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un avvocato che, passeggiando per la strada viene a conoscenza della storia
della "porta". Una notte infatti è stata vista una figura strana, che si scoprirà
poi essere quella di Hyde, che travolge una bambina e scappa; costretto poi in
seguito a pagare i danni alla famiglia della bambina firmerà un assegno a nome
del Dottor Jekyll. Cominciano da qui una serie di eventi strani. Hyde lentamente
però prende sempre più il controllo su Jekyll; le dosi di antidoto per tornare il
dottore devono essere sempre di più e non è raro che si trasformi anche senza
la pozione. Sino a giungere all’epilogo, in cui Jekyll scrive una lettera che sarà
poi anche la lettera della sua confessione a Utterson, spiegandogli perché e
come ha funzionato il suo esperimento.
Il romanzo di Stevenson è l’esempio fantastico ma più appropriato per definire
la doppia personalità, che pare un fenomeno tanto lontano ma non ci si
immagina neanche quanto ci sia vicino. Forse perché dal doppio siamo
circondati e anche un po’ attratti: tutto il mondo è fatto di opposti, che si
attraggono e si respingono, ma che appartengono allo stesso essere. Il
magnetismo, il parlare “del più e del meno”, il bianco e il nero, il caldo e il
freddo, il nord e il sud, il giorno e la notte… Non uno, ma centinaia di esempi.
Ci paiono normali, sono cosa ordinaria se esterni a noi e a noi lontani. Ma nel
momento in cui si tratta di noi stessi, il doppio pare strano, mostruoso, e ce ne
distanziamo volentieri. Non sappiamo che il doppio è parte di noi stessi, è la
nostra doppia personalità. INDICE
Italiano: il tema della sfaccettatura della personalità in Pirandello
“Uno, nessuno e centomila”, “Così è (se vi pare)”
analisi di
Letteratura Latina: il doppio per creare la vis comica
Menaechmi di Plauto
Filosofia: spirito apollineo e spirito dionisiaco, due impulsi
contrapposti nell’animo umano
(Nietzsche)
Deutschsprache: Geist und Leben
Tonio Kröger, Thomas Mann
Storia: la politica del doppio volto di Giolitti
Italiano: “Così è (se vi pare)”, “Il fu Mattia Pascal” e “Uno, nessuno,
centomila” di Pirandello
Il tema del doppio, della scissione e della moltiplicazione dell’io, che ha un
antecedente nella letteratura fantastica dell’Ottocento, da Hoffmann a Poe e
Stevenson, trova larga diffusione nella narrativa europea del Novecento, con
l’approfondirsi della crisi di identità dell’artista e la scoperta psicanalitica della
contraddittoria complessità della psiche.
La frammentazione della coscienza in una molteplicità dell’io caratterizza
l’opera di Proust e di Joyce; lo sdoppiamento tra la coscienza e il lato oscuro
dell’inconscio ispira i romanzi di Conrad; in Italia la consapevolezza dell’unità
fittizia della psiche si conferma con forza nei romanzi di Svevo e nelle opere
narrative e teatrali di Pirandello.
Questo motivo ispira infatti la poetica pirandelliana dell’umorismo, ovvero del
sentimento del contrario, che presiede alla decostruzione dell’eroe tradizionale
fino al dissolvimento stesso del personaggio. Ne è un esempio il protagonista
Fu Mattia Pascal,
del diviso tra più anime, tra anima e corpo, tra il corpo e
l’ombra: la non identificazione di Pascal con la propria immagine esprime il
rifiuto della maschera sociale che lo imprigiona e la ricerca di un se stesso più
autentico, di un “oltre” che sta sotto la vita normale e sconfina nella follia. Il
Fu Mattia Pascal
dramma dei personaggi di Pirandello, dal protagonista del alla
Uno, nessuno e centomila),
scelta del rifugio di Vitangelo Moscarda (in incapace
di trovarsi in sintonia con se stesso e con gli altri, denuncia l’ispirazione
impossibile nella società moderna all’unità e all’armonia dell’io.
