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Dámaso Alonso (1898 – Dámaso Alonso nace y muere en Madrid, nace en

1989) 1898 y muere en 1989. Él es uno de los

protagonistas de la Generación del ’27 junto a Lorca,

Alberti y Cernuda. Como todos los artistas de la

Generación del ’27, Dámaso Alonso en sus poesias

LOS CONTADORES DE ESTRELLAS utiliza muchas metáforas y los versos son libres. En

su primera producción “Poemas puros. Poemillas de

Yo estoy cansado. la ciudad” (Madrid, 1921) trata de temas profundos

sobre los sentimientos umanos. Hay una mezcla de

ilusión y deseo de superación de la realidad y tal

Miro esta ciudad vez, melancolía, frustración y decepción. En esta

- una ciudad cualquiera - poesía Dámaso nos presenta un lado más dulce, y

donde ha veinte años vivo. no el lado más duro que critíca los disastres de la

Todo está igual. guerra. En la poesía Dámaso quiere contar las

estrellas y en ese objectivo imposible se simboliza el

Un niño deseo de construir una realidad más positiva. Pero

por todo el poema hay un senso de realismo trágico,

inútilmente cuenta las estrellas de abatimiento: el autor, a pesar de su joventud, se

en el balcón vecino. declara cansado, hastiado de su existencia. Para

Yo me pongo también... aumentar esa sensación de amargura Dámaso

Alonso sitúa la poesía en una ciudad cualquiera.

Pero él va más deprisa: Para superar esa sensación el poéta tiene que ser

no consigo alcanzarle: ingenuo e inocente como un niño que cuenta las

Una, dos, tres, cuatro, cinco... estrellas sin pensar a nada.

Pero el poéta no consigue hacerlo y se da por

No consigo alcanzarle. vencido y declara su impotencia. Esa habilidad del

Una, dos ... poéta de convertir un tema sencillo como lo de

Tres... contar las estrellas en un tema pesimista se debe a

cuatro... su vida personal, en efecto en sus primeros veinte

cinco.. años ya había vivido experencias intensas y

traumaticás como la muerte de su padre a los tres

años, el abandono de los estudios universitarios por

enfants, a pour protagoniste un enfant (un Prince) qui mène un vie

solitaire sur son astéroïde ; il décide d’entreprendre un voyage vers

d’autres planètes pour rencontrer de nouveaux amis.

Mais ce seulement avec le narrateur, qui correspond au pilote, qu’il

réussit à avoir une amitié très profonde. Le petit Prince est une personne

qui ne se décourage jamais même si au début de l’histoire il se trouve

dans le désert du Sahara.

En attendant le narrateur raconte à travers de flashback toutes les

aventures du Prince ; en effet avant d’arriver sur la Terre le Prince a

visité d’autres planètes et il a rencontré par chacune planète un

personnage qui lui a enseigné quelque chose, comme : le Roi, un

personnage triste qui veut donner des ordres, le Vaniteux, perdu dans la

contemplation de soi même, le Ivre, il boit pour oublier d’être alcoolique,

l’homme d’affaires qui compte les étoiles parce qu’il croit qu’il

l’appartiennent, l’Allumeur de réverbères et le Géographe qui conseil au

Prince de visiter la Terre. Un personnage très important c’est le Renard

avec lequel il instaure une profonde amitié.

Le Renard en effet est important parce que explique au Prince la

Amitié, Apprivoiser.

signification du mot qu’il appelle avec le verbe Il dit

que l’amitié est indispensable parce que notre vie est formée par des

relations avec les autres ; céder un peu de nous même et recevoir

quelque chose de l’autre.

Le dernière personnage est le Serpent qui tue le Prince et l’aide à

retourner dans sa planète.

L’espace où se déroule l’histoire c’est le désert du Sahara mais aussi dans

les autres planètes visité par le Prince. La narration se développe dans

une époque contemporaine, en 1935 et dure un jour. Le narrateur est

omniscient et pour narrer les événements il utilise de flashback et le

discours direct qui simplifie le texte.

Dans ce livre le narrateur veut souligner que l’enfance c’est la période la

plus importante de notre vie ; il donne aussi un signification à la morte,

non un signification pessimiste mais que la morte fait parti de notre vie

Il diritto dello spazio fa parte del diritto internazionale ed è nato a seguito di alcuni

lanci nello spazio di satelliti artifciali, sonde e capsule in cui però si è notata

l’inadeguatezza delle norme tradizionali, perciò gli Stati hanno deciso di adottare delle

norme specifche. Il diritto dello spazio quindi disciplina tutte le attività dirette

all’esplorazione ed utilizzazione dello spazio extratmosferico e dei corpi celesti.

trattato sui principi che regolano le attività degli Stati in materia di

Secondo il

esplorazione ed utilizzazione dello spazio extra-atmosferico, ivi compresa la Luna e gli

altri corpi celesti (27 Gennaio 1967):

