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inclusa una distribuzione di terre ai contadini. Grazie
a questo progetto e ad una mobilitazione
eccezionale Diaz riuscì ad arginare la rotta delle
truppe italiane. Nella primavera del 1918 l’esercito
tedesco sferrò una grande offensiva per cercare di
piegare la Francia. Tra Marzo e Luglio il fronte
occidentale venne sfondato più volte e le truppe
tedesche penetrarono nelle linee degli anglo-
francesi, i quali sferrarono un violento e vittorioso
contrattacco che sfondò il fronte tedesco.
L’imperatore tedesco, Kaiser, propose un armistizio,
ma il comando dell’Intesa pretese una resa totale.
Dopo aver resistito con successo agli attacchi
austriaci L’esercito italiano Riuscì a sconfiggerli
definitivamente a Vittorio Veneto il 24 ottobre 1918.
L’Austria firmò l’armistizio il 4 Novembre 1918 e la
Germania l’11. La grande guerra era finita ma si
lasciava alle spalle una pesante eredità di distruzioni
economiche, di conflitti sociali e di tensioni politiche.
11
Fisica
LA RELATIVITA’
*ORIGINI
La relatività ristretta, chiamata anche relatività
speciale, fu la prima ad essere presentata da
Einstein, con l'articolo Zur Elektrodynamik bewegter
Körper (elettrodinamica dei corpi in movimento) del
1905. Con l'introduzione della relatività speciale,
Einstein rende compatibili l'elettromagnetismo e
la meccanica classica. Più precisamente, la teoria
riesce nel difficile intento di conciliare i principi fisici
seguenti:
il principio di relatività galileiana, che asserisce
le leggi fisiche sono le stesse per tutti i sistemi
inerziali.
le equazioni di Maxwell governanti
l'elettromagnetismo ed in particolare il fatto che
la luce viaggi sempre alla stessa velocità c,
indipendentemente dal sistema di riferimento
scelto. Per poter dare
un’occhiata a questa
nuova teoria ed a come
essa ha rivoluzionato il
mondo della fisica
occorre risalire a
Newton ed al suo
problema della ricerca
del sistema di
riferimento assoluto.
Per poter descrivere
qualsiasi fenomeno
fisico sotto forma di legge è necessario, infatti, avere
un sistema di riferimento ed occorre che tale
12
sistema di riferimento non alteri la descrizione del
fenomeno. Per descrivere le leggi della fisica
dobbiamo definire una categoria di sistemi di
riferimento inerziali. Nei sistemi di riferimento
inerziali vale il principio di inerzia o prima legge
della dinamica che afferma che se un corpo non è
soggetto a forze fisiche esso rimane nel suo stato di
quiete o di moto rettilineo uniforme. Questa
definizione del principio di inerzia è dovuta a Galileo
Galilei. Trovato un sistema inerziale, se ne possono
definire infiniti altri purché il moto relativo di ognuno
di questi sistemi sia rettilineo uniforme. Il problema
di Newton consisteva nel trovare un sistema
inerziale in quiete assoluta e si pensò di trovare tale
sistema introducendo l’esistenza dell’etere, una
sottilissima sostanza di cui è pervaso l’universo
attraverso la quale vagano i corpi celesti. Tutti i
sistemi inerziali hanno quindi un moto rispetto
all’etere anche se tale moto è costante, cioè
rettilineo uniforme. C’erano però delle contraddizioni
nella definizione delle proprietà dell’etere: doveva
avere una bassissima densità per permettere il moto
dei corpi celesti e un’estrema rigidità per permettere
la propagazione della luce e delle onde
elettromagnetiche ad altissima velocità. Einstein
però, dopo aver calcolato la velocità della luce (già si
sapeva che la luce si propagava con velocità finita
pari a 300.000 km/sec.) ipotizzò che l’etere non
esisteva in quanto la sua esistenza contrastava
l’impossibilità di registrare valori diversi dalla
velocità della luce e di conseguenza non esisteva un
sistema di riferimento assoluto: i moti sono tutti
relativi.
*POSTULATI DELLA RELATIVITA’ EINSTENIANA 13
Da questi presupposti Einstein enunciò i suoi
postulati di relatività:
1. Il moto assoluto uniforme non può essere
rivelato;
2. La velocità della luce è indipendente dal moto
della sorgente.
