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A) Sì
B) No, salvo adattando le categorie alle opere contemporanee
C) No, salvo per le opere antiche
D) Sì, solo per le opere scientifiche
E) No
13. Un’indagine scientifica volta a definire le caratteristiche di un genere: (vedi brano 2)
A) implica la coerenza logica di una teoria che si basa su correzioni successive dell’ipotesi di partenza
B) implica la coerenza di una teoria generale che si basa sulla lettura di tutte le opere di un genere
C) implica la formulazione di una teoria generale basata sulle caratteristiche di tutte le opere di uno
scrittore
D) risulta parziale perché non si possono dedurre teorie generali muovendo da concetti particolari
E) implica la formulazione di una teoria mediante un procedimento induttivo dall’universale al
particolare
14. È utile cercare di definire le caratteristiche del genere a cui un’opera appartiene? (vedi brano 2)
A) Sì, perché è grazie all’esistenza di caratteristiche del genere che un’opera può trasgredire le
caratteristiche del genere stesso
B) Sì, perché un'opera non trova strutture definite nel suo campo di appartenenza
C) No, perché i generi esistono sotto forma di articolazioni diverse che non si lasciano definire
D) No, perché un’opera è tale per la sua individualità specifica
E) Sì, perché le caratteristiche di un genere servono a chiarire lo stile di un singolo autore
15. Che relazione esiste tra un’opera singola e il genere a cui appartiene? (vedi brano 2)
A) Se è un’opera letteraria, introduce dei mutamenti nel genere in cui rientra
B) Appartiene alla letteratura di massa perché modifica le caratteristiche del genere in cui rientra
C) Non appartiene alla storia della letteratura perché cambia le caratteristiche del genere in cui rientra
D) Sono nulle le azioni di modifica al genere cui appartiene
E) Le sue caratteristiche sono definibili totalmente in base al genere cui appartiene
Brano 3
Altre forme di vita
L’origine della vita è uno dei grandi interrogativi della scienza. Nessuno sa dove o quando sia nata esattamente; l’unica cosa certa è
che la vita microbica era presente sulla Terra almeno tre miliardi e mezzo di anni fa. In mancanza di prove su ciò che c’era prima, c’è
ampio margine di discussione.
Trent’anni fa era opinione condivisa che la vita avesse avuto origine in seguito a un evento chimico così improbabile che
difficilmente avrebbe potuto verificarsi due volte nell’universo. Questa posizione fu sostenuta, tra gli altri, dal biologo e premio
Nobel Jacques Monod, che nel 1970 scrisse: “L’uomo sa di essere solo nell’arida immensità dell’universo, da cui egli stesso è emerso
per puro caso”. Negli ultimi anni, però, l’atmosfera è cambiata radicalmente. Nel 1995 il biochimico belga Christian de Duve ha
definito la vita “un imperativo cosmico”, e ha dichiarato che “è sostanzialmente destinata a svilupparsi” su qualsiasi pianeta simile
alla Terra. La dichiarazione di De Duve ha rafforzato la convinzione degli astrobiologi che l’universo sia brulicante di vita. Definita
“determinismo biologico” da Robert Shapiro dell’Università di New York, questa teoria è sintetizzata dalla frase “la vita è scritta
nelle leggi della natura”.
Come si fa a stabilire qual è il punto di vista corretto? Il modo più diretto è cercare prove dell’esistenza di vita su un altro pianeta, per
esempio Marte. Se la vita ha avuto origine partendo da zero su due corpi dello stesso sistema planetario, l’ipotesi del determinismo
biologico sarebbe definitivamente confermata. Tuttavia potrebbe passare molto tempo prima che le missioni sul Pianeta Rosso siano
abbastanza sofisticate da andare a caccia di forme di vita marziane e, se esistessero, da studiarle in dettaglio.
4
Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca
Forse però c’è una strada più semplice per verificare il determinismo biologico. Nessun pianeta è più simile alla terra della Terra
stessa: se la vita mostra la tendenza a svilupparsi in condizioni terrestri, allora forse si è sviluppata più volte anche qui. Per esplorare
questa affascinante ipotesi, gli scienziati hanno concentrato l’attenzione su deserti, laghi e caverne alla ricerca di indizi di forme di
vita “aliene”: organismi profondamente diversi da ogni altro essere vivente conosciuto perché sviluppatisi in modo indipendente.
Non c’è ancora accordo su una definizione univoca di “vita”, ma la maggior parte degli scienziati concorda che due delle
caratteristiche principali di ciò che chiamiamo vita sono la capacità di metabolizzare (ricavare nutrienti dall’ambiente, convertirli in
energia ed espellere gli scarti) e di riprodursi.
La posizione ortodossa sulla genesi della vita sostiene che se la vita sulla Terra avesse avuto origine più di una volta una forma
vivente avrebbe rapidamente preso il sopravvento ed eliminato le altre. Questa “epurazione” sarebbe avvenuta, per esempio, se una
delle forme si fosse rapidamente appropriata di tutte le risorse disponibili o si fosse “coalizzata” contro una forma di vita più debole
scambiando i geni di successo esclusivamente all’interno della propria specie. Ma è una tesi debole. Batteri e archea, due tipi molto
diversi di microrganismi il cui antenato comune risale a più di tre miliardi di anni fa, coesistono pacificamente da allora. Inoltre non è
detto che le forme di vita alternative siano entrate in competizione diretta con gli organismi noti: forse gli alieni occupavano ambienti
estremi in cui i microrganismi a noi familiari non potevano sopravvivere, o forse avevano bisogno di risorse differenti.
