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Il termine alienazione, che affronto nella mia tesina di maturità, fa riferimento a colui che non appartiene alla società, che è estraneo ad essa.
Ma questa parola viene spesso usata anche per indicare i folli, gli alienati mentali e il disagio dell’uomo nella moderna civiltà industriale. Possiamo distinguere due tipi di alienazione, una soggettiva e l’altra oggettiva.
La prima riguarda l’estraniarsi dell’individuo rispetto al mondo in cui vive, il trovarsi in una situazione di smarrimento e inadeguatezza, d’insofferenza e d’incomprensione.
La seconda invece, riguarda una situazione in cui i prodotti dell’attività umana si estraniano rispetto ai produttori; ciò che l’uomo produce, invece di arricchirlo lo impoverisce perché si separa da lui, si estrania. L’alienazione soggettiva è la conseguenza di quella oggettiva, in quanto è l’alienazione delle condizioni materiali che determina poi quel senso di estraneità rispetto al mondo. La tesina inoltre permette anche di effettuare dei collegamenti con altre materie scolastiche.
Filosofia - Karl Marx.
Italiano - Pirandello e Il fu Mattia Pascal.
Storia - Il fascismo.
Storia dell'arte - Edvard Munch e Sera sulla via Karl Johann.
Inglese - Francis Bacon e Three Studies for Figures at the base of a Crucifixion.
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INTRODUZIONE
Il termine alienazione fa riferimento a colui che non appartiene alla società, che è
estraneo ad essa.
Ma questa parola viene spesso usata anche per indicare i folli, gli alienati mentali e il
disagio dell’uomo nella moderna civiltà industriale.
Possiamo distinguere due tipi di alienazione, una soggettiva e l’altra oggettiva.
La prima riguarda l’estraniarsi dell’individuo rispetto al mondo in cui vive, il trovarsi
in una situazione di smarrimento e inadeguatezza, d’insofferenza e d’incomprensione.
La seconda invece, riguarda una situazione in cui i prodotti dell’attività umana si
estraniano rispetto ai produttori; ciò che l’uomo produce, invece di arricchirlo lo
impoverisce perché si separa da lui, si estrania.
L’alienazione soggettiva è la conseguenza di quella oggettiva, in quanto è
l’alienazione delle condizioni materiali che determina poi quel senso di estraneità
rispetto al mondo. 4
KARL MARX
Uno dei primi problemi che Marx affronta è quello di ricercare le radici profonde
dell’alienazione.
Secondo lui è necessario trasformare la realtà per abbattere l’oppressione materiale.
Marx afferma che l’alienazione non è un fenomeno “spirituale”, ma è un fatto
concreto, è quella “disumanizzazione” che caratterizza i rapporti lavorativi nella
società capitalistica.
Ci sono quattro aspetti fondamentali dell’alienazione dell’operaio.
In primo luogo questi è alienato nei confronti del prodotto della sua attività: infatti il
lavoratore produce oggetti che non gli appartengono, che gli sono estranei e che
spettano ad un altro, il capitalista.
In secondo luogo l’operaio è alienato rispetto la sua attività, in quanto non solo il
prodotto del suo lavoro non gli appartiene ma anche la sua stessa capacità produttiva
(chiamata da Marx ”forza-lavoro”) è proprietà del capitalista. L’uomo è ridotto a
schiavo, a “merce”.
La conseguenza più grave è che lui si trova espropriato di qualcosa che costituisce la
sua essenza. E qui troviamo la terza forma di alienazione; secondo il filosofo, l’uomo
realizza la propria natura soltanto nel lavoro, ovvero esso modifica e migliora
l’uomo, segnando la differenza tra esso e l’animale.
Nel sistema capitalistico, il lavoro è una modalità di sfruttamento in cui si assiste alla
riduzione a cosa del lavoratore; gli operai si trovano a condurre un’esistenza simile
alle bestie.
L’ultima modalità di alienazione è quella dell’operaio nei confronti dei suoi simili.
Nel sistema produttivo capitalistico, il lavoratore è escluso da ogni forma di vita
sociale, si relazione esclusivamente con il capitalista.
In queste prime analisi condotte sulla condizione degli operai, Marx giunge alla
conclusione che, per uscire dallo stato di alienazione, non è sufficiente esercitare una
funzione critica, senza agire, ma è indispensabile modificare la base materiale della
società, passare dalla filosofia alla rivoluzione.
La causa che ha determinato la condizione di alienazione, viene identificata da Marx
con il sistema della proprietà privata la quale affonda le radici nel principio della
divisione del lavoro.
Dunque la soluzione è di fare una rivoluzione proletaria per abolire la proprietà
privata, e ciò si realizzerà con l’avvento del comunismo.
