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Sintesi
Estratto del documento

Scritta da Lodovici Veronica

Anno scolastico 2007/08

Classe 5SD

Liceo Scientifico “A. Vallisneri”

D

Dopo il Sole, la luna è il corpo celeste che appare con maggiore evidenza ad una semplice

osservazione del cielo. Si comprende pertanto come essa, fin dall’antichità, abbia stimolato

l’interesse e la fantasia dell’uomo. Per secoli gli uomini l’hanno osservata, le hanno dedicato

poesie, si sono chiesti di che cosa fosse fatta. Storicamente sono stati percorsi viaggi fisici e

immaginari sulla luna e l’uomo ha cercato di affrontarne sempre di nuovi senza mai capire

veramente cosa lo spingesse a farlo. L’uomo ha sempre intrecciato il suo viaggio con quello

celeste del nostro satellite.

Mitologie lunari si ritrovano in tutte le culture: la sua misteriosa luminosità e la

mutevolezza periodica del suo aspetto hanno da sempre spinto gli uomini a immaginare una

possibile correlazione tra le vicende terrene e il nostro satellite. Nei tempi antichi non erano

rare le culture, prevalentemente nomadi, che ritenevano che la luna morisse ogni notte,

scendendo nel mondo delle ombre; altre culture pensavano che la luna inseguisse il Sole (o

viceversa). Ai tempi di Pitagora, come enunciava la scuola pitagorica, era considerata come

un pianeta ma durante il Medioevo si credeva che la luna fosse una sfera perfettamente

liscia come sosteneva la teoria aristotelica. Quando nel 1609 Galileo puntò il suo telescopio

sulla luna scoprì che la sua superficie non era liscia, bensì corrugata e composta da vallate,

monti e crateri, sentendosi cosi vicino alla luna come nessuno avrebbe potuto

immaginare fino a quel momento. Si comprese che esso era un corpo solido

proprio come la Terra. Ancora nel 1920 si pensava che la luna potesse avere

un'atmosfera respirabile (o così lasciano intendere i racconti di fantascienza

del periodo).

La grande riscoperta del nostro satellite è stimolata dalla nascita

dell’astronautica. La luna, il più vicino corpo celeste, è il primo naturale

traguardo di questa nuova scienza applicata. Nel 1969, Neil Armstrong e Buzz

Aldrin furono i primi esseri umani a camminare insieme alla luna nel suo viaggio celeste di

rivoluzione attorno alla terra. Atterrarono su una superficie sassosa e polverosa e in un

istante, quando finalmente il viaggio umano verso la luna si era realizzato, si pensò come

poter superare nuovi orizzonti e nuovi traguardi. Infatti dopo il 1969 seguì un periodo di

eclissi per quanto riguarda gli occhi del grande pubblico sul nostro satellite. Negli anni

ottanta le sonde e le navicelle spaziali sono state dirette verso mondi più lontani come

Marte, Giove e Saturno, svelando il volto di altre lune.

Oggi la luna torna ad essere attuale: si parla di impiantarvi basi stabili e di crearvi

osservatori scientifici. Sembra che i tempi siano maturi per un ritorno alla luna anche per una

futura colonizzazione terrestre, il viaggio lunare attraverso i cieli s’intreccerà di nuovo con

quello dell’umanità.

OGGI SAPPIAMO più della luna che di ogni altro oggetto del sistema solare. Sulla luna sono

state inviate molte sonde spaziali, e sono stati fatti rilievi geografici e misurazioni.

La luna è solcata da impressionanti catene montuose, alte almeno quanto l’Himalaya, e

tuttavia il paesaggio lunare appare desolato, senza i colori del cielo creati dall’atmosfera

atmosfera

come sulla Terra. La luna non ha un’ propriamente detta. I pochi atomi che

derivano dal degassamento (il rilascio di gas, come il radon, da parte delle rocce che

compongono la luna) e dal vento solare non sono trattenuti dal satellite. Le molecole più

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leggere rimbalzano con più facilità e una volta in direzione dello spazio non tornano più

indietro. Anche le molecole più pesanti con una velocità di fuga più bassa, come il biossido di

carbonio e l’azoto, non riescono a trattenersi troppo a lungo. Le misure più attendibili sono

state fatte durante la missione Apollo 12, dalla quale risultò che l’intera atmosfera pesa

appena qualche tonnellata mentre sulla terra per ogni metro quadrato di crosta terrestre

campo magnetico

gravano 10 tonnellate. Il della luna infatti è molto debole a paragone di

quello terrestre. In media è di 30 gamma (1 gamma equivale a 1/100.000 di Gauss) quello

lunare e di 45.000 gamma quello terrestre. Non c’è quindi nessuna possibilità di potersi

orientare con una bussola.