Anche se la vita alternativa non esistesse più, può darsi che sia fiorita in un lontano passato per poi estinguersi. In questo caso, forse è
possibile individuarne le tracce nel registro geologico. Per esempio, se avesse avuto un metabolismo spiccatamente diverso, potrebbe
aver alterato le rocce o creato depositi minerali in modi non riconducibili nell’attività degli organismi noti. È persino possibile che i
biomarcatori, sottoforma di molecole organiche che non potrebbero essere state create dalla vita a noi familiare, siano celati in antichi
microfossili, come quelli scoperti in rocce che risalgono all’Archeano (oltre 2,5 miliardi di anni fa).
Un’eventualità più avvincente, ma anche più speculativa, è che forme di vita alternative siano ancora presenti nell’ambiente,
formando una sorta di “biosfera ombra”. A prima vista l’idea può apparire assurda: se organismi alieni prosperassero sotto il nostro
naso (o magari dentro il nostro naso!) non li avremmo già scoperti? Non è detto. Gran parte degli organismi è costituita da microbi,
ed è quasi impossibile dire che cosa siano con una semplice osservazione al microscopio. Bisogna analizzare le sequenze genetiche di
un organismo per determinarne la posizione sull’albero della vita – la categorizzazione filogenetica di tutte le creature conosciute –
ed è stata classificata soltanto una minuscola frazione di tutti i microrganismi osservati.
16. Si parla di vita quando: (vedi brano 3)
A) sono presenti metabolizzazione e riproduzione
B) esiste un minimo di sensibilità
C) il cervello è sufficientemente articolato
D) si verifica un processo di crescita
E) viene utilizzata l’acqua
17. Per organismi alieni si intendono: (vedi brano 3)
A) forme di vita nate da evoluzioni diverse
B) organismi provenienti da altri corpi celesti
C) tutti i microrganismi sconosciuti
D) gli organismi viventi in atmosfera senza ossigeno
E) forme di vita anaerobica
18. Gli studi sugli strati geologici più antichi: (vedi brano 3)
A) potrebbero conservare tracce metaboliche diverse
B) hanno già dato reperti sicuri
C) non possono in nessun caso essere considerati decisivi
D) non distinguono forme diverse di vita
E) evidenziano solo biomarcatori già conosciuti
19. Secondo il determinismo biologico la vita: (vedi brano 3)
A) sorge da un’evoluzione naturale
B) è frutto di una sintesi eccezionale
C) richiede un ambiente di tipo terrestre
D) è limitata al sistema solare
E) ha origini extra-galattiche 5
20. Forme di vita aliene potrebbero sussistere: (vedi brano 3)
A) in ambienti inadatti a forme note
B) nell’ambiente urbano
C) nella foresta pluviale
D) in colonie di microrganismi sconosciuti
E) nelle zone temperate
21. In una scuola lavorano Amilcare, Basilio e Concetto, come bidello, professore e segretario (non
necessariamente in quest'ordine). Amilcare è figlio di Concetto, ed è più basso di statura del
professore. Il bidello è il più alto di statura, e non ha figli.
Quale delle seguenti affermazioni è compatibile con le premesse?
A) Amilcare è il segretario, Basilio è il bidello, Concetto è il professore
B) Non è possibile attribuire esattamente a ciascuna persona il proprio ruolo
C) Concetto è il segretario, Basilio è il bidello, Amilcare è il professore
D) Amilcare è il segretario, Basilio è il professore
E) Basilio è il segretario, Amilcare è il bidello, Concetto è il professore
22. Aldo, Bruno, Carlo, Donato e Eugenio durante una gita pernottano in una locanda dove hanno a
disposizione tre camere singole e una doppia.
Nessuno vuol dormire con Eugenio, perché russa troppo sonoramente. Aldo accetta di dividere la
camera doppia solo con Carlo o con Bruno. Bruno dice che andrà nella doppia solo con Donato.
Se ne deduce, necessariamente, che:
A) nella camera doppia dormirà Aldo oppure Donato
B) Aldo e Bruno dormiranno nella camera doppia
C) Eugenio, Carlo e Donato dormiranno nelle camere singole
D) Eugenio, Aldo e Bruno dormiranno nelle camere singole
E) uno dei due, tra Aldo e Bruno, dormirà sicuramente nella camera doppia
23. I tre quadrati del disegno hanno lo stesso lato. I punti in grassetto sui lati dei quadrati sono i loro
punti medi. In ogni quadrato si consideri l’area complessiva delle parti annerite.
Che cosa si può affermare riguardo le aree delle parti annerite nei tre quadrati?
A) Le tre aree sono uguali
B) L’area delle parti annerite del quadrato 1 è maggiore di quelle degli altri due quadrati
C) L’area delle parti annerite del quadrato 3 è maggiore di quelle degli altri due
D) L’area delle parti annerite del quadrato 1 è uguale a quella delle parti annerite del quadrato 2
ed entrambe sono maggiori di quelle del quadrato 3
E)