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Storia: il regime fascista
Vita di Luigi Pirandello
Pirandello nasce ad Agrigento il 1867 da una famiglia agiata,
proprietaria di alcune zolfare. La famiglia, di idee garibaldine
e patriottiche, si era costituita una fortuna con l’ estrazione
e il commercio dello zolfo. Nel 1887 si trasferisce a Roma.
Nel 1889 prosegue i suoi studi a Bonn. Rientra a Roma nel
1891 e qui si stabilisce. Nel 1903 un improvviso ed enorme
dissesto economico e il conseguente gravissimo trauma
psichico della moglie Antonietta Portulano caduta in uno
stato di inguaribile follia, gli sconvolgono la vita fino a
portarlo alle soglie del suicidio. Reagisce impegnandosi
completamente nel lavoro e celando i suoi traumi dolorosi e
privati nei modi di una umiltà e di un pudore che sanno di grande eroicità. Egli assiste
affettuosamente la moglie che è stata in parte,ispiratrice delle sue opere; infatti già
nei primi documenti autobiografici denuncia un’ossessione che lo accompagna per
tutta la vita. Lo scrittore costeggia affascinato e sgomento l’ abisso della schizoidia,
rimane quello che la psichiatria esistenziale definisce uno- schizoide sano di mente-
per di più dotato salvificamente di genio creativo. La sua opera, analizza le
problematiche legate allo studio del cosciente e del subcosciente e tende a una nuova
visione della vita. Niente esiste, niente è vero, tutto è soltanto illusione, che ogni uomo
sogna e realizza a modo suo. L’ essere umano non ha una singola personalità, ma
tante personalità in continuo cambiamento. L’ uomo si illude di essere uno, mentre è
nessuno e per chi lo vede e ascolta è centomila, secondo le personalità che gli altri gli
attribuiscono( Uno, nessuno e centomila).Pirandello parte, nel clima decadente del
tempo, dall’ annullamento di ogni criterio di verità oggettiva e fissa ben presto la sua
attenzione sulla differenza, divario, dissociazione tra l’essere e il sembrare (Mattia
Pascal).Nel teatro la sua analisi intacca maggiormente l’ unità, la compattezza, l’
identità dell’ individuo, che appare disintegrato, dissociato in una serie incoerente di
personalità e atteggiamenti diversi. Solo una maschera, che si confonda con l’
autenticità del personaggio, può permettere all’ individuo di superare i conflitti e di
ritrovare, forse, una stabilità e una qualche apparente identità. I titoli delle sue opere
già sintetizzano il suo credo filosofico. Lo stile delle sue opere è segnato verso
l’umorismo. I personaggi pirandelliani provengono, in genere dall’alta borghesia; i
personaggi eduardiani dalla piccola borghesia. Nel 1924 Pirandello, si iscrive al partito
fascista, attraverso una lettera aperta a Mussolini. Egli vede nel fascismo un
movimento rivoluzionario che rappresenta la forza della vita capace di rompere le
cristallizzazioni sociali; ma il fascismo pirandelliano è molto umorale, tanto è vero che
avrà delusioni e risentimenti. Inoltre egli con l’appoggio di Mussolini, Pirandello
riceverà il finanziamento per creare una compagnia teatrale a Roma. Egli morirà a
Roma nel 1936. Il Fu Mattia Pascal
L’intera vicenda ruota attorno al personaggio di Mattia Pascal,
protagonista e narratore della storia. Suo padre viaggiava e seppe
arricchirsi giocando a carte con un capitano inglese. Con la grande
fortuna accumulata riuscì a comprare case, vigne e campi nel suo
paesino ligure. Purtroppo, a causa di una malattia, morì durante
l’ennesimo viaggio, lasciando la moglie ed i suoi due figli,soli.
