infatti, sono 7,8 milioni gli italiani che, al termine della quarantena, hanno acquistato o adottato un amico animale - o hanno intenzione di farlo in un prossimo futuro - , aumentando sempre più il numero di pet da compagnia presenti in Italia.
Tuttavia i ragazzi che decidono di iscriversi all’università di Veterinaria non sempre decidono di voler lavorare in uno studio o una clinica veterinaria: quali possono quindi essere gli ulteriori sbocchi lavorativi professionali per i giovani laureati in medicina veterinaria? Scopriamolo.
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Laureato in veterinaria: non solo lavoro in clinica
Secondo l’ultimo censimento realizzato da Anmvi (Associazione nazionale medici veterinari italiani), in Italia sono oggi presenti oltre 8mila strutture veterinarie, delle quali circa 8 su 10 sono strutture di piccole dimensioni e solo in misura residua cliniche e ospedali. Inoltre, una ricerca condotta da Unioncamere e Anpal ha stimato che, tra il fabbisogno di laureati nel quinquennio 2021-2025 in vari settori, al terzo posto c'è l'area medico-sanitaria, diventata sempre più fondamentale in questo momento di pandemia da Covid-19. Il report indica come la richiesta annuale media, infatti, è stimata intorno ai 33-35mila laureati. Ma non tutti i laureati in medicina veterinaria sono indispensabili negli studi e nelle cliniche, dunque questo mondo, per non creare false aspettative, sta aprendo strade per i neolaureati verso realtà diverse.
Medicina veterinaria: non tutti lavorano dopo la laurea
Secondo i dati dell’ultimo rapporto di Almalaurea, nel 2019 i laureati nella facoltà di Medicina Veterinaria sono stati 953, ben 10 in più dell'anno precedente, e a un anno dal conseguimento del titolo, il 56,5% di loro ha dichiarato di lavorare. Anche se il numero può sembrare basso, vi è da considerare anche una cospicua parte dei neo-laureati che invece di fermarsi ai primi gradini della laurea quinquennale in veterinaria, decide di proseguire gli studi con la laurea specialistica. Tuttavia, tra coloro che lavorano ad un anno dalla laurea, sempre secondo Almalaurea, su 412 Medici Veterinari laureati da un anno, l'82,5% afferma di avere iniziato a lavorare subito dopo la laurea. Ma quali sono i lavori che un neo veterinario può intraprendere?
Veterinaria: tutti gli sbocchi lavorativi
I percorsi lavorativi che si possono intraprendere dopo il conseguimento della laurea in medicina veterinaria sono molti più di quelli ai quali siamo abituati a pensare. Infatti, come riportato nel comunicato stampa di MyLav, un laboratorio di analisi veterinarie, possono essere diverse le opportunità professionali per chi si laurea in medicina veterinaria, senza bisogno di passare per una specializzazione: dallo svolgere un'attività libero professionale, dedicandosi ai cani e gatti, o in alternativa alle specie zootecniche, fino a ricoprire i diversi possibili ruoli nel Servizio Veterinario di Sanità pubblica animale, senza escludere la possibilità di trovare un impiego in ambito industriale, formativo o laboratoristico; ecco la lista completa riportata da AlphaTest:- visita e cura di pazienti presso ambulatori veterinari pubblici e privati
- consulenti per l’industria dei mangimi e degli integratori alimentari rivolti agli animali
- selezione e miglioramento genetico degli animali nel settore della produzione alimentare
- verifica gestione e igiene negli allevamenti e controllo di qualità delle produzioni
- consulenza, supporto tecnico, ricerca e sviluppo per la produzione di farmaci rivolti agli animali
- tecnologie della trasformazione e gestione della filiera degli alimenti di origine animale
Veterinaria: sbocchi lavorativi dopo la specializzazione
Come riportato da AlphaTest, dunque, dopo la laurea in medicina veterinaria è possibile decidere di specializzarsi. Questa scelta porta con sé qualche vantaggio? Ovviamente sì: infatti, se si sceglie di proseguire con gli studi, le possibilità di impiego aumentano. Il MUR ha classificato le scuole di specializzazione in tre classi, ciascuna contenente più corsi di specializzazione tra cui scegliere.Classe della sanità animale. In questa classe sono incluse le specializzazioni in:
- Sanità animale, Allevamento e Produzioni zootecniche;
- Patologia e Clinica degli animali da affezione;
- Malattie infettive, Profilassi e Polizia veterinaria;
- Patologia suina;
- Medicina e Chirurgia del cavallo;
- Clinica bovina.
Classe dell’igiene della produzione, trasformazione, commercializzazione, conservazione e trasporto degli alimenti di origine animale e loro derivati. Qui invece sono incluse le specializzazioni in:
- Ispezione degli alimenti di origine animale;
- Igiene e controllo dei prodotti della pesca e dell’acquacoltura;
- Igiene e tecnologia delle carni;
- Igiene e tecnologia del latte e derivati.
Classe dell’igiene degli allevamenti e delle produzioni zootecniche. In questo caso i percorsi di specializzazione possibili sono:
- Allevamento, Igiene, Patologia delle specie acquatiche e controllo dei prodotti derivati;
- Tecnologia e Patologia delle specie avicole, del coniglio e della selvaggina;
- Fisiopatologia della riproduzione degli animali domestici;
- Alimentazione animale;
- Etologia applicata e benessere animale;
- Miglioramento genetico degli animali domestici;
- Scienza e medicina degli animali da laboratorio.