Per Marx il passaggio dalla società capitalistica a quella comunista prevede un
periodo in cui il proletario, salito al potere e divenuto “classe dominante”, eserciti una
“dittatura” per la realizzazione del progetto comunista. 5
LUIGI PIRANDELLO
Luigi Pirandello nacque l’8 giugno 1967 ad Agrigento.
Tre diversi ambienti influiscono nella formazione psicologica e culturale di
Pirandello: quello siciliano, quello tedesco e quello romano.
In Sicilia Pirandello visse dalla nascita fino al 1887, anno in cui si trasferì a Roma per
continuare gli studi universitari.
In Germania Pirandello soggiornò dal 1889 al 1891, conseguendo a Bonn la laurea in
filologia romanza.
Stabilitosi di nuovo a Roma, Pirandello dedicò la propria vita alla letteratura e al
teatro.
Dopo il delitto Matteotti, si iscrive al partito fascista.
Morì a Roma nel 1936, due anni dopo aver ricevuto il premio Nobel per la letteratura.
Durante la sua vita scrisse saggi, novelle, romanzi e opere teatrali.
Tra le sue opere più importanti ricordiamo i romanzi “Il fu Mattia Pascal”,
“Uno,Nessuno e Centomila”e“L’Esclusa”, il saggio “L’umorismo” e le “Novelle per
un anno.
Pirandello esplora il conflitto tra individuo e società, l’impossibilità di sfuggire alle
regole del gioco e di liberarsi delle maschere che le istituzioni e i legami familiari ci
impongono.
La sua narrativa indaga sulla vita psichica e il disagio esistenziale dei personaggi che
attraversano una grave crisi di identità e non hanno certezze e ideali su cui orientare
la propria vita.
Infatti il personaggio pirandelliano si porta dentro di se un senso di frustrazione e di
vuoto; ha scarsa considerazione di se stesso e non è ben sicuro del suo ruolo nella vita
sociale perché attraversa una crisi d’identità.
IL FU MATTIA PASCAL
Il “fu Mattia Pascal” è l’opera nella quale si rispecchia il disagio dell’uomo, tema
tipico degli autori dell’età della crisi, periodo che va dagli anni Ottanta dell’Ottocento
agli anni Trenta del Novecento caratterizzato da un sentimento di sofferenza e disagio
esistenziale che non approda a nessuna soluzione definitiva.
Il fu Mattia Pascal consta di tre parti, che corrispondono a tre diversi modelli di
romanzo. La storia comincia dalla fine. Lo stesso Mattia Pascal che, ormai estraneo
alla vita, racconta in prima persona la propria storia.
Si entra quindi nel vivo del romanzo con il racconto della vita di Mattia Pascal.
Nella seconda parte il protagonista è il giovane Pascal; questa parte si conclude
quando Pascal, arricchitosi alla roulette, scopre che è stato trovato un cadavere che gli
somiglia, e così si finge di essere morto.
Decide di cambiare identità abbandonando l’inferno familiare in cui viveva. 6
Mattia ha la possibilità di reinventarsi la vita, di sperimentare la libertà di vivere.
Pascal, cambiato il nome in Adriano Meis, cerca di costruirsi un nuovo io.
Ha la possibilità di reinventarsi la vita, di sperimentare la libertà di vivere.
Dopo un soggiorno a Milano si trasferisce a Roma.
Qui può sperimenta l’impossibilità di vivere una vita normale, priva com’è di stato
civile.
A questo punto decide di fingere il suicidio nel Tevere. Tornato nel suo paese scopre
che la moglie si è risposata.
Rinuncia allora a rientrare nel suo ruolo di marito legittimo, ma decide di restare al
suo paese, dove condusse una vita di estraneità e di distacco da ogni meccanismo
sociale.
“CAMBIO TRENO”
Il capitolo 7 del romanzo presenta un importante momento di svolta nella vicenda di
Mattia Pascal, tanto che cambiare treno significa per lui cambiare vita.
Durante il viaggio in treno, Mattia, legge su un giornale comprato alla prima stazione
italiana la notizia della sua morte.
La lettura è continuamente interrotta dalle reazioni di sorpresa, incredulità, ira,
amarezza che lo sovrastano.
Mattia in un primo momento sente l’urgenza di smentire la notizia con un
telegramma alla famiglia, poi intravede la possibilità di crearsi una nuova vita, tanto
che comincia a temere che qualcuno si accorga dell’errore e lo rettifichi.
Libero e ricco, senza parenti e senza passato, Mattia Pascal è convinto di poter
costruirsi una nuova identità e un nuovo destino. 7
IL FASCISMO e L’INIZIO DELLA DITTATURA
Come in tutte le dittature, anche il fascismo, si intromesse nel pensiero delle persone
causandone l’alienazione.
