vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi

FILOSOFIA:
Feuerbach;
Hegel;
Marx;
Toffler
DIRITTO: PEDAGOGIA:
Il lavoro Marx
BIOLOGIA: METODOLOGIA:
L’apparato I mass media
riproduttore ALIENAZIONE ITALIANO:
Il romanzo del
MATEMATICA: ‘900;
Le derivate Pirandello;
Svevo
INGLESE: LATINO:
Jonathan Swift:
“Gulliver’s travel”; Seneca:
George Orwell: “La nozione del
“1984” tempo”
STORIA: Carucci Giuseppina
Il fascismo e il
nazismo VA Liceo socio-pscico-pedagogico
Anno Scolastico 2007/2008
INGLESE
GULLIVER’S TRAVELS
Gulliver’s travels is an utopian fiction divides in four books, that describes the voyages of Gulliver. The book
was published anonymously because it contained many dangerous allusion to politics.
The story
THE FIRST VOYAGE. On his first voyage, Gulliver shipwrecked in the empire of Lilliput, inhabited by
small people. They make him prisoner, and they use him for their wars. In the end he leaves the country on
a boat where he stored a hundred oxen and three hundred sheep, all as a Lilliput size.
THE SECOND VOYAGE. On his second voyage he lends in the country inhabited by a giants; for this he
was used as a toy and he has defends himself from the rats as big as large dogs. He was treated with great
kindness, because they are civilized person. Gulliver leave the country for an accident: the house-box
where he lived is kept by an eagle and it flays and it drop him in open sea. Gulliver is rescued by an English
ship.
THE THIRD VOYAGE. On his third voyage Gulliver lands in Laputa, a flaying island, moved by a magnet.
The inhabitants have a bent heads. They live in badly built house and they despise all practical occupation,
their knowledge is only theatrical. They are interest only at their Scientific Academy.
THE FOURTH VOYAGE. On his final voyage he lends in a country of the intelligent horses and monstrous
creatures, the Yahoos, that is very similar to man. The horses are perfect race, while the Yahoos as cruel.
Gulliver is forced to admit that the Yahoos are very much like man, and he decides to stay with the horses;
but they cannot tolerate the present of Gulliver and he was obligate to leave the country.
In the last voyage, Swift, shows an individual alienation: infact Gulliver alienates himself because he is
disgusted by Yahoos. This book was considered as a children’s story, a philosophical tale, or an extended
metaphor, full of mysterious allusion. 1984
1984 is an anti-utopian novel. The utopian novel describes a perfect society where rules and ideals are
respected, while the anti-utopian novel describes a possible future society where ideals do not exit. Big
Brother has the symbol of the total control of the individual’s life by mass media.
The story
The world is divided in three great power: Oceania, Eurasia e Estasia. In Oceania, where the capital is
London, the society is ruled by English Socialism, by Big Brother, that all know and all look. His eyes is the
video camera the spy continually in the house. Nothing, apparently, is forbidden.
The Party manipulates people’s minds trough the Ministry of Truth. This created a new language, where a
lot of word were cancelled. In this way, is impossible also only to thing.
The main character, Winston Smith, works to the Ministry of Truth. But he is different by other members,
infact make in love of Julia. The two lovers fight for preserve a grain of umanity.
ITALIANO
IL ROMANZO DEL ‘900
Nel primo quarto del ‘900 si assiste in tutta l’Europa a due fenomeni paralleli: uno di distruzione della
struttura narrativa e uno di rifondazione della stessa, ma su basi nuove. L’uomo del ‘900 ha perso le sue
tradizionali certezze. Non è più l’eroe che sa ciò che è bene e ciò che è male e che combatte per i suoi
ideali. È un uomo quasi senza identità, un individuo che si frantuma in tanti pezzi che non sa ricomporre,
che si trova nel gran mare dell’essere, ma non ha il timone per seguire la rotta giusta. Nasce così il romanzo
del ‘900 che sperimenta nuove tematiche e nuove forme narrative: scrittura spesso senza punteggiatura,
che segue il flusso di coscienza; senza passare attraverso la rielaborazione (Joyce), oppure vi è la presenza
di parole in liberta (i futuristi). In questo romanzo compaiono i nuovi temi della nevrosi, della memoria,
della malattia, dell’uomo senza qualità (che muove dell’omonimo romanzo di Musil “l’uomo senza
qualità”), dell’inettitudine (Svevo). Alcuni di questi temi, però, si coagulano attorno alla figura del padre.
