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suo intimo, … scaturiscono esperienze spirituali; ha percepito che c’è vita ed energia che
preme verso l’esterno, che chiede di essere libera e di avere forma […]”.
La Duncan non elaborò mai una tecnica e una vera e propria scuola: fu una grande
istintiva. Il suo esempio scosse il mondo del balletto e influenzò i futuri creatori della Danza
Moderna. 22
II
‘La danza’ nel genio di Matisse
23
Perchè lei dipinge?
Per tradurre nel colore e nel disegno le mie emozioni, le mie sensazioni e le reazioni della mia
sensibilità, qualcosa che nè la più perfetta macchina fotografica, anche a colori, nè il cinema possono
realizzare. Dal punto di vista del passatempo e della distrazione, il cinema ha senz’altro un grande
vantaggio sui quadri (…) Per quanto riguarda il ritratto i pittori ora vengono superati da buoni
fotografi. Henri Matisse (intervista radiofonica, 1942)
24
Henri Matisse nasce nel 1864 in Francia, compie studi giuridici, ma durante un lungo
periodo di convalescenza scopre il piacere della pittura: la madre, acquerellista dilettante, gli
regala una scatola di colori e Henri Matisse, studiando le basi tecniche della pittura, si diverte a
copiare delle cromolitografie. La prima opera, Natura morta con libri, risale al giugno del
1890. Abbandonata la carriera forense, Henri Matisse si iscrive all’Académie Julian per
preparare l’esame di ammissione all’Ecole des Beaux Arts. Dispensato da questa prova grazie
all’appoggio di Gustave Moreau, presso lo studio del quale lavora dal 1892, serberà una
profonda riconoscenza nei confronti del maestro, che sa portare alla luce il talento di Henri
Matisse. In questi anni di studio l’artista compie approfondite ricerche stilistiche attraverso
l’esecuzione di copie delle opere di Fragonard, Delacroix e soprattutto Chardin; realizza
paesaggi insieme a Marquet e nature morte che saranno esposti al Salon de la Societé nationale
des Beaux Arts. Ma, dal 1896, entrato in contatto con gli impressionisti e affascinato dalla luce
mediterranea (soggiorna in Corsica e a Tolosa, città natale della moglie Noèmie Parayre),
sposta le proprie ricerche verso nuove strade.
Abbandonata la Societè des Beaux Arts dopo la morte di Moreau, nel 1899 Henri
Matisse acquista Le tre bagnanti di Cézanne, Testa di fanciullo di Gauguin e un disegno di Van
Gogh, mostrando così quali siano gli artisti che predilige. Assorbendo così l’influenza di
Seurat, Van Gogh e quella delle opere tahitiane di Gauguin, Henri Matisse si allontana dal
divisionismo, la sua pennellata si allarga, i toni si intensificano ed il tratto si assottiglia. Tale
evoluzione è alla base del violento colorismo di Donna con cappello rivelazione del Salon
d’automne del 1905 e prima opera fauve. Dell’anno successivo è La joie de vivre, esposto al
Salon des Indèpendants e aspramente criticato da Signac. Tuttavia gli eccessi del fauvisme
influenzano solo per qualche tempo Henri Matisse; ben presto l’importanza del colore si
accompagna alla volontà di organizzare i toni nello spazio.
25
Nel 1908, il collezionista russo S. J. Schukin commissiona a Matisse due grandi tele, La danza
e La musica.
Dal 1917, Henri Matisse trascorre l’inverno a Nizza svolgendo ricerche più astratte sullo
spazio e la musicalità Lezione di piano. La Legion d’Onore del 1925 e il premio Carnegie del
1927 suggellano il successo del pittore, che ritorna a un maggior rigore stilistico con gli studi
preparatori per La danza (1931-33), ordinata da Barnes.
Muore nel 1954 a Cimiez (Nizza).
Il tema della danza è spesso raffigurato nei dipinti di Matisse. È un argomento che
esprime la gioia di vivere che ha sempre accompagnato lo spirito di questo artista.
Uno dei quadri più conosciuti dell’artista è proprio “La danza” di cui esistono più
versioni . L’idea che attraversa i primi due dipinti su questo tema risale alla precedente opera
“La gioia di vivere” (del 1905) con il girotondo di corpi che si vede sullo sfondo.
