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Storia: seconda guerra mondiale, olocausto;
Economia Aziendale: la Break Even Analysis;
Matematica: funzione dei costi di produzione, Break Even Point;
Diritto: Art. 3 della Costituzione Italiana;
Scienza delle finanze: bilancio dell’Unione Europea;
Inglese: The United Kingdom.
Auschwitz è fuori di noi,
ma è intorno a noi, è
nell’aria.
Primo Levi
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Sommario 3
ITALIANO: NEOREALISMO E PRIMO LEVI
NEOREALISMO
In Italia, già verso la fine degli anni ’30, si sviluppa la concezione
secondo la quale gli intellettuali devono uscire dalla posizione
d'isolamento dalla realtà e proporre nuovi contenuti sociali
attraverso un linguaggio più facile, accessibile ad un vasto pubblico.
In particolare, dopo la tragica esperienza della seconda guerra
mondiale, gli intellettuali avvertono la necessità di farsi interpreti
dei problemi e dei bisogni reali del popolo. Il dopoguerra, sinonimo
di impegno nel reale, la seconda guerra mondiale e la conseguente
lotta antifascista sono gli eventi storici che fanno da sfondo ad un
nuovo profondo rivolgimento culturale e letterario. Come mai prima
d'ora, il nesso con la realtà socio-politica è direttamente
determinante anche nell'elaborazione della nuova poetica. In Italia,
questa tendenza a una letteratura «impegnata» sfocia nel
movimento del Neorealismo, che trova la sua massima
affermazione nel decennio dal 1945 al 1955. L'antifascismo
represso prima, e l'adesione ai moti di rivolta popolare poi,
determinarono in molti scrittori l'esigenza di considerare la
letteratura come una manifestazione e uno strumento del proprio
impegno. Il Neorealismo dà luogo a una vasta produzione narrativa
intesa a rappresentare la realtà in modo realistico sia nei suoi
aspetti positivi che negativi. A differenza dei veristi però, gli scrittori
neorealisti si sentono investiti di una grande responsabilità, quella
di contribuire, attraverso l’impegno politico e sociale, alla
ricostruzione materiale e spirituale della società contemporanea.
I temi più frequenti nelle opere neorealisti sono quelli legati alla
guerra e al dopoguerra: la lotta partigiana, la fame, la miseria, le
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rivendicazioni degli operai, le lotte e le condizioni dei contadini, la
realtà della vita nei ceti più umili.
La nuova visione della realtà viene espressa attraverso un
linguaggio semplice, popolare, che si avvicina al parlato delle
singole regioni.
Tra i più significativi scrittori del Neorealismo ricordiamo: Elio
Vittoriani, Alberto Moravia, Ignazio Silone, Primo Levi,
Renata Vigano e, anche se in modo del tutto personale, Italo
Calvino.
PRIMO LEVI
La vita
Primo Levi nacque a Torino nel 1919 da una famiglia di origini
ebree. Egli frequentò il liceo
classico a Torino dove ebbe
come insegnanti alcuni
antifascisti come Cesare Pavese e
Augusto Monti, ma la sua
vocazione era per studi
scientifici e, infatti, tenne i suoi studi universitari alla facoltà di
chimica. Levi riesce a laurearsi a pieni voti nel 1941, nonostante le
difficoltà creategli dalle leggi razziali emanate nel 1938.
Levi è sicuramente uno tra i più importanti scrittori del Neorealismo.
Frequentò amici ed ambienti antifascisti, e durante la guerra si unì
ai partigiani sulle montagne della Valle D'Aosta. Alla fine del 1943
venne catturato dalle milizie fasciste e deportato nel campo di
concentramento di Auschwitz in Polonia. Egli, affidato alla fabbrica
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di Monowizt, che fa parte di un sistema di 39 campi, trova la
sistemazione di manovale in una squadra incaricata di costruire un
muro. Grazie alle sue conoscenze in chimica gli poi viene affidato un
lavoro di laboratorio. Rimane ad Auschwitz fino alla liberazione ad
opera dei russi nel gennaio del'45.
Levi, dopo la liberazione e il ritorno in Italia, scrisse "Se questo è
un uomo” in cui rievoca le esperienze vissute nel campo di
concentramento di Auschwitz, in Polonia tra il 1944 e il 1945.
Levi riprese la sua attività di chimico, lavorando in un'azienda di
vernici.
Proseguì anche a comporre romanzi sui suoi ricordi di prigionia e
sull'olocausto, come "La tregua" (1963).
