
Tutti uniti contro il numero chiuso. Le ore che precedono - ma anche quelle che seguono - il test d'ingresso a medicina sono cariche non solo delle tensioni degli studenti ma anche delle polemiche sul sistema con cui vengono selezionati i futuri medici.
La protesta porta la firma delle associazioni e dei coordinamenti studenteschi universitari che, anche quest'anno, non hanno fatto mancare la propria voce al coro di chi vorrebbe abolire il tanto osteggiato numero chiuso.DA ROMA PARTE LA PROTESTA. Il centro nevralgico dei movimenti contrari al test d'ingresso è ancor una volta l'università "Sapienza" di Roma, uno degli atenei che mette a disposizione più posti ma che ha anche un numero di iscritti tra i più alti in Italia: stavolta saranno 5457 gli studenti che si contenderanno uno dei 864, tra Medicina e Odontoiatria. Qui, già da ieri notte, decine di ragazzi si sono piazzati davanti ad alcune aule tra le 77 che stamattina ospiteranno le aspiranti matricole, con striscioni dal tono ironico ma aL tempo stesso amaro, del tipo "Volevo fare il medico ma ho trovato chiuso" oppure "Il numero chiuso chiude gli ospedali". Lo scopo è quello di rendere difficoltose le procedure d'accesso; l'obiettivo è ribadire che il numero chiuso non è la strada giusta per selezionare buoni medici.
MOVIMENTI STUDENTESCHI IN PRIMA LINEA. Portabandiera della protesta sono i grandi comitati di studenti, come Link Coordinamento universitario, Udu (Unione degli universitari) e il Fronte della gioventù comunista, che hanno anche lanciato l'hashtag #nonumerochiuso e #liberoaccesso per convogliare la protesta di tutti gli studenti italiani.
"Il numero chiuso e' ingiusto e lede i diritti degli studenti. E' un terno al lotto inefficiente e dannoso per il Servizio sanitario nazionale - ha affermato all'Adnkronos Andrea Torti, coordinatore di Link Coordinamento universitario - Noi pensiamo che questo strumento vada di pari passo con lo smantellamento del Ssn, mentre la sanità dovrebbe essere finanziata di più. Ormai il numero chiuso lo mettono in discussione i tecnici del Miur e l'Ordine dei medici".
Ma il tam tam partito dalla Capitale, in queste ore, sta contagiando molte aziende ospedaliere e sedi universitarie con striscioni, sit-in e flash mob improvvisati.