All’epoca di Einstein fare simili ipotesi era senz’altro
azzardato, ma i due postulati si sono dimostrati
corretti ogni qualvolta se n’è cercata la verifica. Da
questi due postulati apparentemente semplici si
deve edificare nuovamente tutta la fisica,
migliorandone quelle parti che sono in contrasto coi
postulati di relatività. Ciò significa che la fisica
newtoniana ha una sua validità limitata al campo
delle velocità molto basse rispetto alla velocità della
luce. Il solo fatto di considerare la luce come una
velocità limite della natura porta come immediata
conseguenza l’eliminazione del concetto di tempo
assoluto.
*TEMPO E SPAZIO NELLA RELATIVITA’
EINSTENIANA
TEMPO: Nella fisica di Galileo e Newton il tempo
scorre in modo assoluto in tutti i sistemi di
riferimento; infatti un intervallo di tempo tra due
eventi in un sistema di riferimento inerziale è lo
stesso se misurato in un altro sistema in moto
rispetto al primo. Nella relatività ristretta la
concezione del tempo varia: infatti, per un
osservatore che viaggia a velocità prossime a
quelle della luce il tempo scorre più lentamente
che per l’osservatore fermo. Per l’osservatore in
moto l’intervallo di tempo è sempre lo stesso, la
sua misura cambia quando si passa ad un altro
sistema di riferimento. Tale fenomeno è noto col
nome di dilatazione del tempo. La dilatazione
14
del tempo viene spesso dimostrata ricorrendo al
cosiddetto "orologio a luce". Si tratta di un
orologio costituito da una lampada che emette
brevi impulsi di luce verso uno
specchio posto sopra la lampada stessa. Gli
impulsi luminosi vengono riflessi e tornano
quindi verso il basso. La durata di un percorso
completo di andata e ritorno può idealmente
essere usata come base per scandire il tempo.
Per un osservatore che vede l'orologio in moto, il
percorso di andata e ritorno del raggio di luce è
superiore al doppio della distanza tra la lampada
e il soffitto. Poiché la velocità della luce è la
stessa in tutti i sistemi di riferimento, il nuovo
osservatore attribuirà al percorso di andata e
ritorno dell'impulso luminoso una durata
maggiore di quella registrata nel sistema di
riferimento in cui l'orologio è in quiete. 15
SPAZIO: Per la teoria della relatività ristretta, un
oggetto che si muove a velocità prossima a
quella della luce appare ad un osservatore in
quiete, più corto rispetto alla dimensione
dell’oggetto medesimo in quiete. Quest’effetto è
noto col nome di contrazione delle
lunghezze.
SPAZIO-TEMPO: La relatività ristretta inserisce il
concetto di “spaziotempo”: dato che il tempo
non è più assoluto, non è possibile slegare il
concetto di spazio da quello di tempo. Lo spazio-
tempo è quindi un concetto fisico che combina
le nostre classiche nozioni tradizionalmente
spazio tempo
distinte di e di in un solo costrutto
unico e omogeneo. Il tempo diventa quindi
un’altra coordinata da aggiungere alle tre
spaziali e perciò si stabilisce un legame
geometrico tra le due grandezze. Dal concetto
di tempo relativo si arriva quindi ad affermare
che la simultaneità degli eventi (ossia quando
avvengono nello stesso istante) cade quando
abbiamo sistemi di riferimento in moto relativo.
Perciò, eventi che sono simultanei se misurati in
un determinato sistema di riferimento inerziale,
non saranno tali se osservati da un altro sistema
di riferimento inerziale in moto uniforme.
*MASSA ED ENERGIA NELLA RELATIVITA’
EINSTENIANA
Quando una particella viene accelerata sempre più
affinché raggiunga una velocità prossima a quella
della luce, l’energia spesa per tale accelerazione si
trasforma in massa e aumenta così la massa della
particella in esame. Perciò, se una particella dovesse
raggiungere la velocità della luce (e non sia un
fotone), dovrebbe avere una massa infinita. 16
La relazione che lega massa ed energia è:
2
E = mc
dove
E = energia totale;
m = massa;
c = velocità della luce.
