francesca_fortini
di francesca_fortini
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scopri le indiscrezioni di Skuola.net sul test d'ingresso dell'università La Cattolica

La data del test ingresso dell' Università Cattolica di Roma è ormai alle porte. Il 31 di questo mese, infatti, tutti i maturandi interessati a proseguire la propria carriera in questa direzione si troveranno per la prima volta seduti tra i banchi di un'aula universitaria ad affrontare il test di ammissione per la Cattolica, per il quale, possiamo immaginare, si stanno preparando ormai da mesi. Sono messi a concorso 295 posti complessivi, di cui 270 per Medicina e 25 per Odontoiatria. La prova si comporrà di 120 quesiti a risposta multipla da svolgersi in 120 minuti, così distribuiti: 90 test psico-attitudinali: logica, ragionamento spaziale visivo, comprensione brani, attenzione e precisione, ragionamento numerico, problem solving; 20 test di conoscenza della lingua inglese; 10 test di cultura religiosa.

LE INDISCREZIONI TEST INGRESSO CATTOLICA

- Come sapete, Skuola cerca sempre un modo per potervi essere d'aiuto, e anche in questa occasione non si è tirata indietro, questa volta, però, grazie al sostegno di uno studente proprio come tutti voi, che si è trovato ad affrontare lo stesso ostacolo e che è riuscito a farci arrivare alcune utili indiscrezioni sul test al quale si stava sottoponendo, facendoci qualche soffiata sul test della Cattolica degli anni precedenti. Per l'esattezza, si tratta del test ingresso Cattolica per l'anno 2013/14.

TEST INGRESSO CATTOLICA: LA COMPRENSIONE DEL TESTO

- Il nostro candidato ci ha quindi riportato alcuni estratti del test Cattolica per quanto riguarda la comprensione del testo e qualche indicazione sugli altri quesiti. Pronti a scoprire tutto sul test Cattolica degli anni precedenti?
I brani dell'analisi del testo, per la prova dell'anno accademico 2013/2014, erano tre.

Il fondamentalismo religioso, Bassam Tibi

"I kemalisti sembrano non capire l'importanza che la religione riveste ai fini dello sviluppo politico e confidano nel ruolo dell'esercito per impedire che i fondamentalisti prendano il potere. Ma per una democrazia laica questa è una base quantomeno equivoca. I turchi che conoscono a fondo la propria cultura e che non rimuovono, come i kemalisti, la realtà, cioè l'infiltrazione nel loro sistema dei fondamentalisti, appuntano le loro speranze su altri fattori. Come ovunque nella civiltà islamica, anche il fondamentalismo turco è un fenomeno urbano. Anche in Turchia l'islam mistico tradizionale (sufismo) delle tariqua (confraternite religiose) costituisce una delle principali barriere al diffondersi del fondamentalismo. Grazie all'intensa urbanizzazione del Paese, l'islam delle tariqua di matrice rurale è presente anche nelle città, dove assume forma di clientelismo. Ad Ankara, per esempio, tutti sanno che il defunto presidente Ozal aveva legami con la sua tariqua; lo stesso dicasi del suo successore, Demirel. Indipendentemente da come le cose evolveranno nei prossimi anni, è comunque un dato di fatto che i fondamentalisti sono diventati una forza politica capace di influire in maniera decisiva sul reclutamento delle élite in Turchia grazie alla scuole Imam Hatip. Punto debole dei kemalisti è il loro generale rifiuto della religione, che non favorisce certo la conoscenza dell'islam. I kemalisti vedono in tutto ciò che attiene all'islam una forma di fondamentalismo. Ciò impedisce loro di capire che un islam illuminato e aperto alle riforme costituisce l'unico buon punto di partenza per fronteggiare il fondamentalismo. Il kemalismo non offre all'islam alcuna prospettiva di riforma. In quale misura la deoccidentalizzazione della Turchia riguarda l'Europa? La Turchia non è solo un importante partner dell'Europa e un significativo ponte verso il mondo islamico; da essa parte un consistente flusso migratorio verso il continente. Nel rispetto della molteplicità delle culture, l'insegnamento islamico sta per essere introdotto anche nelle scuole tedesche. Ma c'è il pericolo che i bambini musulmani non imparino a conoscere il volto tollerante e illuminato dell'islam, bensì la sua immagine distorta dal fondamentalismo".

Le sette domande relative al brano richiedevano al candidato di rispondere basandosi esclusivamente sulle informazioni contenute esplicitamente o implicitamente nel testo. Tra queste, ad esempio, si chiedeva perché l'autore ritenga che il sufismo possa essere una buona arma contro il fondamentalismo, quali fattori possono rappresentare un ostacolo per lo sviluppo di tale fondamentalismo, perché venissero criticati i kemalisti.

Percorsi di storia antica e medievale, Manacorda

Gotama Siddharta apparteneva a una nobile stirpe. Fino a ventinove anni condusse un'agiata esistenza. Cominciò poi a sentirsi sempre più insoddisfatto dei piaceri della vita e decise di lasciare la famiglia e il suo mondo per dedicarsi alla vita ascetica. Seguì la dottrina yoga, mortificando la propria carne, nella speranza di raggiungere l'unione mistica con Brahama predicata dalla dottrina religiosa del suo tempo. Il suo tentativo fallì. Disilluso, Gotama Siddharta cessò di digiunare e, abbandonata la vita eremitica, si diresse al più vicino villaggio e mangiò. Qui, mentre sedeva all'ombra di un albero, ricevette l'illuminazione che gli indicò la via, per tanto tempo ricercata. Da allora ebbe inizio una lunga predicazione nella quale il Buddha, «l'illuminato», elaborò e diffuse il suo pensiero, che modificava
profondamente i contenuti del Brahamanesimo. Nella città santa di Benares tenne il suo primo sermone, che compendia le caratteristiche salienti del suo pensiero: «Ci sono due estremi, o discepoli, che l'uomo che ha rinunciato al mondo non dovrebbe seguire: una è la pratica abituale di quelle cose la cui attrazione dipende dalle passioni, e specialmente dalla sensualità – e questo è basso, ignobile, indegno, vano, adatto
solo a coloro che sono attaccati alle cose terrene – e la pratica abituale della macerazione, che è dolorosa, indegna, vana. C'è un pensiero che passa nel mezzo, o discepoli, ed evita questi due estremi... la via che apre gli occhi all'intelligenza, che porta alla pace della mente, a una più alta saggezza, alla piena illuminazione, al Nirvana! Per raggiungere il Nirvana occorreva seguire il «sacro sentiero a otto diramazioni»: purezza nella fede, nella volontà, nel linguaggio, nella condotta, nei mezzi di esistenza, nella memoria, nella meditazione. Il fine da raggiungere era una mistica unione con il grande spirito del mondo; i mezzi indicati erano una serie di norme di vita quotidiana. Il conseguimento del Nirvana, cioè della liberazione dalle passioni che costringono l'uomo alla continua reincarnazione, passava dunque attraverso una condotta morale esemplare, non attraverso la vita ascetica e la vita lontano dal mondo».
Buddha non era interessato né ai problemi della vita nell'oltretomba, né a quelli sull'esistenza degli dei. Né riti, né templi servono all'uomo, ma principi morali sui quali modellare la propria condotta nella vita terrena. Si comprende dunque come in questa visione i rapporti dell'uomo con i suoi simili divenissero un aspetto centrale del suo pensiero. La benevolenza verso gli uomini e gli animali era il risultato della moderazione, che doveva essere alla base dell'azione umana. Buddha si rivolgeva a tutti gli uomini, anche ai più umili, ma la sua dottrina, se predicava le virtù morali, insegnava anche la rassegnazione, e come tale non aiutava certamente a risolvere i problemi dell'ingiustizia e dell'ineguaglianza, che al suo tempo
caratterizzavano i rapporti sociali.
Con il tempo la figura del Buddha divenne oggetto di culto.

Anche in questo caso le domande da affrontare erano sette, tra le quali si chiedeva la relazione tra Siddharta e Buddha, come, secondo il testo, si può raggiungere l'illuminazione, cos'è il Nirvana e via dicendo.