Nel 1998 la sonda Lunar Prospector della NASA rimandò informazioni che hanno fatto

d’acqua

pensare all’esistenza di grandi quantità in corrispondenza dei poli lunari, sotto

forma di ghiaccio. Se mai l’uomo riuscirà a stabilire una base sulla luna, sarebbe possibile

usare quell’acqua per iniziare a colonizzare il satellite. Gli scienziati pensano che il ghiaccio

potrebbe essere arrivato sulla luna tramite le comete che si sono schiantate sulla sua

superficie. L'energia della luce solare divide la maggior parte di quest'acqua nei suoi

elementi costituenti, idrogeno e ossigeno, ma la maggior parte si disperde immediatamente

nello spazio. È stato però ipotizzato che quantità rilevanti di acqua possano rimanere sulla

luna, o sulla superficie, o inglobate nella crosta.

LE ORIGINI DELLA LUNA sono al centro di un dibattito scientifico

molto acceso. La teoria più accreditata è quella secondo cui essa si

sia formata a seguito della collisione di un asteroide delle

dimensioni simili a quelle di Marte con la Terra quando quest'ultima

era ancora calda, nella prima fase della sua formazione. Il materiale

scaturito dall'impatto rimase in orbita intorno alla Terra e per effetto

della forza gravitazionale si riunì formando la luna. Questa teoria è

detta comunemente la Teoria dell'Impatto Gigante. Una conferma di

questa tesi deriva dal fatto che la composizione della luna è

pressoché identica a quella del mantello terrestre privato degli elementi più leggeri,

evaporati per la mancanza di un'atmosfera e della forza gravitazionale necessaria per

trattenerli. Inoltre, l'inclinazione dell'orbita della luna rende piuttosto improbabili le teorie

secondo cui si formò insieme alla Terra o fu catturata in seguito. Il viaggio della luna quindi

sembra destinato fin da subito a separarsi da quello della terra, ma l’umanità non riesce mai

seriamente a staccarsi da lei.

SComportamenti mutevoli e contrastanti attraverso le credenze e il mito

in (babilonesi), Hathor o Iside (egiziani), Artemide e Selene (greci), Diana o Lucina (romani),

sono solo alcuni dei nomi che, fin dall’inizio dei tempi, le prime civiltà hanno dato alla luna.

Considerata fonte di mistero, in ogni parte del mondo, in ogni periodo storico, in ogni cultura,

la luna ha rivestito (e riveste) un ruolo ben diverso da quello che la scienza è solita darle.

Nella cultura occidentale il nome deriva dall’antichissima radice indoeuropea Luek, che

significa splendere e il termine luna sta infatti per “la luminosa”. A noi però il nome arriva

dalla mediazione dell'antica mitologia greca. Infatti Artemide era considerata la patrona delle

nascite questo perché, secondo la leggenda, quando Leto dovette partorire i due figli che

Zeus aveva generato in lei, Artemide che venne al mondo per prima, aiutò la madre a

partorire suo fratello Apollo. I Romani poi ne mutarono i nomi in Diana e Lucina (da cui deriva

appunto luna). Anche il tedesco MOND e l’inglese MOON vengono dal nome di una divinità, la

barbarica MEN da dove deriva anche la nostra parola “mese”.

Secondo la mitologia Maya la luna e il Sole, prima di divenire gli astri celesti che noi

oggi conosciamo, furono creature terrestri, una giovinetta e un ardito cacciatore. Fra i due si

accese l'amore e, dopo varie vicende, fuggirono insieme ma il nonno della ragazza, adirato,

la fece uccidere. Alcune libellule raccolsero allora il corpo e il sangue della ragazza in tredici

ceppi cavi. Dopo tredici giorni di ricerche il Sole trovò i ceppi: da dodici di

essi nacquero insetti nocivi e serpenti che andarono a popolare tutto il

mondo, dal tredicesimo uscì la luna resuscitata.

