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Sintesi
Fisica: la radio; le onde radio

Storia: Richard Wagner (la musica del Fascismo e del Nazismo)

Letteratura Italiana: Giacomo Leopardi (musica nei versi)

Filosofia: Arthur Shopenhauer (la musica); Friedrich Nietzsche (la danza)

Geografia astronomica: i movimenti di “Danza” della Terra

Inglese: Jane Austen and the Dance

Letteratura latina: Apuleio (Amore e Psiche: Venere danza all’Olimpo)

Storia dell'arte: Edgar Degas (le ballerine)

Ed. Fisica: la danza sportiva e la FIDS
Estratto del documento

proprio canti e inni: le canzoni furono utili a far rinascere nel

popolo italiano l’attenzione e l’interesse per il fascismo.

Inoltre per raggiungere obiettivi, come quello di far odiare il

nemico “bolscevico” e di esaltare gli istinti per la guerra, il

fascismo fece continuo ricorso ad un canzoniere ricchissimo.

Successivamente ci fu, nel contenuto dei canti, un forte distacco

dalla realtà, ma i tanti morti e le numerose vittime rappresentarono

un risvolto che non era stato del tutto previsto: la guerra aveva

travagliato e sconvolto gli italiani che

persero grande fiducia nelle parole del loro Duce, ma molto presto

la morte venne accettata come una regola del gioco; a mano a

mano che i canti crescevano di numero, la violenza in loro divenne

quasi palpabile, lacerante e la musica perse ogni forma artistica e

positiva che aveva acquistato negli anni.

Ma la musica fu, per diverse ragioni, un elemento fondamentale

anche per la politica culturale nazista. Alcuni critici musicali

sostengono che i nazisti si inebriavano di potenza ascoltando

Wagner, in particolare la famosissima Cavalcata delle Valchirie.

Tempo fa è stata ritrovata la personale collezione di dischi di

Adolf Hitler, il quale non ha mai nascosto la sua passione per il

grande compositore tedesco Richard Wagner e non smise mai di

celebrare pubblicamente la musica “ariana”.

La pazzia di Hitler:

Infatti, come ben sappiamo,

Hitler distingueva la razza ariana

da tutte le altre. Pertanto con le

famose Leggi di Norimberga

diede inizio alla grande battaglia

per lo sterminio degli ebrei,

prima con la requisizione degli appartamenti, la devastazione di

negozi con la rottura di vetri (la cosiddetta “notte dei cristalli”)

ed infine il genocidio, con l’eliminazione degli ebrei nei Lager,

campi di sterminio e concentramento, tra cui quello più famoso,

divenuto il simbolo della Shoah, Auschwitz.

Adolf Hitler in persona riteneva quindi che "chiunque voglia

comprendere la Germania nazionalsocialista deve conoscere

Wagner".

Richard Wagner (Lipsia, 22 maggio 1813 –

Venezia, 13 febbraio 1883) è stato inoltre un teorico musicale, ma

è principalmente noto per le sue

opere liriche (o "drammi

musicali", come lui li

chiamava). Le sue

composizioni,

ed in particolare quelle del suo

ultimo periodo, sono

rilevanti per le armonie, l'

orchestrazione ed in

particolare per i temi musicali

associati con persone, luoghi o

sentimenti. Le sue opere più

note sono Tristano e Isotta e la Valchiria che infatti furono poi

riprese e diventarono la vera e

propria colonna sonora del nazionalsocialismo tedesco.

Musica e Letteratura:

La musicalità dei versi di Giacomo Leopardi.

Ma la musica non si sviluppa solo nell’ambito acustico e sonoro,

ma anche in quello letterario. In particolare la poesia acquisisce

profondamente il valore della musicalità, che ne diventa elemento

costituente.

Forse come nessun altro poeta, Leopardi seppe comporre versi

così intimamente musicali.

Sulla musica Leopardi ragiona lungamente nella quotidiana

stesura dello Zibaldone. Di essa scrive:

“Le altre arti imitano ed esprimono la

natura da cui si trae il sentimento,

la MUSICA non imita e non esprime

che lo stesso sentimento in persona”

(G. Leopardi)

[quasi scontata l'analogia con Schopenhauer che ritiene che la

musica imiti la volontà "in persona"!]

La musica è anche una componente essenziale della produzione

poetica leopardiana. Numerosi sono i riferimenti al suono, al

canto, al tuono, al vento ed ai rumori di cui è ignota la fonte (si

pensi al "canto notturno di un pastore errante dell'Asia").

La musica è sublimata nell'eco della lontananza e del ricordo, e

più che ogni altra sensazione evoca l'immagine dell'infinito e

dell'eterno.

