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Sintesi

Introduzione Doppia Personalità, tesina



La seguente tesina di maturità liceo classico tratta della doppia personalità ripercorrendo i diversi pensieri riguardanti le due facce della stessa medaglia. Gli argomenti che permette di sviluppare questa tesina sono: Italiano:D'Annunzio con "L'innocente";Pirandello con "il fu Mattia Pascal";Calvino con "il visconte dimezzato", Filosofia:Nietzschecon apollineo e dionisiaco; Freud-Io,Es,Super-io e Eros e Thanatos, Storia:L'età giolittiana, Inglese:Stevensoncon The strange case of Dr.Jekyll and Mr. Hyde; Oscar Wilde con "the picture of Dorian Gray", Letteratura latina:Apuleio con le metamorfosi; Seneca con le tragedie, Letteratura greca:Euripide-Medea, Fisica:Magnetismo, Geografia astronomica:La luna.

Collegamenti
Doppia Personalità, tesina



Italiano- D'Annunzio: L'innocente; Pirandello: il fu Mattia Pascal; Calvino: il visconte dimezzato
Filosofia- Nietzsche: apollineo e dionisiaco; Freud: Io, Es, Super-io e Eros e Thanatos
Storia- L'età giolittiana: la politica dei pesi e contrappesi
Inglese- Stevenson: The strange case of Dr.Jekyll and Mr. Hyde; Wilde: the picture of Dorian Gray
Letteratura latina- Apuleio: le metamorfosi; Seneca: le tragedie
Letteratura greca- Euripide: Medea
Fisica- Magnetismo: poli magnetici
Geografia astronomica- La luna
Estratto del documento

“L’inferno e il paradiso sono tutti e due

dentro di noi”

DOPPIA PERSONALITA’

Arianna Perri

Lice Classico “Francesco Fiorentino”

Anno Scolastico 2012/2013 Plutarco

Apuleio Seneca Euripide

Calvino Wilde

D’Annunzio R.L. Stevenson

Pirandello La Luna

Magnetismo

L’età giolittiana

Nietzsche

Freud

Italiano

Gabriele d’Annunzio:

L’Innocente

Il testo è disseminato di indizi sull’irresponsabilità del protagonista, Tullio Hermil, la cui

mente è segnata dalla malattia; e la descrizione dei suoi stati d’animo rasenta spesso la

sintomatologia psichiatrica. Il proposito di D’Annunzio è quello di indagare i processi

mentali di disgregazione della volontà. La vicenda viene narrata in prima persona, come se

fosse un dossier medico: un individuo di grande intelligenza costantemente sull’orlo della

dissociazione mentale, si studia, si osserva e, alla fine, dichiara la sua multanimità, ovvero la

compresenza in lui di più personalità da cui è afflitto. Eppure il protagonista non solo non

intende guarire da questo “io multiplo”, ma di esso in fondo si compiace.

“…di tali crisi contradittorie si componeva la mia vita: illogica, frammentaria,

incoerente. [...] Il mio centro di gravità allora si trovava spostato e la mia

personalità diventava un’altra. Silenziose onde di sangue e d’idee facevano

fiorire sul fondo stabile del mio essere, a gradi o ad un tratto, anime nuove.

Ero multiforme.”

“Due processi di conscienza si svolgevano dentro di me, senza

confondersi, bene distinti, paralleli. Questo parallelismo portava la

mia vita interna ad una intensità e ad una accelerazione incredibili.”

-L’innocente

Storia

L’età giolittiana:

La politica dei pesi e dei contrappesi

Nord (bombetta e abito elegante) Sud (fiocco rosso e abiti dimessi)

Pubblico borghese Pubblico proletario

Il modo di fare politica di Giolitti fu chiamato del doppio volto: da una parte aperto e

democratico, nell’affrontare i problemi del nord Italia, dall’altra senza scrupoli e

corrotto, nello sfruttare quelli del sud. Ciò era dovuto principalmente al fatto che

l’Italia meridionale rappresentava una delle basi del potere giolittiano, in quanto

forniva alla maggioranza parlamentare un buon numero di deputati. Giolitti favoriva

l’elezione dei candidati meridionali appartenenti alla sua maggioranza, consentendo

loro di assicurarsi il voto degli elettori in cambio di favori. In tal modo si alimentava

il sistema delle clientele, che trovò un feroce critico in Gaetano Salvemini, il quale

definì Giolitti “ministro della malavita”.

