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Introduzione Tesina sulla mamma
La seguente tesina di maturità descrive la figura della mamma e permette i seguenti collegamenti: in italiano: Saba, Ungaretti, Montale; in Filosofia: Complesso di Edipo; in Storia: patria madre o matrigna?; in Geografia astronomica:b la nascita dell'universo; in Inglese: D. H. Lawrence(Sons and Lovers) ; in Educazione fisica: sport e gravidanza e infine in Latino: Consolatio ad Marciam e ad Helviam.

Collegamenti
Tesina sulla mamma
italiano: Saba, Ungaretti, Montale.
Filosofia: Complesso di Edipo.
Storia: patria madre o matrigna?.
Geografia astronomica: la nascita dell'universo.
Inglese: D. H. Lawrence (Sons and Lovers) .
Ed. fisica: sport e gravidanza.
Latino: Consolatio ad Marciam e ad Helviam.
In ogni caso, le attività più adatte sono quelle svolte in acqua (per
una maggiore e migliore dispersione termica e per un ridotto carico
meccanico sulle articolazioni), in posizione orizzontale, come il
nuoto, e in verticale, come l'acquafitness e gli esercizi di ginnastica
(yoga) e/o danza (a corpo libero) eseguiti con accompagnamento
musicale.
La donna in cui si riscontra un decorso della gravidanza abbastanza
normale, può praticare regolarmente una corretta attività fisica
(secondo la giusta intensità, durata e frequenza), programmata in
base al suo stato di salute, al livello di allenamento e alle capacità
motorie, scegliendo il tipo di esercizio più gradevole da effettuare.
GEOGRAFIA ASTRONOMICA:LA
NASCITA DELL’UNIVERSO.
L'universo sarebbe nato in uno stato molto denso e caldo, in una
"esplosione"
specie di che prenderà il nome di "Big Bang". Il
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termine è un po' fuorviante, in quanto farebbe pensare a qualcosa
che esplode, mentre prima dell'esplosione non c'era niente: né
spazio, né tempo, né materia.... Tutto, quindi, ebbe inizio in quel
momento e da allora l'Universo ha continuato ad espandersi
continuamente. L'idea che l'Universo abbia avuto un inizio, che sia
in evoluzione e possa dunque avere una fine, è relativamente
recente, infatti emerse solo negli anni '20 grazie a Friedmann ed al
suo modello dell'Universo inflazionario. Da che cosa abbia
avuto origine il Big Bang non è stato ancora chiarito con certezza,
infatti sono state avanzate molte ipotesi di cui la più valida è quella
di Friedmann che considera l'Universo ,all'inizio del tempo cioè
nell'istante zero, concentrato in un volume più piccolo di un atomo,
con una densità pressoché infinita e a una temperatura di miliardi e
miliardi di gradi. Non sappiamo come fosse fatto questo nucleo
primordiale di energia, né perché si sia formato, ma
"uovo cosmico"
istantaneamente questo si è squarciato con una
esplosione immane, durante la quale le forze fondamentali (di
gravità, elettromagnetica ecc.) si sarebbero comportate in modo
completamente diverso rispetto a oggi : si sarebbe verificata una
violentissima espansione che nel giro di circa un miliardesimo di
secondo avrebbe fatto aumentare il volume dell'Universo di miliardi
e miliardi di volte.
Dopo questa fase, la "sfera di fuoco" si sarebbe continuata a
raffreddare, rallentando la sua espansione. Nei primissimi istanti
l'energia ha cominciato a condensarsi prima in particelle elementari
(quark ed elettroni) poi in particelle maggiori (protoni e neutroni)
fino a che i primi tre minuti, cioè quando la temperatura è scesa a
circa 10 alla nona K ,si sono formati i primi nuclei atomici di
idrogeno litio ed elio. Solo quando dopo 300.000 anni la
temperatura scese a circa 3000 K, gli elettroni furono catturati dai
nuclei e si formò un gas neutro formato da idrogeno e in piccola
parte da elio, che poi darà vita alle nebulose, le galassie, le
stelle ecc. 5
L'effettiva scoperta di quest'esplosione avvenne nel 1964 da parte
di due ingegneri americani che per caso osservarono l'esistenza di
radiazione di fondo,
una rilevabile con i radiotelescopi in ogni
radiazione residua
direzione dello spazio; tale è come l'eco del Big
Bang.
La teoria del Big Bang va di pari passo con quella dell'americano E.