Essendo massa ed energia legati dalla relazione
precedente i principi di conservazione della massa e
dell’energia vengono invalidati perché non è
possibile pensare che la massa scompaia con un
conseguente sviluppo di energia. Vi è quindi la
nascita del nuovo principio di conservazione
della massa-energia. Filosofia
FREUD E LA PSICOANALISI
Sigmund Freud è stato il primo studioso a fornire
strumenti scientifici all’analisi e terapia della mente
umana. Ha condensato il pensiero filosofico antico e
contemporaneo, traghettandolo attraverso il fiume
della scienza medica, verso la sponda di una nuova
branca della cultura, la psicoanalisi. Freud affermava
che la psicoanalisi era stata la terza ferita
all’orgoglio umano.
La prima fu quella inferta da Copernico quando
scoprì che la terra non trova sede al centro
dell’universo, posizione occupata dal sole. La
seconda fu la teoria dell’evoluzione ad opera di
Darwin. L’uomo fu degradato a parente della
scimmia, nella scala evolutiva. La terza fu la
psicoanalisi. La psicoanalisi, una svolta determinate
nel campo della psichiatria e della psicologia, una
scienza nuova dall’effetto dirompente. La
psicoanalisi dimostra come l’uomo, sempre indicato
quale essere pensante e capace di operare libero da
17
condizionamenti, sia invece assoggettato a potenti
forze irrazionali, riconducibili al potere dell’inconscio.
L’uomo non è più il protagonista della propria vita,
ma un burattino governato da forze sconosciute.
*PSICOANALISI: FONDATORI E ORIGINI
La psicoanalisi nasce
intorno al 1886,
quando Josef Breuer
chiese a Freud di
aiutarlo nella cura di
una paziente, Anna O.
che presentava sintomi
isterici e che Breuer
non era in grado di
curare. Da questa
collaborazione nasce la psicoanalisi, che la stessa
paziente definì: cura con le parole. Anna O.
apparteneva ad una delle più importanti famiglie di
Vienna ed era affetta da diversi sintomi tra cui
paralisi del lato destro del corpo, disturbi alla vista,
tosse nervosa, anoressia, idrofobia, alterazione degli
stati di coscienza. Iniziò ad accusare questi disturbi
quando aveva dovuto assistere suo padre per diversi
mesi, prima della sua morte. Sigmund Freud, al
contrario del collega Breuer, non fu sorpreso e
turbato delle reazioni affettive della paziente e le
considerò un importante indicatore delle tendenze
che hanno originato la malattia. Anna non era
riuscita ad accettare le sue spinte erotiche
aggressive, che non riusciva ad integrare con
l’immagine che aveva di se. Anna aveva, secondo
Freud, rifiutato la propria sessualità, elevando difese
contro di essa, tali da convertire l’energia erotica
soffocata in manifestazioni di sintomi isterici. Grazie
lo studio di questo caso, Breuer e Freud mettono a
18
punto il cosiddetto “metodo catartico”, consistente
appunto nel tentativo di provocare una “scarica
emotiva”(abreazione) capace di liberare il malato
dai suoi disturbi. Ponendosi il problema delle ragioni
dell’isteria, Freud, procedendo autonomamente
rispetto a Breuer, arriva alla scoperta che la causa
delle psiconevrosi è da ricercarsi in un conflitto tra
forze psichiche inconsce, ossia operanti al di là della
sfera di consapevolezza del soggetto, i cui sintomi
risultano quindi psicogeni, cioè non derivanti da
disturbi organici, bensì dalle traversie della psiche
stessa. Perciò, la scoperta dell’inconscio segna l’atto
di nascita della psicoanalisi, che si configura come
psicologia abissale o del profondo.
*CARATTERI FONDAMENTALI
Prima di Freud si riteneva che la “psiche” si
identificasse con la coscienza; lui rivoluzionò questa
visione affermando che la maggior parte della vita
mentale si svolge fuori dalla coscienza e che
l’inconscio costituisce la realtà abissale primaria di
cui il conscio è solo la manifestazione visibile. Freud
divide l’inconscio in due zone:
Preconscio: comprende i ricordi che, pur
essendo momentaneamente inconsci, possono,
in virtù di uno sforzo dell’attenzione, divenire
consci;
Rimosso: comprende quegli elementi psichici
stabilmente inconsci che sono mantenuti tali da
una forza specifica (rimozione) che può essere
superato con un
metodo apposito.
Il metodo
psicoanalitico
utilizzato da Freud si
discostava di molto dai 19
precedenti metodi di cura: se prima di Freud isteria e