“La sua politica era di lasciare votare in relativa libertà le regioni più

progredite di Italia e di limitare l’opera d’intimidazione e di

corruzione soprattutto alle regioni arretrate, dove essa aveva

maggiori possibilità di successo, e dove, se non vi avesse fatto ricorso

egli stesso, lo avrebbe fatto qualcun altro”

Mack Smith, Storia d’Italia cap.VII

-Denis

Geografia astronomica

La luna e i suoi volti

La luna volge verso di noi sempre la stessa faccia, coperta da numerosissimi crateri,

presenti peraltro anche sulla faccia nascosta del nostro satellite. Quest’ultima è nota

anche con il nome di “faccia il cui significato è qui inteso come nascosto,

oscura”,

“faccia oscura” non può essere vista dalla Terra,

sconosciuto. La maggior parte della

perché il moto di rivoluzione della Luna attorno alla Terra e quello di rotazione

attorno al suo asse hanno lo stesso periodo, cioè di 27 giorni e 7 ore. La faccia

nascosta, inoltre, presenta tali caratteristiche:

-un unico mare molto esteso, il Moscoviense, con un diametro di 420 km,

-non vi sono pianure con copertura lavica,

-la crosta è più spessa.

Fra le cause indicate dagli studiosi per spiegare le differenze fra le due facce lunari vi

è quella secondo la quale, durante la formazione del Sistema Solare, l’attrazione

gravitazionale della Terra ha probabilmente fatto concentrare gli impatti meteoritici

sulla faccia nascosta, facendone accrescere progressivamente lo spessore grazie

all’apporto di materiale roccioso dall’esterno.

Filosofia

Nietzsche:

Apollineo e dionisiaco

Lo sviluppo dell’arte greca, secondo Nietzsche, è legato al dualismo di apollineo e

dionisiaco. Essi esprimono il contrasto degli opposti (caos e ordine, nascita e morte)

che è il fondamento della vita. Per il filosofo la sensibilità greca avverte con

profondità mai più raggiunta la tragicità della condizione umana: la limitatezza

dell’esistenza individuale. Il gioco dialettico di apollineo e dionisiaco esprime il

sistema di forze e di impulsi che agisce all’interno di ogni singolo uomo.

L’apollineo è l’illusione, il sogno che rende sopportabile la vita racchiudendola in

forme stabili e armoniche.

è l’esperienza del

Il dionisiaco caos, il perdersi nel flusso ambiguo della vita. Esso

esprime il senso del dolore, ma nello stesso tempo, anche quello della gioia.

Nel dionisiaco l’uomo “dice sì alla vita”: si libera dalle illusioni e si accorda con la

sua natura, che è forza, vitalità.

“I due istinti, tanto diversi tra loro,

vanno l'uno accanto all'altro,

per lo più in aperta discordia,

ma pure eccitandosi reciprocamente

a nuovi parti sempre più gagliardi,

al fine di trasmettere e perpetuare

lo spirito di quel contrasto.”

Letteratura latina

Seneca:

Le tragedie

Ci è pervenuto sotto il nome di Seneca un corpus di dieci tragedie di cui solo otto

sono ritenute autentiche: Agamemnon, Hercules furens, Oedipus, Phoenissae,

Troades, Medea, Phaedra e Thyestes. Al centro di tutte le tragedie troviamo lo

scatenarsi rovinoso di sfrenate passioni e le conseguenze catastrofiche che ne

derivano. Il significato pedagogico e morale si individua nell’intenzione di proporre

nell’animo umano

esempi paradigmatici dello scontro di impulsi contrastanti,

positivi e negativi. Da un lato vi è la ragione, di cui si fanno spesso portavoce

personaggi secondari, come le nutrici delle eroine (Clitemnestra, Fedra e Medea) o il

cortigiano consigliere del tiranno (Atreo), cercando di dissuadere i protagonisti dai

loro insani propositi; dall’altra vi è il cioè l’impulso irrazionale, la passione

furor,

(amore, odio, gelosia, ambizione e sete di potere, ira, rancore), presentato come

manifestazione di “pazzia”, in quanto sconvolge l’animo umano e lo travolge

irrimediabilmente. In questa lotta tra il furor e la razionalità, lo spazio dato al primo,

al versante oscuro, alla malvagità e alla colpa, è senza dubbio preponderante e va

oltre i condizionamenti e le esigenze del genere tragico. L’interesse per la psicologia

delle passione sembra talora far dimenticare al poeta le esigenze filosofico-morali.

“[…]Quid, anime, titubas? Ora quid lacrimae rigant

variamque nunc huc ira, nunc illuc amor

diducit? Anceps aestus incertam rapit […]”

“Perché, animo mio, stai esitando? Perché delle lacrime rigano le

mie guance e l’ira e l’affetto dividono me, indecisa, ora qui ora di

là?” -Medea, vv.937-939

Letteratura latina

Apuleio:

Le Metamorfosi

Le Metamorfosi o L’Asino d’oro sono l’opera principale di Apuleio. Si tratta di un

romanzo di undici libri in cui si narrano le vicende di Lucio, un giovane che, attratto

dalla magia per la sua curiositas innata, viene trasformato per errore in asino, pur

mantenendo intelligenza umana. Grazie all’intervento della dea Iside, che lo accoglie

tra gli iniziati ai suoi misteri, egli ritorna uomo. Dal punto di vista narratologico la

metamorfosi di Lucio segna la “rottura dell’equilibrio” iniziale e si presta a una

duplice lettura: diverte il lettore per la sua comicità, ma ha anche una valenza

simbolica. L’asino, infatti, secondo la filosofia platonica, rappresenta la mancanza di