Quest’ultima mostra una posizione antagonista rispetto al figlio, perché assume un atteggiamento
autoritario..
In questa nuova scrittura narrativa influisce molto anche il periodo storico in cui nasce: infatti in quegli anni
c’è lo scoppio della guerra, e con esso la perdita delle certezze e la nascita del disagio nell’uomo
contemporaneo. Di fronte a questo disagio l’uomo si aliena, anche se, come succede nel “fu Mattia Pascal”,
cerca di tornare a ciò che si è veramente, ma comunque senza successo.
LUIGI PIRANDELLO
Vita
Tre diversi ambienti influiscono nella formazione psicologica e culturale di Pirandello: quello siciliano,
quello tedesco e quello romano. In Sicilia Pirandello visse dalla nascita, avvenuta ad Agrigento nel 1867,
fino al 1887, anno in cui si trasferì a Roma per continuare gli studi universitari. In Germania Pirandello
soggiornò dal 1889 al 1891, conseguendo a Bonn la laurea in filologia romanza. Stabilitosi di nuovo a Roma,
Pirandello dedicò la propria vita alla letteratura e al teatro. Morì a Roma nel 1936, due anni dopo aver
ricevuto il premio Nobel per la letteratura.
La poetica
Il rifiuto del passato è dato dall’umorismo pirandelliano, il quale mette in discussione sia il positivismo, sia
delle ideologie romantiche. Del Positivismo Pirandello rifiuta il criterio della verità oggettiva; del
Romanticismo l’idea della verità soggettiva. Inoltre è consapevole che la poetica fondata sul tragico e
sull’eroico è anacronistica, perché l’uomo contemporaneo, non avendo più valori su cui fondare il proprio
agire vive creandosi delle illusioni. L’illusione fa si che noi ci vediamo non quali siamo, ma quali vorremmo
essere.
L’arte umoristica è volta a evidenziare il contrato tra forma e vita. Il soggetto che è costretto a vivere nella
forma, non è più una persona integra, coerente e compatta, ma si riduce ad una maschera (o a un
personaggio) che recita la parte che la società esige da lui e che egli stesso si impone secondo i suoi ideali
morali.
Il personaggio ha avanti a se solo due strade: o sceglie l’ipocrisia, oppure vive consapevolmente la scissione
tra forma e vita.
Il fu Mattia Pascal
Il “fu Mattia Pascal” è l’opera nella quale si rispecchia il disagio dell’uomo.
Il fu Mattia Pascal consta di tre parti, che corrispondono a tre diversi modelli di romanzo. La storia comincia
dalla fine. Lo stesso Mattia Pascal che, ormai estraneo alla vita, racconta in prima persona la propria storia.
Il modulo narrativo è quello dell’antiromanzesco, che esclude ogni possibilità di svolgimento.
Si entra quindi nel vivo del romanzo con il racconto della vita di Mattia Pascal.
Nella seconda parte il protagonista è il giovane Pascal e il modello di romanzo è quello idillico-familiare.
Questa parte si conclude quando Pascal, arricchitosi alla roulette, scopre che è stato trovato un cadavere
che gli somiglia, e così si finge di essere morto. Decide di cambiare identità abbandonando l’inferno
familiare in cui viveva.
Mattia ha la possibilità di reinventarsi la vita, di sperimentare la libertà di vivere.
Pascal, cambiato il nome in Adriano Meis, cerca di costruirsi un nuovo io. Ha la possibilità di reinventarsi la
vita, di sperimentare la libertà di vivere. Dopo un soggiorno a Milano si trasferisce a Roma. Qui può
sperimenta l’impossibilità di vivere una vita normale, priva com’è di stato civile. A questo punto decide di
fingere il suicidio nel Tevere. Tornato nel suo paese scopre che la moglie si è risposata. Rinuncia allora a
rientrare nel suo ruolo di marito legittimo, ma decide di restare al suo paese, dove condusse una vita di
estraneità e di distacco da ogni meccanismo sociale.