E proprio ne "L'infinito" emergono più compiutamente questi

aspetti e riflessioni. Come, infatti, l'esclusione dell'orizzonte alla

vista del poeta, gli consente di "fingere" nel pensiero "interminati

spazi" e "sovrumani silenzi" ; così comparando "quello infinito

silenzio" alla "voce" del vento gli "sovvien l'eterno". Dunque la

sensazione uditiva del vento stimola la percezione dell'eternità, a

cui il poeta non può giungere attraverso la poesia; a quest'ultima è

invece destinato il resoconto dell'esperienza vissuta la quale sarà

così preservata nella memoria dall'oblio del tempo.

Gli stessi versi sono riusciti a molti critici e lettori pieni di grande

musicalità. Infatti la struttura così libera e aperta della canzone

leopardiana sembra riprodurre, trascrivere, l'andamento

ondeggiante della musica pura, ed emana musicalità ogni silenzio,

ogni pausa, ogni singola vocale e consonante.

L'infinito

Sempre caro mi fu quest' ermo colle,

E questa siepe, che da tanta parte

Dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.

Ma sedendo e mirando, interminati

Spazi di là da quella, e sovrumani

Silenzi, e profondissima quiete

Io nel pensier mi fingo; ove per poco

Il cor non si spaura. E come il vento

Odo stormir tra queste piante, io quello

Infinito silenzio a questa voce

Vo comparando: e mi sovvien l'eterno,

E le morte stagioni, e la presente

E viva, e il suon di lei. Così tra questa

Immensità s'annega il pensier mio:

E naufragar m'è dolce in questo mare.

Musica e Filosofia:

Arthur Schopenhauer e Friedrich Nietzsche.

Ritornando a Wagner, in una lettera al fratello F. Liszt egli scrive

queste parole:

“Con il lento procedere della mia musica mi sono occupato di un

uomo che è giunto a me come un dono del cielo nella mia

solitudine; il suo pensiero principale, la negazione della Volontà

di vivere, è di una serietà terribile, ma è l’unico che sia

liberatorio.”.

Quest’uomo era Arthur Schopenhauer, che considerava la musica

l’arte suprema per liberare l’uomo, l’arte più profonda e

universale, capace di metterci a contatto al di là dei limiti della

ragione.

Il mondo come volontà e rappresentazione è l'opera fondamentale

e più importante della sua produzione. Essa si compone di

due volumi, a loro volta suddivisi in diverse sezioni. All’arte e alla

musica è dedicato il terzo libro, “il mondo come

rappresentazione”, del primo volume.

Per Schopenhauer la vita è sostanzialmente dolore, tutto soffre, dal

fiore che appassisce per mancanza d’acqua, all’animale ferito.

L’uomo in particolare soffre di più poiché sente maggiormente la

spinta della Volontà.

Di conseguenza la vera risposta al dolore è la liberazione della

stessa Volontà.

Nascono così delle vie della liberazione, tra cui l’arte, che ha un

potere catartico, in quanto l’uomo, grazie ad essa, allevia le

proprie sofferenze e il proprio dolore.

Tra le arti, la musica si sottrae a qualsiasi forma di

rappresentazione per cogliere direttamente la Volontà.

“La musica non è dunque, come le altre arti, una riproduzione

delle idee, ma una riproduzione della stessa Volontà.”

Essendo l’immagine stessa della Volontà, ci consente di cogliere

in se ogni fenomeno, la forma pura della materia.

Ma cos’è la Volontà se non impulso cieco e irrazionale, passione e

sentimento?

Quindi è

proprio questo

il linguaggio

della musica: il

sentimento

contrapposto

alla ragione.

Questo esprime

la musica

quando “parla”:

ci racconta la

vita più intima

e segreta della

Volontà.

Al pari delle altre arti, la musica è in grado di sottrarci

momentaneamente alla sofferenza, ma non solo. Vista la sua

natura è in grado di influire sulla Volontà, riproducendo in noi gli

infiniti moti di quest’ultima, il suo incessante ciclo di

insoddisfazione e appagamento. Ma non perde il suo potere

catartico. Infatti non è in grado di farci soffrire veramente, essendo

solo pura rappresentazione. Come tutte le arti, la musica esige che

“la volontà resti fuori dal gioco e che noi ci limitiamo ad essere

puro soggetto conoscente”.

“Quando, invece, nella realtà con i suoi orrori, è la volontà stessa

ad essere sollecitata ed angosciata, non abbiamo più a che fare

con suoni, ma siamo noi stessi la corda pizzicata, tesa e

vibrante.”.

