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Sintesi
tesina di maturità che descrive la Guerra fredda


Sintesi Tesina sulla guerra fredda

La tesina di maturità presa in esame analizza il tema della guerra fredda. Nel corso del secondo dopoguerra si profilò una situazione molto complessa, che vedeva il mondo diviso in due sfere d'influenza: l'Europa orientale controllata dall'Unione Sovietica e quella occidentale controllata dagli Stati Uniti. Sul piano militare vennero creati la NATO e il Patto di Varsavia, mentre dal punto di vista economico gli Stati Uniti avevano creato un piano di aiuti alle potenze occidentali, avendo come fine la ripresa economica. Dopo la morte di Stalin, Kruscev iniziò la politica di distensione con gli Stati Uniti. I rapporti però tra le due superpotenze erano ancora tesi, per esempio a causa della presenza di missili sovietici a Cuba (1962). Grazie a Gorbacev fortunatamente la situazione si stabilizzò, in seguito alle riforme avviate dal segretario del PCUS.
L'ideologia comunista aveva inoltre stretti legami con il Manifesto marxista, in cui il filosofo definiva la funzione storica della borghesia, il concetto di storia come lotta di classe e la critica verso i socialismi non scientifici. Nel Capitale, altra sua opera importante, invece Marx effettuava una critica nei confronti del sistema capitalista (che si affermò negli Stati Uniti e in Occidente).
Nel secondo dopoguerra si assistette anche al declino dell'Impero britannico, che in passato ebbe un ruolo molto importante nello scenario internazionale. Gli anni della Guerra fredda furono anche caratterizzati anche dal tentativo da parte delle due potenze di mandare propri uomini sulla Luna; in questo intento vi riuscirono gli Stati Uniti che con Armstrong e la sua spedizione riuscirono a sbarcare sulla luna il 21 luglio 1969. E' possibile analizzare la Luna dal punto di vista astronomico: essa è l'unico satellite naturale del pianeta Terra, è priva di luce propria e si trova nella parte più interna del sistema solare. Uno studio molto importante in passato era stato effettuato da Galileo Galilei che, effettuando uno studio sulla Luna, notò la presenza di macchie scure di grandi dimensioni.
In legame alla Luna, molto importante è il ruolo svolto dal movimento di rivoluzione e quello di rotazione di essa attorno alla Terra. Infine la tesina permette di effettuare un collegamento anche con la Legge di gravitazione universale e passare in rassegna anche le analogie e le differenze tra forze elettriche e forze gravitazionali.

Collegamenti

Tesina sulla Guerra fredda

Storia: La Guerra fredda.
Filosofia: Il Manifesto e il Capitale di Marx; Galileo Galilei e le macchie lunari.
Geografia astronomica: La Luna .
Fisica: La legge di gravitazione universale.



Altre tesine sulla Guerra fredda

Guerra fredda nel mondo e nello spazio- Tesina che analizza la Guerra fredda.
Secondo dopoguerra e Guerra Fredda- Tesina per scuola media sulle caratteristiche della Guerra fredda.
Guerra Fredda - Energia nucleare e Decadentismo- Tesina per terza media che tratta della Guerra fredda.
Guerra Fredda, le sfide- Tesina che descrive le sfide durante il periodo della Guerra fredda.
Inquinamento e guerra fredda- Tesina per scuola media che, attraverso il periodo della Guerra fredda, affronta il tema dell'inquinamento.
Non violenza: la rivendicazione dei diritti- Tesina per scuola media che affronta il tema dei diritti ai tempi della Guerra fredda.
Dopoguerra e anni '60- Tesina per scuola media che tratta della Guerra fredda e degli anni Sessanta.
Conquista dello spazio (23685)- Tesina che tratta del periodo della guerra fredda.
Estratto del documento

I fattori che hanno provocato l’avvio della Distensione

sono vari. Prima di tutto si comprese che

l’inasprimento della tensione internazionale avrebbe

avuto un effetto controproducente; una guerra tra

capitalismo e comunismo diveniva dunque

improponibile, perché avrebbe portato alla

distruzione sia degli uni che degli altri.