Uno smembramento del corpo della luna ha una chiara allusione alla

progressiva scomparsa della luna durante la fase calante. Come in questo

mito, così anche in altri, a causa della mutabilità del suo aspetto durante

le fasi, la luna fu identificata con divinità femminili con attributi antitetici e

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ambigui: dea dell'amore e della morte, creatrice e distruttrice, tenera e crudele, protettrice e

ingannevole. Infatti, identificando gli dei con i corpi celesti gli antichi davano alla loro

concezione religiosa un fondamento di eternità, legato alla natura celeste dell'astro.

Parole come lunatico sono derivate dalla luna a causa della credenza popolare che la

luna sia una causa di pazzia periodica. Ampio rilievo occupa la luna nelle credenze popolari:

per i pescatori bisogna pescare sempre nelle notti di luna piena perché la luna attira i pesci

in superficie, mentre i contadini sostengono che il mosto vada messo nelle botti in novilunio,

per farlo diventare vino. Negli orti poi la luna occupa un ruolo importantissimo: bisogna

sempre seminare durante le fasi di luna crescente affinché le piante crescano più

velocemente. È tuttora diffusa anche la credenza dell'aumento delle nascite in fase di luna

crescente. Nella mitologia medievale, la luna Piena occupa una posizione importante: i lupi

mannari si trasformano alla luce della luna e le streghe si riuniscono per i loro sabba.

Ancora oggi, a quasi quaranta anni dalla sua conquista da parte dell’uomo, la luna

continua ad alimentare mitologie condivise da molti. La luna dista dalla terra mediamente

384.000 km e possiede una massa di circa 1/77 di quella terrestre. Se si escludono strani

"effetti magici" non dimostrati scientificamente, gli unici mezzi che la luna ha a disposizione

per interagire con la Terra sono la forza gravitazionale e la luce solare che essa riflette.

L’effetto più evidente e maggiormente conosciuto che sia originato dalla FORZA

è costituito dalle maree. Esse sono fenomeni complessi che sono

GRAVITAZIONALE LUNARE

principalmente generati dall’attrazione congiunta della luna e del Sole sugli oceani. Meno

conosciuta è l’esistenza di un fenomeno simile che interessa l’atmosfera con un meccanismo

analogo a quello che fa muovere l’acqua degli oceani, anche le masse gassose

dell’atmosfera infatti possono spostarsi determinando le cosiddette maree atmosferiche.

La L è molto debole rispetto a quella solare. Pur essendo troppo

LUCE RIFLESSA DALLA UNA

debole per alimentare la fotosintesi clorofilliana, la luce lunare sembra tuttavia in grado di

provocare certi movimenti detti tropismi, in altre parole quelli che la luce lunare può

provocare su alcune piante. L’esperimento fu fatto da Musset su steli di

diverse specie vegetali come in particolare sulla Lens sculenta. Dopo

averle fatte crescere in condizioni normali le portò in un luogo buio. Gli

steli diventarono bianchi e gracili. Esponendoli al

plenilunio osservò che si orientavano verso la luce lunare.

Inoltre, alcuni organismi marini sembrano avere un

comportamento riproduttivo influenzato dalla luce lunare. Tra i più comuni ci

sono l’Ostrea edulis (la comune ostrica), alcune specie di corallo australiano e la

cernia messicana che hanno un periodo di fecondazione e gestazione durante le sigizie

(plenilunio e novilunio). L’Eunice viridis, un verme marino delle isole Samoa e Figi si libera

della sua coda di uova e di spermatozoi un giorno dopo l’ultimo quarto di luna in novembre e

infine anche il comune riccio di mare del Mediterraneo celebra l’accoppiamento

esclusivamente al chiaro di luna piena.

GLI INFLUSSI PRESUNTI

Se gli influssi della luna accertati sono piuttosto ridotti, quelli che le vengono attribuiti

sono molto più numerosi. Limitandoci ai più comuni, possiamo citare gli influssi sulle pratiche

agricole e gli influssi sulla biologia umana.

In particolare gli influssi sulle pratiche agricole godono del maggior credito da parte

del mondo contadino e da parte di molti orticoltori dilettanti. Molti manuali di

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