ITALO SVEVO
Siamo più o meno nella stessa dimensione fallimentare con Svevo, non a caso amico di Joyce che incontra a
Trieste.
La vita
Nato a Trieste nel 1861 da agiata famiglia ebrea, Svevo (il cui vero nome era Ettore Schmitz) compie studi
commerciali nella sua città e in un collegio in Baviera. Nel 1880, in seguito ai dissesti finanziari del padre, è
costretto a impiegarsi nella banca di Trieste. In questo periodo scrive alcune commedie, racconti e il suo
primo romanzo, “Una vita”. Nel 1892 muore il padre e incontra la cugina, che sposerà quattro anni dopo.
Nel 1898 pubblica “Senilità”. Entrato a far parte dell’industria del suocero, annuncia il proposito di
abbandonare la letteratura. Successivamente prende lezioni da Joyce, che diventa suo amico. Dopo il
ritorno alla letteratura, pubblica “La coscienza di Zeno”.
La coscienza di Zeno
Il protagonista di Svevo è l’inetto.
In tutti i suoi romanzi appare la figura dell’inetto, ovvero colui che avverte il senso della sconfitta,
l’amarezza del fallimento e percepisce tutta l’ambiguità dei suoi rapporti con la società che è oppressiva,
alienante, corrotta, priva di ideali, incapace di dare un valore e un significato alla sua vita.
Zeno Cosini decide di intraprendere una terapia per liberarsi dai problemi e complessi che lo affliggono. Lo
psicanalista, chiamato nel libro Dottor S., gli consiglia di scrivere un diario sulla sua vita, ripercorrendone gli
episodi salienti. Ricostruendo le tappe della sua inconcludente esistenza, emerge la snervante lotta con la
sua coscienza. Delinea la figura di un uomo “inetto” alla vita, “malato” di una malattia che spegne ogni
impulso all’azione e qualsiasi slancio vitale o ideale. Uno dei suoi problemi è l’incapacità di smettere di
fumare. I tentativi di astenersi dall’accendere una sigaretta, oltre che essere vani, rappresentano lo sforzo
inutile di raggiungere la posizione di buon marito, buon padre, valido uomo d’affari, che il protagonista
ritiene vincenti nella vita. Crede che se riuscirà a smettere di fumare tutto cambierà. La sua è una corsa
incessante verso quella che pensa essere la vera esistenza e la “salute”. Zeno è in realtà incapace di sentirsi
a suo agio in qualsiasi situazione. Vi è un abisso tra le sue intenzioni, ragionate e analizzate criticamente, e i
comportamenti effettivi, privi di volontà e contenuti veri. Tant’è che mentre agisce per conseguire un
risultato ne ottiene un altro: Zeno si innamora di una delle tre sorelle Malfenti, la bella Ada, ma si ritrova a
sposare passivamente quella meno desiderata, Augusta.
LATINO
LUCIO ANNEO SENECA
Nella letteratura latina a parlare di alienazione è Lucio Anneo Seneca nel “De brevitate vitae”
La vita è uno spagnolo del I sec. Che vive tra l’Egitto e Roma dive fu maestro di Nerone.
Lucio Anneo Seneca
Seneca impartì al suo allievo un’educazione basata su canoni moderati. Salito al trono, Nerone per
un primo momento governò secondo i principi appresi da Seneca; ma poi iniziò a governare in
modo crudele e per questo Seneca fu obbligato ad uccidersi.
L’alienazione in Seneca
Seneca scrisse varie opere di carattere filosofico. L’opera in cui risalta il concetto di alienazione è il
“De brevitate vitae”, e in particolare ne “la nozione del tempo”.
Nel paragrafo I Seneca pone il problema del tempo, inteso come durata della vita. Si tratta di
spiegare all’uomo l’importanza di vivere in un modo utile l’intera esistenza. Egli parte dalla
considerazione che gli uomini entrino nella loro vita spadroneggiandovi in modo indecoroso.
Nei paragrafi II-III egli immagina di parlare ad un vecchio che ha già vissuto un secolo di vita,
invitandolo a stilare un bilancio della vita vissuta.
Quello che a noi più interessa è il paragrafo IV in cui Seneca affronta il problema delle cause che