• L’esplorazione e l’utilizzazione dello spazio e dei corpi celesti devono essere aperte a

tutti gli Stati e devono aver luogo per il bene e l’interesse di tutti i Paesi

• Lo spazio ed i corpi celesti non sono soggette né ad appropriazione nazionale né alla

sovranità, attraverso l’uso, l’occupazione o altro

• L’attività di esplorazione ed utilizzazione deve svolgersi secondo le norme del diritto

internazionale, per garantire il mantenimento della pace e la sicurezza tra gli Stati

• La Luna e gli altri corpi celesti devono essere usati esclusivamente per scopi pacifci

• È vietato porre in orbita armi atomiche

• Gli astronauti sono considerati inviati dell’umanità nello spazio

• Ogni Stato conserva la propria potestà sugli oggetti lanciati nello spazio, anche in caso

di ritorno sulla Terra

• Ogni Stato che effettua o fa effettuare il lancio di un oggetto nello spazio, ed ogni

Stato il cui territorio serve al lancio, sono responsabili per i danni causati agli altri Stati

trattato sulla Luna e gli altri corpi celesti,

Nel 1979 venne stipulato un altro trattato, il

che non ebbe molte adesioni ma che affermava due importanti principi:

• La Luna è defnita patrimonio comune dell’umanità

• La libertà di utilizzazione dei corpi celesti deve tendere sempre ad un’equa

distribuzione delle risorse, tenendo conto principalmente dei Paesi in via di sviluppo.

La “Notte Stellata” fu dipinta nel 1889 (ne esistono però altre versioni), è forse

l’opera che rappresenta maggiormente la sua concezione della natura, non tanto

in termini flosofci, ma nel senso del suo rapporto quotidiano con il mondo

esterno, appunto con la natura. Se osserviamo il dipinto possiamo notare le

enormi dimensioni che il pittore Olandese ha dato al cielo stellato, fatto di questi

grandi astri. Van Gogh fa si che il cielo copra il paesaggio sottostante, come se

volesse avvolgerlo e proteggerlo. In quest’opera non si distinguono più le macchie

di colore che caratterizzano la pittura dei puntinisti perché questi elementi

appaiono tutti insieme: i vortici di linee che si tramutano in stelle nel cielo

notturno, le cime dei cipressi sono rese con pennellate slanciate, forme

geometriche che rappresentano l’architettura del paese.

Il cielo notturno è reso con pennellate blu e verdi, punteggiato qua e là dai cerchi

luminosi delle stelle. In primo piano ci sono le sagome scure dei cipressi, alberi

amati dal pittore per la forma maestosa e per il colore cupo e intenso. La tela è

stata realizzata durante il suo soggiorno all’ospedale di Saint – Rémy. Van Gogh

rimase sveglio tre notti ad osservare la campagna fuori dalla fnestra, affascinato

soprattutto da Venere che solitamente appare all’alba. Il quadro che realizza però

non è una fedele riproduzione del paesaggio che vedeva, è piuttosto una visione

immaginaria in cui ci sono alcuni elementi che si ricollegano al suo passato

Olandese, come per esempio il paesino.

Dei cipressi fanno da ponte tra il cielo e la terra. I luoghi sono trattai con un certo

dualismo: calmo e tranquillo il paesino avvolto nel buio, mentre vitale ed energico

il cielo notturno tempestato dalla luce delle stelle.

Nelle lettere che Van Gogh scrive al fratello Theo, si capisce che questo genere di

rappresentazione è partito dal romanzo di Victore Ugo “I Miserabili”, nel quale il

Bright Star, would I were

steadfast as thou art Keats wrote “Bright Star” in 1819 and revised

Not in lone splendour hung aloft it in 1820, perhaps during his journey to Italy.

the night, He went to Italy because his

And watching, with eternal lids doctor suggest this solution to improve his

apart, condition, he had tuberculosis; however

Like Nature's patient sleepless Keats was aware that he was dying. Some

Eremite, critics have theorized that this poem was

The moving waters at their addressed to his fancée Fanny Brawne. First

priestlike task she was just his neighbour and then she

Of pure ablution round earth's became his fancée.

human shores, In this poem Keats doesn’t envy the solitary

Or gazing on the new soft-fallen and immutable eternity of the star, he wants

mask to use its eternity in order to hear his

Of snow upon the mountains

and the moors beloved breathing.

No-yet still steadfast, still The poem concerns the concepts of love, life,

unchangeable, death, fame, sleep and melancholy. Keats

Pillow'd upon my fair love's talks about death and fame. He is afraid of

ripening breast, death because it could steal fame so that life

To feel for ever its soft fall and would never be the same.

swell, Then he talks about love, the

Awake for ever in a sweet one which enslaves men. In the end

unrest, he makes reference to the melancholy

Still, still to hear her tender- which characterise human condition. Men

taken breath, can reach freedom only through fantasy and

And so live ever-or else swoon sleep.

to death

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