matteobortone
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didattica a distanza

Sembra di tornare indietro di qualche anno, ai tempi della pandemia, quando la didattica a distanza era la norma. Ma questa volta non è colpa del Covid, bensì della mancanza di spazi sufficienti nelle aule universitarie.

L'Università di Padova ha infatti annunciato la sua decisione: il primo semestre dei corsi di Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e Protesi Dentaria, e Medicina Veterinaria si svolgerà esclusivamente online.

Questo dopo la recente riforma del Ministro dell'Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, che ha introdotto un "semestre aperto", in sostituzione del tradizionale test d'ingresso. 

Indice

  1. La scelta obbligata dell'Università di Padova
  2. Lo scetticismo del professore

La scelta obbligata dell'Università di Padova

Il semestre aperto permette agli aspiranti medici di iscriversi a Medicina senza dover superare lo scoglio del test d’ingresso, ma va ricordato che per sostenere gli esami per l'accesso al secondo semestre, bisogna frequentare dei corsi obbligatori.

Il problema è che, con il "liberi tutti" iniziale, si prevede un afflusso massiccio di iscrizioni, potenzialmente fino a 4.000 studenti per il solo ateneo veneto (all’ultimo test d’ingresso qui furono 3.700 le aspiranti matricole). Un numero assolutamente ingestibile per le strutture attuali dell'Ateneo.

Come ha dichiarato il professor Angelo Paolo Dei Tos, presidente della Scuola di Medicina: "Non ci sono alternative, non possiamo certo fare lezione allo stadio Euganeo. Il Mur ha lasciato ai singoli Atenei libertà di scelta e davanti a certi numeri non potevamo far altro che optare per la didattica a distanza".

Lo scetticismo del professore

Il professor Dei Tos non ha mai nascosto il suo scetticismo riguardo a questa riforma, una posizione che ha ribadito con forza, come riporta il 'Corriere del Veneto': "Il mantra della politica è sempre stato abolire il numero chiuso, quando in realtà lo si posticipa di sei mesi. Fatico a immaginare gli effettivi vantaggi di questa riforma, che ci costringe a far seguire le lezioni da casa e che provoca ulteriori problemi".

Un esempio concreto che porta il professore riguarda i tirocini: "I nostri corsi di laurea prevedevano tirocini già al primo semestre del primo anno, affinché gli studenti prendano subito confidenza con gli aspetti pratici della professione, invece ora dovremo posticiparli".

E non solo: Dei Tos teme anche un "crollo delle iscrizioni a Infermieristica". Insomma, una situazione che definisce "paradossale".

Data pubblicazione 1 Luglio 2025, Ore 12:20 Data aggiornamento 1 Luglio 2025, Ore 17:12
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