Per questo motivo la musica è superiore alla stessa filosofia che,

legata alla mediazione del concetto, può solo descrivere la

Volontà, ma non farcela sentire.

Un altro filosofo, Nietzsche, si connette al pensiero di

Schopenhauer, cioè che la musica libera l’uomo, e trasforma la

musica di Wagner in filosofia.

Infatti, l’opera “La nascita

della tragedia” fu enormemente

influenzata dall’autorevole

figura del musicista.

In quest’opera Nietzsche

afferma che arte e civiltà

nascono dalla combinazione di

due fondamentali spiriti:

“dionisiaco” e “apollineo”. Il

dionisiaco è l’elemento

dell’affermazione della vita e

raffigura l’ebbrezza, la spontaneità dell’istinto umano, la

giocosità, e trova la sua manifestazione più compiuta nella musica.

Lo spirito apollineo invece è l'impulso umano che fugge di fronte

al caos, che è capace di concepire l'essenza del mondo come

ordine e che spinge l'uomo a produrre forme armoniose e

razionali, e si manifesta nella scultura e nell’ architettura.

Inoltre Nietzsche afferma che anche la danza, come la musica, è

elemento dionisiaco contrapposto a quello apollineo.

Un suo famoso aforisma dice:

“Bisogna avere un caos dentro per generare una stella danzante”

Dalla Musica alla Danza:

Un movimento che unisce Danza e Mondo.

In effetti il movimento degli astri e del Sistema Solare ricorda, con

la sua sincronia e perfezione, un saggio di danza, unito ad una

incredibile armonia. Inoltre

le costellazioni stesse

creano forme diverse che

ricordano delle tipiche

disposizioni di balli di

gruppo coreografici.

La danza si esprime nel

movimento del corpo

umano secondo una coreografia o nella danza libera. Essa è

l’unica arte che si svolge contemporaneamente nel tempo e nello

spazio.

Anche la Terra, in quanto corpo celeste, danza e compie vari tipi

di movimenti: i più importanti sono il moto di rotazione sul

proprio asse e di rivoluzione attorno al Sole, che si completano

rispettivamente nel periodo di un giorno e di un anno.

Moto di rotazione.

La Terra ruota su se stessa intorno ad un asse immaginario, detto

asse di rotazione, che passa per i poli. Dal momento che la Terra

ha una forma sferica, in ogni istante solo metà riceve calore dal

Sole. La Terra perciò risulta in ogni istante divisa in due zone: una

illuminata e una buia. Il periodo di luce è detto Dì, il periodo di

buio Notte. Il passaggio dal Dì alla Notte avviene gradualmente.

Di conseguenza essi sono separati da un periodo di debole

chiarore, detto Crepuscolo.

La forza centrifuga.

Dal momento che la Terra ruota su se stessa, tutti i corpi che si

trovano sulla superficie sono soggetti all’azione della Forza

centrifuga.

Essa provoca due importanti effetti:

- Ha contribuito a determinare lo schiacciamento dei poli e il

rigonfiamento equatoriale;

- Contrasta la forza di attrazione gravitazionale, riducendo

l’accellerazione di gravità.

La forza di Coriolis.

La rotazione terrestre produce un’altra forza apparente, la Forza di

Coriolis. A causa di questa ogni corpo che si muove dall’equatore

ai poli, viene deviato dalla sua direzione iniziale.

Per inerzia il corpo tende a conservare la velocità iniziale lungo la

sua traiettoria, ma risulta in anticipo rispetto ai punti della

superficie che incontra, per cui subisce una deviazione verso est.

L’esperienza di Guglielmini.

Egli dimostrò che un grave lasciato libero di cadere da una torre,

non cade seguendo la verticale, ma devia spostandosi verso est.

Questo dimostra che la Terra ruota intorno al suo asse e il grave

insieme alla Terra, viene trascinato in questo movimento.

L’esperienza di Foucault.

Egli studiò il moto del pendolo e attuò un esperimento che

dimostrasse l’esistenza del moto di rotazione della Terra.

Appese alla volta del Pantheon di Parigi un pendolo lungo con

lente oscillazioni. La punta del pendolo sfiorava la sabbia facendo

una traccia. Dopo un po’ di tempo vide che il pendolo tracciava

nuovi solchi in altri punti e non nel solco precedente.

Dimostrò così che il suolo, quindi la Terra, si sposta da ovest verso

est. Moto di rivoluzione.

La Terra, come tutti i pianeti del Sistema Solare, compie un moto

di rivoluzione intorno al

Sole.

La Terra impiega 365d 6h

9m 9.5s per compiere una

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