Hubble il quale constatò che la luce che ci giunge dalle galassie
lontane si sposta verso la parte rossa dello spettro, cioè verso le
basse frequenze, l'effetto è tanto più marcato quanto è maggiore la
distanza degli oggetti in questione. Questo fenomeno è già
conosciuto per il suono, si tratta dell'effetto Doppler, infatti
quando un oggetto sonoro si allontana ,noi percepiamo una
variazione di tonalità del suono emesso, dato che la frequenza
dell'onda sonora diminuisce. Anche la luce è un'onda e quindi si
comporterà allo stesso modo. Per Hubble si tratta di una teoria
inconfutabile, la luce delle galassie scala verso le basse frequenze,
perché le galassie fuggono da noi; e questo accade tanto più sono
espansione.
distanti , dunque l'Universo è in
espansione
Questa dell'Universo altro non è che un effetto del Big
Bang, un residuo di quella immensa esplosione.
A questo punto è normale chiedersi quale sarà il futuro
dell'Universo, se continuerà a espandersi o meno; per dare una
Relatività Generale
risposta a tutto ciò bisogna rifarsi alla di Einstein
il quale afferma che i corpi di grandissima massa curvano lo spazio
intorno a sé ,come delle sfere più o meno pesanti deformerebbero
un tessuto elastico, così se nell'Universo esistesse massa a
sufficienza, prima o poi l'espansione verrebbe rallentata fino a
fermarsi e così avrà inizio il fenomeno opposto, che porterà tutto il
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collasso
cosmo ad un incontrollato che si concluderà con quello che
è stato definito Big Crush, ossia un'implosione opposta al Big
Bang. Se invece nell'universo non ci fosse sufficiente massa per
arrestare la sua espansione esso potrebbe espandersi per sempre,
fino a che le galassie ormai spente si ridurrebbero a isole sperdute
in un oceano di spazio senza confini.
FILOSOFIA:COMPLESSO DI EDIPO
Il complesso di Edipo è un concetto originariamente sviluppato
nell'ambito della teoria psicanalitica da Sigmund Freud.Si basa sul
mito Greco di Edipo, che uccise suo padre, Laio, e,
inconsapevolmente, sposò sua madre Giocasta .
Nella concezione classica freudiana, il complesso edipico indica un
insieme di desideri sessuali ambivalenti che il bambino prova nei
confronti delle figure genitoriali. Relativamente alle fasi dello
sviluppo psicosessuale, esso insorge durante la fase fallica (3 anni)
il suo superamento introduce al periodo di latenza (6 anni).
Si tratta di un atteggiamento ambivalente di desiderio di morte e
sostituzione nei confronti del genitore dello stesso sesso e di
desiderio di possesso esclusivo nei confronti del genitore di sesso
opposto. Questi sentimenti sono non solo ambivalenti ma anche
vissuti negativamente (in maniera opposta), cioè i ruoli dei due
genitori (amato e odiato) si scambiano alternandosi.
L'impostazione di tale problematica ha segnato, fin dagli albori del
movimento psicoanalitico, il dissidio Freud-Jung e poi la scissione
degli psicoanalisti di orientamento junghiano dall'Associazione
Internazionale di Psicoanalisi.
La questione edipica mostra una natura complessa anche in
relazione all'approfondimento del mito greco: secondo il mito,
infatti, Edipo non conosceva i suoi veri genitori, essendo stato a
questi sottratto ancora infante. L'uccisione del padre e il rapporto
con la madre sono stati perciò involontari e causati,
paradossalmente, dal loro desiderio di sfuggire al destino così come
lo avevano sentito annunciare dall'oracolo. Si potrebbe parlare, in
questo senso, piuttosto di complesso, o sindrome, di Laio e/o di
Giocasta (i genitori di Edipo), il che riconduce alcune scuole
psicologiche ad esplicitare le questioni psicodinamiche di carenza,
gelosia e invidia affettive da parte delle figure genitoriali o
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accudenti; in questo senso il complesso di Edipo sarebbe nient'altro
che un modo per invertire le reali responsabilità delle dinamiche
inconsce nelle relazioni intra-familiari.
STORIA:PATRIA MADRE O MATRIGNA?
Nella Storia si trova un rarissimo esempio di come una cattiva
madre possa produrre un buon figlio.
L’America inizialmente era la Cenerentola del Mondo: prima l’arrivo
di Colombo, che comportò non pochi problemi in campo di malattie,
poi gli Spagnoli, che non si fecero tanti scrupoli ad eliminare
Aztechi, Maya, Incas e poi finalmente l’onnipresente Inghilterra che
scaricò in queste terre ormai deserte i rifiuti delle sue galere,
prendendosi in cambio oro, argento e quant’altro la sua mano
potesse trovare.