"Se non ora quando" "I sommersi e i salvati"
(1982), (1986).
Egli scrisse anche dei libri di tipo scientifico legati alla suoi studi di
chimica fra i quali i più importanti sono:
"il sistema periodico" (1975) dove lega ad ogni elemento
chimico della tavola periodica una storia spesso di carattere
autobiografico
"La chiave a stella" (1978) dove si racconta la vita e il lavoro
dell’operaio piemontese Faussone, che gira il mondo per
svolgere il suo lavoro di montatore. Nel personaggio, quasi una
proiezione dell’autore, spiccano la curiosità intellettuale e un
vivo senso della dignità del proprio lavoro.
Levi nel 1987 a Torino, in un periodo di depressione ancora
tormentato dai ricordi di Auschwitz, si suicidò. 6
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SE QUESTO E’ UN UOMO
“Se questo è un uomo”
Levi scrisse tra il dicembre del 1945 e il
gennaio del 1947. Il manoscritto fu inizialmente rifiutato dai diversi
editori, e venne pubblicato dall'editore De Silva in un numero molto
limitato di copie. Il successo e la notorietà del libro arrivarono nel
1958, quando fu ripubblicato da Einaudi. Da allora è considerato
una delle più alte testimonianze del dramma vissuto nei lager da
milioni di uomini di donne di varie nazioni europee. Levi spiega che
il bisogno di raccontare era nato nel campo, già lì aveva prodotto
appunti, subito dopo distrutti per non incorrere in rappresaglie da
parte delle guardie. L’urgenza di scrivere, e così di liberarsi dal peso
dei ricordi, spiega la forma del libro: “i capitoli sono stati scritti non
in successione logica, ma per ordine di urgenza”. Levi dichiara che il
libro pecca di frammentarietà, in realtà i capitoli ricostruiscono
cronologicamente le tappe fondamentali esperienza del lager,
dall'arresto alla liberazione.Catturato a Torino nel dicembre 1943,
Levi è inizialmente imprigionato nel campo di concentramento di
Fossoli, vicino a Modena. Da qui, nel febbraio del 1944, viene
trasferito ad Auschwitz, dove rimarrà circa un anno. Dopo un primo
periodo di lavori forzati pesantissimi, poiché è laureato in chimica e
conosce il tedesco ottiene un lavoro più leggero nei laboratori della
“Buna”, una fabbrica di gomma. Nel gennaio del 1945 si ammala di
scarlattina i nazisti, minacciati dall'avvicinarsi dell'armata Rossa,
abbandonano il campo e costringono i deportati a marciare verso
Buchenwald e Mauthausen, campi più lontani dal fronte russo;
morirono quasi tutti, sfiniti dalla fatica e dal freddo. Levi, con pochi
altri ammalati, è abbandonato nell'infermeria; qui viene trovato dai
russi il 27 gennaio del 1945. 8
Levi descrive tutti gli aspetti dell'inferno di Auschwitz: la fame, il
lavoro, le malattie, la lotta per la sopravvivenza, ma anche valori
che hanno dato ad alcuni la forza di resistere: la dignità, la cultura,
l'amicizia. Il racconto della vita al campo e continuamente
intrecciato alle riflessioni dell'autore animato da un fortissimo
desiderio di capire un'esperienza che va oltre i limiti del
comprensibile ed è incredibile.
Se questo è un uomo nasce dunque dall’uomo, ma non è un’opera
della sua fantasia, non può essere
recepito come tale; scrivere
queste pagine è costato
sofferenza e, in qualche modo, lo
scrittore pretende da noi uno
sforzo analogo, disumano:
cancellarci come lettori, sentire
dentro noi quella stessa
sofferenza fisica, fatta di ore, giorni e anni, sentire sotto le nostre
scarpe pesanti e lacerate l’onnipresente pantano o, almeno, tentare
di immaginare che qualcuno quelle sofferenze le ha provate
veramente.
Se “comprendere” per Levi coincide con l’ ”immedesimarsi”, questo
non implica la necessità di un supporto, la nostra fantasia, sulla
quale fare rivivere le esperienze narrate nel testo? Ma così facendo
non si rischia di entrare in un circolo vizioso, ovvero fare ricadere
nelle categorie conosciute ciò che in realtà non comprendiamo, né
conosciamo direttamente? Si prenda ad esempio la descrizione
degli ultimi dieci giorni di vita nel campo: essa sembra prendere a
modello una rappresentazione dell’Inferno in cui uomini malati
vagano strisciando come vermi in mezzo a cadaveri e sterco; gelati,
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nudi e affamati, non sembrano più persone ma larve alla ricerca di
un po’ di calore, esseri apparentemente fuori da questo mondo. E
invece no: si tratta di esseri di questo mondo, i quali hanno solcato
proprio questa terra, ricoperta da quei cadaveri che, un tempo,
sono stati uomini sani e reali. L’inferno è una creazione umana.