Uno, nessuno e centomila
Tema centrale di è la disgregazione della personalità
di Vitangelo Moscarda, il protagonista, che a causa del suo naso – pendente
leggermente a destra – da’ il via ad un processo mentale di disgregazione
dell’io che si sviluppa con una serie di reazioni a catena. Se la moglie -ragiona
Vitangelo- sotto l’aspetto fisico lo vede diversamente da come egli crede di
essere, lo stesso e a maggior ragione avverrà per quanto riguarda l’aspetto
morale. Chi è Vitangelo Moscarda che la moglie crede di amare? che gli amici
invitano al bar? Ci sono tanti Moscarda quanti sono quelli che lo vedono,
quante sono le possibilità di conoscere, le circostanze, i casi, le relazioni, le
realtà mentali di ognuno. Dal momento in cui ogni estraneo lo vede in maniera
diversa da quello che egli realmente è, Vitangelo inizia una disperata ricerca di
questo se stesso, per coglierlo nella sua spontaneità, nella sua espressione
prima e genuina. Impossibile, è come voler scavalcare la propria ombra.
L'uomo infatti, frustrato dai problemi derivanti anche dalla società, si crea una
maschera diversa in base alle varie occasioni o alle varie persone che incontra;
centomila
quindi è persone. In realtà, dentro se stesso sa che lui è in un
uno
determinato modo che gli altri potrebbero anche non accettare, dunque è
nessuno
solo. Ma in fondo è semplicemente perché nella vita di tutti giorni
assume maschere e comportamenti diversi che non lo soddisfano, lo gettano
nello sconforto e lo fanno perdere nei meandri dei suoi pensieri e delle sue
sofferenze.
Questa coscienza di finitezza del singolo, del suo essere in sé, prima di tutto
deve essere consapevole in ogni uomo. Invece tra gli uomini avviene
esattamente il contrario: ognuno vede nell’altro ciò che più gli aggrada, ciò che
gli è più simile, ciò che se lo fa più piacere. E’ questo il dramma dell’essere, in
cui l’identità dell’io finisce con l’affogare. Allora Moscarda si impone di
cancellare completamente il vecchio se stesso, quello condizionato dalla
nascita, dall’ambiente, dall’educazione, vale a dire cancellare l’immagine che
gli altri hanno di lui: l’immagine di usuraio ereditata dal padre, associata alla
banca da cui trae i mezzi per la sua vita agiata di borghese benestante. Per
questo si da’ a compiere atti di liberalità, che paiono in contrasto con i criteri di
una sana amministrazione e gli procurano un attestato di pazzia da parte della
moglie, dei soci d’affari e delle stesse persone da lui beneficiate. Interdetto dai
familiari, abbandonato dalla moglie, finisce in un ricovero per vecchi da lui
stesso fondato con le sue cospicue elargizioni.
Così è (se vi pare)
In la personalità doppia non è più creata dalla persona
stessa, incapace di relazionarsi con il mondo esterno, bensì dalle persone con
cui essa entra in contatto. Infatti la donna in questione è per il marito -il signor
Ponza-, Giulia, la seconda moglie; per la suocera è la figlia mai morta. Da qui
nasce il dubbio: ma chi è veramente la signora Ponza? L’unica cosa è chiederlo
alla stessa, che conferma di essere sia la seconda moglie del marito, sia la
figlia della signora Frola, sino alla clamorosa “verità” svelata, ossia che per se
“colei che mi si crede”.
stessa non è nessuno. Essa infatti dice che è Da qui
notiamo uno stadio di doppia personalità avanzata: non è più una personalità
creata come reazione, bensì l’individuo è giunto addirittura ad uno stato in cui
esso si nullifica completamente. Non esiste più un individuo, una persona, se
non fisicamente: non ha un nome, non ha un profilo, possiede solo un corpo.
Sono gli altri che la definiscono, che la inquadrano, che le danno un nome e
un’identità. Ed è proprio ciò che accade alla signora Ponza: priva di ogni segno
distintivo, si consegna “nuda” nelle mani dei suoi interlocutori, dicendo loro di
definirla, chiedendo loro di darle un’identità, che oltremodo non sarà mai
un’identità totale e uguale per tutti, bensì concepita diversamente da ogni
Uno, nessuno,
persona che la potrà incontrare. Un po’ come accade in
centomila. Luigi Pirandello
(1867-1936)
Drammaturgo, scrittore e poeta italiano, fu insignito del Premio Nobel per la
Letteratura nel 1934. Nato ad Agrigento ed educato al culto dei valori
risorgimentali dalla famiglia, fu rilevante per lui il rapporto conflittuale col
padre, ripreso in alcuni dei suoi brani. Frequentò Roma e Bonn, dove si laureò
discutendo una tesi sul dialetto di Agrigento. Il 1903, a causa del dissesto
economico della famiglia, al quale si aggiunge la paralisi della moglie, egli è
costretto a dare lezioni private. In seguito si avvicinerà al teatro, sino ad
arrivare al successo internazionale del 1921-22; iscrittosi al partito fascista,
grazie all’appoggio di Mussolini creò la compagnia del Teatro d’Arte di Roma.
