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Storia: seconda guerra mondiale;
Italiano: Umberto Saba;
Diritto: la Costituzione;
Tedesco: Anne Frank, Die Weisse Rose.
15/09/22, 18:13 SECONDA GUERRA MONDIALE
In Italia gli alleati sfondarono la linea gotica (23 aprile 1945) e avanzarono verso Nord. Le città
settentrionali insorsero e il 25 aprile i partigiani liberarono Milano e Genova, il 26 aprile Torino. Ai
tedeschi non restava che accettare la resa (29 aprile 1945). Il 27 aprile Mussolini venne catturato
sul lago di Como e il giorno successivo venne fucilato dai partigiani, su ordine del Comitato di
Liberazione Alta Italia.
Anche se le sorti della guerra erano ormai segnate, il Giappone era determinato a continuare i
combattimenti, impegnando ad oltranza le forze degli anglo-americani. Le disperate azioni dei
kamikaze (piloti suicidi) e la tenacia dei soldati infliggevano gravi perdite umane agli americani.
Il nuovo presidente degli Stati Uniti, Henry Truman, successo a Roosevelt, prese la grave
decisione di utilizzare una nuova arma messa a punto da poco: la bomba atomica. Il 6 agosto 1945
la prima bomba venne sganciata sulla città giapponese di Hiroshima, provocando la morte
immediata di 90000 persone, a cui seguirono altre migliaia di morti dovute agli effetti delle
radiazioni. Dopo tre giorni venne lanciata un altra bomba sulla città di Nagasaki, dove morirono
all’istante oltre 50000 persone.
Il Giappone si arrese il 2 settembre 1945. La guerra era finita.
L’aggressività espansionistica di Hitler aveva seminato morte e devastazione in tutto il mondo; era
compito delle potenze vincitrici estirpare i presupposti ideologici e politici che avevano reso
possibile l’affermazione del nazismo. Quando le forze alleate occuparono il territorio del Reich,
scoprirono con orrore l’esistenza di campi di concentramento. I racconti e le condizioni fisiche dei
prigionieri superstiti, gli strumenti di tortura e di annientamento erano la prova inconfutabile
dell’abominio a cui era giunto il regime nazista.
Le potenze vincitrici decisero di processare "per delitti contro l’umanità" i principali capi nazisti; il
processo si tenne a Norimberga dall’ottobre del 1946 e si concluse con la condanna di alcuni
responsabili dei massacri, che vennero riconosciuti "criminali di guerra".
Per i vincitori del conflitto rimaneva aperto il problema dell’assetto politico da dare alla Germania.
Già prima della fine della guerra, gli Alleati si erano accordati per suddividere provvisoriamente il
territorio tedesco in quattro zone, controllate rispettivamente dagli americani, dai russi, dai francesi
e dagli inglesi. Nel corso delle trattative di pace, il clima di diffidenza tra Stati Uniti e Unione
Sovietica si accentuò, fino a trasformarsi in aperta ostilità. Il risultato fu la spaccatura del paese in
due stati.
Nel 1949, le zone controllate da Stati Uniti, Francia e Inghilterra vennero unificate nella Repubblica
Federale Tedesca (RFT), mentre la zona occupata dall’Unione Sovietica venne creata la
Repubblica Democratica Tedesca (RDT), ispirata al modello comunista russo.
Ancora prima della fine del conflitto, gli
Guerra3.jpg (78813 bytes) Alleati avevano stipulato accordi per definire
le cosiddette "sfere di influenza".Con la
Conferenza di Yalta (febbraio 1945) si era
stabilito che sarebbero stati i popoli liberati a
decidere il proprio assetto governativo; in
realtà le potenze decisero che l’Europa
occidentale, compresa la Grecia, sarebbe
stata assegnata agli anglo-americani , e
l’Europa orientale all’influenza sovietica. Le
decisioni prese a Yalta furono molto
importanti perché anticiparono la spartizione
del mondo tra gli Stati Uniti e l’Unione
Sovietica. Infatti, nel corso delle trattative di
pace, l’attrito tra le due potenze fece passare
in secondo piano il principio di
autodeterminazione dei popoli.