81e, afferma che “per esempio quelli che

dominio sulle passioni: Platone, in Fedone

praticano gozzoviglie, lussurie e ubriacature, probabilmente assumono per punizione

le forme di asini o bestie simili”; quindi Lucio si trasforma in asino poiché si è

abbandonato al piacere sessuale. Il fatto che l’uomo-asino sia disprezzato e picchiato

nel corso del romanzo, significa che gli altri uomini non sono in grado di accettare la

componente animalesca che è in ciascuno di noi, riconoscendola come parte di sé.

Filosofia

Freud:

L’Es, il Super-Io, l’Io; Eros e Thanatos

struttura dell’apparato psichico rappresentandolo come un insieme

Freud descrive la

di funzioni e di istanze, disposte in modo che si possa raffigurarle spazialmente,

attraverso l’indicazione di luoghi psichici. Nella seconda topica delinea

l’organizzazione spaziale della psiche umana, divisa in: Es, Super-Io e Io. Tutte e tre

queste istanze pongono con forza le loro esigenze e determinano nell’Io conflitti,

sofferenza, angoscia.

Nel 1929 Freud pubblica Il disagio della civiltà, in cui applica il modello teorico

utilizzato per spiegare l’origine della nevrosi individuale alla comprensione della

L’uomo è governato da una coppia di forze pulsionali opposte:

società. Eros e

Thanatos, pulsioni di vita e pulsioni di morte. Le pulsioni di vita sono quelle che

tendono a salvaguardare la vita e il piacere, quelle di morte tendono a distruggere e a

rendere aggressivo l’uomo contro Il destino dell’uomo si

gli altri e contro se stesso.

sull’inevitabilità del

costruisce conflitto tra desiderio di amore e inibizione, tra

aggressività e repressione, tra la nostra dimensione naturale, priva di regole, e la

dimensione culturale e civile, necessaria, ma ottenuta al prezzo di una parziale

infelicità. “Homo homini lupus: chi ha il coraggio di contestare

quest’affermazione dopo tutte le esperienze della vita e della storia?

L’esistenza di questa tendenza all’aggressione, che possiamo scoprire

in noi stessi e giustamente supporre negli altri, è il fattore che turba i

nostri rapporti col prossimo e obbliga la civiltà a un grande dispendio

di forze” - Il disagio della civiltà

Letteratura Greca

Plutarco:

Le vite parallele

L’analisi delle Vite parallele di Plutarco ha dato luogo a una questione lungamente

concernente il rapporto tra storiografia e biografia all’interno dell’opera.

dibattuta,

Plutarco stesso volle subito precisare che egli si era assunto il compito di scrivere non

storie, ma biografie. Questa precisazione permise all’autore di servirsi con molta

libertà delle fonti, operando scelte ed esclusioni motivate solo dalla volontà di

raggiungere al meglio il proprio fine, quello di mettere in luce le caratteristiche

interiori dell’individuo, positive o negative, attraverso le azioni compiute nel corso

dell’esistenza. Fra le biografie di Plutarco, merita attenzione quella di Cicerone.

Secondo l’autore, Cicerone ebbe indubbiamente molte qualità e molte debolezze: fra

queste, gli vengono rimproverate soprattutto l’ambizione e la vanità. Inoltre emerge

che Cicerone non fu un cuor di leone e non si rivelò mai particolarmente intrepido nei

pericoli e nelle difficoltà.

“Qualcuno potrebbe compiangerlo per la sua fine sotto ogni punto di

vista; un uomo vecchio sballottato su e giù dai servi per la sua viltà,

mentre cercava di sfuggire alla morte e si nascondeva da coloro che

volevano farlo morire non molto prima della fine naturale, e infine

decapitato” -Vita di Cicerone,54,1

Letteratura greca

Euripide:

Medea del personaggio di Medea, nell’omonima tragedia, sono

Le sfaccettature tante e tali

che ella può essere vista, di volta in volta, come feroce e vendicativa assassina, come

vittima di pulsioni interne incontrollabili o anche come moglie così addolorata per

l’abbandono del marito da arrivare a perdere ogni raziocinio. La grandezza del

personaggio sta proprio nell’essere assai complesso, in una continua lotta tra la

razionalità e le passioni. È la prima volta nel teatro greco (almeno per le opere note)

in cui protagonista è la passione di una donna, una passione violenta e feroce che

rende Medea una donna debole e forte allo stesso tempo. Forte perché padrona della

sua vita e non disposta a piegarsi davanti a nessuno, e al tempo stesso debole perché

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