L’esclusa, Il turno, Il fu Mattia
Tra le opere maggiori si ricordano i romanzi
Pascal, Uno,nessuno e centomila; Sei personaggi in cerca
le opere teatrali
d’autore, Enrico IV, Così è (se vi pare).
Menaechmi
Lett. Latina: " " di Plauto - il doppio per creare la vis comica
“Mosco, mercante siculo, era padre di due gemelli,
Sosicle e Menecmo,
e quand'uno di questi, vale a dire Menecmo, fu rapito,
il genitore ne morì dalla pena.
Allora venne dato a Sosicle il nome di Menecmo.
E quando questi fu cresciuto,
corse per ogni terra ricercando il suo carissimo fratello.
Infine giunse nel paese ove l'altro era vissuto.
Moglie e amante e tutti i cittadini
scambian questo per quello.
Finalmente il nodo viene sciolto
e i due Menecmi si salutan
col nome di fratelli.”
(Plauto, Menaechmi, Prologo)
Menaechmi
Il tipo di commedia basato sul gioco del doppio trova nei del
commediografo latino Plauto, almeno dal punto di vista dell’intreccio, la sua
realizzazione più semplice e lineare, ma non per questo meno efficace. Più
complesse sono l’Anfitrione, in cui le coppie di gemelli sono due, e le Bacchidi,
in cui la presenza delle due gemelle porta ad un raddoppiamento della coppia
Menaechmi,
amante-amata. La storia dei infatti, nelle sue linee fondamentali è
elementare e si basa su una situazione che diventerà classica proprio per la
sua semplicità: due gemelli, che si trovano senza saperlo nella stessa città,
vengono confusi e trattati come se fossero un’unica persona, provocando una
serie di equivoci a catena che si sciolgono solo nel momento in cui i due fratelli
si incontrano sulla scena. Il gioco, cui assistiamo, dello scambio tra pedine
identiche (cioè i gemelli) presuppone una sola regola fondamentale, ossia
l’alternanza: il contesto di eventi e situazioni predisposto per l’uno deve essere
agito necessariamente dall’altro, senza che i due si trovino mai sulla scena
contemporaneamente (ciò coincide, di fatto, con lo scioglimento del dramma).
Dopo il primo scambio, in cui Menecmo di Siracusa viene ‘incastrato’ nel
contesto di Menecmo di Epidamno, nessuno dei gemelli si trova mai ad agire
nel momento giusto. A partire da questo efficacissimo presupposto, gli eventi si
sviluppano con un ritmo quasi “automatico”, intrecciandosi e accavallandosi in
modo tale da creare situazioni sempre più assurde e paradossali. È evidente,
tuttavia, che se sulla scena questo gioco sembra regolato dal Caso, la sua
meccanicità e precisione di casuale hanno ben poco. Tutta l’ azione è
strutturata meticolosamente e si intensifica per gradi. Alle parti introduttive, in
cui i due protagonisti vengono presentati ed inseriti nell’azione (vv. 77-272),
seguono gli equivoci e gli scambi (vv. 273-1059), che si superano e si
complicano sempre di più. Nei primi 272 versi Plauto presenta i personaggi ed il
loro contesto, ponendo le basi per lo sviluppo successivo dell’azione; dal v. 273
in poi da’ il via ad una girandola di equivoci che si fa sempre più vorticosa.
All’inizio lo scambio di persona provoca divertimento e meraviglia, poi al
divertimento si sostituiscono il risentimento, il fastidio e l’ira. Lo sviluppo delle
conseguenze degli scambi segue un crescendo continuo per ciò che concerne
insania,
la loro gravità. Viene introdotto il tema dell’ la pazzia, chiamata in
causa per dare una spiegazione all’assurda condotta e alle insensatezze
pronunciate da chi si ha di fronte. All’inizio le accuse di pazzia sono sbrigative e