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Tra il luglio e l’ottobre del 1946, i rappresentanti dei 21 paesi si riunirono a Parigi per stipulare le
condizioni di pace che furono firmate nel febbraio del 1947. Tra i paesi che subirono riduzioni
territoriali figurava anche l’Italia, che perdeva le colonie e i territori conquistati durante la guerra,
oltre a Briga e Tenda, cedute alla Francia, e a una parte della Venezia Giulia, ceduta alla
Jugoslavia. Trieste venne dichiarata territorio libero. Questa perdita ferì il paese e fece sorgere un
aspro conflitto tra Italia e Jugoslavia che si concluse solo nel 1954, quando Trieste tornò all’Italia.
Anche la Germania perse i territori conquistati e subì la divisione in due parti. La Polonia cedette la
sua parte orientale alla Russia in cambio della Prussia orientale e delle province di ad est della
linea Order-Neisse (dal nome dei fiumi che marcano i confini). Per l’Austria venne deciso che le
truppe alleate mantenessero l’occupazione, che durò fino al 1955.
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15/09/22, 18:13 ADOLF HITLER
Adolf Hitler nasce il 20 aprile 1889 a Braunnau sull’Inn, alla frontiera austro-bavarese. Suo padre
Alois Hitler, lavorava nell’amministrazione reale e sua madre era una cugina del padre.
Frequentò la Realschule a Linz, dove fu un allievo turbolento e mediocre. La morte del padre nel
1905 per tubercolosi, che era il flagello di famiglia, lo immobilizzò a letto, lo scoraggiò
scolasticamente, ma nonostante il disagio economico e il cancro di Hitler1.jpg (75338 bytes)
cui sua madre stava morendo, decide di partire per Vienna, per
realizzare la sua vocazione artistica, iscrivendosi all’Accademia di
Belle Arti.
Viene respinto per due anni consecutivi all’esame di ammissione
dell’Accademia e non poté iscriversi alla facoltà di Architettura,
essendo sprovvista di un certificato di licenza. Inizia così un periodo
oscuro, 5 anni di vagabondaggio e di decadimento fisico e sociale,
quasi totale, lontano dalla famiglia, essendo morta sua madre. In
quel periodo era proprio un fantasma del ghetto: girava con un
soprabito nero troppo lungo e sformato, che gli era stato regalato da
un suo amico occasionale ebreo, i capelli sporchi sotto il capello logoro, una barba che gli
invadeva il volto affilato dalla febbre.
Nel 1909 egli dovette rassegnarsi a lavorare in una società, e a piazzare i suoi quadri. In quel
periodo leggeva molto e discuteva di politica con i suoi amici, ma quasi sempre si trattava di
monologhi, che stupivano l’uditorio per i loro temi, la loro perentorietà e la loro violenza. Tra tutti gli
amici che aveva, lui era l’unico, che nonostante la decadenza fisica, non si lasciò a quella morale.
Lui non abbandonò mai i propri valori: decoro e ordine.
Gli mancava solo la disciplina, e la lotta per salvare la sua dignità, lo convinse che, solo il più forte
e il più astuto, avrebbe vinto tale lotta della vita. Hitler fu sempre a contatto con le classi lavoratrici
e quello che provocava la sua collera, erano le teorie dei marxisti, che rifiutavano i valori della
patria borghese e del lavoro capitalista. Scoprì che dietro queste teorie, c’era l’ebraismo.
L’antisemitismo si stava sviluppando in Europa centrale, e proprio a Vienna confluivano tutte le
razze e gli scarti dei ghetti slavi.
E’ proprio in questa situazione che egli contrasse l’odio per gli ebrei: chi si nascondeva dietro al
marxismo internazionalista e materialista, chi si arricchiva a spese del popolo e portava via donne
e giovani, chi minava la supremazia della razza tedesca nell’Impero, se non l’ebreo?
Fu proprio a Vienna per Hitler la "scuola" più dura e la più fruttuosa della sua vita.
Nel 1913 egli decise di partire per Monaco e nel 1914, dinanzi al Consiglio di revisione a
Salisburgo, fu riformato per cattive condizioni di salute. Quando il 1° agosto 1914 ci fu la
dichiarazione di guerra, Hitler era felicissimo e volle partecipare a tale "grande fortuna".