In secondo luogo l’Unione Sovietica stava iniziando a

comprendere come l’eccessiva predominanza delle

spese per l’industria pesante e per gli armamenti,

stesse privando la popolazione dei più elementari beni

di consumo. Si delineava così l’alternativa alla

Guerra Fredda, ossia una sorta di coesistenza

economica competitiva.

Terzo, la stabilità ormai acquisita dai due blocchi era ormai soltanto da preservare

per il futuro. Kruscev capì che da un cambiamento in questa direzione, l’URSS

aveva soltanto da guadagnarci. Cercò, con la sua nuova linea

Fig. 3 Incontro tra N. Kruscev e politica e diplomatica di cambiare in meglio anche le condizioni

J.F. Kennedy a Vienna nel 1961. di vita della popolazione, guadagnando stima e ammirazione in

Occidente per la grande svolta che teorizzava.

La Distensione rappresentò questo, ossia un nuovo modo di porsi di fronte

all’antagonista Americano. La coesistenza pacifica consistette nel tentativo di

spostare la competizione dall’incremento degli arsenali militari allo sviluppo

tecnologico (vedi la luna e la conquista dello spazio) ed economico.

SINTESI DEL DOPO “56

L’equilibrio del terrore e la stabilizzazione interna dei due blocchi favorirono l’avvio

della distensione. Questo non significa che non mancarono attimi di grande tensione;

già dal 1956, con la repressione della rivolta scoppiata contro il regime sovietico, si

comprese come il mondo fosse lontano dalla pace.

Nel 1962, per la presenza di missili sovietici a Cuba (vicina alle coste statunitensi),

ricomparve in tutta la sua durezza l’incubo della guerra nucleare.

Comunque la distensione inaugurò un nuovo periodo della storia del dopoguerra.

Fattori rilevanti sono stati il lento declino del bipolarismo e la crescita, nel Terzo

Mondo, dei paesi non allineati.

Il lento declino del bipolarismo si può spiegare con il decollo economico dell’Europa

e del Giappone, che da aree depresse tornarono aree di forte sviluppo economico; la

nascita della CEE (Comunità Economica Europea), escludeva nei suoi principi

l’inclusione degli americani o dei russi. Altri elementi a sfavore del bipolarismo sono

stati la perdita del duopolio dell’energia atomica e della bomba H; l’emergere della

Cina come polo di rilevante peso economico e politico, aspramente critico, dagli anni

“70, dell’Unione Sovietica; la crescita di forti movimenti nazionalistici in paesi come

la Francia di De Grulle. Questi eventi testimoniano come stesse diventando stretto al

mondo il pesante giogo dei due padroni.

Nel Terzo Mondo, nonostante fosse molto pressante l’influsso ideologico ed

economico dei due blocchi, ci furono vari tentativi di conquistare una reale

indipendenza.

L’insofferenza dei paesi di religione islamica alla politica estera americana e russa,

determino forti chiusure in questi stati, gettando le basi del terrorismo come rifiuto

dell’Occidentalizzazione e Sovietizzazione.

In Africa, la costante instabilità dei governi dei paesi ex-coloniali (finanziata e voluta

dal Primo Mondo per interessi economici e politici), non fece mancare testimonianze

come quella di Patrice Lumumba, che voleva inaugurare una via di sviluppo

alternativa a quella proposta dalle due superpotenze. Lumumba venne ucciso dai

guerriglieri assoldati da una compagnia mineraria belga, nel 1961.

La distensione rallentò con

l’inizio dell’era Breznev in

URSS. Egli fece tornare il paese

in un clima da stalinismo, pur non

chiudendo i rapporti diplomatici

con gli occidentali. Il clima si

riappesantì, e fu allora che prese

piede la contestazione giovanile

contro i valori propugnati dai due

blocchi. Di questi anni sono le

proteste contro la guerra

americana in Vietnam (fino al

Fig. 4 Il crollo del muro di Berlino nel 1989 1975) e la rivolta contro il regime

comunista in Cecoslovacchia (la

primavera di Praga del 1968).

Il principio della conservazione dell’equilibrio e del mantenimento del controllo della

situazione internazionale si mise luce in modo particolare nel 1979, quando

l’invasione sovietica dell'Afganistan, che non trovò una reale opposizione

internazionale.

L’avvento di Gorbacev in URSS nel 1985, iniziò a porre i presupposti del crollo

dell’era dei blocchi. Egli perseguì una politica del “disgelo” nei confronti

dell’antagonista americano, inaugurando realmente l’era del disarmo e concedendo

sempre maggiore autonomia ai paesi del blocco orientale. La “Perestrojca”, la

ristrutturazione, portò però al crollo l’impero sovietico, chiudendo la guerra fredda.

Gli americani avevano vinto la sfida sotto ogni profilo; con il crollo del muro di

Berlino nel 1989, fu gettata la prima pietra per l’avvento di una nuova era.

KARL MARX: “IL CAPITALE” E “IL MANIFESTO”

Prima di iniziare la nostra analisi delle due opere principali di Marx, vogliamo spiegare il perché

della nostra scelta, in altre parole che cosa c’entra Marx nella storia della guerra fredda.

Prima di tutto perché egli è stato il filosofo che ha teorizzato lo scontro tra il

capitalismo e la classe operaia; ricordiamo per questo la celebre battuta di Kruscev

nei confronti degli Americani durante una visita

ufficiale: “Noi vi seppelliremo”.

Secondo, perché grazie allo stesso Marx numerose

riforme sono state fatte a favore delle classi più

povere nei paesi capitalisti, allo scopo di evitare una

rivoluzione.

Nel dopoguerra Marx ha esercitato una notevole

influenza, non solo come fonte d’ispirazione dello

stato sovietico, ma anche di numerose correnti

culturali dei paesi occidentali. Non dimentichiamoci

la “caccia alle streghe” nei confronti dei marxisti,

organizzata in America tra gli anni '40 e gli anni '50 Fig. 1 Karl Marx (1818 - 1883)

(maccartismo).

Marx, nel bene e nel male ha influenzato la cultura del dopoguerra, sia quella

americana (che ha dovuto prendere le sue contromisure), sia quella, monocolore, dei

paesi del blocco orientale e della Cina.

A noi non interessa testare la validità delle sue teorie, ma mostrare il pensiero che ha

conseguito paure e consensi durante la guerra fredda.

IL CAPITALE

Il Capitale è lo scritto della maturità di Marx. Egli ritiene che gli economisti classici, Smith e

Ricardo, non siano riusciti a storicizzare i fenomeni economici e le loro conseguenze; egli pensa che

per analizzare una società si debba partire proprio dalla struttura economica della stessa.

Secondo le sue teorie, per interpretare i fenomeni economici bisogna utilizzare la

dialettica, poiché afferma che l’economia non è un processo statico e il buon

comunista filosofo deve essere conscio del fatto che non esistono leggi stabili

assolute in questo campo.

Marx vuole dunque analizzare a fondo le dinamiche economiche della società

borghese: l’analisi è condotta scientificamente.

Prima di tutto egli inizia a studiare la merce, ritenendola alla base dell'economia

capitalistica. La merce ha due valori, un valore d’uso e uno di scambio.

Il valore d’uso gli è dato dall’utilità che essa ha per l’uomo, il valore di scambio è il

prezzo della merce sul mercato. Quest’ultimo è strettamente connesso al numero

d'ore necessarie per produrre la merce. Ciò però non è sempre valido, poiché il prezzo

può essere determinato anche dalla scarsità di una merce o dalla sua sovrabbondanza.

Il capitalismo si fonda sulla merce; il capitalista, col denaro, compra altra merce per

produrre altro denaro. Questa è secondo Marx la logica capitalistica.

Il capitalista tende ad acquistare una merce del tutto particolare: l’operaio. Questa

“merce umana” è pagata secondo quanto le serve per sopravvivere.

A questo punto Marx si chiede dove si trovi il profitto, ossia dove il capitalista

produca il plusvalore da cui ricavare il guadagno. Supponendo che un operaio lavori

dodici ore, e di queste, la metà servano per pagargli lo stipendio, il pluslavoro (le sei

ore non pagate), vanno al capitalista.

E’ chiaro, secondo Marx, che il profitto è legato allo sfruttamento del lavoratore.

Marx sostiene dunque che le sei ore che servono a pagare l’operaio siano il capitale

variabile; delle restanti sei una serva per pagare l’energia, le macchine e le spese della

fabbrica.

Avremo cosi che: plusvalore

saggio del plusvalore capitale variabile

E dunque: plusvalore

saggio del profitto = cap. variabile + cap. costante

Il saggio del profitto è il guadagno del capitalista.

Essendo la logica del capitalismo quella di produrre sempre più denaro, il capitalista

tenderà ad aumentare il profitto in due modi: agendo sul lavoro dell’operaio,

aumentandolo e mantenendo invariato il salario; agendo sul capitale costante,

meccanizzando sempre di più il processo produttivo in modo da aumentare la

produzione. In questo caso si otterrà un plusvalore relativo, perché vi è il costo della

ricerca scientifica.

Il capitalista può sfruttare però meglio la manodopera, sostituendo gli operai normali

con donne e bambini (ai quali è elargito un salario minore).

Nonostante ciò, secondo Marx, nel futuro ci sarebbe stata una diminuzione dei

profitti del capitalista dovuta a crisi di sovrapproduzione, alla saturazione del

mercato e alla guerra tra gli stessi capitalisti.

Ci sarebbe stata la “ Caduta tendenziale del saggio di profitto”:

plusvalore

C. T. S. P. = cap. variabile + cap. costante

Marx ritiene che tutto il guadagno del capitalista stia nel plusvalore. Le crisi di

sovrapproduzione costringeranno i capitalisti a licenziare gli operai, diminuendo il

plusvalore e dunque il profitto.

Rimarranno cosi pochi monopolisti, i quali saranno contrapposti a un gruppo maggioritario di

scontenti; alla fine si avrà lo scontro tra i due antagonisti, giungendo alla costituzione di una società

di tipo comunistico. IL CONCETTO DI ALIENAZIONE

Anche se non trattato direttamente nel Capitale, è un concetto che fa parte dell’analisi del

capitalismo.

Secondo Marx l’alienazione va ricercata in quella che è la realtà economica degli

individui e nelle dinamiche sociali in cui essi sono inseriti. La causa dell’alienazione

(o estraniazione) è insita nel sistema di lavoro capitalistico.

Vi sono quattro tipi di alienazione:

1) L’uomo è alienato rispetto a ciò che produce, pertanto ne avverte l'estraneità in

quanto non gli appartiene.

2) L’uomo è alienato nei confronti della propria essenza; nel lavoro ciclico l’uomo

diventa una macchina e si disumanizza perdendo la sua personalità.

3) L’uomo è alienato nei confronti del proprio lavoro, ripetitivo e meccanico.

4) L’uomo è alienato nei confronti del prossimo e del capitalista. Egli entra

perennemente in conflitto col datore di lavoro.

Questo stato di conflitto gli fa vedere il capitalista come uno sfruttatore. La causa di

tutto ciò è sempre il sistema produttivo capitalistico; da qui la lotta contro il

capitalismo, l'esito di tale scontro dovrà condurre a una società di tipo comunistico.

IL MANIFESTO

Il "Manifesto del Partito Comunista" pubblicato in collaborazione con F. Engels a

Londra nel 1848 è senza dubbio uno dei libri che hanno più inciso sull'evoluzione

storico-politica del mondo moderno, in particolare su tutte le dottrine socialiste.

In questo K. Marx si propone di esporre gli scopi e i metodi dell'azione rivoluzionaria

attraverso una panoramica della concezione Marxista del mondo.

I punti salienti del documento sono:

1. l'analisi della funzione storica della borghesia;

2. il concetto della storia come "lotta di classe" e il rapporto tra proletari e comunisti;

3. la critica dei socialismi non - scientifici.

Nella prima parte del Manifesto Marx opera un'analisi della vicenda storica della

borghesia enunciandone pregi e limiti. Distingue tra essa e le altre classi dominanti:

in passato le classi che hanno dominato

tendevano a una conservazione statica dei

modi di produzione, la borghesia al contrario,

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