L’amministrazione della grande ricchezza dei Pascal fu affidata
dall’ingenua donna al Malagna, amico del marito. Purtroppo si rivela
una scelta sbagliatissima : tale amministratore pensa solo al proprio
interesse e col passare degli anni tutti gli averi e le proprietà dei
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Pascal finiscono in mano sua. Nonostante il lento declino della famiglia, (Mattia e
Roberto) i due figli crescono spensierati. La loro educazione era stata affidata a
Pinzone, un insegnante che si faceva coinvolgere dai due ragazzi e preferiva
spassarsela e divertirsi con i suoi due “allievi” piuttosto che insegnare loro qualcosa di
concreto. Gli anni passano e Mattia cresce, maturando un carattere impulsivo, allegro
e spensierato. L’odiato Malagna non riesce ad avere figli dalla prima moglie malata e
per questa situazione soffre moltissimo. Dopo
la morte della consorte decide di mettere le mani sulla bella Oliva. Così facendo rovina
la storia d’amore di Mattia con quella ragazza. Malagna si risposa ma il figlio che Oliva
mette alla luce non è suo: è di Mattia. Decide di crescerlo ugualmente come se fosse
stato suo. Da Malagna si trasferiscono la vedova Pescatore e la bella figlia Romilda. La
ragazza piace moltissimo a Pomino, amico di Mattia. Il giovane Pascal inizia a
frequentarla per conto dell’amico ed involontariamente tra i due nasce un amore.
Mattia è costretto a sposarsi. Da questo momento la vita di Mattia diventa un inferno
ed il ragazzo sembra perseguitato dalla sfortuna e dalle disgrazie. Si trasferisce in una
casa umile perché ormai è senza ricchezze, la moglie non sembra più amarlo, perde la
sua bellezza originaria ed i due figli che ella mette alla luce muoiono uno dopo l’altro,
In più la suocera lo odia moltissimo per il suo carattere e la sua povertà rovina la
tranquillità della casa. La mamma di Mattia è vittima di questa donna e di lì a poco
muore. Solo la zia Scolastica riesce a contrastare il suo caratteraccio. Per vivere Pascal
è costretto a cercarsi per la prima volta in vita sua un lavoro ed ottiene il posto di
bibliotecario. Il lavoro troppo noioso, l’inferno in casa e la morte quasi contemporanea
dei due figli e della adorata madre mandano in crisi Mattia. All’ insaputa di tutti parte
da solo per Montecarlo, attirato dal gioco d’azzardo. La fortuna stavolta è dalla sua
parte e Mattia inizia ad arricchirsi grazie al gioco d’azzardo. Mentre pensa come
utilizzare al meglio i soldi vinti al casinò. legge distrattamente su un giornale una
notizia sconvolgente, la notizia della propria morte. Secondo quel giornale Mattia
Pascal si è suicidato, a causa di dissesti finanziari e lutti famigliari. Moglie e suocera lo
hanno riconosciuto nel cadavere ritrovato ed in via di decomposizione. E’ chiaro che lo
sventurato suicida non può essere Mattia, in realtà la sua lunga lontananza senza
alcun preavviso, una vaga somiglianza ed una nascosta speranza di vedere
quell’odiato marito morto per davvero avranno spinto le due donne a riconoscere
Mattia in un corpo estraneo. Mattia, dopo la lettura di quella incredibile notizia, di
quell’errore fortuito, vede apparire davanti a sé una nuova vita, fatta di libertà e la
rottura di ogni legame con il passato. Mattia Pascal è ufficialmente creduto morto e
solo lui sa che non è vero. Potrà vivere senza problemi e responsabilità. Nella nuova
vita Mattia decide di diventare un altro e di non essere più il Mattia Pascal. Mattia
cambia identità ed aspetto fisico ed ancora una volta è il destino a suggerirgli come
comportarsi: un dialogo tra due signori gli mette in testa il nome di Andrea Meis. Con
questa nuova identità Mattia-Adriano, continua a viaggiare per l’Italia e per la
Germania, visitando le città più belle e famose, il tutto nella più completa solitudine e
libertà. Ma una vita del genere, senza affetti, amicizie e legami stanca presto: Adriano
si accorge che la sua libertà è solo il frutto di un errore, che l’ha reso un uomo
sconosciuto ad tutti e dalla legge, inventato, misterioso, impossibilitato a qualsiasi
operazione dove sia necessario dare le proprie generalità,geloso del proprio segreto. A
Milano inizia a riflettere seriamente sulla propria condizione di vita ed a scoprire a
poco a poco tutti gli svantaggi non calcolati. Perfino l’acquisto di un cagnolino per la
propria compagnia lo metterebbe in contraddizione: finirebbe con il legarsi e ciò non
era assolutamente nei suoi progetti iniziali. Il dialogo con un uomo conosciuto in un
locale lo porta a considerazioni sugli ideali intoccabili della vita, sull’importanza della
famiglia e delle amicizie. Adriano decide quindi di cambiare, di trasferirsi nella bella
Roma dove sistemarsi, magari in una camera affittata da qualche famiglia disponibile.