Fece domanda per prestare servizio militare nell’esercito della Baviera, e fu arruolato in un
battaglione di fanteria di riserva. Senza famiglia, senza amici, senza un mestiere, Hitler fu per 4
anni un soldato modello, per il quale l’esercito rappresentava focolare, affetti e mezzo di
sostentamento. Per tutta la guerra ebbe ruolo di staffetta di compagnia. Molto coraggiosamente
traversò l’inferno del fronte occidentale, guadagnando così il grado di caporale. Prese un unico
congedo in seguito ad una ferita alla gamba.
Nel 1917 constatò, con grande sorpresa e collera, che nel Paese regnavano una crescente
demoralizzazione, il dubbio e la carestia. Gli ufficiali prussiani erano degli incapaci, lasciavano
morire milioni di uomini, che si battevano, soffrivano e morivano ai loro ordini, invece di portare
ordine, disciplina e coraggio. Fu allora che Hitler pensò: "Se mi si affidasse il comando della
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guerra! Saprei come far regnare l’ordine all’interno e ricambiare agli Hitler3.jpg (25282
Alleati la loro propaganda". bytes)
Nel 1918 la Germania venne sconfitta e per lui fu un colpo terribile.
Naufragavano quell’Impero e quella vittoria, per i quali aveva
appassionatamente combattuto per 4 anni.
Il 9 Novembre 1918 venne proclamata la Repubblica di Weimar,
battezzata così dal nome della città in cui si tenne l’Assemblea
Nazionale Costituente. Questa Repubblica regnò dal 1918 al 1933. Le
masse popolari, l’accettarono apaticamente e i gruppi di pressione
erano tali che ogni decisione importante del potere politico doveva
essere negoziata con la potenze dell’economia privata e dell’esercito,
inoltre la repubblica non seppe imporre la pace anche perché questa
non si comanda a bacchetta.
Nel 1919 Hitler entrò nel Partito tedesco dei lavoratori, che fu trasformato nel 1920 nel Partito
nazionalsocialista tedesco dei lavoratori, del quale divenne il capo nel 1921.
L’inflazione gravissima e l’incertezza della Repubblica crearono il caos tanto che il presidente
decretò lo stato d’assedio, affidando all’esercito il compito di difendere la Repubblica che esso
disprezzava. Ma le autorità bavaresi volevano approfittare di questa situazione per esautorare la
democrazia e installare un governo reazionario e militare.
Nel 1929 Hitler, stanco degli indugi delle autorità di Monaco, colpì per primo e attuò il suo colpo di
Stato. Ma questo colpo di mano fallì e Adolf Hitler venne arrestato e il partito nazista e quello
comunista furono messi fuori legge. Hitler fu condannato e 5 anni di reclusione nella fortezza di
Landesberg, pena minima, che del resto, gli fu subito assicurato, sarebbe stata ridotta. Nel
carcere, Hitler, dettava il Mein Kampf a Rudolf Hess e intanto prendeva lezioni dal passato. Era per
essersi messo nell’illegalità e, quel che più conta contro l’esercito, che aveva fallito.
Nel 1924 dopo appena nove mesi di reclusione, Hitler veniva rimesso in libertà . Il suo partito era
stato sciolto, ma egli non pensò nemmeno un momento di abbandonare la vita politica.
Riorganizzò il partito e all’interno delle SA, che era un’associazione paramilitare, che egli voleva
far diventare un esercito politico. Fu scelto un piccolo gruppo, destinato a rimanere attorno al
Führer.
Il partito fu articolato in gruppi locali riuniti in Gau, i cui capi, i Gauleiter, venivano eletti. Hitler,
sospettoso moltiplicava gli incarichi e cambiava spesso il personale. Per affermare la propria
autorità, Hitler decise di nominare personalmente i Gauleiter e creò un tribunale per giudicare le
contese fra i membri. Negli anni successivi il numero degli adepti crebbe lentamente. Alla fina del
1929 il partito aveva già triplicato i suoi effettivi e le SA contavano 100.000 uomini, un numero pari
all’esercito regolare. D’altra parte, il numero dei disoccupati cresceva con lo stesso ritmo. Ora, la
SA, grazie alla sua cassa di soccorso e ai suoi refettori, offrì un rifugio agli affamati. In tal modo gli
effettivi dell’esercito politico si accrebbero continuamente e nel 1933, si poterono contare 300.000
uomini.
Nel 1930 ci furono le elezioni e il partito di Adolf Hitler ottenne circa 6.500.000 voti, superando di