Siamo ben lontani dall’ideale tardo-romantico, per la verità e
significativamente più narrato che vissuto, della conoscenza che si
raggiunge tramite la sofferenza fisica, e da quello eremitico delle
pene corporali, dei digiuni, delle notti insonni come strumento in
grado di avvicinarci al divino, dall’esigenza insomma di ottundere le
proprie menti per semplificarne gli orizzonti, per ricadere in un
discorso ancora una volta a suo modo estetico, culturale e rituale
ed in definitiva umano. Il lager è diverso: la stessa lotta per la vita
all’interno di esso non può essere valutata sociologicamente, come
se tutto fosse stato un gigantesco esperimento, poiché all’interno
del lager non vi è speranza di uscita, e un uomo senza speranza
non lotta per continuare a sopravvivere. Forse la paura è il motore
primo dei comportamenti, ma come ammetterlo? E allora bisogna
forse abbandonarsi alla lettura e fingere di leggere di esperienze
ormai lontane nello spazio e nel tempo dimenticando ciò che lo
stesso Levi diceva: «È accaduto, può accadere di nuovo»?
<< Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case,
Voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo 10
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un si o per un no…>>
Se questo è un uomo
Da Primo Levi,
Parafrasi: ditemi voi, che vivete al caldo, comodi, nelle vostre belle
case, dove nessuno vi minaccia, circondati dall'affetto dei vostri cari
e dalle cure dei vostri amici, ditemi voi se vi sembra ancora un
uomo colui che lavora nel fango, che non conosce pace, che lotta
per un pezzo di pane, che muore per la volontà altrui.
La tregua
Il romanzo racconta il viaggio di ritorno dal campo di
concentramento di Auschwitz fino a Torino ed ebbe subito un
successo internazionale tale da consentire a Levi di essere
Se questo è un
riconosciuto come un grande scrittore e consentì a "
uomo" di divenire uno dei romanzi più letti del dopoguerra.
Con questo romanzo Levi oltre a raccontare la sua personale
odissea attraverso l'Europa, ci parla di come i sopravvissuti dei
lager siano tornati a vivere dopo che era stato loro cancellato tutto
ed erano stati ridotti a larve.
Durante questa odissea c'è chi intraprende la strada del commercio
per procurarsi del denaro con il quale sopravvivere e chi ruba; ma
nello stesso tempo si mescolano tra di loro, si aiutano l'un con l'altro
e si compatiscono: sono così "tornati ad essere delle persone" con
sentimenti, emozioni, desideri, in quanto possono finalmente
pensare e riposare. 11
Più si avvicinano alle proprie terre e più sono assaliti da sentimenti
opposti: l'ottimismo e l'angoscia che qualcosa possa impedire loro il
rimpatrio e infatti, all'inizio sono increduli del loro arrivo, ma infine
riacquistano la loro sicurezza.
Nel romanzo non ci viene descritta sola "ricostruzione morale" delle
una persona, ma anche quella materiale di paesi, case,
infrastrutture traffici e commerci di un'Europa distrutta dalla guerra.
La
Lo stesso autore ci spiega i motivi per cui ha dato al libro il titolo
tregua, nelle pagine conclusive quando rammenta le sensazioni che
ha provato con i suoi compagni di viaggio nel momento in cui il
treno è entrato in Italia. La tregua è infatti un'odissea, il ritorno
inteso come travaglio interiore, lotta contro i ricordi, la ricerca della
propria persona, dell'integrità umana calpestata ed avvilita.
Ma la tregua è anche il ritorno alla "normalità" conquistata e
assaporata a poco a poco nel corso di un viaggio di circa cinquemila
chilometri in quasi nove mesi: un viaggio di nove mesi per il ritorno
alla vita.
Ma il ritorno alla vita sarà sempre dominato dal ricordo indelebile di
Auschwitz.
"Se non ora quando" (1982) descrive il viaggio di un gruppo di
partigiani ebrei russi che vanno dalla Bielorussia all’Italia passando
per la Palestina.