Come ci si può immaginare i rapporti tra Inghilterra e Colonie
americane erano tutt’altro che distesi: la madrepatria aveva infatti
preso provvedimenti affinché le Colonie rimanessero in uno stato di
sudditanza economica e politica.
Gli ‘Atti di Navigazione’ impedivano ogni tentativo di sviluppare
manifatture locali e attività di trasformazione delle materie prime,
lo ‘Stamp Act’ (tassa sul bollo) ingrossava le casse dello stato
Inglese, il ‘Declaratory Act’ impediva alle colonie di usare il thè
prodotto nelle proprie piantagioni senza averlo prima venduto
all’Inghilterra (che poi lo avrebbe rivenduto ad altissimi prezzi alle
Colonie), né tantomeno di venderlo ad altre nazioni.
Ovviamente le colonie non avevano una rappresentanza all’interno
del parlamento, a queste era concessa solo una piccola assemblea,
al limite tra l’ufficiale e l’ufficioso, con scarsissimi poteri.
Quando, nel 1773, alcuni coloni diedero vita ad una protesta
(Boston Tea Party) buttando in mare un carico di thè di una nave
della Compagnia delle Indie, la risposta molto poco diplomatica del
governo inglese fu quella di emanare quattro leggi che i coloni
definirono intollerabili.
Il porto di Boston sarebbe stato chiuso, l’assemblea dei coloni
sarebbe stata sottoposta direttamente all’autorità del Governatore
Inglese, le spese di mantenimento dell’esercito che doveva
reprimere le loro sommosse sarebbe stato a loro carico ed i
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funzionari inglesi colpevoli di gravi reati conto Coloni e Colonie
avrebbero ricevuto un particolare trattamento giudiziario.
L’esasperazione dei coloni ebbe esiti inaspettati anche per gli stessi
coloni, che, inaspriti dall’arroganza di un governo capace ad usare
solo la forza bruta per difendersi, cominciarono ad organizzarsi in
vari ‘comitati di rivolta’.
Fu qui che la storia assunse tinte sanguinose, se i primi moti di
protesta chiedevano solo la rappresentanza in parlamento, ora gli
ex galeotti lottavano per la completa indipendenza.
Era venuto il momento della lotta armata, ma l’esercito inglese era
forte (le tasse americane non erano andate sprecate), le colonie
dovevano opporre ad esso un fronte unito, compatto; nacque così la
suddetta unità, che sotto il motto “unirsi o morire” (Benjamin
Franklin) riuscì ad unire tutti gli americani che in comune l’uno con
l’altro avevano solo il presidente.
La ‘Dichiarazione dei diritti delle Colonie’ stabilì per l’acquisizione di
quali diritti si sarebbe dovuto lottare (diritto alla vita, alla libertà e
alla proprietà) , la ‘Dichiarazione d’Indipendenza’ affermò la
posizione delle Colonie, le quali a motivo dell’atteggiamento
irragionevole dell’Inghilterra, non trovavano altra strada che
“proclamare la libertà e l’indipendenza delle colonie in nome e per
l’autorità dei popoli che le abitavano” (cfr. “Dichiarazione
d’Indipendenza degli Stati Uniti”).
I principi di unità, libertà, giustizia su cui si sarebbe fondata la
nuova nazione furono scritti nella costituzione, dove la libertà non
implicava libertà di pensiero, di culto, di credo politico, ma
significava in primo luogo indipendenza economica. Questa
costituzione aprì la strada a molte altre costituzioni, figlie illegittime
della rivoluzione americana.
Comprendere i caratteri della rivoluzione americana non è
fondamentale solo per capire la legislazione che regola questa
confederazione di stati, ma anche per capire i sentimenti che
animano lo stesso popolo americano.
Pochi sono i popoli che stimano così altamente la loro costituzione
come il popolo americano. Infatti la Costituzione comincia con “Noi,
popolo degli Stati Uniti” identificando l’americano medio con il
“noi”, il “noi” della massa, il ”noi” del popolo, il “noi” che si
autodetermina, il “noi” che “fa numero” ed è forte proprio in virtù di
questo fatto.
Il popolo americano diventa così il popolo libero per eccellenza, il
popolo con la benedizione della libertà da difendere.
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Il concetto del “noi, popolo” è probabilmente quello che ha reso
l’America una superpotenza mondiale, se non la superpotenza
mondiale, nello stesso tempo questo risulta paradossale, perché
mentre altri stati che hanno una comunanza di storia, lingua, etnia
sono frammentati al loro interno da una spiccata individualità,
l’America (che è un’accozzaglia di razze, paesaggi, cultura,
economie diverse) brilla come esempio di unità.