Grazie alla famiglia che lo ospita egli potrà riflettere sulla sua condizione e cambiare
ancora una volta. Vivendo in questa famiglia Adriano si innamora di Adriana.
L’equilibrio in casa Paleari viene interrotto dall’inaspettato ritorno del cognato di
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Adriana, marito della sua defunta sorella. E’ un tipo losco che vuole sposarsi con la
giovane ragazza per non dover restituire la dote ad Anselmo. Ma la ragazza è amata
da Adriano che non può sopportare tale ingiustizia. Intanto Adriano decide di
migliorare il suo aspetto estetico e contemporaneamente eliminare l’ultima traccia in
lui di Mattia Pascal: il difetto dell’occhio, sottoponendosi ad una sicura operazione.
L’esito è positivo ma Mattia deve stare quaranta giorni a riposo nell’oscurità della sua
stanza. Tutti gli abitanti della casa cercano di fargli compagnia. Viene organizzata una
seduta spiritica con il solo fine di prendere in giro Anselmo e distrarre Adriano mentre
un complice gli ruba dei soldi. Ma il protagonista entra in una nuova crisi: non può
denunciare il furto altrimenti la polizia avrebbe indagato sulla sua identità. Non può
nemmeno amare la ragazza, accorgendosi solo adesso di nuovi e tremendi svantaggi
che la sua condizione “idillica” gli impongono. In fondo lui è sempre un uomo sposato
e non può né risposarsi, perché non può utilizzare il nome di Adriano Meis, né chiedere
alla ragazza amata, tanto semplice ed onesta, un compromesso, un amore senza
matrimonio. È un morto che deve sempre morire ed è destinato a farlo in solitudine.
Inoltre in Adriano nasce un rimorso, un pensiero per il povero disgraziato suicidatosi
alla Stia e scambiato per Pascal. Adriano finisce col rinunciare a denunciare Terenzio e
così facendo offende Adriana, che a sua insaputa aveva detto tutto in casa ed adesso
viene smentita ingiustamente. Decide anche di far soffrire la ragazza con la gelosia
per poterla allontanare da sé. L’occasione di per ingelosire Adriana è data da una
visita in casa di una famiglia spagnola. Qui Adriano rincontra la bellissima Pepita ed il
suo ragazzo. Approfittando di un piccolo litigio tra i due, inizia a fare la corte alla bella
ragazza ed ad offendere il pittore spagnolo. La lite tra i due uomini può solo risolversi
con un duello mortale ed ancora una volta Adriano scopre un suo limite. Non potrà mai
avere testimoni e farà la fine del vigliacco non presentandosi al duello. Immerso nei
suoi pensieri Adriano pensa arriva a riflettere e decide di far morire Adriano Meis per
poter finalmente a tornare Mattia Pascal. Lascia sul posto un bigliettino assieme ad
alcuni indumenti ed ancora una volta leggerà su un quotidiano la notizia della propria
morte, la seconda. Pascal è rinato, pronto a tornare alla sua vecchia vita. Decide di
andare trovare per primo il fratello Roberto. Naturalmente quest’ultimo rimane stupito
dalla vista del fratello creduto morto da due anni, ma in poco tempo si calma e può
riabbracciare Mattia. Da lui viene a sapere che Romilda si è risposata col vecchio e
ricco amico Pomino e che se tornerà a Mirano tale matrimonio sarà annullato secondo
la legge. Ma il ritorno a casa è obbligatorio e così Mattia torna a Miragno, affrontando il
proprio destino. Quando entra in casa di Pomino succede un gran caos: Romilda
sviene, il suo nuovo marito si preoccupa per il matrimonio da annullare e la vecchia
suocera reagisce alla sua maniera, urlando come una matta. Ma davanti ad una
famiglia felice, ad un figlio di Romilda finalmente sano, Mattia sa che non potrà
intromettersi nella sua vita una seconda volta. Ormai è inutile fare valere i suoi diritti
sul matrimonio: meglio vivere nel paese in disparte, lasciando le cose al loro equilibrio
attuale e stabile. Così facendo Mattia ha sicuramente fatto la scelta giusta,