“La gioia di vivere” 1905 Barnes Foundation, Merion
Successivamente il pittore elimina una figura dal gruppo e realizza una composizione
regolare del dipinto “La danza” (prima e seconda versione) e sceglie di conferire una
dimensione bidimensionale al dipinto stesso.
In entrambi i dipinti si vedono cinque corpi che formano un cerchio di figure nude che
è impegnato in un girotondo vorticoso. 26
“La danza” prima versione “La danza” seconda versione
Matisse ricerca la sintesi e l’equilibrio, teso ad esprimere un’arte equilibrata, pura,
tranquilla. Emblematica l’opera ‘La danza’ (1910, olio su tela), che esprime pienamente la
poetica dell’artista. Il dipinto La danza è riconosciuto come un punto di riferimento della
carriera artistica del pittore.
Il calore intenso dei colori contrasta con lo sfondo blu e verde del dipinto. L'opera è stata
realizzata nel periodo 1909-1910. Esistono due versioni de La Danza. La prima versione con
minori dettagli e colori meno accesi è esposta al Museum of Modern Art di New York. La
seconda versione è invece più fedele ai colori del fauvismo ed è esposta all’Hermitage Museum
di San Pietroburgo.
Attraverso la scelta compositiva e il colore il pittore esprime non tanto un fatto, un
girotondo, quanto il prorompere inarrestabile della vita, il suo scorrere eterno, quello ‘slancio
vitale’ che sulla scia del filosofo Bergson è fondamento della realtà, un’ondata che cresce e si
organizza nell’evoluzione creatrice.
Tutto questo non esplode in moto caotico: Matisse, con spirito ‘chiaro e distinto’,
organizza la composizione attraverso le linee, ideali e reali, ordinate secondo la superficie.
27
Sul confine fra cielo e terra, fra universo e mondo, si muovono le cinque figure,
impegnate in un vorticoso girotondo, con le braccia tese nello slancio di non rompere il
cerchio, che si sta per aprire tra le due figure in basso a sinistra. In questo dipinto sono presenti
cinque persone che si tengono per mano e procedono a girotondo. viene particolarmente
evidenziata la sagoma delle figure e lo stacco cromatico. I colori sono solo tre, tutti saturi e
nettamente delineati: il rosso dei corpi, il blu del cielo e il verde della terra.
Il colore è dato a grandi campiture delimitate da linee sinuose e arabescate dei corpi.
La versione definitiva si distingue principalmente per l’intensità del colori, che sono solo tre:
rosso anziché rosa, blu oltremare invece del celeste e verde smeraldo al posto del verde
veronese. L’accordo cromatico dei due colori dello sfondo (due colori freddi) genera un
accentuato con il colore caldo delle figure che danzano. Il movimento fisico è così esaltato dal
movimento cromatico.
Il significato del dipinto sta nell’andamento della linea, nel ritmo delle forme, nel
contrasto dei colori, nella sintesi compositiva che determina un dinamismo “musicale” che
ricrea il movimento della danza.
Terminato il pannello per Schukin, Matisse abbandona per molto tempo il tema della
danza, riprendendolo successivamente nel 1933, quando il collezionista americano Barnes gli
affidò una grande decorazione murale per il museo della sua Fondazione a Merion.
28
Matisse realizza un fregio con otto figure femminili, stilizzate sullo sfondo di squarci
di cielo, dee dalle carni grigie come i muri della sala del Merion davanti ad un cielo blu
cobalto e rosa brillante. Le otto danzatrici che danzano, seguendo dei movimenti liberi,
istintivi a piedi nudi che fanno pensare alla danza libera della danzatrice Isadora Duncan, sono
molto sinuose ed eleganti e trasmettono
l’emozione della gioia di vivere nel corpo
che danza.
A Parigi, al Musèe d’Art de la
Ville, sono conservati due dei tre pannelli
che il pittore dovette rifare per la
Fondazione Barnes a causa di un errore di
calcolo di pochi centimetri.
Anche durante l’ultimo periodo della sua vita, Matisse rievoca il tema della danza
toccando i vertici dell’astrazione e della sintesi nei suoi collage di carte colorate (papier de
coupèe), pur con particolare riferimento al ritmo jazz.
29
III
L’educazione visiva per la chimica :
pigmenti e colori
30
La teoria dei colori
Tutti i colori si possono ottenere mescolando i tre colori fondamentali (giallo, rosso, blu),
in diverse percentuali e, via via, i colori prodotti da queste mescolanze.
Il Cerchio di Itten consente di determinare, per ogni colore:
quale è il risultato della mescolanza con un altro colore;
trovare il complementare di ognuno.
Dalla mescolanza a due a due dei colori primari si ottengono i tre colori secondari: verde,
arancio, viola.
Nel cerchio esterno, diviso in 12 settori, vengono rappresentati i colori primari, secondari e
terziari ottenuti con ulteriori mescolanze.
Si definiscono colori complementari quelli diametralmente opposti sul cerchio cromatico: la
loro mescolanza da il grigio ( es. blu+arancio, giallo+viola, rosso+verde ).
31
La suddivisione dei colori
I colori si suddividono in PRIMARI, SECONDARI E TERZIARI.
I colori PRIMARI: ROSSO, BLU, GIALLO, non possono essere generati da altri colori.
I colori SECONDARI: ARANCIO, VERDE, VIOLA si ottengono mescolando due primari in
parti uguali.
Mischiando due primari in quantità diverse, si ottiene un colore TERZIARIO come in
questo esempio:
All’interno dei colori primari e secondari, abbiamo tre coppie di colori detti
COMPLEMENTARI.
Ogni coppia di complementari è formata da un primario e dal secondario ottenuto dalla
mescolanza degli altri due primari. Per sapere qual è il complementare del colore primario
giallo, mischiate gli altri due primari, il rosso e il blu: ottenete il viola che risulta essere il
complementare del giallo. 32
il viola è complementare del giallo.
il verde è complementare del rosso.
l’arancio è complementare del blu.
Il colore
Ogni esperienza cromatica è caratterizzata da almeno tre diversi aspetti percettivi: la
tonalità, la chiarezza e la saturazione. La tonalità o tinta è il colore vero e proprio, ossia ciò che
qualifica un giallo in quanto è diverso da un arancio, da un verde, ecc. Di solito il “colore” così
definito è una caratteristica della superficie, come viene vista, legata con la sua riflettanza
spettrale, e tuttavia può variare a seconda dello sfondo o dei colori adiacenti o per effetto della
diversità di illuminazione, a seconda delle ore del giorno e delle condizioni atmosferiche.
La chiarezza, cioè la sensazione che un colore paia più luminoso o più scuro di un altro,
governa il valore del colore.
La diversa sensibilità della retina alle diverse lunghezze d’onda determina in misura
notevole quale colore appaia più luminoso o più brillante di un altro. Il giallo, per esempio,
sembra più chiaro del blu o del verde. La luminosità dipende anche dalla capacità di
adattamento dell’occhio, dai fattori che determinano i contrasti tra colori e da altre situazioni .
La saturazione è la misura del contenuto vero e proprio di colore in una data
sensazione. Quando vediamo un rosso più rosso di un altro sperimentiamo una particolare
qualità sensoria che si manifesta in maggiore o minor purezza rendendo i colori più o meno
ricchi e pieni. 33
Contrasti cromatici
I contrasti cromatici si producono tramite l’accostamento di due o più colori diversi tra loro. È
altresì vero che esistono processi fisiologici oculari che come per i contrasti luminosi
permettono la visione al nostro occhio di due tipi di colore, quello reale e quello apparente.
Dato un colore per esempio giallo, avremo delle percezioni diverse in base allo sfondo a cui lo
sottoponiamo, questo perché tende alla tonalità complementare dello sfondo stesso. Se invece
lo sottoponiamo ad uno sfondo che è il complementare del colore stesso, avremo maggiore
luminosità per il principio del contrasto luminoso.
Il contrasto tra colori puri si produce tramite l’accostamento di Colori primari.
Il contrasto tra colori complementari si ottiene tramite l’accostamento di un colore
primario e del colore risultante dall’unione degli altri due primari rimasti, tali contrasti
sono: giallo-viola, rosso-verde, blu-arancione. 34
I pigmenti