Gesù di Nazaret, Joseph Ratzinger

Il linguaggio figurato del corpo ci offre così una comprensione dei sentimenti di Dio per l'uomo più profonda di quanto permetterebbe qualsiasi linguaggio concettuale.
[1] Se nel linguaggio plasmato a partire dalla corporeità dell'uomo l'amore della madre appare inscritto nell'immagine di Dio, è tuttavia anche vero che Dio non viene mai qualificato né invocato come madre, sia nell'Antico sia nel Nuovo Testamento. "Madre" nella Bibbia è un'immagine ma non un titolo di Dio. Perché? Solo a tastoni possiamo cercare di comprenderlo. Naturalmente Dio non è né uomo né donna, ma appunto Dio, il Creatore dell'uomo e della donna. Le divinità-madri, che circondavano il popolo d'Israele come anche la Chiesa del Nuovo Testamento, mostravano un'immagine del rapporto tra Dio e mondo decisamente antitetica rispetto all'immagine biblica di Dio. [2] Esse includevano sempre e forse inevitabilmente concezioni panteistiche, nelle quali la differenza tra Creatore e creatura scompariva. Partendo da questo presupposto, l'essere delle cose e degli uomini appare necessariamente come un'emanazione dal grembo materno dell'Essere che, entrando nella dimensione del tempo, si concretizza nella molteplicità delle realtà esistenti.
Al contrario, l'immagine del padre era ed è adatta a esprimere l'alterità tra Creatore e creatura, la sovranità del suo atto creativo. Solo mediante l'esclusione delle divinità-madri l'Antico Testamento poteva portare a maturità la sua immagine di Dio, la pura trascendenza di Dio. Ma anche se non possiamo dare delle ragioni assolutamente cogenti, resta per noi normativo il linguaggio della preghiera di tutta la Bibbia, nella quale, come detto or ora, nonostante le grandi metafore dell'amore materno, "madre" non è un titolo di Dio, non è un appellativo con cui rivolgersi a Dio. Noi preghiamo così come Gesù ci ha insegnato a
pregare, non come ci viene in mente o come ci piace. Solo così preghiamo nel modo giusto.

Le domande? Cosa si intenda per trascendenza, ad esempio, come fosse spiegato il concetto di panteismo etc.

LO SCHEMA ALFANUMERICO

- Un'altra indiscrezione fornitaci dal nostro aspirante medico è relativa ad una tabella composta di caratteri alfanumerici, in base ai quali rispondere a quesiti di logica matematica. In poco tempo, il candidato doveva risolvere delle semplici operazioni, come sommare il numero di 3 presenti nello schema, o sottrarre al numero degli asterischi il totale delle X e così via: operazioni semplici, ma da concludere in estrema rapidità per dare maggior spazio a esercizi più complicati.

I DIAGRAMMI DI FLUSSO

- Alcuni esercizi proponevano la risoluzione di quesiti basati su una serie di diagrammi di flusso tra i quali scegliere, composti da due differenti figure geometriche, una a rappresentare azioni con una sola soluzione possibile, l'altra azioni con due soluzioni. Il nostro candidato ricorda uno di questi esercizi, relativo al procedimento da seguire per una iniezione intramuscolare.

LE SERIE DI FIGURE

- Saranno numerosi i quesiti logici basati su differenti serie di figure da completare con quella mancante: non vi spaventate! In alcuni casi vi basterà saper contare il numero degli elementi per individuare quelli da scartare, in altri il gioco sta nel considerare i colori o le forme utilizzate.. insomma, niente di complicato se riuscite ad affrontare la situazione con tranquillità.

IL GRAFICO

- L'ultimo, utile ricordo è relativo ad un grafico sulle donne fumatrici, dal 1974 al 2004. Facendo riferimento ai dati forniti, si richiedeva ai candidati di rispondere a delle semplici domande, come individuare se la percentuale di fumatrici fosse aumentata o diminuita da un anno all'altro, l'aumento dei fumatori più giovani e via dicendo: risposte facilmente estrapolabili da un'attenta analisi del grafico in questione.

L'INGLESE

- Come ve la cavate con l'inglese? Siate fiduciosi, e ricordatevi di ripassare alcuni fondamentali argomenti: pronomi, avverbi, verbi irregolari, tempi verbali (soprattutto le varie forme utilizzabili per parlare al passato), il corretto uso degli articoli, verbi modali e preposizioni.
Data pubblicazione 28 Marzo 2016, Ore 11:46
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