Il 23 marzo 1919, Benito Mussolini fondò a Milano il movimento dei Fasci di
combattimento.
Dopo il fallimento delle elezioni del ’19, Mussolini modificò le caratteristiche del
movimento e creò le squadre d’azione per spedizioni punitive ai danni degli
oppositori al movimento.
Mussolini sfruttava i timori degli imprenditori e dei grandi proprietari terrieri
allarmati dai successi conseguiti nel Biennio Rosso.
I fascisti nel’21 entrano nelle liste di coalizione assieme ai candidati liberali.
Nel novembre 1921 il movimento dei Fasci, divenne Partito nazionale fascista il
quale non aveva più aspirazioni rivoluzionarie, ma voleva caratterizzarsi come una
forza di destra che mirava ad assumere un ruolo di governo.
Dato il clima italiano di tensioni interne e disordini, il fascismo colse l’occasione per
presentarsi come elemento di stabilità politica e istituzionale.
Il 28 ottobre 1922, 50.000 fascisti marciarono su Roma senza incontrare alcuna
resistenza e la occuparono.
Così Mussolini, nominato primo ministro, a poco a poco estromise gli altri partiti,
dando vita a una spietata dittatura.
Alle elezioni del ’24, i fascisti, grazie alla violenza e alle intimidazioni nei confronti
degli oppositori politici, vinsero le elezioni.
Il 24 maggio 1924 Giacomo Matteotti, segretario del Partito socialista, denunciò i
brogli e le intimidazioni fasciste. Ne derivò il suo rapimento e assassinio.
Il 3 gennaio 1925 Mussolini, sospettato di essere il mandante dell’uccisione di
Matteotti, tenne un discorso alle camere, nel quale si assunse la piena responsabilità
di quanto accaduto; se il fascismo era un movimento violento, tutti coloro che
l’avevano appoggiato (compresi i liberali e la corona) erano suoi complici.
Nessuna forza era ormai in grado di ostacolare il partito fascista.
Le poche voci rimaste a sfidare il partito furono messe a tacere o costrette all’esilio.
Nel 1926 vennero emanate le leggi fascistissime le quali prevedevano la soppressione
di tutti i partiti e le associazioni nonché la chiusura degli organi di stampa opposti al
regime, l’istituzione del confino di polizia e la creazione dell’Ovra.
Dalle ceneri dello Stato liberare era nato un regime a partito unico, nel quale il potere
era concentrato nelle mani di Mussolini. 8
EDVARD MUNCH
Edvard Munch nasce a Loten, in Norvegia, nel 1863. Svolge la sua attività soprattutto
ad Oslo, dove morirà nel 1944, lasciando tutti i suoi lavori alla città natale.
Munch è considerato un precursore della pittura espressionista; nelle sue opere difatti
troviamo elementi che caratterizzeranno l’Espressionismo, come l’accentuazione
cromatica, il tratto forte e deciso, la drammaticità dei contenuti e una deformazione
della realtà per scopi drammatici.
Anche i temi saranno quelli trattati dai futuri espressionisti quali l’angoscia
esistenziale, la crisi dei valori etici e religiosi, la solitudine, l’incombenza della
morte, l’incertezza del futuro e la disumanizzazione della società borghese.
Dolore e sofferenza caratterizzano la sua vita e dunque segnano molto anche il suo
modo di dipingere.
Inizia a dipingere nel 1880 sulla scia del Naturalismo e in seguito nel 1885, si accosta
alla pittura impressionista, per giungere infine all’espressione degli stati d’animo
attraverso il colore steso in lunghe pennellate ondulate, a suggerire il fluire della
memoria e delle emozioni.
La sua vicinanza ai pittori espressionisti fa sì che venga perseguitato dal regime
nazista, che considera le sue opere “arte degenerata”.
Sera sulla via Karl Johann
“ Tutti i passanti lo guardavano in modo così strano e singolare e lui sentiva che lo guardavano così, che lo fissavano,
tutte queste facce, pallide nella luce serale; voleva fissare un pensiero ma non gli riusciva, aveva la sensazione che
”
nella sua testa non ci fosse nient’altro che il vuoto… il suo corpo era scosso dal tremito, il sudore lo bagnava. 9
Questo dipinto è datato 1892 ed è eseguito con la tecnica dell’olio su tela.
In questo quadro Munch propone un luogo che aveva già dipinto, il boulevard
principale di Cristiania, l’attuale Oslo, in cui sfilano a passeggio persone appartenenti
alla classe medio alta della città.
Nell’opera il boulevard diventa un luogo di azione, affinché Munch possa
rappresentare i temi che in quel momento definiscono la sua ricerca artistica: